Turismo Sommerso in Italia: Scopri Quanti Visitatori Sfuggono Davvero ai Radar!
Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di qualcosa che mi affascina e che riguarda tutti noi, specialmente qui nel Bel Paese: il turismo. Pensiamo di sapere tutto sui flussi turistici grazie ai dati ufficiali, vero? Beh, preparatevi a una sorpresa. Ho messo il naso in alcune statistiche e quello che ho scoperto è che c’è un’enorme fetta di turismo che semplicemente… non vediamo. Un vero e proprio “turismo sommerso”.
Il Problema: I Dati Ufficiali Raccontano Tutta la Storia?
Partiamo da un presupposto: quando parliamo di statistiche sul turismo, spesso ci basiamo sui dati degli alloggi ufficiali (hotel, BeB registrati, ecc.). Questi dati, forniti ad esempio dall’ISTAT in Italia, sono fondamentali, ci mancherebbe. Ma si concentrano sull’offerta: contano chi pernotta in strutture *ufficiali*. E qui casca l’asino. Cosa succede a tutti gli altri?
Pensateci un attimo:
- I visitatori giornalieri: Quelli che fanno una gita “mordi e fuggi”, senza pernottare. Gli escursionisti, i crocieristi che sbarcano per poche ore… loro esistono, eccome! Ma le statistiche degli alloggi non li vedono.
- Chi non dorme in strutture ufficiali: Turisti che hanno una seconda casa qui, quelli che vengono ospitati da amici o parenti (il famoso VFR – Visiting Friends and Relatives), chi affitta case private magari senza un contratto ufficiale, o chi alloggia in strutture non registrate.
Tutta questa gente contribuisce all’economia locale, usa i servizi, vive il territorio… ma rischia di essere invisibile ai dati ufficiali. Il rischio? Sottostimare il fenomeno turistico nel suo complesso.
La Mia Indagine: Mettere a Confronto le Fonti
Allora mi sono chiesto: come possiamo provare a far emergere questo mondo nascosto? Ho deciso di mettere a confronto due fonti di dati principali per l’Italia:
- ISTAT: Come detto, ci dà i numeri degli arrivi e delle presenze nelle strutture ricettive ufficiali (dati dal lato dell’offerta).
- Banca d’Italia (BI): Conduce indagini campionarie sui viaggiatori alla frontiera, chiedendo loro motivi del viaggio, spesa, tipo di alloggio, ecc. (dati dal lato della domanda).
L’idea era: se i dati BI (che “vedono” anche chi non va in strutture ufficiali) sono costantemente più alti di quelli ISTAT, la differenza potrebbe darci una misura di questo turismo “non osservato”. Ho analizzato le serie storiche mensili dal 2000 al 2022 (saltando il periodo pazzo del COVID, ovviamente).
Prima di tutto, però, dovevo essere sicuro che ISTAT e BI stessero parlando dello stesso fenomeno di base, anche se da prospettive diverse. Ho usato un po’ di strumenti statistici (analisi spettrale e di cointegrazione, per i più tecnici) e la risposta è stata: sì, descrivono lo stesso “cuore” del turismo in entrata, anche se con numeri diversi. Questo mi ha dato il via libera per confrontarli seriamente.
La Scoperta Shock: Un Turista su Tre è “Fantasma”?
E qui arriva il bello. Analizzando la relazione a lungo termine tra i due set di dati, è emerso un risultato pazzesco: per ogni due arrivi registrati dalle strutture ufficiali (ISTAT), c’è circa un arrivo in più che sfugge a questi conteggi, ma che viene catturato dalle indagini della Banca d’Italia. Avete capito bene: un terzo del flusso turistico in entrata potrebbe essere “non osservato” dalle statistiche tradizionali sugli alloggi!
Questa scoperta mi ha fatto riflettere molto sulle implicazioni: stiamo pianificando servizi (trasporti, sanità, sicurezza, gestione ambientale) basandoci su numeri che potrebbero sottostimare la pressione reale, specialmente in alta stagione? Stiamo perdendo gettito fiscale?
Due Facce del Turismo Nascosto: “Non Misurato” e “Sommerso”
Ma non tutto il turismo “non osservato” è uguale. Seguendo le definizioni presenti in letteratura, ho cercato di distinguere due componenti principali:
1. Turismo Non Misurato (che ho chiamato PREC): Questa è la parte che le statistiche sugli alloggi *non possono* misurare per loro stessa natura. Include:
- Visitatori giornalieri (escursionisti, crocieristi).
- Chi alloggia da amici o parenti.
- Chi possiede una seconda casa.
Questi dati li ho potuti estrarre direttamente dalle categorie specifiche dell’indagine della Banca d’Italia. È una componente significativa, dominata dagli escursionisti (soprattutto al Nord, vicino ai confini) e da chi visita amici/parenti (molto rilevante al Centro-Sud, forse legato ai flussi migratori interni ed esterni). Curiosità: questa componente, pur avendo picchi estivi, pesa relativamente di più nei mesi di bassa stagione, contribuendo a “smussare” un po’ la stagionalità percepita se la includessimo nei conti totali.
2. Turismo Sommerso (che ho chiamato UG): Questa è la parte più “oscura” e difficile da quantificare. L’ho stimata come la differenza tra i dati BI (al netto della componente PREC appena vista) e i dati ISTAT. Cosa potrebbe rappresentare?
- Pernottamenti in strutture ufficiali ma non dichiarati (evasione fiscale?).
- Alloggi in strutture completamente abusive o non registrate.
- Affitti privati “in nero”.
Questa componente è più piccola della PREC, ma comunque rilevante (nel 2019, circa il 19% degli arrivi ISTAT a livello nazionale, ma con punte più alte al Sud). Il suo andamento è più irregolare e, cosa interessante, sembra pesare di più nei mesi di bassa stagione. Forse perché i controlli fiscali sono meno intensi in quei periodi? È un’ipotesi. Confrontando questo dato con le stime ISTAT sull’economia sommersa nei settori legati al turismo, le percentuali sembrano avere una certa coerenza.
Perché è Cruciale Distinguerli? Ce lo Dicono i Modelli
Analizzare queste due componenti (PREC e UG) separatamente non è solo un esercizio teorico. Ho usato dei modelli statistici (SARIMA, per chi mastica la materia) per capire come si comportano nel tempo queste serie di dati. Risultato? PREC e UG hanno dinamiche completamente diverse. Hanno strutture interne, trend e stagionalità differenti. Questo conferma che parlare genericamente di “turismo non osservato” è riduttivo e potenzialmente fuorviante. Bisogna analizzarli distintamente per capire davvero cosa succede e fare previsioni affidabili.
La cosa interessante è che, mentre la componente PREC è in qualche modo “trasparente” (la Banca d’Italia la misura), la componente UG, quella legata all’economia sommersa, è per definizione nascosta. Ma proprio grazie ai modelli statistici, sono riuscito a stimarne l’andamento e persino a fare delle previsioni.
Il Futuro del Turismo Sommerso Post-Pandemia
Utilizzando il modello sviluppato per la componente UG (in rapporto ai dati ISTAT), ho provato a prevedere cosa sarebbe successo dopo lo shock del COVID-19, da agosto 2021 a dicembre 2022. Ebbene, confrontando le previsioni con i dati reali (che nel frattempo sono diventati disponibili), il modello si è rivelato piuttosto accurato. Cosa ci dice? Che, passata la tempesta della pandemia, la quota di turismo “sommerso” sembra essere tornata a seguire i pattern e l’incidenza che aveva prima del 2020, con un peso percentuale maggiore nei mesi di bassa stagione (ottobre-dicembre e inizio anno).
Perché Tutto Questo Ci Riguarda?
Capire la reale dimensione del turismo, includendo anche le sue parti nascoste, è fondamentale.
- Pianificazione: Permette ai decisori politici e agli operatori di avere un quadro più veritiero per dimensionare correttamente i servizi (trasporti, rifiuti, sanità, sicurezza) ed evitare problemi di sovraffollamento (overtourism) o, al contrario, di sottoutilizzo.
- Equità Fiscale: Far emergere il sommerso significa recuperare gettito fiscale che può essere reinvestito nella comunità e nei servizi turistici stessi.
- Sviluppo Sostenibile: Una conoscenza più approfondita aiuta a definire strategie per uno sviluppo turistico più equilibrato e sostenibile nel tempo, gestendo meglio la stagionalità e l’impatto sul territorio.
- Affidabilità dei Dati: Integrare diverse fonti di dati, come suggerito anche dall’Unione Europea, porta a database più robusti e affidabili per la ricerca e le decisioni strategiche.
In conclusione, la prossima volta che sentirete parlare di numeri sul turismo in Italia, ricordatevi che c’è probabilmente un mondo “sommerso” che sfugge ai conteggi ufficiali. Quantificarlo e capirlo, distinguendo tra ciò che è semplicemente “non misurato” e ciò che è “sommerso”, non è solo un esercizio statistico affascinante, ma un passo cruciale per gestire meglio una delle risorse più preziose del nostro Paese. C’è ancora tanto da scavare, magari analizzando i dati a livello regionale o estendendo l’analisi ai pernottamenti e al turismo domestico, ma spero che questa “sbirciatina” nel mondo nascosto del turismo vi abbia incuriosito almeno quanto ha incuriosito me!
Fonte: Springer