Fuoco di Sant’Antonio: Il Vaccino è un Buon Affare per i Più Fragili in Canada?
Ciao a tutti! Avete mai sentito parlare del Fuoco di Sant’Antonio, o Herpes Zoster (HZ) per dirla in modo più tecnico? È quell’eruzione cutanea spesso dolorosissima, causata dalla riattivazione del virus della varicella che magari abbiamo avuto da bambini. Beh, se per molti è “solo” un brutto fastidio, per alcune persone il rischio è molto più alto e le conseguenze possono essere davvero pesanti. Sto parlando in particolare delle persone immunocompromesse (IC), quelle cioè il cui sistema immunitario è indebolito a causa di malattie o terapie.
Mi sono imbattuto di recente in uno studio canadese molto interessante, pubblicato su Springer, che ha cercato di rispondere a una domanda cruciale: per queste persone più vulnerabili, conviene vaccinarsi contro l’Herpes Zoster con il vaccino ricombinante (RZV, quello attualmente raccomandato)? È una questione non solo di salute individuale, ma anche di costi per la società e di impatto sulla sanità pubblica. E credetemi, i risultati danno parecchio su cui riflettere.
Il Rischio Nascosto: Perché l’Herpes Zoster Fa Più Paura a Chi è Immunocompromesso
Partiamo da un dato: quasi 1 canadese su 3 svilupperà l’Herpes Zoster nel corso della vita. Non sono numeri piccoli! E il rischio aumenta con l’età, perché il nostro sistema immunitario tende a indebolirsi naturalmente. Ma per chi è immunocompromesso – pensiamo a chi ha subito un trapianto di cellule staminali ematopoietiche (HSCT), chi ha l’HIV, chi è in terapia per un tumore (come il cancro al seno o un linfoma) o chi ha ricevuto un trapianto d’organo (come un rene) – il rischio schizza alle stelle.
Le statistiche parlano chiaro:
- Incidenza annua HZ in persone con HIV: 9 su 1000
- Incidenza annua HZ in persone con tumori solidi: 12 su 1000
- Incidenza annua HZ dopo trapianto di rene: 24 su 1000
- Incidenza annua HZ con tumori ematologici: 31 su 1000
- Incidenza annua HZ dopo trapianto autologo di cellule staminali: ben 60 su 1000!
Non solo si ammalano di più, ma spesso la malattia è più grave e i costi sanitari per curarla sono decisamente più alti rispetto a una persona con un sistema immunitario “normale”. La complicanza più temuta è la nevralgia post-erpetica (PHN), un dolore cronico che può durare mesi o addirittura anni dopo la scomparsa dell’eruzione cutanea. Immaginate un dolore persistente che impatta sulla qualità della vita… non è certo uno scherzo.
In Canada, le autorità sanitarie come il Comitato Consultivo Nazionale sull’Immunizzazione (NACI) e il Comité sur l’Immunisation du Québec (CIQ) raccomandano già il vaccino RZV per gli over 50. Il Quebec si spinge oltre, raccomandandolo anche per gli immunocompromessi dai 18 anni in su. Il NACI, per ora, suggerisce di valutarlo caso per caso per gli IC over 50, in attesa di nuovi dati. Ma la domanda rimane: ne vale davvero la pena dal punto di vista economico e di salute pubblica?
Lo Studio Canadese: Numeri alla Mano, Conviene Vaccinare?
Ed è qui che entra in gioco lo studio “ZONA IC”. I ricercatori hanno usato un modello matematico sofisticato (una specie di simulazione al computer) per seguire nel tempo un gruppo virtuale di 1600 pazienti canadesi che avevano subito un trapianto di cellule staminali (HSCT), partendo da un’età media di 55 anni. Hanno confrontato cosa succederebbe vaccinandoli con RZV rispetto a non vaccinarli affatto, considerando un orizzonte temporale lungo tutta la vita.
Hanno tenuto conto di un sacco di fattori:
- L’efficacia del vaccino (RZV si fa in due dosi) e come diminuisce nel tempo.
- I costi del vaccino e della sua somministrazione.
- I costi diretti (visite mediche, farmaci, ospedalizzazioni) per curare l’HZ e la PHN.
- I costi indiretti (giornate di lavoro perse).
- L’impatto sulla qualità della vita (misurato in QALY, Quality-Adjusted Life-Years, ovvero anni di vita guadagnati in buona salute).
- Il rischio di sviluppare HZ e PHN in base alla condizione specifica.
L’obiettivo era calcolare il cosiddetto ICER (Incremental Cost-Effectiveness Ratio): in parole povere, quanto costa guadagnare un anno di vita in perfetta salute grazie al vaccino. In Canada, si considera generalmente “costo-efficace” un intervento che sta sotto la soglia dei 50.000 dollari canadesi per QALY guadagnato.

I Risultati: Cosa Ci Dicono i Dati?
Per il gruppo base, quello dei pazienti post-trapianto di cellule staminali (HSCT), i risultati sono stati molto incoraggianti. Vaccinare questo gruppo con RZV, secondo il modello, permetterebbe di prevenire circa 116 casi di HZ e 27 casi di terribile nevralgia post-erpetica (PHN) su 1600 persone.
Tradotto in termini pratici, significa che basterebbe vaccinare 8 persone per evitare un caso di HZ e 35 persone per evitare un caso di PHN. Non male, vero?
E i costi? Certo, il vaccino ha un costo (circa 358.000 dollari canadesi per il gruppo simulato), ma questo verrebbe in parte compensato dai risparmi sulle cure per HZ e PHN (circa 173.000 dollari di costi medici diretti e 30.000 di costi indiretti risparmiati). Alla fine, il costo incrementale netto per la società sarebbe di circa 148.000 dollari.
Il dato chiave, l’ICER, si è attestato su una media di 22.648 dollari canadesi per QALY guadagnato. Siamo ben al di sotto della soglia dei 50.000 dollari! Anzi, nel 90% delle simulazioni fatte (variando un po’ i parametri per testare la robustezza dei risultati), l’ICER rimaneva sotto questa soglia.
I ricercatori hanno anche visto quali fattori influenzano di più questo risultato: l’incidenza “naturale” dell’HZ in questo gruppo, i costi medici per curare un caso di HZ senza PHN e l’efficacia iniziale del vaccino nel prevenire proprio la PHN sono i più determinanti. Ma anche variando questi parametri nei loro scenari peggiori, l’ICER restava comunque conveniente.
E per gli Altri Gruppi di Pazienti Immunocompromessi?
Lo studio non si è fermato ai pazienti HSCT. Hanno simulato la vaccinazione anche per altri gruppi:
- Pazienti con cancro al seno: ICER medio di 24.328 $/QALY. Ancora molto conveniente. NNV per HZ: 7, per PHN: 56.
- Pazienti con trapianto di rene: ICER medio di 27.237 $/QALY. Anche qui, decisamente costo-efficace. NNV per HZ: 6, per PHN: 40.
- Persone con HIV: ICER medio di 67.207 $/QALY. Qui superiamo la soglia dei 50.000 $, ma non di moltissimo. NNV per HZ: 6, per PHN: 23.
- Pazienti con linfoma di Hodgkin: ICER medio di 81.470 $/QALY. È il valore più alto, probabilmente influenzato dall’età media più giovane (25 anni) e dalla durata più breve dello stato di immunocompromissione considerata (2 anni). NNV per HZ: 7, per PHN: 31.
Queste differenze ci dicono che la convenienza del vaccino dipende molto dalle caratteristiche specifiche del gruppo: l’età, quanto è alto il rischio di HZ, per quanto tempo dura lo stato di immunodeficienza. Sembra che per popolazioni più giovani, con un rischio di HZ un po’ più basso e un periodo di immunodeficienza più corto, il rapporto costo-efficacia sia meno favorevole, anche se i benefici in termini di casi evitati rimangono importanti (i Numeri Necessari da Vaccinare, NNV, sono sempre bassi).

Cosa Portiamo a Casa da Questo Studio?
Questo lavoro canadese ci dà un messaggio forte e chiaro: vaccinare contro l’Herpes Zoster le persone immunocompromesse con il vaccino RZV non solo riduce significativamente il carico di malattia (meno casi di HZ, meno dolore cronico da PHN), ma è anche probabilmente un investimento sensato dal punto di vista economico per diverse di queste popolazioni vulnerabili, in particolare per chi ha subito un trapianto di cellule staminali, chi ha un cancro al seno o chi ha ricevuto un trapianto di rene.
Anche per gruppi come persone con HIV o linfoma di Hodgkin, dove l’ICER supera la soglia convenzionale, i benefici per la salute pubblica rimangono notevoli. Forse in questi casi servono valutazioni più approfondite o strategie mirate.
Certo, come ogni studio, anche questo ha i suoi limiti. Si basa su modelli, su assunzioni (come la copertura vaccinale o la durata dell’immunodeficienza), e a volte ha dovuto usare dati non canadesi per mancanza di alternative locali. Inoltre, la popolazione immunocompromessa è incredibilmente varia, e generalizzare è sempre difficile.
Tuttavia, i risultati sono robusti e forniscono informazioni preziose per chi deve prendere decisioni sulle politiche vaccinali in Canada (e perché no, anche altrove). Ci ricordano che prevenire è spesso meglio (e a volte anche più economico) che curare, soprattutto quando si tratta di proteggere le fasce più fragili della popolazione da malattie dolorose e debilitanti come l’Herpes Zoster.
Se fate parte di una di queste categorie o conoscete qualcuno che ne fa parte, potrebbe valere la pena discuterne con il proprio medico. La scienza ci dice che questo vaccino può fare davvero la differenza.
Fonte: Springer
