Smartphone, Ketamina e Videogiochi: Quando lo Schermo Diventa una Fuga Pericolosa?
Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di qualcosa che mi ronza in testa da un po’: il nostro rapporto, a volte un po’ troppo intimo, con gli smartphone. Sappiamo tutti quanto siano diventati indispensabili, no? Ma cosa succede quando l’uso diventa… problematico? E se questo si intreccia con altre questioni complesse, come l’uso di sostanze? Recentemente mi sono imbattuto in uno studio affascinante che ha cercato di far luce proprio su questo, concentrandosi su un gruppo molto specifico: persone che fanno uso di ketamina “da strada” e che sono finite nel radar della giustizia. Vi va di esplorare insieme cosa è emerso?
Dipendenze con e senza Sostanza: Un Terreno Comune?
Prima di tuffarci nello studio, facciamo un passo indietro. Il manuale diagnostico di riferimento, il DSM-5, si concentra molto sulle dipendenze da sostanze come alcol, eroina, cocaina. Ma ormai è chiaro che ci sono somiglianze incredibili – a livello neurobiologico, psicologico e clinico – tra queste e le dipendenze “senza sostanza”. Pensate al gioco d’azzardo patologico, ai comportamenti sessuali compulsivi, alla dipendenza da internet gaming e, appunto, all’uso problematico dello smartphone (che, si stima, colpisca circa il 20% dei giovani adulti!). Spesso, questi comportamenti nascono da un bisogno di conforto, una fuga dallo stress o dalla bassa autostima, oppure sono strategie di coping disadattive legate ad ansia e depressione.
Interessante, vero? È come se il meccanismo di base fosse simile, cambia solo l’oggetto della dipendenza. E non è raro che chi ha un problema con una sostanza sviluppi anche una dipendenza comportamentale, complicando diagnosi e trattamento.
Lo Smartphone: Oggetto del Desiderio o Strumento per Altro?
Parliamo chiaro: quando si parla di “dipendenza da smartphone”, è probabile che non siamo dipendenti dal pezzo di plastica e vetro in sé, ma dalle attività che ci permette di svolgere. Ecco perché è fondamentale capire *per cosa* lo usiamo così tanto. Lo studio che ha catturato la mia attenzione si è focalizzato proprio su questo, in una popolazione particolare: 233 persone con diagnosi di disturbo da uso di ketamina, inviate a un trattamento per la dipendenza da un tribunale a Taiwan.
Questi ricercatori hanno notato che molti di questi pazienti, in attesa delle visite, erano costantemente incollati ai loro telefoni. Un fenomeno comune, certo, ma si sono chiesti: quanti di loro hanno superato il limite, sfociando in un uso problematico? E quali fattori sono associati a questo rischio?

Cosa Hanno Scoperto: I Risultati Chiave
Per capirlo, hanno raccolto un sacco di dati: quanto tempo passavano al telefono ogni giorno, per cosa lo usavano principalmente (guardare video, giocare online, social, shopping, ecc.), la gravità della loro dipendenza da ketamina, i livelli di disagio emotivo (ansia, sintomi generali) e, cosa molto interessante, i sintomi legati al Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività (ADHD) nell’adulto. Hanno usato uno strumento specifico, lo SPAI-SF, per valutare il rischio di uso problematico dello smartphone.
E i risultati? Preparatevi, perché sono piuttosto eloquenti. Ecco i fattori che sono risultati significativamente associati a un maggior rischio di uso problematico dello smartphone in questo gruppo:
- Tempo di utilizzo giornaliero più lungo: Chi era a rischio passava significativamente più ore al telefono (Odds Ratio [OR]: 1.64). Non una sorpresa enorme, ma una conferma importante.
- Punteggi più alti nei sintomi ADHD: Questo è un punto cruciale. Avere più sintomi riconducibili all’ADHD (valutati con la scala ASRS-V1.1) aumentava la probabilità di uso problematico (OR: 1.14).
- Utilizzo per il gioco online: Ecco il colpo di scena! Usare lo smartphone principalmente per giocare online più che raddoppiava il rischio (OR: 2.26). Questo suggerisce un forte legame tra l’uso eccessivo del telefono e il gaming compulsivo in questa popolazione.
Al contrario, chi usava lo smartphone principalmente per cercare informazioni online aveva una probabilità *minore* di essere a rischio (OR: 0.33). Sembra quasi che un uso “funzionale” e mirato sia protettivo.
ADHD, Gaming e Ketamina: Un Intreccio Complesso
Questi risultati ci dicono molto. Primo, non basta contare le ore passate sullo schermo; conta tantissimo *cosa* facciamo durante quel tempo. Il gioco online emerge come un fattore di rischio potentissimo, quasi un “cavallo di Troia” per la dipendenza da smartphone in questo contesto.
Secondo, il legame con i sintomi ADHD è fondamentale. L’ADHD è spesso associato a difficoltà nella regolazione emotiva, nel controllo degli impulsi e nella ricerca di gratificazione immediata. Non è difficile immaginare come lo smartphone, con le sue notifiche costanti e l’accesso immediato a giochi e social media, possa diventare particolarmente attraente e difficile da gestire per chi ha queste caratteristiche. In una popolazione che già lotta con una dipendenza da sostanze (ketamina), l’ADHD potrebbe rappresentare una vulnerabilità aggiuntiva che spinge verso altre forme di dipendenza, come quella da smartphone o da gaming.

Curiosamente, a differenza di altri studi (spesso condotti su studenti), in questo gruppo il disagio emotivo (ansia, depressione) non sembrava essere il motore principale dell’uso problematico dello smartphone, una volta considerati gli altri fattori. Perché? Gli autori ipotizzano diverse ragioni:
- La popolazione studiata è diversa: adulti con problemi giudiziari legati alla droga, non studenti universitari stressati. Per loro, forse, il problema principale è la poli-dipendenza (uso di più sostanze e comportamenti additivi) intrecciata con l’ADHD.
- Potenziale sotto-reporting: Essendo coinvolti in un percorso giudiziario, potrebbero aver minimizzato i loro problemi emotivi o di dipendenza.
- Effetti della ketamina? Si sa che la ketamina, in contesti clinici controllati, può avere effetti antidepressivi e ansiolitici. È possibile che l’uso cronico influenzi la percezione o l’espressione del disagio emotivo? È una domanda aperta.
Cosa Portiamo a Casa? Implicazioni e Cautele
Questo studio, pur con i suoi limiti (è trasversale, quindi non stabilisce cause ed effetti; la popolazione è molto specifica; non ha usato diagnosi psichiatriche strutturate), ci lascia spunti importanti.
Ci ricorda che l’uso problematico dello smartphone è una realtà complessa, specialmente quando si sovrappone all’uso di sostanze e ad altre condizioni come l’ADHD. Il legame fortissimo con il gioco online suggerisce che, in alcuni casi, la “dipendenza da smartphone” potrebbe essere in realtà una manifestazione di una dipendenza da gaming veicolata dal telefono.
Questo ha implicazioni cliniche enormi. Quando valutiamo qualcuno per un problema di dipendenza (da sostanze o comportamentale), dobbiamo guardare al quadro completo. Chiedere *per cosa* usa lo smartphone è tanto importante quanto chiedere *quanto* lo usa. E dobbiamo essere particolarmente attenti alla possibile presenza di ADHD non diagnosticato o non trattato, che potrebbe alimentare più dipendenze contemporaneamente.
Infine, ci mette in guardia sull’uso degli strumenti di screening per la dipendenza da smartphone. Funzionano bene per tutti? Sono abbastanza specifici da distinguere un uso problematico generico da una dipendenza da gaming? Probabilmente c’è ancora lavoro da fare per affinare questi strumenti, specialmente per popolazioni cliniche complesse come quella studiata.
Insomma, la prossima volta che ci troviamo a scrollare senza meta o a iniziare l’ennesima partita sul telefono, forse vale la pena chiedersi: cosa sto cercando davvero in questo momento? È solo un passatempo o sto sfuggendo a qualcos’altro? E se sentiamo che la situazione ci sta sfuggendo di mano, non esitiamo a cercare un confronto o un aiuto. Le dipendenze, con o senza sostanze, sono sfide serie, ma capire meglio i meccanismi che le guidano è il primo passo per affrontarle.
Fonte: Springer
