Fotografia realistica e professionale di un gruppo eterogeneo di docenti universitari di odontoiatria in una sala riunioni luminosa, impegnati in una discussione seria ma costruttiva sui metodi di valutazione degli studenti. Obiettivo zoom 24-70mm impostato a 35mm, luce morbida da finestra, focus nitido sui volti espressivi.

Dietro le Quinte della Valutazione in Odontoiatria: Sfide e Prospettive dei Docenti alla PSAU

Avete mai pensato a come vengono valutati i futuri dentisti? Non è solo una questione di voti su un esame scritto. Si tratta di formare professionisti competenti, capaci di prendersi cura della nostra salute orale in sicurezza. Ecco perché mi ha colpito uno studio qualitativo molto interessante condotto presso il programma di odontoiatria della Prince Sattam Bin Abdulaziz University (PSAU) in Arabia Saudita. Questo studio ha voluto dare voce ai docenti, esplorando le loro percezioni, le sfide che affrontano quotidianamente nel processo di valutazione degli studenti e le loro idee per migliorare. E, credetemi, quello che è emerso è affascinante e fa riflettere.

Come Vedono la Valutazione i Docenti?

Parlando con i direttori dei corsi di odontoiatria della PSAU, attraverso focus group mirati, è emerso un quadro variegato. La maggior parte dei docenti (circa il 70%) vede la valutazione principalmente come un “giudizio sull’apprendimento” (la cosiddetta valutazione sommativa), specialmente quando si tratta di abilità pratiche. Pensateci: in odontoiatria, saper fare è fondamentale! “Abbiamo valutazioni pratiche per i corsi che implicano abilità manuali”, ha sottolineato un partecipante.

Tuttavia, una parte significativa (quasi il 30%) ha evidenziato l’importanza di diversificare gli approcci, includendo la valutazione formativa (quella che aiuta lo studente a imparare *durante* il percorso) e l’uso di diversi metodi. Hanno anche sottolineato quanto sia cruciale dare un feedback efficace agli studenti per aiutarli a migliorare. Qualcuno ha persino menzionato l’uso occasionale di modelli di feedback specifici, come la tecnica “sandwich” (un commento positivo, una critica costruttiva, un altro commento positivo) o il modello di Pendleton, più strutturato e orientato al dialogo costruttivo.

Un punto interessante riguarda la pianificazione e l’esecuzione delle valutazioni. Molti ritengono che la responsabilità ricada principalmente sul direttore del corso, anche se esami importanti come quelli di metà e fine anno richiedono l’approvazione del dipartimento. Altri, però, suggeriscono un coinvolgimento più ampio, che includa figure come il vice preside per gli affari accademici o addirittura un’unità di valutazione dedicata, se disponibile. Insomma, c’è un bisogno percepito di maggiore regolamentazione e coordinamento.

Fortunatamente, i docenti riconoscono che l’università fornisce risorse adeguate come biblioteche, materiali e supporto per workshop formativi. Apprezzano anche l’aiuto del Decanato per gli Affari Accademici.

Fotografia realistica di un'aula universitaria di odontoiatria moderna, studenti attenti durante una lezione sulla valutazione clinica. Obiettivo prime 35mm, profondità di campo, luce naturale controllata.

Le Sfide sul Campo: Un Percorso a Ostacoli

Ma non è tutto rose e fiori. Lo studio ha fatto emergere chiaramente che il processo di valutazione alla PSAU affronta sfide multifattoriali. Possiamo raggrupparle in tre categorie principali:

  • Sfide legate agli esaminatori: Qui i problemi sono diversi. Si parla di mancanza di rubriche di valutazione chiare e standardizzate (“No clear rubric”), che porta a valutazioni potenzialmente incoerenti. Emerge il rischio di bias personali (“As an examiner there should not be any bias towards students”). Ma la sfida più sentita sembra essere la mancanza di calibrazione e standardizzazione tra i diversi valutatori (“Lack of calibration between assessors, so there is a variation in the marks”). Questo significa che lo stesso compito potrebbe ricevere voti diversi a seconda di chi lo corregge. Alcuni docenti hanno anche sollevato dubbi sulla validità di una valutazione fatta da un singolo esaminatore, suggerendo la necessità di almeno un secondo valutatore, magari esterno.
  • Sfide legate agli studenti: Un problema comune? Gli studenti tendono a concentrarsi ossessivamente sui voti piuttosto che sullo sviluppo effettivo delle competenze. “Gli studenti si focalizzano sempre sui voti invece che su ciò che imparano […] cerco sempre di sottolineare che le abilità e le conoscenze sono le cose più importanti”, ha confidato un docente. A volte, c’è anche una certa resistenza verso metodi di valutazione diversi o formativi, percepiti come meno “seri” perché magari non incidono direttamente sul voto finale.
  • Sfide legate all’istituzione (College): Non mancano le difficoltà strutturali. È stata segnalata la mancanza di infrastrutture tecnologiche dedicate, come centri d’esame specifici o software per la correzione automatizzata (“There is no exam centre or exam software…”). Inoltre, è emersa la necessità di programmi di sviluppo professionale per i docenti che siano più mirati e specifici sulle diverse metodologie di valutazione, lamentando anche una carenza di supporto finanziario per partecipare a workshop esterni.

Primo piano realistico di un docente di odontoiatria che fornisce feedback costruttivo a uno studente dopo una simulazione clinica. Obiettivo 50mm, leggero bokeh sullo sfondo, espressioni concentrate ma positive, illuminazione da studio.

Proposte per Migliorare: La Via da Seguire

Di fronte a queste sfide, i docenti non si sono limitati a lamentarsi, ma hanno proposto soluzioni concrete. Per i problemi legati agli esaminatori, le idee sono chiare:

  • Stabilire criteri standardizzati e rubriche chiare per valutare tutti gli studenti in modo uniforme.
  • Aderire rigorosamente a questi criteri per minimizzare le discrepanze.
  • Impegnarsi per l’equità, accogliere il feedback tra pari (peer feedback) e puntare a un miglioramento continuo.
  • Comunicare le aspettative agli studenti in modo cristallino.

Per affrontare le difficoltà legate agli studenti, si suggerisce di potenziare la comunicazione, usando approcci diversi, e creare un ambiente di apprendimento più supportivo, magari con servizi di tutoraggio o gruppi di studio.

E per le sfide istituzionali? La soluzione più gettonata è l’istituzione di un’Unità di Valutazione all’interno del College, che possa monitorare l’intero sistema, supportare i docenti con formazione continua (workshop, panel di discussione) e introdurre nuove tecnologie. Si sottolinea anche l’importanza di integrare maggiormente le valutazioni formative nel curriculum, anche se questo richiederebbe un rapporto studenti/docenti più favorevole. Non da ultimo, si è parlato di modernizzare le metodologie didattiche stesse, implementando strategie efficaci come l’apprendimento basato sul team (team-based learning), le classi capovolte (flipped classrooms) e le discussioni basate su casi clinici (case-based discussions). L’idea di coinvolgere esaminatori esterni qualificati è stata vista come un modo per aumentare l’affidabilità del processo.

Guardando al Futuro: Cosa Ci Insegna Questo Studio?

Questo studio qualitativo ci offre uno spaccato prezioso della realtà della valutazione in un contesto specifico, quello della facoltà di odontoiatria della PSAU, ma le riflessioni che suscita hanno una portata più ampia. Emerge con forza la necessità di un programma di sviluppo professionale per i docenti che sia cucito su misura (“tailor-made”) sulle esigenze specifiche legate alla valutazione. Non basta una formazione generica; serve qualcosa che affronti le diverse metodologie, la creazione di rubriche, le tecniche di feedback, la calibrazione. E questa formazione dovrebbe essere continua e, forse, obbligatoria per tutti i gradi accademici.

L’istituzione di un’Unità di Valutazione sembra essere un passo cruciale per regolamentare e migliorare l’intero processo. Inoltre, c’è un chiaro invito a spostare maggiormente l’attenzione dalla valutazione *dell’* apprendimento alla valutazione *per* l’apprendimento, usando di più le strategie formative.

In linea con la Vision 2030 dell’Arabia Saudita, che punta a migliorare la qualità dell’istruzione e la preparazione dei docenti, questo studio fornisce indicazioni concrete. Discutere questi risultati a livello dipartimentale e poi nel consiglio di facoltà potrebbe essere il primo passo per allocare le risorse necessarie – finanziarie, tecnologiche, formative – per elevare davvero la qualità del processo di valutazione. Perché, alla fine, formare dentisti competenti e sicuri è un investimento sulla salute di tutti noi.

Certo, lo studio ha i suoi limiti: i risultati sono specifici per la PSAU e non generalizzabili automaticamente altrove. Inoltre, manca la prospettiva degli studenti, che sarebbe interessante integrare in futuro. Ma il messaggio è chiaro: ascoltare i docenti è fondamentale per capire dove e come migliorare.

Fonte: Springer

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