Wikipedia in Cattedra: Rivoluzionare l’Università Creando Conoscenza Insieme
Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di qualcosa che mi appassiona davvero: come possiamo usare strumenti che usiamo tutti i giorni, come Wikipedia, per fare cose incredibili nell’istruzione universitaria. Sì, avete capito bene, proprio Wikipedia, l’enciclopedia online che probabilmente consultate decine di volte a settimana! Ma se vi dicessi che, invece di usarla solo per *leggere*, potremmo usarla per *imparare a scrivere*, a collaborare, a pensare criticamente e persino a rendere il mondo un posto con un po’ più di conoscenza condivisa?
Wikipedia: Non Solo un’Enciclopedia, Ma un Ecosistema di Apprendimento
Pensateci un attimo. Wikipedia è gigantesca. È il settimo sito più visitato al mondo, con miliardi di visualizzazioni ogni mese. È un progetto collaborativo pazzesco, costruito da volontari (i Wikipediani) che si impegnano a creare voci neutrali, aggiornate e basate su fonti affidabili. Questa sua natura aperta e collaborativa la rende un terreno fertile pazzesco per l’educazione.
Le teorie dell’apprendimento, come il costruttivismo (impariamo facendo, costruendo attivamente la nostra conoscenza) e il connettivismo (impariamo connettendoci, interagendo in reti), trovano in Wikipedia un’applicazione pratica perfetta. Invece di assorbire passivamente informazioni, gli studenti possono diventare *creatori* di conoscenza.
E non finisce qui. Scrivere per Wikipedia non è come scrivere la solita tesina. Richiede precisione, neutralità, capacità di sintesi, e soprattutto, l’abilità di citare le fonti in modo rigoroso. Sono competenze fondamentali nel mondo accademico e professionale. In più, il lavoro viene revisionato dalla community: una sorta di “peer review” aperta che insegna tantissimo sul processo di scrittura e revisione. Insomma, usare Wikipedia attivamente sviluppa:
- Alfabetizzazione digitale (saper cercare, valutare e usare le informazioni online)
- Pensiero critico
- Capacità di scrittura accademica (ma in un formato diverso!)
- Competenze collaborative
Nonostante tutto questo potenziale, per anni l’integrazione di Wikipedia nelle università è stata un po’ timida, spesso limitata a qualche compito isolato. Ma qualcosa sta cambiando.
L’Esperimento di Tel Aviv: Un Corso Universitario Basato su Wikipedia
Vi racconto di un’esperienza concreta e super interessante nata all’Università di Tel Aviv. Partendo da un’iniziativa nel campo medico (Wiki-Med), nel 2015 è nato un corso universitario vero e proprio, con crediti formativi, intitolato “Wikipedia: Competenze per Produrre e Consumare Conoscenza”. La cosa forte? Era aperto a studenti di *qualsiasi* facoltà, non solo medicina. Una vera novità!
L’idea era semplice ma potente: far lavorare gli studenti direttamente su Wikipedia. Non solo leggere, ma creare e migliorare voci. Immaginate l’impatto: 88 studenti, in tre edizioni del corso, hanno creato 260 nuove voci su Wikipedia in ebraico e migliorato quasi 3000 voci esistenti. Queste voci hanno totalizzato oltre 21 milioni di visualizzazioni! Parliamo di un impatto sociale enorme, conoscenza resa accessibile a tutti.
Come funzionava il corso? Era strutturato per accompagnare gli studenti passo passo:
- Introduzione al “Wikiverso”: Capire la filosofia e le regole della community.
- Sviluppo delle Competenze: Sessioni pratiche su come scrivere una voce, trovare fonti, mantenere un punto di vista neutrale, usare template, immagini, ecc.
- Collaborazione Attiva: Interazione con Wikipediani esperti (invitati come ospiti!), peer review tra studenti, discussioni online.
- Valutazione Innovativa: Un mix di valutazione tra pari, autovalutazione e valutazione finale del docente. L’enfasi era sul processo di apprendimento e sulla partecipazione attiva.
- Focus sulla Diversità: Un aspetto che mi sta molto a cuore. Wikipedia, come ogni progetto umano, ha i suoi bias. Ad esempio, c’è un noto “gender gap”: poche donne tra gli editor e, di conseguenza, meno voci su donne illustri. Il corso ha affrontato attivamente questo problema, incoraggiando gli studenti a scrivere voci su donne importanti ma assenti dall’enciclopedia (la famosa lista “Women-in-Red”). Almeno metà delle nuove voci create riguardava proprio questo!

Cosa Abbiamo Imparato da Questa Esperienza?
I risultati sono stati davvero incoraggianti. Prima di tutto, gli studenti hanno ottenuto ottimi risultati accademici (la media dei voti era alta, intorno a 84.5). Ma al di là del voto, quello che conta è l’apprendimento.
Il sistema di valutazione tra pari e autovalutazione si è rivelato sorprendentemente affidabile. All’inizio, magari, gli studenti erano un po’ più “generosi” con sé stessi, ma con il tempo hanno sviluppato un occhio critico notevole, sia per il lavoro altrui che per il proprio. Le loro valutazioni erano spesso correlate a quelle finali del docente. Questo è fondamentale perché apre la strada a modelli di valutazione più distribuiti e sostenibili, soprattutto in corsi numerosi.
E gli studenti? Cosa ne pensavano? Il feedback è stato in gran parte entusiasta. Hanno definito il corso “coinvolgente”, “innovativo”, “rinfrescante”. Hanno apprezzato l’opportunità di esplorare argomenti di loro interesse e di vedere il loro lavoro pubblicato e utile per un pubblico vasto. Molti hanno sottolineato come il corso avesse migliorato le loro capacità di ricerca, valutazione delle fonti e scrittura. Sentivano di aver dato un contributo reale, che andava oltre il semplice voto.
Ovviamente, non è stato tutto rose e fiori. Alcuni hanno trovato certe attività di gruppo meno efficaci, altri avrebbero preferito più libertà nella scelta degli argomenti, o hanno trovato alcuni aspetti tecnici un po’ ostici. Il carico di lavoro è stato percepito come impegnativo. Sono feedback preziosi, che aiutano a migliorare il modello per le edizioni future.
Un Modello da Esportare: L’Impatto Oltre l’Aula
Questa esperienza dimostra che usare Wikipedia in modo strutturato all’università funziona. Non è solo un “compitino” alternativo, ma un vero e proprio modello pedagogico che:
- Sviluppa competenze chiave per il XXI secolo.
- Promuove l’apprendimento attivo e collaborativo.
- Contribuisce attivamente alle Risorse Educative Aperte (OER), rendendo la conoscenza accademica più accessibile.
- Ha un impatto sociale misurabile (milioni di visualizzazioni!).
- Può aiutare a colmare lacune informative e bias (come il gender gap).
La sfida, ora, è la scalabilità. Come possiamo rendere questo modello applicabile su larga scala, in diverse discipline, università e livelli accademici (dalla triennale al dottorato)? Richiede risorse, certo, ma anche un cambio di mentalità da parte delle istituzioni accademiche, che devono riconoscere il valore di queste forme di “open pedagogy”.
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Guardando al Futuro: Wikidata, AI e Nuove Frontiere
Il bello è che l’universo Wikimedia è in continua evoluzione. Oltre a Wikipedia, ci sono progetti fratelli come Wikidata (una base di conoscenza strutturata, leggibile dalle macchine), Wikisource, Wikibooks… Wikidata, in particolare, apre scenari pazzeschi per sviluppare la Data Literacy, la capacità di leggere, interpretare e usare i dati, una competenza sempre più richiesta. Infatti, l’evoluzione naturale di questo corso a Tel Aviv è stata proprio l’integrazione di Wikidata!
E poi c’è l’intelligenza artificiale generativa (GenAI), come ChatGPT. Come cambierà il modo in cui creiamo e consumiamo conoscenza? Come possiamo integrarla in modo intelligente ed etico in questi percorsi formativi? Potrebbe aiutare a personalizzare l’apprendimento, a supportare i docenti nella valutazione, ad alleggerire il carico di lavoro senza perdere i benefici della collaborazione e dello sviluppo di competenze. Sono domande aperte, sfide affascinanti che dobbiamo esplorare.

In conclusione, l’idea di usare Wikipedia non solo come fonte ma come palestra per l’apprendimento attivo e la creazione collaborativa di conoscenza mi sembra una strada incredibilmente promettente per l’università del futuro. È un modo per rendere l’istruzione più coinvolgente, più rilevante per le sfide del nostro tempo e con un impatto che va ben oltre le mura dell’accademia. È un invito a “essere audaci”, come dice la community di Wikipedia, a sperimentare e innovare. E voi, cosa ne pensate?
Fonte: Springer
