Tubercolosi ad Addis Abeba: Vi Svelo i Segreti Nascosti Dietro la Malattia
Amici, oggi voglio parlarvi di qualcosa che mi ha davvero fatto riflettere, un tema che tocca corde profonde della salute globale e delle disuguaglianze sociali: la tubercolosi (TB). Non storcete subito il naso pensando sia una malattia d’altri tempi! Purtroppo, è ancora tremendamente attuale. Pensate che nel 2022 era la seconda causa di morte per singolo agente infettivo, subito dopo il COVID-19. Un nemico subdolo, che si insinua soprattutto dove la vita è più dura.
Recentemente mi sono imbattuto in uno studio qualitativo affascinante condotto ad Addis Abeba, la capitale dell’Etiopia, che ha cercato di andare oltre i freddi numeri e di ascoltare le voci di chi la TB la vive sulla propria pelle o la combatte ogni giorno: pazienti e operatori sanitari. E quello che emerge è un quadro complesso, dove la malattia è solo la punta dell’iceberg di problemi ben più radicati.
Cos’è la Tubercolosi, in parole povere?
Prima di addentrarci nel cuore dello studio, un piccolo ripasso. La TB è causata da un batterio, il Mycobacterium tuberculosis, che si trasmette per via aerea, tramite le goccioline respiratorie rilasciate da una persona infetta. Se inalate da un individuo suscettibile, queste goccioline possono portare allo sviluppo della malattia. Anche se può colpire qualsiasi parte del corpo, il bersaglio preferito sono i polmoni. Negli anni, abbiamo fatto passi da gigante con vaccini (come il BCG), diagnosi più rapide e antibiotici efficaci, ma la TB è testarda e, come vedremo, fortemente legata a come e dove viviamo.
Ma cosa c’entrano i “Determinanti Sociali della Salute”?
Ecco il punto cruciale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce i determinanti sociali della salute (SDH) come “le condizioni in cui le persone nascono, crescono, vivono, lavorano e invecchiano”. In pratica, sono tutti quei fattori sociali, economici e ambientali che influenzano la nostra salute, a volte più dei nostri geni o delle nostre scelte individuali. Povertà, malnutrizione, condizioni abitative precarie, stigma sociale… sono tutti tasselli di questo complesso puzzle. E la tubercolosi, ahimè, prospera proprio in questi contesti.
Lo Studio di Addis Abeba: Voci dal Campo
Lo studio che ha catturato la mia attenzione ha utilizzato un approccio qualitativo, il che significa che invece di limitarsi a raccogliere dati numerici, ha cercato di comprendere in profondità le esperienze vissute. Sono stati intervistati 20 operatori sanitari (16 uomini e 4 donne) e 24 pazienti affetti da TB (9 uomini e 15 donne) in diversi centri sanitari di Addis Abeba. L’obiettivo? Capire come i determinanti sociali influenzassero il rischio di contrarre la TB, l’accesso alle cure e il peso complessivo della malattia sulla popolazione.
I ricercatori hanno usato interviste semi-strutturate, ponendo domande mirate su barriere economiche, stigma legato alla TB, supporto familiare e comunitario, accesso al cibo e condizioni abitative. E le risposte, ve lo assicuro, aprono un mondo.
Barriere Economiche: Quando Curarsi è un Lusso
Uno dei temi più forti emersi è quello delle barriere economiche. Molti partecipanti hanno raccontato come le difficoltà finanziarie ritardassero la ricerca di cure. Immaginatevi: avete i sintomi, sapete che qualcosa non va, ma non avete i soldi per il trasporto fino al centro medico, o temete di non poter comprare cibo a sufficienza se doveste smettere di lavorare a causa della malattia. Un paziente ha detto: “Sono andato in un’organizzazione che offre servizi sanitari gratuiti e mi hanno fatto il test… Non posso andare in altre strutture sanitarie perché non posso permettermi il costo dei test.” Un altro ha aggiunto: “Non potevo permettermi i costi di trasporto per la clinica, quindi ho ritardato la ricerca di cure.” Anche se il trattamento per la TB è spesso gratuito, le spese accessorie e la perdita di reddito rappresentano ostacoli enormi.

Queste difficoltà non solo ritardano la diagnosi e l’inizio del trattamento, ma possono anche aumentare la trasmissione della TB nella comunità. È un circolo vizioso terribile.
Lo Stigma: Un Muro Invisibile
Un altro macigno pesantissimo è lo stigma associato alla TB. La paura di essere etichettati, isolati, giudicati dalla propria comunità porta molte persone a nascondere i sintomi, a non parlare della malattia, ritardando così diagnosi e cure. Questo fenomeno, già grave di per sé, si è acuito durante la pandemia di COVID-19. Un operatore sanitario ha spiegato: “La diffusione del coronavirus in Etiopia ha portato a un aumento dei livelli di stigma tra i pazienti con TB, poiché le persone sono molto preoccupate per lo stigma associato alla TB.”
Alcuni pazienti, per timore di essere diagnosticati con COVID-19 o con la TB stessa, evitavano le strutture sanitarie nonostante i sintomi. “I pazienti non volevano visitare i centri DOTS (Directly Observed Treatment Short-Course)… a causa della paura dello stigma associato sia all’infezione da TB che da COVID-19,” ha raccontato un altro operatore. Questa paura porta a presentazioni tardive, complicando il trattamento e peggiorando gli esiti.
L’Importanza Vitale del Supporto Sociale
Non tutto è oscuro, per fortuna. Lo studio ha evidenziato il ruolo cruciale del supporto sociale da parte di famiglia, amici e comunità. Quando presente, questo supporto può fare la differenza. Un paziente ha condiviso: “La mia famiglia mi ha incoraggiato a fare il test e mi sostiene durante il trattamento.” Un altro, che aveva perso lavoro e denaro, ha raccontato: “Ho parlato con la mia famiglia e i miei amici della mia malattia per ottenere più supporto. Attualmente vivo con mio fratello, che è sempre di supporto… Mi sto riprendendo e sto bene.”
Questo supporto non è solo emotivo (incoraggiamento, comprensione), ma spesso anche strumentale: aiuto finanziario, un posto dove stare. Al contrario, la mancanza di supporto sociale rende il percorso di cura ancora più arduo. Gli operatori sanitari stessi hanno riferito di aver intensificato il loro supporto ai pazienti durante la pandemia, notando risultati migliori.
Fame e Fumo: Alleati Silenziosi della TB
L’insicurezza alimentare è un altro determinante sociale emerso con forza. La difficoltà ad accedere a cibo sufficiente e nutriente indebolisce il sistema immunitario, rendendo le persone più vulnerabili alla TB. La pandemia di COVID-19 ha peggiorato ulteriormente la situazione, con la chiusura delle scuole (e quindi la perdita dei pasti scolastici per molti bambini), l’interruzione delle catene di approvvigionamento alimentare e l’aumento dei prezzi. “I prezzi del cibo sono aumentati ed è più difficile trovare prodotti freschi al mercato. Mangiamo cibo sempre meno nutriente perché non posso permettermene abbastanza,” ha confessato un paziente. Un altro ha detto: “Da quando è iniziata la pandemia, ho perso il lavoro ed è difficile permettersi abbastanza cibo per la mia famiglia. Spesso saltiamo i pasti e mi sento più debole e suscettibile alle malattie.”
Accanto alla fame, anche l’esposizione al fumo di sigaretta è stata citata come potenziale fattore di rischio. Una paziente ha raccontato: “Quando lavoravo come domestica, sia il marito che la moglie fumavano. Ero esposta al fumo di sigaretta, il che potrebbe essere un fattore di rischio per questa malattia.”

Condizioni Abitative: Il Contesto che Ammala
Infine, le condizioni abitative. Vivere in ambienti sovraffollati, come spesso accade nelle aree urbane povere dove molti lavorano come giornalieri e condividono piccole case, facilita enormemente la trasmissione della TB. Un operatore sanitario ha osservato: “In questa area di competenza del centro sanitario, le condizioni abitative sono spesso sovraffollate, poiché molte persone lavorano come braccianti giornalieri e vivono in piccole case in affitto condiviso. Lavorano anche in aree densamente popolate, il che li espone a un rischio maggiore di infezione da TB.”
Inoltre, durante la pandemia, alcuni pazienti erano restii a fornire informazioni complete sui loro contatti per la tracciabilità, per preoccupazioni legate alla privacy, contribuendo potenzialmente alla diffusione della malattia.
Cosa Ci Insegnano Queste Storie?
Questo studio qualitativo di Addis Abeba ci sbatte in faccia una realtà ineludibile: la tubercolosi non è solo una questione di batteri e antibiotici. È profondamente intrecciata con il tessuto sociale ed economico in cui le persone vivono. Le barriere economiche, lo stigma, la mancanza di supporto sociale, l’insicurezza alimentare, l’esposizione al fumo e le condizioni abitative precarie sono tutti fattori che alimentano l’epidemia.
Certo, lo studio ha delle limitazioni, come la difficoltà nel registrare audio da tutti i partecipanti o i potenziali bias derivanti dall’includere sia pazienti che operatori. Ma i suoi risultati sono un potente richiamo alla necessità di affrontare i determinanti sociali della TB attraverso interventi mirati:
- Campagne di riduzione dello stigma.
- Assistenza finanziaria per i pazienti e le loro famiglie.
- Programmi di supporto comunitario.
- Interventi per migliorare la sicurezza alimentare e la nutrizione.
- Miglioramento delle condizioni abitative.
Solo adottando un approccio olistico, che consideri la persona nella sua interezza e nel suo contesto, potremo sperare di ridurre significativamente il peso della tubercolosi ad Addis Abeba e in tante altre parti del mondo dove le disuguaglianze sociali continuano a mietere vittime. Non è una battaglia facile, ma ascoltare queste voci ci dà la direzione giusta da seguire.
Fonte: Springer
