Tubercolosi Extrapolmonare in Egitto: Un Nemico Nascosto che Colpisce Donne e Bambini
Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di un argomento che mi ha davvero colpito di recente: la tubercolosi extrapolmonare (EPTB). Quando pensiamo alla tubercolosi (TB), di solito ci viene in mente la forma polmonare, quella classica che attacca i polmoni. Ma c’è un’altra faccia della medaglia, spesso meno conosciuta ma non per questo meno insidiosa: la tubercolosi che decide di “viaggiare” e colpire altri organi al di fuori dei polmoni.
Mi sono imbattuto in uno studio affascinante, fresco di pubblicazione, che ha acceso i riflettori sulla situazione dell’EPTB in Egitto. Si tratta di uno studio retrospettivo di coorte, che ha analizzato i dati di un bel po’ di pazienti affetti da TB curati negli ospedali toracici egiziani nel corso del 2023. L’obiettivo? Capire quanto è diffusa questa forma extrapolmonare e quali fattori la favoriscono, con un occhio di riguardo alle co-infezioni con virus come l’HIV e l’HCV (epatite C).
Un Quadro Sorprendente: L’Incidenza dell’EPTB in Egitto
E qui le cose si fanno interessanti. Sapete, a livello globale si stima che l’EPTB rappresenti circa il 15-20% di tutti i casi di TB, ma questa percentuale può schizzare fino al 50% nelle persone con HIV. Lo studio egiziano, analizzando i dati di ben 7.245 pazienti con TB, ha rivelato una percentuale di EPTB decisamente alta: il 42,5%! Quasi la metà dei casi. Accidenti, è un numero che fa riflettere.
Questo dato è superiore alla media globale e persino a quella riportata per la regione del Mediterraneo Orientale (23%). Ci suggerisce che l’EPTB in Egitto è un problema di salute pubblica più rilevante di quanto si potesse pensare. Ma perché questa percentuale è così alta? Potrebbe dipendere da tanti fattori: magari una migliore capacità diagnostica negli ultimi anni, cambiamenti demografici, o forse i programmi di controllo si sono concentrati molto sulla forma polmonare (più contagiosa), lasciando più spazio all’EPTB.
Chi Rischia di Più? I Fattori Determinanti
Lo studio ha cercato di capire chi è più a rischio di sviluppare la forma extrapolmonare. E qui arrivano alcune sorprese.
- Genere: Sembra che le donne abbiano una probabilità significativamente maggiore di sviluppare EPTB rispetto agli uomini (62,2% dei casi di EPTB erano donne). Al contrario, gli uomini tendono ad avere più frequentemente la forma polmonare. Questo potrebbe essere legato a fattori ormonali, abitudini diverse (come il fumo, più diffuso tra gli uomini) o forse a un diverso accesso alle cure.
- Età: L’età gioca un ruolo cruciale. I bambini molto piccoli, specialmente quelli sotto i 5 anni, hanno un rischio quasi 5 volte maggiore di avere EPTB rispetto agli adulti tra i 30 e i 44 anni. Anche i bambini e ragazzi tra i 5 e i 15 anni mostrano un rischio quasi triplicato. Questo perché nei più piccoli il sistema immunitario è ancora in via di sviluppo e la TB tende a diffondersi più facilmente attraverso sangue e linfa.
- Residenza: Vivere in aree urbane è risultato associato a un rischio leggermente maggiore, anche se il dato è al limite della significatività statistica. Fattori come il sovraffollamento e l’inquinamento potrebbero giocare un ruolo.
- HIV e Comorbidità: E qui arriva forse il dato più controintuitivo. Essere HIV-positivi o avere altre comorbidità (altre malattie croniche) è risultato associato a una minore probabilità di avere EPTB rispetto alla forma polmonare (PTB). Sì, avete letto bene: minore! L’HIV riduceva il rischio di circa il 54%, e le comorbidità del 41%. Questo potrebbe sembrare strano, dato che l’HIV indebolisce il sistema immunitario. Tuttavia, alcune ricerche suggeriscono che un sistema immunitario ancora parzialmente funzionante (come in chi ha HIV ma con conta CD4 non bassissima) potrebbe favorire la localizzazione polmonare, mentre un’immunodeficienza molto grave potrebbe portare a forme disseminate. È un aspetto che merita sicuramente ulteriori indagini.
Dove Colpisce l’EPTB? Le Sedi Più Comuni
Ma dove va a “nascondersi” questa tubercolosi quando non è nei polmoni? Lo studio ha mappato le sedi più frequenti:
- Linfonodi: Sono la sede più comune, rappresentando il 27,1% dei casi di EPTB.
- Cavità pleurica/versamento pleurico: Al secondo posto, con il 24,6%. Si tratta dell’infiammazione e accumulo di liquido nella pleura, la membrana che riveste i polmoni.
- Altre sedi comuni includono le vertebre (9,4%), ossa e articolazioni (7,1%), e il tratto gastrointestinale/peritoneo (6,9%).
- Meno frequentemente, l’EPTB può colpire seno, sistema genito-urinario, pelle, cervello/meningi, collo, ghiandole salivari, occhi, e raramente orecchio, naso, gola e cuore/pericardio.
Questa varietà di sedi rende la diagnosi dell’EPTB spesso complessa e richiede un alto livello di sospetto da parte dei medici, oltre a tecniche diagnostiche specifiche come biopsie, analisi dei liquidi corporei e imaging avanzato.
Il Puzzle delle Co-infezioni: HIV e HCV
Un aspetto cruciale dello studio era valutare l’impatto delle co-infezioni con HIV e HCV. Come abbiamo visto, l’HIV è risultato associato a un minor rischio relativo di EPTB rispetto alla PTB. La percentuale di pazienti TB risultati positivi all’HIV nello studio era del 2,0%. Questo dato è relativamente basso se confrontato con alcune aree del mondo (come l’Africa sub-sahariana), ma è in linea con la bassa prevalenza generale di HIV in Egitto (<0.1%). Per quanto riguarda l'HCV (epatite C), l’Egitto ha una storia particolare: da paese con una delle più alte prevalenze al mondo, ha compiuto progressi enormi riducendola drasticamente grazie a campagne di screening e trattamento di massa. Nello studio, solo lo 0,74% dei pazienti TB testati è risultato positivo all’HCV, e non è emersa un’associazione significativa tra HCV e tipo di TB (polmonare vs extrapolmonare).
Tuttavia, c’è un “ma” enorme: una quota molto consistente di pazienti non è stata testata né per l’HIV (circa il 39% del campione totale iniziale non aveva un test registrato) né per l’HCV (addirittura l’85%!). Questo è un punto debole importante. Non sapere lo stato di co-infezione per così tanti pazienti limita fortemente le conclusioni che possiamo trarre sul reale impatto di HIV e HCV sull’EPTB in Egitto. È un chiaro segnale della necessità di migliorare e rendere routinario lo screening per HIV e HCV in tutti i pazienti a cui viene diagnosticata la tubercolosi.
Variazioni Geografiche e Fattori Socioeconomici (HDI)
Lo studio ha anche evidenziato notevoli differenze nella prevalenza dell’EPTB tra i diversi governatorati egiziani. In alcune aree come Suez e Luxor, oltre il 60% dei casi di TB erano extrapolmonari, mentre in altre come Alessandria e Nord Sinai la percentuale scendeva sotto il 20%. Questa variabilità suggerisce che fattori locali, come l’accesso all’assistenza sanitaria, la densità di popolazione, le condizioni ambientali e forse anche le capacità diagnostiche, influenzano la probabilità di sviluppare (o di vedersi diagnosticata) l’EPTB.
Interessante anche l’analisi basata sull’Indice di Sviluppo Umano (HDI). Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la maggior parte dei pazienti proveniva da aree ad alto HDI. Questo non significa necessariamente che lo sviluppo causi più EPTB, ma potrebbe riflettere una migliore capacità di diagnosi e segnalazione nelle aree più sviluppate, dove magari forme complesse come l’EPTB vengono identificate più facilmente. Inoltre, la migrazione interna da aree a basso HDI verso aree ad alto HDI potrebbe influenzare questi dati.
Limiti dello Studio e Prospettive Future
Come ogni ricerca scientifica, anche questo studio ha i suoi limiti. Essendo retrospettivo, si basa su dati raccolti in passato, che potrebbero essere incompleti o non standardizzati (pensiamo ai test HIV/HCV mancanti). Inoltre, i dati provengono solo dagli ospedali pubblici del Ministero della Salute, escludendo il settore privato. Anche le informazioni sulle comorbidità potrebbero essere sottostimate.
Nonostante ciò, i risultati sono preziosi. Ci dicono che l’EPTB è una componente significativa del carico di tubercolosi in Egitto, colpendo in modo sproporzionato donne e bambini piccoli. I risultati “sorprendenti” riguardo a HIV e comorbidità necessitano di ulteriori studi per essere compresi appieno.

La lezione più importante? C’è un bisogno urgente di rafforzare lo screening per HIV e HCV tra i pazienti con TB e di sviluppare interventi di sanità pubblica mirati per migliorare la diagnosi e la gestione dell’EPTB, specialmente nelle popolazioni più vulnerabili. Insomma, la lotta alla tubercolosi non riguarda solo i polmoni, ma richiede uno sguardo attento a tutto il corpo!
Fonte: Springer
