Immagine fotorealistica di diverse zecche (Ixodes ricinus e Dermacentor reticulatus) su fili d'erba e foglie in un ambiente misto urbano/suburbano durante la primavera. Obiettivo macro 105mm, alta definizione, luce naturale filtrata, dettagli precisi sugli acari e sulla vegetazione circostante, suggerendo il rischio nascosto.

Zecche in Città: La Primavera è Arrivata, Siete Pronti all’Invasione?

Ciao a tutti! La primavera è finalmente sbocciata, le giornate si allungano, il sole scalda… e viene una voglia matta di stare all’aria aperta, vero? Parchi cittadini, giardini, boschetti vicino casa diventano le nostre mete preferite. Ma attenzione, non siamo gli unici a goderci il bel tempo! C’è un piccolo esercito di ospiti indesiderati che si risveglia proprio ora: le zecche.

E no, non pensate che siano un problema solo se andate a fare trekking in alta montagna. La scienza ci dice chiaramente che questi piccoli aracnidi, vettori di malattie anche serie, sono sempre più presenti anche nelle nostre aree urbane e suburbane. Proprio così, anche il parco sotto casa o il giardino botanico possono nascondere queste insidie.

Recentemente mi sono imbattuto in uno studio affascinante (pubblicato su Springer, mica pizza e fichi!) che ha indagato proprio la dinamica primaverile delle zecche a Varsavia e dintorni. E quello che hanno scoperto è super interessante e riguarda da vicino anche noi. Vediamo un po’ cosa ci dicono questi ricercatori e come possiamo usare queste informazioni per goderci la primavera in sicurezza.

I Protagonisti della Scena: Due Specie Sotto i Riflettori

Lo studio si è concentrato su due “attori” principali nel mondo delle zecche europee, molto comuni anche da noi:

  • Ixodes ricinus: La famosa “zecca dei boschi”, principale vettore della malattia di Lyme (Borreliosi) e dell’encefalite da zecca (TBE).
  • Dermacentor reticulatus: Nota anche come “zecca ornata del cane”, è il vettore principale della babesiosi canina e di alcune Rickettsiosi.

Queste due specie non solo hanno habitat preferiti leggermente diversi, ma hanno anche tempi di “risveglio” primaverile differenti. E capire questo “calendario” è fondamentale per valutare il rischio.

Chi Si Sveglia Prima? La Mattiniera Dermacentor reticulatus

I ricercatori hanno iniziato le loro raccolte a metà marzo. E indovinate chi hanno trovato subito attivo e pimpante? Proprio lei, la Dermacentor reticulatus. Questa zecca sembra essere una vera “early bird”, pronta all’azione non appena le temperature superano lo zero.

Dove la troviamo? Predilige aree più aperte:

  • Terreni incolti urbani (sì, quelle aree un po’ abbandonate in città!)
  • Prati
  • Margini delle foreste

Interessante notare che, nello studio, non è stata trovata nei parchi cittadini ben curati. Il suo picco di attività? Aprile e maggio. Quindi, se avete cani, attenzione massima già da inizio primavera, perché il rischio di babesiosi è alto fin da subito!

L’Arrivo della “Star”: Ixodes ricinus Entra in Scena

Qualche settimana dopo, verso inizio aprile, ecco che fa la sua comparsa la nostra vecchia conoscenza, Ixodes ricinus. Lei è un po’ più “freddolosa” e aspetta che le temperature si stabilizzino un po’ di più.

Dove la troviamo? Qui la faccenda si complica, perché è più adattabile:

  • Foreste (il suo habitat classico)
  • Aree rurali
  • Ma anche aree verdi urbane! Nello studio, l’hanno trovata abbondante in luoghi come giardini botanici e persino nell’area giochi di un “asilo nel bosco” a Varsavia.

Il suo picco di attività si concentra anch’esso tra aprile e maggio. Questo significa che il rischio di contrarre la malattia di Lyme aumenta significativamente da metà primavera in poi. E la sua presenza in parchi e giardini urbani, anche quelli molto frequentati, è un dato su cui riflettere.

Macro fotografia di una zecca Dermacentor reticulatus su un filo d'erba secca in un campo incolto urbano all'inizio della primavera. Obiettivo macro 100mm, alta definizione, luce naturale controllata, messa a fuoco precisa sull'acaro.

L’Effetto “Staffetta”: Rischio Costante per Tutta la Primavera

La cosa davvero notevole è che, a causa di questa “staffetta” tra le due specie (Dermacentor inizia prima, Ixodes arriva poco dopo e magari finisce un po’ più tardi), la densità totale di zecche rimane alta per tutta la stagione primaverile. Non c’è un vero “momento di tregua”. Appena cala l’attività di una specie, aumenta quella dell’altra. Questo si traduce in un rischio costante di imbattersi in una zecca e, potenzialmente, di contrarre una malattia da essa trasmessa (TBD – Tick-Borne Disease).

L’Habitat Fa la Differenza (Ma Occhio alle Sorprese!)

Lo studio conferma una cosa importante: il tipo di habitat conta tantissimo.

  • Bassa densità di zecche: Aree ben gestite, con vegetazione bassa e controllata (pascoli dove gli animali brucano, campi coltivati intensivamente, giardini con erba sempre tagliata, persino un pollaio!). Sembra che la gestione attiva del territorio (sfalcio, pascolo) e forse anche la presenza di animali come le galline (che si pappano le zecche) aiutino a tenerle sotto controllo. Due dei parchi urbani analizzati, probabilmente molto curati, non avevano zecche.
  • Alta densità di zecche: Aree semi-naturali o meno gestite (terreni incolti, foreste, margini dei campi). Qui le zecche trovano l’ambiente ideale per prosperare.

La sorpresa? Densità elevatissime di Ixodes ricinus sono state trovate proprio in un’area urbana: il Giardino Botanico di Varsavia. Un luogo apparentemente curato, ma che forse, per la sua storia e la stabilità della vegetazione, è diventato un “rifugio” perfetto per le zecche, nonostante l’assenza di grandi mammiferi. Questo ci insegna che non dobbiamo abbassare la guardia nemmeno in ambienti urbani che ci sembrano sicuri e ben tenuti.

Zecche Urbane, Rischi Reali

E non pensiamo che le zecche di città siano meno pericolose. I ricercatori hanno analizzato un campione di zecche raccolte nelle aree urbane e hanno trovato DNA di patogeni importanti:

  • Borrelia burgdorferi s.l. (l’agente della Lyme disease) è stato trovato nel 14.3% delle Ixodes ricinus urbane.
  • Rickettsia spp. è stata trovata nel 64% delle Dermacentor reticulatus e nel 19% delle Ixodes ricinus urbane.

Quindi, sì, il rischio di contrarre malattie dalle zecche esiste concretamente anche frequentando le aree verdi delle nostre città.

Fotografia macro di una zecca Ixodes ricinus su una foglia verde lussureggiante in un giardino botanico urbano. Obiettivo macro 90mm, dettagli nitidi, illuminazione soffusa, sfondo sfocato (bokeh) che suggerisce un parco ben curato ma naturale.

Cosa Portiamo a Casa da Tutto Questo?

Questo studio ci lascia alcuni messaggi chiave molto pratici:

  1. La stagione delle zecche inizia presto: Già da marzo, soprattutto se frequentate aree aperte o avete cani, il rischio (legato a D. reticulatus) è presente.
  2. Il picco è in piena primavera: Aprile e maggio sono i mesi di massima attività per entrambe le specie, quindi il rischio complessivo è più alto.
  3. Le città non sono immuni: Parchi, giardini, aree incolte urbane possono ospitare popolazioni significative di zecche, comprese quelle che trasmettono la Lyme.
  4. La gestione conta: Aree con erba alta e poca manutenzione sono più rischiose. Ma attenzione anche ai “paradisi” inaspettati come i giardini botanici.
  5. Monitoraggio importante: Per capire davvero la presenza e la densità delle zecche in un’area, servono campionamenti ripetuti durante la stagione, proprio a causa delle diverse dinamiche delle specie.
  6. Prevenzione sempre: Controllate sempre voi stessi, i bambini e i vostri animali domestici dopo essere stati all’aperto, anche in città. Usate repellenti appropriati e vestiti coprenti se frequentate zone a rischio.

Insomma, la primavera è meravigliosa e dobbiamo godercela, ma con un pizzico di consapevolezza in più. Le zecche sono parte dell’ecosistema, anche di quello urbano. Conoscere le loro abitudini ci aiuta a conviverci in modo più sicuro. Buona primavera a tutti, e occhio a dove mettete i piedi (e a cosa vi si attacca addosso)!

Fonte: Springer

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