Visualizzazione fotorealistica di anticorpi stilizzati che interagiscono con particelle virali di SARS-CoV-2, con una fiala di vaccino mRNA in primo piano leggermente sfocata. Lente macro 100mm, illuminazione drammatica e controllata, alta definizione per evidenziare la texture delle particelle virali e degli anticorpi.

Vaccino COVID: Una dose basta se hai già avuto l’infezione? La Scienza Risponde!

Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di una domanda che molti si sono posti, me compreso, nell’era post-pandemica: se ho già avuto il COVID-19, una singola dose di vaccino a mRNA è davvero sufficiente per proteggermi? Con l’immunità nella popolazione ormai alle stelle, grazie a infezioni passate, vaccinazioni o entrambe, le agenzie regolatorie hanno iniziato a semplificare le cose, autorizzando una singola dose annuale di vaccino aggiornato (prima i bivalenti, poi quelli adattati a XBB.1.5) per la maggior parte delle persone sopra i 5 anni. Ma questa singola dose, specialmente per chi ha già incontrato il virus “dal vivo”, che livello di protezione offre davvero?

Mi sono imbattuto in una revisione sistematica molto interessante, pubblicata su una rivista scientifica di tutto rispetto, che ha cercato di fare luce proprio su questo punto. Immaginatevi un lavoro certosino: i ricercatori hanno setacciato database medici come MEDLINE ed Embase, analizzando studi pubblicati tra gennaio 2021 e ottobre 2023. L’obiettivo? Capire l’efficacia (la famosa Vaccine Effectiveness o VE) di una singola dose di vaccino a mRNA in chi aveva una storia di infezione da SARS-CoV-2. Hanno confrontato questi dati con diversi gruppi: chi non aveva mai incontrato il virus né il vaccino (i cosiddetti “naïve”), chi aveva avuto l’infezione ma non era vaccinato, e chi aveva ricevuto più dosi, con o senza infezione pregressa.

Alla fine, hanno selezionato 18 studi che facevano al caso loro, coinvolgendo la bellezza di oltre 5.8 milioni di persone! Un campione enorme, che dà un certo peso ai risultati. C’è però un “ma” importante da sottolineare subito: nessuno di questi studi analizzava l’efficacia dei vaccini più recenti (bivalenti o adattati a XBB.1.5) e mancavano dati specifici per i bambini sotto i 5 anni e per le persone immunocompromesse. Si parlava principalmente dei vaccini a mRNA “originali”.

Ma quindi, una dose serve davvero se ho già avuto il COVID?

La risposta che emerge dagli studi è un sonoro ! Per chi aveva già avuto l’infezione, una singola dose di vaccino a mRNA ha dimostrato di aumentare significativamente la protezione. Parliamo di un incremento che va:

  • dall’8% al 71% contro una nuova infezione (durante i periodi dominati da Omicron BA.1, BA.4/5 o XBB);
  • dal 39% al 67% contro l’infezione sintomatica (con Omicron BA.1, BA.2 o BA.4/5);
  • dal 25% al 60% contro l’ospedalizzazione o l’ospedalizzazione/morte (durante Omicron BA.1).

Insomma, anche se il nostro sistema immunitario aveva già “imparato” a riconoscere il virus grazie all’infezione, il vaccino gli ha dato una bella rinfrescata, potenziando le difese.

Una dose o due? Il confronto che non ti aspetti

Qui arriva un altro punto affascinante. La revisione ha scoperto che, per le persone con una storia di infezione pregressa, l’efficacia di una singola dose di vaccino era paragonabile a quella di due dosi. Avete capito bene: in termini di protezione aggiuntiva, fare una o due dosi dopo aver avuto il COVID non sembrava fare una differenza enorme, almeno sulla base dei dati analizzati (ricordiamoci, con i vaccini originali).

Primo piano di una fiala di vaccino mRNA con una siringa pronta per l'iniezione, su uno sfondo sfocato che rappresenta cellule del sistema immunitario stilizzate. Illuminazione controllata da studio, lente macro 90mm per catturare l'alta definizione dei dettagli sulla fiala e sulla siringa.

L’asso nella manica: l’immunità ibrida

Ma non è finita qui. C’è un’altra scoperta che sottolinea la potenza dell’immunità cosiddetta “ibrida” (quella data da infezione + vaccinazione). L’efficacia di una singola dose in chi aveva già avuto il COVID è risultata superiore a quella ottenuta con due dosi di vaccino in persone che non avevano mai contratto l’infezione prima. Questo suggerisce che la combinazione di “allenamento” naturale dato dall’infezione e “ripasso mirato” fornito dal vaccino crea una risposta immunitaria particolarmente robusta. È come se il nostro corpo imparasse la lezione meglio avendo sia l’esperienza diretta che lo studio guidato!

Cosa significa questo per le raccomandazioni sui vaccini?

Questi risultati, nel complesso, forniscono una solida base scientifica a supporto delle recenti decisioni prese da enti come la FDA americana, l’EMA europea e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (tramite il suo gruppo SAGE). La raccomandazione di una singola dose annuale di vaccino COVID aggiornato, da fare preferibilmente prima della stagione delle infezioni respiratorie (autunno/inverno), sembra essere una strategia efficace per la maggior parte della popolazione (immunocompetenti dai 5 anni in su), indipendentemente dalla storia pregressa di infezioni o vaccinazioni. Semplifica lo schema vaccinale e, stando a questi dati, offre comunque un’ottima protezione nel contesto attuale di alta immunità preesistente nella popolazione.

Attenzione però: non è tutto oro quello che luccica

Come in ogni ricerca scientifica seria, è fondamentale considerare anche i limiti. Come accennato, questi studi si basavano sui vaccini originali. Non sappiamo con certezza assoluta se l’efficacia dei nuovi vaccini (XBB.1.5) segua esattamente le stesse dinamiche, anche se è ragionevole aspettarsi una protezione simile o addirittura migliore, visto che sono più mirati sulle varianti circolanti.

Inoltre, la mancanza di dati specifici per i bambini sotto i 5 anni e per le persone immunocompromesse è un buco importante. Proprio per queste categorie, considerate più a rischio di malattia grave, le raccomandazioni attuali spesso prevedono dosi aggiuntive, ed è giusto che sia così finché non avremo evidenze più solide specifiche per loro.

Infine, non dimentichiamo che l’immunità (sia da infezione che da vaccino) tende a calare nel tempo (il famoso waning) e il virus continua a evolvere creando nuove varianti. Questo significa che la protezione non è eterna e che monitorare continuamente l’efficacia dei vaccini e aggiornare le strategie (come la vaccinazione annuale) rimane cruciale.

Ritratto di un ricercatore o medico in camice bianco che osserva attentamente una piastra di Petri in un laboratorio moderno e luminoso. Profondità di campo ridotta per focalizzare sul soggetto, obiettivo 50mm, luce naturale dalla finestra.

Tiriamo le somme: cosa portarsi a casa?

Se avete avuto il COVID-19 e siete persone immunocompetenti con più di 5 anni, una singola dose di vaccino a mRNA (specialmente quello aggiornato) sembra offrire un’ottima protezione aggiuntiva, paragonabile a quella di due dosi in circostanze simili e addirittura superiore a due dosi in chi non ha mai avuto l’infezione. Questo supporta pienamente le attuali campagne che raccomandano una dose annuale per la maggior parte di noi. Per i più piccoli e per chi ha un sistema immunitario fragile, il discorso è più complesso e potrebbero servire dosi extra, come indicato dalle autorità sanitarie.

La scienza va avanti, il virus pure, ma avere queste conferme ci aiuta a navigare meglio le scelte per la nostra salute. La vaccinazione rimane uno strumento fondamentale, anche per chi ha già incontrato il SARS-CoV-2!

Fonte: Springer

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