Vitamina K1: Il Segreto Nelle Verdure a Foglia Verde per un Cuore Forte nelle Donne Mature?
Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di qualcosa che mi ha davvero colpito, una scoperta che potrebbe fare la differenza per la salute del cuore, specialmente per noi donne che abbiamo superato una certa età. Sto parlando della Vitamina K1. Sì, proprio lei! Magari la conoscete già per il suo ruolo nella coagulazione del sangue, ma sembra che i suoi superpoteri non finiscano qui.
Recentemente mi sono imbattuta in uno studio affascinante, pubblicato su una rivista scientifica autorevole (trovate il link alla fine!), che ha messo sotto la lente d’ingrandimento il legame tra l’assunzione di Vitamina K1 con la dieta e la salute delle nostre arterie, in particolare in un gruppo di donne anziane. E i risultati? Beh, diciamo che mi hanno fatto venire voglia di riempire il carrello di spinaci e cavoli!
Ma cos’è esattamente questa Vitamina K1?
Prima di tuffarci nei dettagli dello studio, facciamo un piccolo ripasso. La Vitamina K è una vitamina liposolubile (cioè si scioglie nei grassi) e ne esistono due forme principali:
- Fillochinone (Vitamina K1): È la forma predominante nella nostra dieta e la troviamo principalmente nelle verdure a foglia verde (spinaci, cavolo riccio, lattuga, broccoli…) e in alcuni oli vegetali (come l’olio di colza e d’oliva).
- Menachinone (Vitamina K2): Viene prodotta in parte dai batteri nel nostro intestino e si trova anche in alcuni alimenti fermentati o di origine animale.
La Vitamina K è essenziale per attivare delle proteine speciali, chiamate proteine Vitamina K-dipendenti (VKDPs). Una di queste, la Matrix GLA Protein (MGP), è una vera superstar quando si parla di salute vascolare. Perché? Perché nella sua forma attiva, aiuta a prevenire la calcificazione delle arterie. Avete presente quelle placche dure che possono restringere i vasi sanguigni e portare a problemi seri? Ecco, la MGP attivata dalla Vitamina K lavora per contrastare questo processo. Se c’è poca Vitamina K, la MGP rimane “spenta” (sottocarbossilata, in termini tecnici) e non riesce a fare il suo lavoro, favorendo il deposito di calcio nelle pareti dei vasi.
Lo studio: donne anziane e Vitamina K1 sotto esame
I ricercatori hanno seguito per ben 14 anni e mezzo un gruppo di quasi 1500 donne australiane, tutte sopra i 70 anni all’inizio dello studio (età media 75 anni). Hanno raccolto informazioni dettagliate sulla loro dieta abituale tramite un questionario validato, calcolando così l’assunzione giornaliera di Vitamina K1. Hanno usato un database alimentare specifico per la regione, il che è un punto di forza notevole, perché il contenuto di vitamine nei cibi può variare geograficamente.
Poi, hanno fatto due cose fondamentali:
- Nel 2001, su un sottogruppo di circa 1100 donne, hanno misurato lo spessore dell’intima-media della carotide comune (CCA-IMT) tramite ecografia. Questo è un indicatore di aterosclerosi subclinica, cioè ci dice se le arterie stanno iniziando a ispessirsi e a irrigidirsi, anche prima che compaiano sintomi.
- Hanno monitorato per 14 anni e mezzo, grazie a registri sanitari collegati, tutti gli eventi legati a malattie vascolari aterosclerotiche (ASVD), come ricoveri ospedalieri e, purtroppo, decessi causati da problemi come cardiopatia ischemica (infarti, angina), malattie cerebrovascolari ischemiche (ictus) e arteriopatia periferica.
Hanno diviso le donne in quattro gruppi (quartili) in base alla loro assunzione di Vitamina K1, dal gruppo che ne consumava meno (Q1, con una mediana di 49 µg/giorno) a quello che ne consumava di più (Q4, con una mediana di 119 µg/giorno).

I risultati? Davvero incoraggianti!
Sapete cosa hanno scoperto? È qui che le cose si fanno interessanti!
Arterie più “pulite”: Le donne nel gruppo con l’assunzione più alta di Vitamina K1 (Q4) avevano uno spessore medio dell’intima-media della carotide inferiore del 5.6% rispetto alle donne nel gruppo con l’assunzione più bassa (Q1). Anche lo spessore massimo era inferiore del 5.4%. Questa differenza era statisticamente significativa (p<0.001), suggerendo che una maggiore assunzione di K1 è associata a una minore aterosclerosi subclinica. In pratica, le loro arterie sembravano più "giovani"!
Meno eventi gravi: Ma non è tutto! Guardando agli eventi clinici nel lungo periodo (14.5 anni), i ricercatori hanno visto che le donne con l’assunzione più alta di Vitamina K1 (Q4) avevano un rischio relativo di eventi ASVD totali (ricoveri + decessi) inferiore del 29% (HR 0.71) rispetto a quelle con l’assunzione più bassa (Q1), dopo aver tenuto conto di tantissimi altri fattori (età, BMI, attività fisica, fumo, altre patologie, farmaci, ecc.).
Un impatto notevole sulla mortalità: L’effetto più forte, però, si è visto sulla mortalità per cause vascolari aterosclerotiche. Le donne nel quartile più alto di assunzione di K1 avevano un rischio relativo di morire per ASVD inferiore addirittura del 43% (HR 0.57) rispetto a quelle nel quartile più basso! Un risultato davvero notevole. Scendendo nel dettaglio, questo beneficio era particolarmente evidente per la mortalità dovuta a:
- Malattia cerebrovascolare ischemica (ictus): Rischio ridotto fino al 45%.
- Cardiopatia ischemica (infarto, ecc.): Rischio ridotto fino al 46%.
Curiosamente, non è stata trovata un’associazione statisticamente significativa tra l’assunzione di K1 e i soli ricoveri per ASVD, anche se il trend sembrava andare nella stessa direzione (un rischio leggermente inferiore con più K1). I ricercatori ipotizzano che forse la Vitamina K1 abbia un ruolo più marcato sulla stabilità delle placche aterosclerotiche (prevenendo eventi fatali come la rottura di placca) piuttosto che sulla semplice stenosi (restringimento) che porta magari a sintomi meno gravi ma che richiedono comunque un ricovero.
Quanto K1 serve per fare la differenza?
Lo studio suggerisce che un’assunzione intorno ai 120 µg (microgrammi) al giorno sembra essere benefica. Pensate che le attuali raccomandazioni europee e nordiche indicano un’assunzione adeguata di circa 1 µg per kg di peso corporeo al giorno (quindi, per una donna di 70 kg, circa 70 µg/giorno). Questo studio suggerisce che andare un po’ oltre questa soglia potrebbe portare ulteriori benefici cardiovascolari.
E la buona notizia? Raggiungere quei 120 µg/giorno non è un’impresa impossibile! La differenza tra l’assunzione più bassa (circa 50 µg) e quella più alta (circa 120 µg) nello studio è di circa 70 µg. Sapete come si possono ottenere? Semplicemente aggiungendo una porzione (circa 75-150 grammi, a seconda del tipo) di verdure a foglia verde o crucifere alla vostra dieta quotidiana. Una bella insalata mista, un contorno di spinaci saltati, dei broccoli al vapore… facile, no?

Perché la K1 potrebbe essere così importante per il cuore?
Come accennavo prima, il meccanismo più probabile passa per l’attivazione della proteina MGP, la nostra “guardiana” contro la calcificazione vascolare. Quando c’è abbastanza K1, la MGP funziona a dovere e impedisce al calcio di depositarsi dove non dovrebbe, mantenendo le arterie più elastiche e meno soggette alla formazione di placche pericolose. Lo studio ha mostrato un legame con un minor spessore delle pareti arteriose (CCA-IMT), il che supporta questa ipotesi. Ovviamente, la ricerca deve continuare per capire tutti i dettagli, ma è una pista molto promettente.
Qualche precisazione (doverosa)
Come ogni studio scientifico, anche questo ha i suoi punti di forza e qualche limite.
- Punti di forza: Il lungo periodo di osservazione (14.5 anni), l’uso di dati sanitari oggettivi per gli eventi, la misurazione dell’aterosclerosi subclinica, l’attenzione a una popolazione specifica (donne anziane, spesso sottorappresentate nella ricerca), l’uso di un database alimentare regionale e l’aver considerato molti fattori confondenti.
- Limiti: È uno studio osservazionale, quindi non può dimostrare un rapporto di causa-effetto (anche se l’associazione è forte). L’assunzione di K1 è stata stimata con questionari auto-riferiti, che possono avere imprecisioni. Non si è potuta valutare l’assunzione di Vitamina K2. I risultati potrebbero non essere generalizzabili a uomini, donne più giovani o altre etnie.
Nonostante i limiti, i risultati sono coerenti e rafforzano l’idea che la Vitamina K1, facilmente reperibile nelle verdure che dovremmo mangiare tutti i giorni, possa giocare un ruolo significativo nella prevenzione delle malattie cardiovascolari aterosclerotiche nelle donne dopo una certa età.
Il messaggio da portare a casa
Per me, la conclusione è chiara e semplice: mangiare più verdure a foglia verde e crucifere fa bene, e potrebbe farlo ancora di più per il nostro cuore con l’avanzare dell’età! Un’assunzione moderata-alta di Vitamina K1 (intorno ai 120 µg/giorno), raggiungibile con una semplice porzione di queste verdure, sembra associata a un minor rischio di problemi cardiovascolari gravi, in particolare di eventi fatali come ictus e infarto.
Quindi, la prossima volta che fate la spesa, non dimenticate di mettere nel carrello spinaci, cavolo riccio, lattuga, broccoli… Il vostro cuore potrebbe ringraziarvi! È una strategia semplice, a basso rischio e potenzialmente molto efficace per prenderci cura della nostra salute cardiovascolare.
Fonte: Springer
