Fotografia realistica di un gruppo di piccoli agricoltori ugandesi, uomini e donne, durante una riunione di una Village Savings and Loan Association (VSLA) in un villaggio rurale del nord Uganda. Sono seduti in cerchio, alcuni gestiscono una cassa e dei registri. Obiettivo prime, 35mm, luce naturale, profondità di campo, per catturare l'atmosfera di collaborazione e speranza.

Risparmio di Villaggio e Granturco: La Svolta dei Piccoli Agricoltori Ugandesi?

Amici, vi siete mai chiesti come fanno i piccoli agricoltori, quelli con un fazzoletto di terra in posti come il nord Uganda, a sbarcare il lunario e magari a far crescere la loro attività? Spesso, la loro è una battaglia quotidiana, coltivando principalmente per sfamare la famiglia, con pochi mezzi e guadagni scarsi che non permettono di reinvestire nei campi. L’accesso al credito? Un miraggio, con le banche tradizionali che sembrano parlare un’altra lingua, troppo complicate, costose e lontane dalle loro realtà rurali.

Eppure, una soluzione ingegnosa e comunitaria sta prendendo piede: le Associazioni di Risparmio e Credito di Villaggio (VSLA). Immaginatevele come dei salvadanai di comunità, dove piccoli gruppi di persone mettono insieme i loro risparmi e si concedono prestiti a vicenda, a condizioni accessibili e senza le mille scartoffie delle banche. Oggi voglio parlarvi proprio di questo, di come queste associazioni stiano influenzando la vita dei coltivatori di mais nel nord dell’Uganda, un paese dove il mais non è solo cibo, ma una speranza di sviluppo. Mi sono imbattuto in uno studio recente che ha messo sotto la lente d’ingrandimento proprio questa dinamica, e i risultati sono davvero illuminanti!

Ma cosa sono esattamente queste VSLA?

Pensate alle VSLA come a una forma di finanza “dal basso”, super accessibile. Nascono per rispondere a un bisogno primario: dare alle persone a basso reddito, specialmente nelle aree rurali, gli strumenti finanziari di base. Parliamo di poter mettere da parte qualche soldo in sicurezza, accedere a piccoli prestiti per le emergenze o per investire, e magari avere una sorta di assicurazione informale.

A differenza delle banche formali, che spesso richiedono garanzie impossibili per un piccolo agricoltore, o delle cooperative di credito (SACCO) che a volte sono esclusive per certe categorie di lavoratori, le VSLA sono flessibili. Non c’è bisogno di avere un conto in banca o di capire complicati tassi d’interesse. Si basano sulla fiducia reciproca e sulla conoscenza diretta tra i membri. E la cosa bella è che funzionano! Pensate che ci sono oltre 17 milioni di partecipanti attivi in circa 75 paesi. Queste associazioni abbattono le barriere dei costi elevati, della distanza geografica dalle filiali bancarie e della mancanza di garanzie, offrendo servizi finanziari su misura.

Perché proprio il mais e perché nel nord Uganda?

Il mais, in Uganda, è un po’ come il pane da noi: un alimento base fondamentale per la sicurezza alimentare di milioni di famiglie. Ma non solo: è anche una coltura da reddito, cioè qualcosa che i contadini possono vendere per guadagnare. Ha il potenziale per ridurre la povertà e dare una spinta all’economia rurale. Il governo ugandese stesso punta molto sul mais per lo sviluppo agricolo.

Lo studio di cui vi parlo si è concentrato sul distretto di Nwoya, nel nord Uganda. Quest’area ha terreni fertili e un grande potenziale agricolo, ma come molte zone rurali in Africa sub-sahariana, i piccoli agricoltori si scontrano con mille difficoltà: scarso accesso ai mercati, costi di transazione altissimi per vendere i loro prodotti, diritti di proprietà della terra non sempre chiari e un supporto istituzionale carente. In questo contesto, le VSLA possono davvero fare la differenza, aiutando i contadini a mettere da parte risparmi, accedere a prestiti per comprare sementi migliori o fertilizzanti, e quindi, si spera, a produrre e vendere di più. Passare da un’agricoltura di sussistenza a una più commerciale è costoso, ma le VSLA offrono un gradino per iniziare questa salita.

Fotografia realistica di un gruppo di piccoli agricoltori ugandesi, uomini e donne, seduti in cerchio sotto un grande albero in un villaggio rurale del nord Uganda. Sono attivamente impegnati in una riunione di una Village Savings and Loan Association (VSLA), con alcuni che maneggiano una cassetta di sicurezza e dei libri contabili. L'atmosfera è collaborativa e piena di speranza. Obiettivo prime, 35mm, luce naturale, profondità di campo, per catturare le espressioni di impegno.

Chi partecipa alle VSLA e perché? I risultati dello studio

I ricercatori hanno intervistato 420 coltivatori di mais, metà dei quali membri di una VSLA e metà no. E cosa hanno scoperto? Beh, circa il 52% degli agricoltori faceva parte di una VSLA. Un dato interessante è che, sebbene la maggioranza dei coltivatori di mais fosse di sesso maschile (circa il 76%), la proporzione di donne nelle VSLA era più alta rispetto a quella degli uomini. Sembra che le donne siano particolarmente attratte da queste forme di risparmio e credito comunitario, forse per una maggiore propensione alla gestione oculata delle finanze familiari o per una maggiore coesione sociale.

Ma quali fattori spingono un agricoltore a unirsi a una VSLA? Lo studio ha identificato alcuni elementi chiave:

  • Genere: Essere uomo riduce leggermente la probabilità di partecipare. Come dicevo, le donne sembrano più coinvolte.
  • Età: Gli agricoltori più anziani tendono a partecipare di più, forse perché hanno più bisogni che le VSLA possono aiutare a soddisfare, o perché hanno accumulato più risorse da poter risparmiare.
  • Dimensioni del nucleo familiare: Se in famiglia ci sono molte braccia che lavorano nei campi, la necessità di ricorrere a risorse esterne come le VSLA diminuisce.
  • Vendita di mais fresco: Chi vende mais fresco tende a partecipare meno.
  • Assunzione di manodopera: Chi già assume lavoratori esterni è meno propenso a cercare i benefici di una VSLA.
  • Accesso ai servizi di divulgazione agricola: Questo è un fattore importante! Avere accesso a consigli tecnici e formazione aumenta del 14,2% la probabilità di partecipare a una VSLA. Spesso, infatti, le VSLA diventano un canale per questi servizi.
  • Informazioni di mercato (specialmente via telefono): Sapere i prezzi, dove vendere… questo aumenta la partecipazione del 19,5%. Le VSLA diventano luoghi di scambio di informazioni preziose.
  • Accesso al credito: Ovviamente, la possibilità di ottenere prestiti è un motore fondamentale.
  • Proprietà della terra: Possedere terra aumenta le opportunità di commercializzazione e quindi l’interesse per i benefici offerti dalle VSLA.

È emerso anche che chi usa trattori (oltre il 60% dei partecipanti VSLA) trova più facile accedere al credito tramite l’associazione per pagare questi servizi, migliorando la produttività. E ancora, i membri delle VSLA hanno più facilmente accesso a informazioni di mercato, grazie al networking che si crea durante gli incontri.

E la commercializzazione del mais? Le VSLA aiutano a vendere di più?

Qui i risultati si fanno un po’ più sfumati. In media, i contadini intervistati raccoglievano circa 1.388 kg di mais all’anno e ne vendevano circa 904 kg. L’indice di commercializzazione (la percentuale di mais venduto sul totale raccolto) era del 58,9%. Sorprendentemente, i membri delle VSLA avevano un indice di commercializzazione leggermente più basso (intorno al 50-55% non specificato precisamente ma inferiore) rispetto ai non membri (61%). Questo potrebbe sembrare controintuitivo, ma va analizzato. Altri studi, ad esempio in Ghana, riportano livelli di commercializzazione del 67% grazie a servizi di divulgazione e partecipazione al mercato intensiva tramite associazioni di agricoltori.

Ma quali fattori influenzano quanto mais un contadino riesce a vendere?
Per i membri delle VSLA:

  • Età: I più giovani sono più propensi a commercializzare.
  • Istruzione: Un livello di istruzione più alto favorisce la commercializzazione, probabilmente perché aiuta ad accedere e interpretare meglio le informazioni di mercato.
  • Mercato spot (vendita immediata): Avere accesso a mercati convenienti e immediati è cruciale.
  • Assunzione di manodopera: Chi può permettersi di assumere lavoratori, grazie anche ai prestiti VSLA, commercializza di più.
  • Proprietà della terra: Curiosamente, per i membri VSLA, possedere terra ha un effetto negativo sulla commercializzazione. Forse chi possiede terra si sente più sicuro e meno spinto a vendere per necessità immediata.
  • Reddito agricolo: Un reddito maggiore dal mais incentiva ulteriori investimenti e commercializzazione.
  • Distanza dal mercato: Essere lontani dal mercato di sbocco è un grosso ostacolo.

Per i non membri delle VSLA:

  • Genere: Gli uomini non membri commercializzano di più delle donne non membri, probabilmente per un maggiore accesso a risorse e potere decisionale autonomo.
  • Appartenenza ad altri gruppi: Essere parte di altre associazioni (non VSLA) ha un impatto positivo.
  • Reddito agricolo: Anche per loro, un reddito maggiore spinge a commercializzare di più.

Primo piano di mani che tengono delle pannocchie di mais giallo brillante appena raccolte, in un contesto agricolo rurale ugandese. Sullo sfondo, sfocato, un piccolo agricoltore intento a selezionare il mais. Obiettivo macro, 85mm, alta definizione, messa a fuoco precisa, luce solare calda che evidenzia la texture del mais.

Cosa ci dice tutto questo? Raccomandazioni per il futuro

Questo studio, amici, ci offre spunti preziosissimi. È chiaro che le VSLA giocano un ruolo centrale per l’inclusione finanziaria nelle aree rurali. Fattori come il genere, l’età, le dimensioni della famiglia e l’accesso a risorse come credito e servizi di divulgazione sono determinanti. E la tecnologia, come l’uso dei cellulari per informazioni di mercato, è un alleato potente.

Per quanto riguarda la commercializzazione del mais, vediamo che per i membri VSLA, l’età, l’istruzione, la manodopera, la proprietà terriera e il reddito agricolo sono cruciali. Per i non membri, emergono il genere maschile, l’appartenenza ad altri gruppi e il reddito. Questo sottolinea le barriere che donne e non membri possono incontrare.

Cosa si può fare, quindi? Lo studio suggerisce alcune piste importanti per il Ministero dell’Agricoltura ugandese (MAAIF) e altri partner:

  1. Migliorare l’accesso al credito: È fondamentale per permettere agli agricoltori di investire.
  2. Potenziare le informazioni di mercato: Via cellulari e servizi di divulgazione, soprattutto nelle zone rurali.
  3. Politiche di genere: Supportare il coinvolgimento delle donne nelle VSLA e nella commercializzazione del mais, con formazione mirata e incentivi finanziari. Pensiamo a finanziamenti sensibili al genere, infrastrutture di trasporto rurali e promozione di cooperative guidate da donne.
  4. Accesso alla terra e varietà migliorate: Facilitare la proprietà terriera e promuovere l’uso di sementi di mais più produttive.
  5. Infrastrutture: Migliorare strade e logistica per trasportare il mais ai mercati, visto che la distanza è un forte deterrente.

Certo, ogni studio ha i suoi limiti. Questo è come una fotografia scattata in un momento preciso e in un’area specifica (il distretto di Nwoya), quindi generalizzare è difficile. E i dati sulla commercializzazione sono auto-riferiti, il che potrebbe introdurre qualche imprecisione.

Tuttavia, la strada indicata è chiara. C’è bisogno di più ricerca, magari studi longitudinali per vedere come queste dinamiche evolvono nel tempo, e confronti tra diverse regioni. Ma una cosa è certa: le Village Savings and Loan Associations sono più di un semplice meccanismo finanziario. Sono un motore di cambiamento sociale ed economico, un piccolo grande strumento nelle mani dei piccoli agricoltori per costruire un futuro migliore, pannocchia dopo pannocchia. E questa, lasciatemelo dire, è una storia che merita di essere raccontata e sostenuta!

Fonte: Springer

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