Morso Aperto Anteriore Grave? La Griglia Linguale e le Estrazioni Possono Fare Miracoli!
Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di una sfida affascinante che noi professionisti del sorriso affrontiamo spesso: il morso aperto anteriore. Si tratta di una di quelle malocclusioni che non solo impattano sulla funzione masticatoria e sull’estetica, ma possono anche influenzare la serenità degli adolescenti. E sapete una cosa? Spesso, dietro a questo problema, ci sono delle abitudini viziate che, se non intercettate in tempo, possono davvero complicare le cose.
Il Morso Aperto Anteriore: Un Nemico Insidioso
Ma cos’è esattamente questo morso aperto anteriore (o AOB, come lo chiamiamo in gergo)? Immaginate di chiudere la bocca, con i denti posteriori che si toccano perfettamente, ma… sorpresa! Gli incisivi superiori e inferiori non si sovrappongono verticalmente, lasciando uno spazio aperto davanti. È più comune di quanto si pensi, riguardando circa il 16.5% dei bambini e adolescenti.
Le cause possono essere diverse: problemi dentali, anomalie scheletriche, ma molto spesso c’entrano le cattive abitudini orali. Pensate alla suzione del dito o alla spinta della lingua contro i denti. Questi comportamenti, se protratti, sono dei veri e propri fattori di rischio. Per questo, soprattutto nei più giovani, intervenire precocemente per bloccare queste abitudini è fondamentale per permettere un corretto sviluppo del sistema masticatorio.
Quando le Cattive Abitudini Mettono lo Zampino
Diciamocelo, eliminare abitudini come la spinta linguale durante un trattamento ortodontico è cruciale. Se non lo si fa, correggere il morso aperto diventa un’impresa ardua e il rischio che il problema si ripresenti dopo la terapia (la cosiddetta recidiva) è altissimo. Pensate che nei pazienti con abitudini di suzione non nutritiva (come il dito), la prevalenza del morso aperto schizza al 41.15%, quasi il triplo rispetto alla media!
Fortunatamente, abbiamo degli strumenti per contrastare queste abitudini. Tra i più usati ci sono gli speroni adesivi, le griglie linguali fisse o rimovibili. La griglia linguale, in particolare, ha dimostrato un’ottima efficacia. L’importante è progettarla su misura, tenendo conto della posizione della lingua, dello stato di eruzione dei denti e della forma delle arcate. Solo così può dare il massimo.

Il Nostro “Caso Studio”: Un Ragazzo, un Morso Aperto e Tanta Determinazione
Voglio raccontarvi di un caso che abbiamo seguito: un ragazzo di 13 anni arrivato da noi perché non riusciva a mordere con i denti davanti. Il suo morso aperto era di ben 6 mm! Oltre a questo, presentava una malocclusione di Seconda Classe (con la mandibola leggermente indietro rispetto alla mascella) e, parlando con lui e i genitori, abbiamo scoperto una storia di suzione del pollice frequente e una spinta abituale della lingua in avanti, sia a riposo che durante la deglutizione (il cosiddetto pattern di deglutizione infantile). In pratica, la sua lingua si metteva sempre tra gli incisivi superiori e inferiori. Fortunatamente, non c’era familiarità per problemi simili.
Dalle foto e dalle radiografie, abbiamo notato un profilo leggermente convesso, una buona igiene orale (anche se migliorabile), ma questa lingua “invadente” tra i denti. Le arcate dentali erano un po’ strette, specialmente quella superiore, e c’era anche un dente (#25) incluso (cioè non erotto e bloccato nell’osso) e un dente in più (sovranumerario) vicino alla radice di un premolare inferiore (#44). L’analisi cefalometrica (uno studio delle misure della testa su una radiografia laterale) ha confermato la Seconda Classe scheletrica e una tendenza alla crescita verticale (iperdivergente), ma senza una vera e propria tendenza scheletrica al morso aperto. L’altezza delle ossa alveolari posteriori era normale, mentre l’eruzione degli incisivi era insufficiente. Gli incisivi, sia sopra che sotto, erano inclinati in avanti (protrusi).
La Strategia Vincente: Griglia Linguale ed Estrazioni Mirate
Considerando le cause (le abitudini!) e la situazione clinica, abbiamo valutato diverse opzioni. Una era usare mini-impianti per “intrufolare” i molari superiori, ma lo spazio era limitato e l’altezza dell’osso posteriore era già normale. Inoltre, in un ragazzo così giovane, gli impianti potevano essere meno stabili e richiedevano un intervento invasivo aggiuntivo. Abbiamo scartato anche l’idea di risolvere tutto solo allungando i denti anteriori, perché il morso aperto era troppo severo.
La scelta migliore ci è sembrata quella di combinare più meccanismi:
- Utilizzare una griglia linguale fissa (incollata ai molari superiori) fin da subito per bloccare meccanicamente la suzione del dito e la spinta della lingua. Abbiamo progettato una griglia che si estendesse verticalmente per coprire tutta l’area del morso aperto, impedendo alla lingua di interporsi.
- Estrarre i quattro secondi premolari (due sopra e due sotto). Questo ci avrebbe dato lo spazio necessario per allineare correttamente i denti anteriori e permettere ai denti posteriori di avanzare leggermente, abbassando il “fulcro” masticatorio e favorendo una rotazione della mandibola in senso antiorario (utile per migliorare la Seconda Classe).
- Utilizzare un apparecchio fisso con attacchi autoleganti (sistema Damon) per espandere l’arcata superiore e allineare i denti.
Ovviamente, abbiamo anche insistito molto sull’igiene orale e pianificato l’estrazione dei denti del giudizio e del dente sovranumerario a fine trattamento.

Passo Dopo Passo: Il Percorso Verso il Sorriso
Abbiamo iniziato incollando l’apparecchio e la griglia linguale contemporaneamente all’estrazione dei premolari. Già dopo un mese, grazie all’azione dell’arco ortodontico e al blocco meccanico della griglia, il morso aperto ha iniziato a migliorare visibilmente. Dopo circa un anno, il ragazzo aveva smesso di succhiare il dito e la lingua si era abituata a stare nella posizione corretta. Il morso si era quasi normalizzato!
A quel punto, abbiamo rimosso la griglia linguale e continuato il trattamento per chiudere gli spazi delle estrazioni e rifinire l’occlusione. Abbiamo usato archi particolari ed elastici verticali tra le arcate per aiutare a mantenere il morso chiuso e favorire l’eruzione controllata degli anteriori e un leggero movimento in avanti dei posteriori. Abbiamo anche usato elastici obliqui per centrare perfettamente le linee mediane.
Dopo 35 mesi di trattamento attivo, avevamo raggiunto tutti gli obiettivi!
Risultati Che Parlano da Soli
Il risultato finale è stato fantastico: un’occlusione di Prima Classe, con i denti che ingranavano perfettamente, un overbite (la sovrapposizione verticale) e un overjet (la distanza orizzontale) normali, arcate ben coordinate e, non meno importante, un’estetica del viso e del sorriso decisamente migliorata. Le radiografie post-trattamento hanno confermato il buon parallelismo delle radici, la chiusura degli spazi estrattivi e l’assenza di danni alle radici. La sovrapposizione delle analisi cefalometriche pre e post-trattamento ha mostrato chiaramente l’arretramento e l’allungamento degli incisivi, l’avanzamento dei molari e la benefica rotazione antioraria della mandibola.
Mantenere la Conquista: L’Importanza della Contenzione
Finire il trattamento è solo metà del lavoro, soprattutto in casi come questo con una forte componente abitudinaria. Per mantenere i risultati, abbiamo progettato due tipi di apparecchi di contenzione:
- Un apparecchio mobile tipo Hawley modificato per l’uso diurno.
- Un altro apparecchio mobile, simile ma con una piccola griglia linguale saldata, da usare solo di notte. Questo per evitare che, inconsciamente, la lingua tornasse a spingere contro i denti durante il sonno, vanificando gli sforzi fatti.
La stabilità a lungo termine è la vera sfida nel morso aperto. Studi indicano che l’estrazione può favorire una maggiore stabilità rispetto ai trattamenti senza estrazioni. La contenzione verticale è particolarmente critica. Dopo 17 mesi dalla fine del trattamento attivo, i risultati erano ancora perfettamente stabili, e questo ci fa ben sperare per il futuro.

Insomma, questo caso ci insegna ancora una volta quanto sia fondamentale, specialmente negli adolescenti con morso aperto, capire bene la causa del problema (l’eziologia) ed eliminarla. Combinare diverse strategie, come bloccare le abitudini viziate con una griglia linguale e creare spazio con estrazioni mirate, può portare a risultati eccellenti, ripristinando funzione ed estetica. E, naturalmente, non bisogna mai dimenticare di monitorare la crescita e di pianificare una contenzione attenta per mantenere il sorriso conquistato nel tempo!
Fonte: Springer
