Macro fotografia, obiettivo 100mm, alta definizione, illuminazione controllata e precisa, che mostra le ife verdi brillanti del fungo benefico Trichoderma harzianum che avvolgono strettamente e parassitano le ife più pallide del fungo patogeno Fusarium oxysporum su una radice di piantina di avena, simboleggiando il potente potenziale di biocontrollo in azione.

Trichoderma Harzianum: Il Fungo “Supereroe” che Difende l’Avena dal Nemico Fusarium!

Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di una storia affascinante che arriva direttamente dal mondo microscopico, una storia di alleanze inaspettate e di battaglie silenziose che si combattono nei nostri campi coltivati. Protagonista? Un cereale che tutti conosciamo e amiamo: l’avena (Avena sativa L.).

L’avena non è solo la base per un porridge mattutino o un ingrediente per biscotti deliziosi; è un pilastro per l’alimentazione umana e animale, un’importante materia prima per l’industria alimentare, farmaceutica e persino per i biomateriali. Insomma, un vero tesoro nutrizionale, ricco di fibre e beta-glucani che fanno tanto bene alla nostra salute.

Il Nemico Invisibile: Fusarium

Purtroppo, come ogni eroe che si rispetti, anche l’avena ha i suoi nemici. Uno dei più temibili è un fungo patogeno chiamato Fusarium oxysporum. Questo microscopico guastafeste è una delle cause principali del “marciume delle plantule da Fusarium” (FSBD – Fusarium Seedling Blight Disease), una malattia che può devastare le coltivazioni di avena e altri cereali. Immaginate piantine giovani che invece di crescere rigogliose, appassiscono, ingialliscono, mostrano marciumi radicali… un vero disastro per gli agricoltori e per la nostra catena alimentare. Non solo: alcune specie di Fusarium producono micotossine, sostanze pericolose che possono contaminare cibo e mangimi.

Per anni, la risposta principale a queste minacce fungine sono stati i fungicidi chimici. Efficaci? Spesso sì, ma con un prezzo da pagare: l’impatto negativo sull’ambiente e sulla nostra salute. Ecco perché la ricerca scientifica si sta muovendo con sempre maggiore interesse verso soluzioni più ecologiche e sostenibili. Ed è qui che entra in gioco il nostro secondo protagonista.

L’Alleato Inaspettato: Trichoderma Harzianum Endofitico

Avete mai sentito parlare di funghi endofitici? Sono microrganismi, in questo caso funghi, che vivono all’interno dei tessuti delle piante senza danneggiarle. Anzi, spesso instaurano una relazione di mutuo beneficio! Pensate a loro come a dei coinquilini microscopici che aiutano la pianta ospite in cambio di vitto e alloggio.

Ebbene, nel nostro studio ci siamo concentrati su un ceppo particolare, il Trichoderma harzianum AUMC 14897. Questo specifico ceppo è stato isolato, pensate un po’, dai cladodi (le “pale”) del fico d’India! Chi l’avrebbe mai detto che un fungo ospitato da un cactus potesse diventare un potenziale difensore dell’avena?

La domanda che ci siamo posti è stata: può questo Trichoderma endofitico aiutarci a combattere il temibile Fusarium oxysporum e proteggere le nostre piantine di avena?

La Sfida in Laboratorio: Un Duello Microscopico

Per scoprirlo, abbiamo prima organizzato un “incontro” diretto tra i due funghi in laboratorio, su una piastra di coltura (il cosiddetto “dual culture test”). Abbiamo messo una piccola colonia di Fusarium da una parte e una di Trichoderma dall’altra e abbiamo osservato cosa succedeva.

I risultati sono stati incredibili! Il nostro Trichoderma harzianum si è dimostrato un antagonista formidabile. Dopo soli sette giorni, era riuscito a inibire la crescita del Fusarium dell’86,6%! Praticamente lo stava mettendo all’angolo.

Ma come ci riusciva? Abbiamo usato un microscopio elettronico a scansione (SEM) per spiare da vicino questa battaglia. Le immagini hanno rivelato le strategie di combattimento del Trichoderma:

  • Competizione per spazio e nutrienti: Semplicemente, cresceva più in fretta e “rubava” le risorse al patogeno.
  • Micoparassitismo: Questa è la parte più “guerriera”. Le ife (i filamenti fungini) del Trichoderma si avvolgevano attorno a quelle del Fusarium, le penetravano e le degradavano. Un vero e proprio attacco diretto!
  • Antibiosi (probabile): Anche se non misurata direttamente in questo modo, il Trichoderma produce sostanze che possono inibire o uccidere altri funghi.

Micrografia elettronica a scansione, obiettivo macro 100mm, alta definizione, che mostra le ife verdi di Trichoderma harzianum (il fungo buono) che avvolgono, penetrano e deformano le ife più spesse e biancastre di Fusarium oxysporum (il patogeno), evidenziando il micoparassitismo.

L’Arma Segreta: Il Filtrato Colturale

Non contento di combattere corpo a corpo, il Trichoderma ha anche un’arma chimica: il suo filtrato colturale (CF). Cos’è? È il liquido in cui il fungo è stato coltivato, filtrato per rimuovere le cellule fungine ma non le sostanze che ha rilasciato nell’ambiente. Abbiamo analizzato questo liquido con una tecnica chiamata GC-MS (Gascromatografia-Spettrometria di Massa) per identificare i composti organici volatili (VOCs) presenti.

Cosa abbiamo trovato? Un cocktail di molecole interessanti! Tra le più abbondanti c’erano l’acido n-esadecanoico (noto anche come acido palmitico) e l’eptadecano. Studi precedenti hanno già indicato che questi composti hanno attività antimicrobica. È come se il Trichoderma rilasciasse nell’ambiente delle sostanze per tenere a bada i concorrenti o i nemici. Questo filtrato colturale, quindi, potrebbe essere di per sé un potente agente di biocontrollo.

La Prova sul Campo (anzi, in Serra!)

Ok, i test in laboratorio sono promettenti, ma funzionerà anche sulle piante vere? Abbiamo allestito un esperimento in serra con piantine di avena. Abbiamo creato diversi gruppi:

  1. Piante sane (controllo negativo).
  2. Piante infettate artificialmente con Fusarium oxysporum (controllo positivo, T0).
  3. Piante infettate e poi trattate spruzzando il filtrato colturale di Trichoderma (T1).
  4. Piante infettate e poi trattate irrigando il terreno con il filtrato colturale di Trichoderma (T2).

Abbiamo monitorato lo sviluppo della malattia per tre settimane. Come previsto, le piante infettate e non trattate (T0) hanno mostrato i sintomi peggiori: nanismo, ingiallimento, appassimento, marciume radicale. L’incidenza della malattia in questo gruppo ha raggiunto il 66,6%.

Ma ecco la buona notizia: le piante trattate con il filtrato di Trichoderma (sia T1 che T2) stavano molto meglio! Mostravano sintomi meno gravi e uno sviluppo più lento della malattia. In particolare, il trattamento per irrorazione (T1) è risultato leggermente più efficace nel ridurre l’incidenza della malattia rispetto all’irrigazione (T2). È come se il nostro fungo buono avesse fornito uno scudo protettivo alle piantine!

Fotografia di confronto in serra, obiettivo 50mm, luce naturale controllata. A sinistra, una pianta di avena sana e verde. Al centro, una pianta infetta da Fusarium, gialla e appassita (T0). A destra, una pianta infetta ma trattata con spray di filtrato di Trichoderma (T1), visibilmente più sana della pianta T0.

Non Solo Difesa: Un Vero e Proprio “Personal Trainer” per l’Avena!

Ma l’effetto del Trichoderma non si è limitato a combattere direttamente il Fusarium. Abbiamo scoperto che il trattamento con il filtrato colturale ha anche potenziato le difese naturali e migliorato lo stato generale delle piante di avena infette.

Abbiamo misurato diversi parametri nelle foglie delle piante:

  • Contenuto di fenoli e flavonoidi: Queste sono molecole antiossidanti che le piante producono per difendersi. Nelle piante infette non trattate erano diminuiti, ma il trattamento con Trichoderma li ha fatti aumentare significativamente!
  • Potere riducente totale (TRP) e attività antiossidante (DPPH): Indicatori dello stress ossidativo. Il Trichoderma ha aiutato a riequilibrare questi parametri nelle piante infette.
  • Clorofilla e carotenoidi: I pigmenti essenziali per la fotosintesi. L’infezione li riduceva (ecco perché l’ingiallimento), ma il trattamento li ha fatti aumentare, segno di una pianta più sana e attiva.
  • Enzimi antiossidanti (SOD, CAT, POD): Sono le “truppe speciali” della pianta contro lo stress ossidativo. Il trattamento con Trichoderma ha potenziato l’attività di questi enzimi nelle piante infette.
  • Espressione genica: Abbiamo anche guardato a livello di DNA, analizzando l’espressione di geni legati alla risposta allo stress (come APX1, CAT1, SOD1, PAL, P5CS1). Anche qui, il trattamento con Trichoderma ha dato una bella “svegliata” a questi geni difensivi nelle piante infette.

In pratica, il filtrato di Trichoderma harzianum non solo ha combattuto il nemico, ma ha anche “allenato” la pianta di avena a difendersi meglio da sola, migliorando la sua fisiologia e attivando i suoi meccanismi di difesa a livello molecolare.

Conclusioni: Un Futuro Più Verde per l’Agricoltura?

Quello che emerge da questa ricerca è davvero entusiasmante. Abbiamo dimostrato che un fungo endofitico, il Trichoderma harzianum AUMC 14897, isolato da una pianta inaspettata come il fico d’India, ha un notevole potenziale come agente di biocontrollo contro il marciume delle plantule da Fusarium nell’avena.

Il suo filtrato colturale agisce su più fronti: inibisce direttamente la crescita del patogeno grazie a composti specifici e, allo stesso tempo, stimola le difese naturali della pianta ospite. Questo approccio “due in uno” è particolarmente promettente.

L’uso di microrganismi benefici come il Trichoderma rappresenta una strada fantastica verso un’agricoltura più sostenibile, riducendo la nostra dipendenza dai prodotti chimici di sintesi e sfruttando le incredibili alleanze che la natura stessa ci offre. Certo, la ricerca deve continuare per ottimizzare le applicazioni pratiche, ma i risultati sono un forte incoraggiamento a esplorare ulteriormente il potenziale di questi microscopici eroi. La prossima volta che gusterete una ciotola d’avena, pensate che forse, un giorno, sarà stata protetta da un fungo amico!

Fonte: Springer

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