Un primo piano di mani che interagiscono con uno schermo di tablet su cui è visualizzata l'interfaccia della scala dei 'Tre Cerchi' digitali per la regolazione emotiva. I cerchi (rosso, blu, verde) sono chiaramente visibili e uno di essi viene ridimensionato. Macro lens, 85mm, high detail, precise focusing, controlled lighting, con un leggero bokeh sullo sfondo per enfatizzare l'interazione.

Emozioni in Cerchio: La Nuova Frontiera Digitale per Capirle (e Gestirle!)

Ammettiamolo, le emozioni sono un bel groviglio, no? A volte ci sentiamo su di giri, altre volte giù di corda, e spesso facciamo fatica a capire cosa stia succedendo dentro di noi. Ma se vi dicessi che c’è un modo nuovo, super intuitivo e persino un po’ “tech” per fare luce su questo mondo interiore? Preparatevi, perché sto per parlarvi di una vera chicca: una scala digitale e interattiva basata sul modello dei “Tre Cerchi” per valutare come regoliamo le nostre emozioni. E sì, l’abbiamo messa alla prova!

Ma cosa sono questi “Tre Cerchi”? Un piccolo ripasso

Prima di tuffarci nel digitale, facciamo un passo indietro. Avete mai sentito parlare della Compassion Focused Therapy (CFT)? È un approccio terapeutico che sta riscuotendo un sacco di successo, e al suo cuore c’è un modello affascinante per capire la nostra regolazione emotiva: il modello tripartito, o appunto, dei “Tre Cerchi”.
Immaginate tre sistemi principali che lavorano dentro di noi:

  • Il Sistema della Minaccia (il cerchio rosso): È il nostro campanello d’allarme. Si attiva quando percepiamo un pericolo, fisico o sociale che sia. Pensate a emozioni come paura, ansia, rabbia, disgusto. Fisiologicamente, è legato all’attivazione del sistema nervoso simpatico (quello che ci prepara all’azione, tipo “lotta o fuggi”). Se questo sistema è iperattivo, beh, non è il massimo per la nostra salute mentale.
  • Il Sistema della Spinta (il cerchio blu): Questo è il motore che ci spinge a cercare risorse, a raggiungere obiettivi, a soddisfare i nostri bisogni (cibo, successo, relazioni). Ci regala emozioni come eccitazione, felicità, gioia. Anche lui, a livello fisiologico, tende ad attivare il sistema simpatico. Un eccesso qui, però, può portare a sintomi simili all’ipomania o a un burnout se lo usiamo per compensare troppo il sistema della minaccia.
  • Il Sistema del Conforto (il cerchio verde): Ah, finalmente un po’ di pace! Questo sistema è legato al recupero, al sentirsi al sicuro, calmi, contenti. È diverso dagli altri due perché si associa all’attività del sistema nervoso parasimpatico (quello del “riposa e digerisci”), spesso misurato con la variabilità della frequenza cardiaca (HRV). È il sistema della compassione, che ci aiuta a regolare gli altri due.

Questi sistemi possono essere attivati da stimoli esterni (un rumore forte, la vista di un dolce, un abbraccio) ma anche interni, come i nostri pensieri e le nostre fantasie. Ecco perché rimuginare può tenerci nel cerchio rosso, mentre pensare con auto-compassione può attivare quello verde.

Il problema: misurare l’invisibile (o quasi)

Finora, per studiare questi sistemi, ci siamo affidati principalmente a misurazioni fisiologiche (costose e complesse) o a questionari self-report. Questi ultimi, pur utili, spesso usano misure “proxy” delle emozioni e non colgono direttamente l’interattività tra i sistemi. Immaginate di dover descrivere a parole quanto è “grande” il vostro sistema della minaccia rispetto a quello del conforto in questo momento. Non è facile, vero?
Nella pratica clinica della CFT, spesso si chiede ai pazienti di disegnare questi tre cerchi, con dimensioni che riflettono quanto sentono dominante ciascun sistema. È un metodo veloce, coinvolgente e non richiede chissà quale abilità linguistica. Ma mancava uno strumento standardizzato che lo traducesse in dati misurabili. Ed è qui che entriamo in gioco noi!

Una persona che interagisce con un tablet su cui sono visualizzati tre cerchi colorati (rosso, blu, verde) di diverse dimensioni, rappresentanti i sistemi emotivi. Prime lens, 35mm, depth of field, luce naturale che illumina lo schermo e le mani dell'utente.

La nostra idea: i “Tre Cerchi” diventano digitali!

Abbiamo pensato: perché non trasformare questa pratica clinica così utile in uno strumento digitale, interattivo e standardizzato? Così è nata la Three Circles Digital Scale (potete anche provarla in demo, è fichissima!).
Con questa scala, le persone possono visualizzare i tre sistemi e ridimensionare i cerchi in base a come li percepiscono. Il punteggio di ogni sistema non è assoluto, ma relativo alla dimensione degli altri. Questo è cruciale, perché il modello dei Tre Cerchi si basa proprio su come questi sistemi interagiscono e si bilanciano (o sbilanciano) tra loro. In più, c’è un video introduttivo che spiega bene la relazione tra emozioni e motivazioni, per aiutare le persone a valutare l’esperienza completa.
L’obiettivo del nostro studio era proprio validare psicometricamente questa nuova scala. Volevamo vedere se fosse affidabile e se misurasse davvero quello che dice di misurare.

Cosa abbiamo fatto? La ricerca in pillole

Abbiamo coinvolto un bel gruppo di giovani adulti (311 per la precisione, tra i 18 e i 24 anni). Gli abbiamo chiesto di compilare la nostra scala digitale dei Tre Cerchi, sia pensando a come si sentivano “in quel momento” sia “nell’ultima settimana”. Poi, per confrontare, gli abbiamo fatto compilare anche questionari tradizionali che misurano:

  • Stati affettivi attuali e retrospettivi (raggruppati in emozioni di minaccia, spinta e conforto).
  • Disagio psicologico (depressione, ansia, stress).
  • Difficoltà nella regolazione emotiva.

La nostra ipotesi? Che la dimensione relativa di ogni cerchio sulla nostra scala digitale corrispondesse alle emozioni misurate dai questionari tradizionali (validità convergente). Per esempio, un cerchio rosso più grande doveva associarsi a punteggi più alti nelle emozioni di minaccia. E, ovviamente, che un cerchio rosso grande si associasse negativamente a emozioni di conforto (e viceversa). Per la validità divergente, ci aspettavamo poca o nessuna associazione tra sistemi non direttamente opposti (tipo spinta e conforto, che sono entrambi positivi ma con basi fisiologiche diverse).
Inoltre, pensavamo che una maggiore dominanza del cerchio rosso predicesse più difficoltà emotive e disagio clinico, mentre una maggiore dominanza del cerchio verde avesse un effetto protettivo. Infine, abbiamo ipotizzato che uno squilibrio generale tra i cerchi fosse predittivo di disagio.
Per la ciliegina sulla torta, abbiamo fatto un secondo studio su 90 partecipanti per verificare l’affidabilità test-retest: hanno compilato la scala due volte a distanza di una settimana.

E i risultati? Parliamo di scoperte!

Allora, tenetevi forte: le nostre previsioni sono state in gran parte confermate!
La dimensione dei cerchi sulla nostra scala digitale era significativamente associata alle rispettive emozioni misurate con i test tradizionali. Cerchio rosso grande? Più emozioni di minaccia. Cerchio verde grande? Più emozioni di conforto. E così via. Questo sia per le emozioni “del momento” sia per quelle “dell’ultima settimana”. Bingo per la validità convergente!
Abbiamo anche visto che la dominanza del cerchio della minaccia era negativamente associata alle emozioni di conforto, e viceversa, come ci aspettavamo. Questo dimostra che la scala coglie bene la natura relazionale dei sistemi.
Un dato interessante: la dominanza del cerchio della minaccia era un buon predittore di maggiori difficoltà nella regolazione emotiva e di disagio psicologico (stress, ansia, depressione). Al contrario, una maggiore dominanza del cerchio del conforto era associata a minori difficoltà e disagio. Questo è un punto cruciale per la validità clinica!
L’unica cosa che non è andata proprio come pensavamo riguarda l'”squilibrio” generale tra i cerchi. Non sembrava essere un predittore così forte del disagio psicologico. Forse, più che un equilibrio statico perfetto, conta la capacità di attivare il sistema del conforto per regolare quello della minaccia.
L’affidabilità test-retest? Buona! I punteggi erano abbastanza stabili nel tempo, soprattutto per le valutazioni “del momento”.

Un grafico stilizzato che mostra correlazioni positive e negative tra i tre cerchi colorati e misure di benessere psicologico. Wide-angle, 24mm, sharp focus, con elementi grafici chiari e moderni.

Perché questa scala è una piccola rivoluzione?

Ok, direte voi, ma a che serve tutto questo? Beh, le implicazioni sono tantissime!

  • Per i terapeuti CFT (e non solo!): È uno strumento di valutazione rapido, coinvolgente e visivo. Può aiutare a formulare il caso, a monitorare i progressi in terapia. Immaginate di fare un “check-in dei Tre Cerchi” prima e dopo un esercizio di mindfulness o compassione. Fantastico, no? E dato che la regolazione emotiva è centrale in quasi tutte le terapie, potrebbe essere utile in molti approcci.
  • Per i pazienti: È un modo de-colpevolizzante per parlare delle proprie emozioni. Invece di dire “sono sempre arrabbiato”, si può dire “il mio cerchio rosso è molto grande ultimamente”. È più accessibile, specialmente per chi fa fatica con il linguaggio emotivo o si vergogna delle proprie emozioni.
  • Per la ricerca: Finalmente abbiamo uno strumento che misura direttamente il modello teorico della CFT! Questo può aiutarci a capire meglio i meccanismi di cambiamento in terapia.
  • Oltre la terapia: Pensate alle scuole, agli ospedali, ai luoghi di lavoro, allo sport… Ovunque l’esperienza emotiva sia importante, questa scala potrebbe offrire un linguaggio comune e un modo per aumentare la consapevolezza emotiva.

In un mondo con una crescente domanda di supporto per la salute mentale e difficoltà di accesso ai professionisti, uno strumento digitale, a basso costo, breve e accessibile come questo ha un potenziale enorme.

Certo, non è tutto oro quello che luccica (ancora)

Siamo super entusiasti, ma siamo anche scienziati, quindi l’onestà prima di tutto. Il nostro studio ha delle limitazioni:

  • Il campione era composto da studenti universitari di psicologia, principalmente da contesti “WEIRD” (Western, Educated, Industrialized, Rich, Democratic). Servono studi su popolazioni più diverse.
  • Non abbiamo incluso persone daltoniche, data la natura cromatica dei cerchi. Bisognerà pensare a versioni alternative.
  • Come detto, la variabile “squilibrio” non si è rivelata così predittiva come speravamo.
  • Non abbiamo misurato direttamente la fisiologia (tipo HRV) o costrutti chiave della CFT come l’autocompassione o la vergogna.

Quindi, c’è ancora lavoro da fare! Future ricerche dovranno esplorare questi aspetti, testare la scala su popolazioni cliniche e magari integrare misurazioni fisiologiche.

Il futuro è circolare (e digitale!)

Nonostante le limitazioni, i risultati sono davvero promettenti. La Scala Digitale dei Tre Cerchi si è dimostrata una misura affidabile, valida e accessibile dei sistemi emotivi centrali nella CFT. È più coinvolgente e meno pesante dei questionari tradizionali, il che la rende ideale per un sacco di persone, specialmente quelle che potrebbero avere difficoltà con test lunghi o complessi.
Credo davvero che strumenti come questo possano fare la differenza, aiutandoci a comprendere meglio il complesso e affascinante mondo delle nostre emozioni, un cerchio alla volta. E chissà, magari un giorno, controllare i nostri “Tre Cerchi” diventerà naturale come controllare il meteo sul telefono!

Fonte: Springer

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