Primo piano di una donna incinta ghanese sorridente, con una zanzariera ben tesa sopra il suo letto in una stanza modestamente arredata, luce calda del mattino che filtra dalla finestra. Macro lens, 80mm, high detail, controlled lighting.

Zanzariere in Ghana: Un Mistero Avvolgente per le Mamme in Attesa

Amici, oggi vi porto con me in un viaggio che tocca corde profonde, quelle della salute e della speranza, direttamente dal cuore dell’Africa, precisamente dal Ghana. Parliamo di un nemico invisibile ma potentissimo: la malaria. E di uno scudo semplice, ma a quanto pare non così scontato da usare: la zanzariera. In particolare, voglio raccontarvi cosa sta succedendo alle donne incinte, una categoria, come sapete, incredibilmente vulnerabile.

Recentemente mi sono imbattuto in uno studio nazionale molto interessante, una vera e propria fotografia della situazione in Ghana, basata sui dati del Ghana Demographic and Health Survey del 2022. Immaginatevi un team di ricercatori che ha analizzato le abitudini di ben 1111 future mamme sparse in tutte e 16 le regioni del paese. L’obiettivo? Capire quante di loro possiedono una zanzariera e, soprattutto, quante la usano davvero per proteggersi dalle punture di zanzara, quelle maledette Anopheles femmine che trasmettono il plasmodio della malaria.

La Buona Notizia (che nasconde un “Ma”)

Partiamo subito con un dato che, a prima vista, fa tirare un sospiro di sollievo: l’80,1% delle donne incinte in Ghana possiede una zanzariera. Fantastico, direte voi! E in effetti, è un passo avanti enorme, frutto di campagne di distribuzione e sensibilizzazione. Significa che lo strumento c’è, è a portata di mano. Ma, come spesso accade, il diavolo si nasconde nei dettagli.

Ed ecco il “ma” grande come una casa: di queste donne, solo il 47,6% utilizza effettivamente la zanzariera ogni notte. Meno della metà! È un dato che fa riflettere, non trovate? Avere lo scudo ma non alzarlo quando serve è un po’ come avere l’ombrello sotto il diluvio e tenerlo chiuso. Questo divario tra possesso e utilizzo è il vero nodo cruciale della questione.

Chi la Usa e Chi No: Indizi dalla Vita Reale

Lo studio non si è fermato ai numeri nudi e crudi, ma ha cercato di capire perché. E qui le cose si fanno ancora più affascinanti, perché entrano in gioco fattori sociali, economici e culturali.

Ho scoperto, per esempio, che le donne incinte con più figli (da 1 a 3, o 4 e più) tendono a usare di più la zanzariera rispetto a quelle alla prima gravidanza. Forse l’esperienza passata, magari aver già visto gli effetti della malaria sui propri piccoli o su se stesse, le rende più caute? È una riflessione che mi sorge spontanea. Anche il livello di istruzione del partner sembra giocare un ruolo: se il compagno ha studiato (livello secondario o superiore), la probabilità che la futura mamma dorma protetta aumenta. Questo mi fa pensare a quanto sia importante coinvolgere l’intera famiglia nelle campagne di sensibilizzazione.

E qui arriva una sorpresa, almeno per me: le donne appartenenti ai quintili di ricchezza medio, più ricco e ricchissimo hanno minori probabilità di utilizzare la zanzariera rispetto a quelle più povere. Sembra controintuitivo, vero? Uno penserebbe che chi ha più mezzi sia anche più attento alla salute. Ma forse, e dico forse, chi vive in condizioni migliori ha case con meno spifferi, zanzariere alle finestre, aria condizionata, o usa altri metodi repellenti, sentendosi quindi meno esposto al rischio. Le donne più povere, invece, potrebbero vedere nella zanzariera l’unica, vera barriera contro le zanzare.

Una donna incinta ghanese in una stanza modestamente arredata, mentre sistema con cura una zanzariera sopra il suo letto. La luce del tardo pomeriggio entra da una piccola finestra, illuminando la scena. Macro lens, 60mm, high detail, precise focusing, controlled lighting.

La malaria, amici, non è uno scherzo, specialmente in gravidanza. Può causare anemia grave nella madre, basso peso alla nascita del bambino, parto prematuro, morte intrauterina e, purtroppo, anche la morte della mamma e del neonato. Pensate che nel 2023, a livello globale, si sono stimati 263 milioni di casi di malaria, con 597.000 decessi. L’Africa sub-sahariana porta il peso maggiore di questa tragedia, e il Ghana, purtroppo, è tra i 15 paesi con il più alto carico di malaria.

Possesso della Zanzariera: Altri Fattori Determinanti

Se l’utilizzo è un capitolo complesso, anche il semplice possesso della zanzariera ha le sue dinamiche. Lo studio ha evidenziato che le donne incinte che vivono in famiglie con un capofamiglia donna hanno maggiori probabilità di possedere una zanzariera. Questo mi suggerisce che le donne, quando hanno potere decisionale in casa, tendono a dare priorità alla salute e alla prevenzione. Un altro dato interessante è che chi vive nelle aree rurali ha più probabilità di avere una zanzariera. Forse perché le campagne di distribuzione si concentrano maggiormente lì, dove l’ambiente è più favorevole alla proliferazione delle zanzare?

Anche qui, il numero di figli conta: le donne con più bambini tendono a possedere più zanzariere. Logico, se ci pensate: più gravidanze, più visite prenatali, durante le quali spesso vengono distribuite le zanzariere.

C’è però un dato che mi ha lasciato un po’ perplesso: le donne incinte con un’assicurazione sanitaria attiva avevano minori probabilità di possedere una zanzariera. Una possibile spiegazione potrebbe essere che, sentendosi coperte per le cure mediche, percepiscano meno urgente la necessità di prevenzione attiva come la zanzariera. O forse, chi ha un’assicurazione ha accesso ad altri metodi di prevenzione? È un punto che meriterebbe ulteriori approfondimenti.

Le Ragioni del Non-Utilizzo: Un Mix Complesso

Ma perché, vi chiederete, così tante donne, pur avendola, non usano la zanzariera? Lo studio accenna a diverse motivazioni, emerse anche da ricerche precedenti. Una delle più comuni è il caldo: dormire sotto la zanzariera, specialmente in climi caldi e umidi, può risultare scomodo, quasi soffocante. Poi ci sono le credenze culturali: alcuni ritengono che le zanzariere siano “sporche” o portino sfortuna.

A volte, le zanzariere vengono usate per scopi completamente diversi da quelli per cui sono state pensate: per pescare, per recintare orti, per coprire merci, persino per chiudere pollai! Sembra incredibile, ma succede. E non dimentichiamo le difficoltà logistiche: la mancanza di kit per appenderle correttamente, la difficoltà di montarle ogni sera.

Infine, c’è la percezione che la malaria non sia più un problema così grave, o la preferenza per altri metodi di controllo, come spray repellenti o zampironi. Tutti questi fattori, sommati, contribuiscono a quel preoccupante 47,6% di utilizzo.

Un operatore sanitario in una clinica rurale ghanese mostra a un gruppo di donne incinte come montare correttamente una zanzariera. L'ambiente è semplice ma pulito. Prime lens, 35mm, depth of field, luce naturale che entra da una porta aperta.

Il Programma Nazionale di Controllo della Malaria (NMCP) in Ghana ha implementato diverse misure preventive, come il Trattamento Preventivo Intermittente in Gravidanza (IPTp), la fornitura e l’utilizzo di zanzariere e l’irrorazione residuale indoor. Le zanzariere, in particolare, sono riconosciute per la loro capacità di prevenire fisicamente le punture, specialmente durante le ore di picco dell’attività delle zanzare. Vengono distribuite durante le visite prenatali e si stima che abbiano ridotto la mortalità generale del 17% a livello mondiale e gli episodi di malaria nei bambini sotto i cinque anni di quasi il 50%.

Cosa Possiamo Imparare e Cosa Fare?

Questo studio, secondo me, è un campanello d’allarme importante. Ci dice che distribuire zanzariere è fondamentale, ma non basta. C’è un enorme bisogno di interventi educativi e di sensibilizzazione che siano “sartoriali”, cioè cuciti su misura per le diverse realtà e comunità. Bisogna affrontare le barriere culturali, spiegare i benefici in modo chiaro e convincente, magari mostrando come superare i disagi pratici (come il caldo, suggerendo modi per arieggiare la stanza prima di dormire).

È cruciale coinvolgere non solo le donne, ma anche i loro partner e le figure influenti della comunità. E forse, dico forse, bisognerebbe anche pensare a zanzariere di nuova generazione, magari più traspiranti o più facili da montare.

Certo, lo studio ha i suoi limiti, come tutti gli studi. Essendo trasversale, non può stabilire nessi di causalità certi. L’uso della zanzariera è stato autodichiarato e potrebbe esserci un po’ di “desiderabilità sociale” nelle risposte. Ma i dati sono robusti e provengono da un campione rappresentativo nazionale.

La conclusione, per me, è chiara: la battaglia contro la malaria in gravidanza in Ghana (e non solo) si vince non solo fornendo gli strumenti, ma assicurandosi che vengano usati correttamente e con convinzione. C’è ancora tanta strada da fare, ma studi come questo ci indicano la direzione. E io spero che, con l’impegno di tutti – operatori sanitari, responsabili politici, ricercatori e comunità stesse – quel 47,6% possa presto diventare una storia del passato.

Fonte: Springer

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