Studenti internazionali sorridenti con libri e laptop in un campus universitario moderno e multiculturale, con simboli stilizzati di tecnologia (circuiti, onde Wi-Fi) e leadership (edifici governativi stilizzati, una bilancia della giustizia) discretamente integrati nello sfondo. Obiettivo prime, 35mm, profondità di campo, colori vivaci e accoglienti, luce naturale.

Turismo Formativo: Tecnologia, Leadership e Qualità dell’Istruzione Svelano i Segreti della Domanda Studentesca!

Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di un argomento che mi affascina parecchio e che, ne sono convinto, incuriosirà anche voi: il turismo formativo. Avete mai pensato a cosa spinge uno studente a fare le valigie e trasferirsi dall’altra parte del mondo per studiare? Non è solo una questione di corsi universitari, c’è molto di più! E proprio di questo “di più” voglio chiacchierare con voi, prendendo spunto da uno studio super interessante che ha analizzato il caso della Malesia.

Ma cos’è esattamente il Turismo Formativo?

Partiamo dalle basi. Quando parliamo di turismo formativo, o educational tourism se preferite l’inglese, ci riferiamo a tutti quei viaggi intrapresi con lo scopo principale, o secondario, di imparare qualcosa. Può essere un corso di laurea, un master, ma anche un workshop, uno scambio culturale o un corso di lingua. Insomma, l’idea è quella di tornare a casa non solo con dei souvenir, ma con un bagaglio di conoscenze ed esperienze in più. E diciamocelo, in un mondo sempre più globalizzato e interconnesso, la possibilità di studiare all’estero è un’opportunità che attira sempre più giovani (e meno giovani!). Questo fenomeno non è solo una figata per gli studenti, ma rappresenta anche un bel motore per l’economia dei paesi ospitanti.

Perché proprio la Malesia?

Lo studio che ho analizzato si concentra sulla Malesia, e non a caso. Questo paese del sud-est asiatico è diventato una meta sempre più gettonata per gli studenti internazionali, specialmente quelli provenienti da altri paesi asiatici, ma non solo. Pensate che nel 2016 era la terza destinazione più desiderata in Asia e la decima a livello mondiale! I motivi? Beh, una combinazione di fattori: posizione geografica strategica, una società multiculturale che fa sentire “a casa” molti studenti asiatici, e soprattutto un’offerta formativa di buona qualità a costi decisamente più abbordabili rispetto a colossi come Giappone, Singapore o i paesi occidentali. Le università malesi, inoltre, stanno scalando le classifiche internazionali, il che non guasta mai. Certo, la pandemia di COVID-19 ha dato una bella botta al settore, come ovunque, ma la Malesia resta un caso di studio emblematico.

I Fattori Chiave: Cosa Influenza Davvero la Scelta?

Ed eccoci al dunque. Lo studio ha cercato di capire quali fossero i fattori determinanti che spingono gli studenti a scegliere la Malesia. E qui le cose si fanno intriganti! Non si tratta solo di soldi o della vicinanza a casa.
Sono emersi tre protagonisti inaspettati, o meglio, il cui ruolo è stato finalmente messo nero su bianco con dati alla mano:

  • Sviluppo delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (ICT): Pensateci un attimo. Avere accesso a internet veloce, piattaforme di e-learning efficienti, biblioteche digitali fornite… oggi è fondamentale. L’ICT non solo facilita la vita degli studenti già presenti, ma permette alle università di promuoversi a livello globale, di mostrare i propri punti di forza e di raggiungere potenziali candidati ovunque essi siano.
  • Qualità dell’Istruzione: Questa potrebbe sembrare ovvia, ma non è scontata. La reputazione delle università, la qualità dei programmi offerti, le opportunità di ricerca e l’aggiornamento costante dei corsi sono calamite potentissime. Uno studente cerca un’istruzione che gli apra le porte del mondo del lavoro, e la qualità è la prima garanzia.
  • Qualità della Leadership Nazionale: Questo è un punto che mi ha colpito particolarmente. Una leadership nazionale efficace, che garantisce stabilità politica ed economica, trasparenza, lotta alla corruzione e libertà di espressione, crea un ambiente percepito come sicuro e stimolante. Ma non solo: una buona leadership investe nell’istruzione, nell’innovazione e nelle infrastrutture, incluse quelle ICT, creando un circolo virtuoso.

E il reddito degli studenti o dei loro paesi d’origine? Qui c’è una sorpresa! Lo studio ha rivelato una relazione non lineare, una sorta di curva a U rovesciata. In pratica, la Malesia attira molto studenti da paesi a basso e medio-basso reddito. Ma quando il reddito del paese d’origine supera una certa soglia (nello studio si parla di circa 1893-2246 dollari USA pro capite), l’attrattiva della Malesia come destinazione formativa tende a diminuire. Sembra quasi che, per gli studenti provenienti da nazioni più ricche, l’offerta malese venga percepita come “inferiore”, spingendoli a cercare altrove, magari in paesi con costi più alti ma con una percezione di prestigio superiore. Interessante, vero?
Naturalmente, anche i “soliti sospetti” come i prezzi (relativi) e la distanza giocano un ruolo: prezzi più alti e maggiore distanza geografica tendono a scoraggiare la domanda, come è logico aspettarsi.

Un gruppo eterogeneo di studenti internazionali che collaborano a un progetto in una moderna aula universitaria, con laptop aperti e lavagne interattive sullo sfondo. Luce naturale brillante che entra da grandi finestre. Obiettivo prime, 35mm, profondità di campo, colori vivaci e saturi.

Il “Gioco di Squadra”: Quando i Fattori si Influenzano a Vicenda

Ma la vera chicca dello studio, secondo me, è aver messo in luce come questi fattori non agiscano isolatamente, ma si influenzino a vicenda. È quello che i ricercatori chiamano “effetto moderatore”.
Ad esempio, l’impatto positivo della qualità dell’istruzione sulla domanda di turismo formativo viene amplificato dalla presenza di infrastrutture ICT ben sviluppate. Immaginate un’università eccellente: se può contare su una connessione internet potente e su strumenti digitali all’avanguardia, la sua capacità di attrarre studenti e di offrire un’esperienza formativa di alto livello aumenta esponenzialmente.
Allo stesso modo, la qualità della leadership nazionale fa da “moltiplicatore” sia per l’ICT che per la qualità dell’istruzione. Una leadership forte e visionaria che investe in tecnologia e in un sistema educativo di prim’ordine rende il paese molto più attraente. Pensateci: una buona governance ispira fiducia, assicura che gli investimenti vadano a buon fine e che le politiche educative siano efficaci e lungimiranti. È emerso che l’effetto della qualità dell’istruzione sulla domanda aumenta significativamente quando l’ICT e la leadership nazionale sono a livelli ottimali. Anzi, l’ICT sembra avere un ruolo ancora più cruciale nel potenziare l’attrattiva della qualità educativa rispetto alla sola leadership. Questo perché, per uno studente che deve decidere da lontano, l’ICT è il primo ponte, la prima finestra sulla realtà accademica e sociale del paese di destinazione.

Cosa ci Insegna Tutto Questo? Implicazioni e Politiche

Ok, abbiamo scoperto un sacco di cose interessanti, ma a che servono? Beh, le implicazioni sono parecchio importanti, non solo per la Malesia ma per qualsiasi paese che voglia puntare sul turismo formativo come leva di crescita.
Innanzitutto, se la Malesia (o un paese con caratteristiche simili) vuole attrarre più studenti, dovrebbe forse concentrare i suoi sforzi promozionali sui paesi a reddito basso e medio-basso, quelli per cui la sua offerta risulta più competitiva e attraente. Magari offrendo borse di studio mirate a studenti provenienti da nazioni con un reddito pro capite inferiore a quella soglia critica che abbiamo visto.
Poi, è fondamentale continuare a investire sulla qualità dell’istruzione. Non si tratta solo di marketing. Bisogna aggiornare costantemente i programmi, assicurarsi che i contenuti siano al passo con i tempi, valorizzare i talenti accademici e creare un ambiente di apprendimento e ricerca stimolante e internazionale. Parlare la “stessa lingua” (anche in senso metaforico, con standard riconosciuti) in termini di insegnamento e ricerca può fare una grande differenza.
E, naturalmente, l’ICT. Potenziare le infrastrutture digitali, garantire l’accesso a banda larga, promuovere l’alfabetizzazione digitale… sono passi cruciali. Le partnership pubblico-privato qui possono giocare un ruolo chiave.
Infine, la leadership nazionale. Lavorare per una maggiore stabilità politica, combattere la corruzione, garantire trasparenza ed efficacia della governance non sono solo obiettivi etici, ma veri e propri fattori di competitività economica, anche nel settore dell’istruzione. Una leadership di qualità crea un ambiente sicuro e accogliente, che è esattamente ciò che cercano gli studenti (e le loro famiglie!) quando scelgono di studiare all’estero.

Guardando al Futuro

Certo, ogni studio ha i suoi limiti. Questa ricerca, ad esempio, si è concentrata su dati aggregati a livello macro. Sarebbe super interessante, in futuro, scendere più nel dettaglio, analizzando magari il ruolo delle tasse universitarie specifiche, la diversità dei programmi offerti dalle singole università, la loro reputazione o l’ambiente del campus. Oppure, confrontare la qualità dell’istruzione o della leadership della Malesia con quella dei paesi di origine degli studenti, invece di considerare solo i valori assoluti.
Nonostante ciò, credo che questo studio ci offra già tantissimi spunti di riflessione. Ci dimostra che attrarre talenti da tutto il mondo non è solo una questione di prezzi bassi, ma un mix complesso dove tecnologia, qualità intrinseca dell’offerta formativa e un contesto nazionale solido e ben governato giocano un ruolo da protagonisti. E questa, amici miei, è una lezione preziosa per chiunque voglia investire nel futuro attraverso la conoscenza.

Fonte: Springer

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