Geositi: E se la Chiave per Valorizzarli Fosse Ascoltare Te?
Ciao! Sono qui per parlarti di qualcosa che mi appassiona profondamente: i geositi. Cosa sono? Immaginali come pagine spettacolari e scientificamente preziose del grande libro della storia della Terra, luoghi come grotte, falesie, cave, formazioni carsiche, che ci raccontano miliardi di anni di evoluzione del nostro pianeta. Sono fondamentali per la geoheritage (il nostro patrimonio geologico) e per il geoturismo sostenibile.
Per anni, la valutazione di questi siti – cioè capire quali sono i più “adatti” per essere protetti, studiati e visitati – è stata affidata quasi esclusivamente agli esperti: geologi, geomorfologi, scienziati. Loro, con metodi quantitativi e qualitativi, assegnavano punteggi basati su criteri scientifici, estetici, di protezione e funzionali. Un lavoro importantissimo, non c’è dubbio.
Ma Manca Qualcosa, Non Trovi?
Il punto è che i geositi stanno diventando sempre più mete turistiche. E chi meglio dei visitatori, di persone come te e me che li esplorano con curiosità, può dire cosa funziona davvero, cosa emoziona, cosa è comprensibile e cosa invece andrebbe migliorato? L’approccio basato solo sugli esperti, per quanto rigoroso, rischia di perdere di vista un elemento cruciale: l’esperienza diretta di chi vive il luogo. Come valutare l’efficacia di un pannello informativo o l’accessibilità di un sentiero senza chiedere a chi li usa?
L’Ascolto dei Visitatori: La Svolta M-GAM
Ecco che entra in gioco un’idea più completa. Qualche anno fa, è stato sviluppato il Modified Geosite Assessment Model (M-GAM). La sua genialità? Incorporare nel processo di valutazione anche le opinioni dei non-esperti, cioè dei visitatori. Attraverso questionari, si chiedeva alle persone quanto ritenessero importanti i vari criteri usati dagli esperti (rarità scientifica, bellezza del paesaggio, presenza di servizi, ecc.). Questo “fattore di importanza” (chiamato Importance factor o Im) permetteva di “pesare” i punteggi degli esperti, ottenendo una visione più realistica e vicina alle esigenze turistiche. Un bel passo avanti, ma si poteva fare ancora di più.

Oltre l’Istante: Nasce il Mo-GAM (Monitoring Geosite Assessment Model)
Ed è qui che la nostra avventura si fa ancora più interessante! Basandoci sul M-GAM, abbiamo pensato: perché limitarsi a una valutazione statica, fatta una tantum? I luoghi cambiano, le infrastrutture si evolvono, le esigenze dei turisti mutano. E se potessimo monitorare tutto questo in modo continuo?
Così è nato il Mo-GAM (Monitoring Geosite Assessment Model). L’idea è semplice ma potente: abbiamo trasformato gli indicatori del M-GAM in domande dirette per i visitatori, inserendole in un sistema di questionari online accessibili tramite codici QR posizionati direttamente sui geositi. Chiunque visiti il sito può scannerizzare il codice col proprio smartphone e lasciare il suo feedback in pochi minuti. Una sorta di “citizen science” applicata al geoturismo!
Il Nostro Laboratorio: Il Geoparco Bakony–Balaton
Per mettere alla prova il Mo-GAM, abbiamo scelto un’area fantastica: il Bakony–Balaton UNESCO Global Geopark in Ungheria, una zona a nord del famoso Lago Balaton ricchissima di geodiversità (dalle rocce vulcaniche alle formazioni carsiche, passando per sezioni geologiche importantissime) e molto frequentata dai turisti.
Tra il 2018 e il 2022, abbiamo monitorato 14 geositi selezionati all’interno del geoparco. Abbiamo piazzato i nostri fogli con i codici QR su alberi, pannelli informativi, staccionate (sempre nel rispetto dell’ambiente!) e abbiamo iniziato a raccogliere dati. In quattro anni, abbiamo ottenuto ben 1072 questionari compilati! Un tesoro di informazioni direttamente “dal campo”.

Cosa Ci Dice Davvero il Mo-GAM?
L’analisi di questi dati, raccolti in modo continuativo, ci ha permesso di capire i vantaggi enormi di questo approccio “visitor-centric”:
- Fotografare lo stato attuale: Possiamo vedere chiaramente, dal punto di vista dei visitatori, quali sono i punti di forza (scientifici e infrastrutturali) e le debolezze di ogni singolo geosito. Magari un sito è scientificamente eccezionale ma poco comprensibile, o un altro ha ottimi servizi ma il suo valore geologico non è ben comunicato.
- Cogliere i cambiamenti nel tempo: Monitorando le risposte anno dopo anno, possiamo rilevare eventuali cambiamenti nell’atteggiamento e nelle esigenze dei turisti. Forse l’importanza data ai pannelli informativi aumenta? O diminuisce l’interesse per certi servizi? Questo ci aiuta a restare al passo.
- Dare suggerimenti concreti ai gestori: Questo è forse il punto più importante. I dati del Mo-GAM forniscono indicazioni preziose ai gestori del geoparco (in questo caso, il Parco Nazionale Balaton Uplands) su dove e come intervenire. Serve migliorare la segnaletica? È necessario un nuovo pannello esplicativo? Bisogna potenziare la promozione di un sito specifico? Le risposte arrivano direttamente da chi quei luoghi li vive.
Dentro i Numeri: Capire le Sfumature
Non ci siamo fermati alla media delle risposte. Abbiamo usato anche analisi statistiche un po’ più sofisticate (come il calcolo della varianza e dell’asimmetria, o “skewness”) per capire meglio le diverse “anime” dei visitatori e dei geositi. Ad esempio, analizzando come si disperdono le valutazioni per i valori scientifici (Main Values, MV) e quelli aggiuntivi/infrastrutturali (Additional Values, AV), possiamo capire se un sito è visitato prevalentemente per il suo interesse geologico o più per motivi ricreativi (un’area picnic, un bel panorama).
Abbiamo visualizzato questi dati anche con grafici particolari (scatterplot e bubble graph) che mostrano “nuvole di punti” per ogni geosito. La forma e la posizione di queste nuvole ci raccontano molto: un sito con valutazioni molto concentrate potrebbe essere ben bilanciato, mentre uno con punti molto sparsi potrebbe indicare opinioni molto diverse tra i visitatori, magari per una comunicazione non chiara o infrastrutture non adeguate per tutti. Questo ci permette di definire strategie di sviluppo quasi “sartoriali” per ogni luogo.

Sfide e Prospettive Future
Certo, questo metodo richiede impegno: i questionari vanno mantenuti, i dati raccolti e analizzati. A volte, il numero di risposte per alcuni siti meno noti può essere basso. Ma i benefici, a mio avviso, superano di gran lunga le difficoltà.
Il Mo-GAM non è solo un metodo di valutazione più realistico, ma uno strumento dinamico per la gestione sostenibile dei geositi. Mette il visitatore al centro, trasformandolo da semplice fruitore a parte attiva nella conservazione e valorizzazione del nostro straordinario patrimonio geologico.
Stiamo continuando a raccogliere dati nel geoparco Bakony–Balaton, convinti che un monitoraggio ancora più lungo ci darà risultati ancora più solidi e utili. La strada è quella giusta: ascoltare chi vive e ama questi luoghi per proteggerli e renderli accessibili nel modo migliore possibile. Perché in fondo, la Terra è la casa di tutti, e la sua storia merita di essere raccontata e compresa da ognuno di noi.
Fonte: Springer
