Fotografia di polmoni sani e luminosi visualizzati digitalmente, con un leggero effetto bokeh sullo sfondo, illuminazione controllata, alta definizione.

Respirare Meglio Dopo Aver Smeso (Anche con E-cig e HTP?): Validata la Scala Italiana IT-RSES!

Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di qualcosa che tocca da vicino molti di noi, direttamente o indirettamente: il respiro, e come cambia quando si smette di fumare. Sappiamo tutti che il fumo fa male ai polmoni, provoca quella tosse fastidiosa, catarro, a volte anche fischi e sibili… sintomi che magari non sono ancora una malattia conclamata come la BPCO, ma che ci dicono chiaramente che qualcosa non va.

Ma come facciamo a misurare *esattamente* questi sintomi? E soprattutto, cosa succede quando un fumatore smette, magari passando a prodotti alternativi come le sigarette elettroniche (e-cig) o i prodotti a tabacco riscaldato (HTP)? Migliorano davvero? E quanto?

Perché Serve una Nuova Scala di Valutazione?

Potreste pensare: “Ma non ci sono già questionari per i problemi respiratori?”. Certo, esistono strumenti validissimi, ma spesso sono pensati per chi ha già una diagnosi di malattia polmonare cronica, come la BPCO. Questi questionari si concentrano su sintomi magari molto più gravi di quelli che sperimenta un fumatore “medio” o un ex fumatore recente. Usarli potrebbe essere come usare un metro da sarto per misurare la distanza tra due città: poco pratico e forse poco preciso per lo scopo.

Ecco perché c’era bisogno di uno strumento più “sensibile”, capace di cogliere anche i cambiamenti più sottili nei sintomi respiratori comuni tra i fumatori e gli ex fumatori. Uno strumento così sarebbe utilissimo per capire l’impatto reale dello smettere di fumare e anche per valutare se passare a prodotti senza combustione, come le e-cig o gli HTP, porti a dei benefici per il nostro respiro. L’idea di base è che questi prodotti, non bruciando tabacco, espongono a molte meno sostanze tossiche rispetto alle sigarette tradizionali. Ma essendo comunque inalati, è fondamentale capire che effetto hanno sui sintomi respiratori.

Nasce la IT-RSES: La Versione Italiana

Negli Stati Uniti, un gruppo di ricercatori aveva già sviluppato una scala apposita, la Respiratory Symptom Experience Scale (RSES). Funzionava bene, ma era in inglese e pensata per essere compilata online. Noi, qui in Italia, abbiamo pensato fosse fondamentale averne una versione nella nostra lingua e validarla per la nostra popolazione, magari somministrandola anche per telefono, per raggiungere più persone.

Così è nato il nostro studio: abbiamo preso la RSES originale, l’abbiamo tradotta accuratamente in italiano (un processo che richiede attenzione non solo alle parole, ma anche al contesto culturale!), l’abbiamo chiamata IT-RSES, e l’abbiamo messa alla prova.

Come Abbiamo Fatto? Il Nostro Studio in Pillole

Abbiamo coinvolto 750 persone in Italia, reclutate tra gennaio e dicembre 2023, grazie alla collaborazione con il Centro per la Prevenzione e Cura del Tabagismo del Policlinico di Catania e il centro di ricerca CoEHAR dell’Università di Catania. Volevamo un quadro completo, quindi abbiamo creato 5 gruppi distinti da 150 persone ciascuno:

  • Chi non aveva mai fumato (Never Smokers)
  • Fumatori attuali (Smokers)
  • Ex fumatori che avevano smesso senza usare altri prodotti (Former Smokers)
  • Ex fumatori passati alle sigarette elettroniche (ENDS Users)
  • Ex fumatori passati ai prodotti a tabacco riscaldato (HTP Users)

A tutti loro abbiamo chiesto informazioni demografiche, la loro storia di fumo (per chi l’aveva) e se avessero diagnosi di malattie respiratorie (asma, BPCO, allergie…). Poi, tramite un’intervista telefonica standardizzata, abbiamo somministrato la nostra IT-RSES. Si tratta di 5 semplici domande che chiedono con quale frequenza, negli ultimi 30 giorni, si sono sperimentati sintomi come tosse, catarro, respiro corto, oppressione toracica e fischi/sibili. Le risposte vanno da “Mai” a “Ogni giorno”.

Primo piano macro di un questionario medico su una scrivania illuminata da luce controllata, con una penna accanto, 60mm macro lens, alta definizione, focus preciso.

La IT-RSES Funziona? I Risultati della Validazione

La prima cosa da verificare era se la scala fosse “solida”. Abbiamo fatto un po’ di analisi statistiche (roba tecnica come l’analisi fattoriale e l’alfa di Cronbach, non vi annoio con i dettagli!) e i risultati sono stati ottimi:

  • Unidimensionalità: La scala misura effettivamente un concetto principale, ovvero l’esperienza generale dei sintomi respiratori (il primo fattore spiegava ben il 74.2% della varianza!).
  • Affidabilità: Le risposte alle diverse domande erano molto coerenti tra loro (Alfa di Cronbach = 0.91, un valore considerato eccellente).

Poi siamo passati alla validità: la scala misura davvero quello che dice di misurare? Anche qui, i risultati sono stati convincenti:

  • Chi aveva una diagnosi di problemi respiratori aveva punteggi significativamente più alti. Logico, no?
  • I punteggi erano correlati con l’età (purtroppo, invecchiando, qualche acciacco respiratorio aumenta) e, cosa fondamentale, con gli anni di fumo (più a lungo si è fumato, più alti tendono ad essere i sintomi, r=0.61).
  • Discriminava bene: I fumatori avevano punteggi significativamente più alti dei non fumatori, anche escludendo chi aveva già una diagnosi. Questo conferma che la scala coglie proprio quei sintomi legati al fumo, anche prima che diventino una malattia vera e propria.
  • Gli ex fumatori (che non usavano altri prodotti) avevano punteggi più bassi dei fumatori attuali, dimostrando che la scala è sensibile ai miglioramenti che avvengono quando si smette.

Insomma, la IT-RSES ha superato brillantemente l’esame: è uno strumento affidabile e valido per misurare i sintomi respiratori nella popolazione italiana di fumatori ed ex fumatori.

E-cig e HTP: Che Impatto Hanno sui Sintomi?

Questa era la parte più intrigante. Cosa ci dice la IT-RSES su chi ha smesso di fumare sigarette tradizionali passando a e-cig o HTP? Abbiamo confrontato i punteggi dei vari gruppi, tenendo conto dell’età e, soprattutto, di quanti anni avevano fumato in passato (perché gli effetti del fumo possono durare!).

I risultati sono stati molto interessanti (e potete vederli bene nella Figura 2 dello studio originale, se siete curiosi):

  • Sia gli utilizzatori di e-cig che quelli di HTP avevano punteggi di sintomi respiratori significativamente più bassi rispetto ai fumatori attuali.
  • Ancora più importante: i loro punteggi non erano significativamente diversi da quelli degli ex fumatori che avevano smesso del tutto senza usare questi prodotti!

Cosa significa? Questi dati suggeriscono che smettere di fumare passando a prodotti senza combustione come e-cig o HTP possa portare a un miglioramento dei sintomi respiratori simile a quello che si ottiene smettendo completamente. Sembra quasi che questi prodotti, pur essendo inalati, non aggiungano un carico significativo di sintomi respiratori (almeno quelli misurati dalla scala) rispetto allo smettere del tutto, una volta eliminata la combustione della sigaretta.

Ritratto di un uomo di mezza età che sorride leggermente all'aperto, luce naturale, profondità di campo, 35mm prime lens, toni duotone blu e grigio.

Cosa Portiamo a Casa (e Cosa Resta da Fare)

Questo studio ci lascia con due messaggi chiave. Primo: ora abbiamo uno strumento validato in italiano, la IT-RSES, per misurare in modo affidabile i sintomi respiratori legati al fumo, anche quelli più lievi. Può essere utile nella ricerca, ma forse un giorno anche nella pratica clinica per monitorare i progressi di chi smette.

Secondo: i risultati sull’uso di e-cig e HTP sono incoraggianti dal punto di vista della riduzione del danno. Mostrano che chi passa completamente a questi prodotti sembra sperimentare meno sintomi respiratori rispetto a chi continua a fumare, raggiungendo livelli simili a chi ha smesso del tutto. Questo si aggiunge ad altre evidenze che suggeriscono come questi prodotti alternativi possano essere un’opzione meno dannosa per i fumatori adulti che non riescono a smettere.

Ovviamente, come ogni studio, anche il nostro ha dei limiti. Il campione non era perfettamente rappresentativo di tutta la popolazione italiana, era relativamente giovane e non abbiamo potuto analizzare nel dettaglio quanto e come venissero usati i prodotti alternativi. Serviranno studi futuri, magari longitudinali (seguendo le persone nel tempo), per confermare questi risultati e capire meglio come i sintomi cambiano nel lungo periodo.

Ma per ora, abbiamo fatto un passo avanti importante per capire meglio la salute respiratoria dei fumatori e di chi cerca alternative meno dannose. E avere uno strumento come la IT-RSES in italiano è sicuramente un’ottima notizia per la ricerca nel nostro Paese!

Fonte: Springer

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