Skyline futuristico di una città cinese all'alba, grandangolo 12mm, con edifici eco-sostenibili ricoperti di verde, turbine eoliche in lontananza e un fiume pulito che riflette il cielo, long exposure per nuvole soffici, sharp focus, simboleggiando la trasformazione low-carbon su larga scala.

Rivoluzione Verde in Cina: Come le Città Guidano la Trasformazione Low-Carbon

Ciao a tutti! Oggi voglio portarvi con me in un viaggio affascinante nel cuore di una delle trasformazioni più imponenti del nostro tempo: quella low-carbon delle città cinesi. Sì, parliamo della Cina, il gigante asiatico, il più grande paese in via di sviluppo e, diciamocelo, anche uno dei maggiori emettitori di CO2 al mondo. Ma proprio per questo, capire come le sue città stanno affrontando la sfida climatica è fondamentale, non solo per loro, ma per l’intero pianeta.

Il riscaldamento globale non è più una minaccia lontana, è una realtà pressante. Ridurre le emissioni di gas serra è diventato un imperativo categorico, specialmente per i paesi in via di sviluppo che si trovano spesso a dover bilanciare la crescita economica con la tutela dell’ambiente. Un equilibrio difficile, credetemi. La Cina, con la sua crescita economica vertiginosa degli ultimi decenni, si trova proprio al centro di questo dilemma. Il vecchio modello di sviluppo “estensivo” ha portato benessere, ma anche un conto salato in termini di emissioni.

La Sfida Cinese e la Necessità di Misurare

Pensate che nel 2022, le emissioni globali di CO2 hanno superato i 36,8 miliardi di tonnellate, e la Cina ne ha rappresentato una fetta enorme, quasi 11,5 miliardi! Di fronte a questi numeri, il governo cinese ha preso impegni seri: raggiungere il picco delle emissioni e poi la neutralità carbonica. Belle parole, ma come si traducono in pratica? E soprattutto, come possiamo misurare se questa trasformazione sta avvenendo davvero e in modo efficace nelle diverse regioni?

Ecco dove entra in gioco la ricerca accademica. Non basta guardare solo all’intensità delle emissioni (quanta CO2 si produce per unità di PIL) o alle emissioni totali. Una città low-carbon è un sistema complesso che include economia, società, energia e ambiente. Misurare la trasformazione richiede uno sguardo più ampio. Studi precedenti si sono concentrati molto sullo “sviluppo low-carbon”, ma pochi hanno analizzato la “trasformazione low-carbon” in modo completo, considerando sia gli aspetti ambientali che quelli della transizione economica (come l’innovazione verde, la finanza green, il capitale umano).

Inoltre, molte ricerche si sono fermate a livello provinciale o hanno esaminato solo poche città. Noi, invece, abbiamo voluto fare un quadro più completo, analizzando ben 209 città cinesi a livello di prefettura tra il 2011 e il 2019. Volevamo capire non solo *come* stanno cambiando, ma anche *dove* e *perché*, tenendo conto delle enormi differenze tra le varie zone del paese.

Costruire l’Indice della Trasformazione

Per farlo, abbiamo costruito un sistema di valutazione ad hoc. Immaginate una sorta di “pagella” della trasformazione low-carbon, basata su due macro-aree:

  • Sviluppo Low-Carbon: Qui abbiamo considerato indicatori come l’intensità delle emissioni di carbonio, l’inquinamento ambientale (PM2.5, acque reflue industriali, emissioni di polveri sottili), l’efficienza energetica e l’attenzione dei governi e del pubblico ai temi “verdi” (analizzando i report governativi e le ricerche online!).
  • Trasformazione Economica: Questa parte guarda alla crescita economica (PIL pro capite, tasso di crescita), alla trasformazione industriale (peso del settore terziario), all’innovazione verde (numero di brevetti green), alla trasformazione finanziaria (finanza verde, inclusione finanziaria digitale) e al capitale umano (livello di istruzione, occupati in settori high-tech).

Combinando questi 15 indicatori (alcuni positivi, altri negativi ovviamente) con un metodo statistico chiamato “metodo dell’entropia”, abbiamo calcolato un indice composito di trasformazione low-carbon per ogni città e per ogni anno.

Fotografia aerea, wide-angle 15mm, di una moderna metropoli cinese al tramonto, grattacieli illuminati mescolati a estesi parchi urbani verdi, long exposure per scie luminose del traffico sottostante, sharp focus su tutta la scena, colori caldi del tramonto, simboleggiando la complessa ma progressiva trasformazione low-carbon urbana.

I Risultati: Cosa Abbiamo Scoperto?

E i risultati? Preparatevi, perché sono davvero illuminanti!

1. La Trasformazione Accelera (ma non ovunque allo stesso modo):
Dal 2011 al 2019, l’indice medio di trasformazione low-carbon delle città cinesi è aumentato costantemente, passando da 0.0538 a 0.0966. Questo significa che, in generale, la Cina sta facendo progressi significativi. Ma la velocità non è la stessa dappertutto. La regione orientale, quella economicamente più sviluppata, corre più veloce. Sorprendentemente, però, la regione occidentale mostra risultati migliori di quella centrale. Questo probabilmente grazie agli sforzi del governo per promuovere l’ecologia, ma anche a meccanismi di mercato come i programmi pilota di scambio di quote di emissione e le zone pilota low-carbon.

2. Macchie di Leopardo e Poli d’Eccellenza:
La trasformazione non è uniforme sul territorio. Si notano chiaramente delle caratteristiche di agglomerazione regionale. Le aree con i punteggi più alti sono concentrate nelle zone economicamente più vitali: la regione di Pechino-Tianjin, il Delta del Fiume Yangtze e il Delta del Fiume delle Perle. Qui l’economia low-carbon è più sviluppata e l’efficienza energetica migliora costantemente.
A livello di singole città, spiccano le “first tier cities” (Pechino, Shanghai, Guangzhou, Shenzhen), ma anche altre grandi città come Nanchino, Hangzhou, Jinan, Wuhan, Xi’an, Taiyuan, Lanzhou, Chengdu e Changsha. Queste città hanno basi economiche più solide, infrastrutture energetiche migliori, strutture industriali più razionali e livelli più alti di innovazione verde e capitale umano. Inoltre, avendo un livello amministrativo più elevato, attirano più risorse e supporto politico.

3. Sviluppo Low-Carbon vs. Trasformazione Economica: Due Velocità Diverse:
Se scomponiamo l’indice, vediamo che lo sviluppo low-carbon (riduzione emissioni, ambiente, etc.) è migliorato costantemente ovunque. Anzi, dal 2013 la regione occidentale ha superato quella orientale in questo specifico aspetto, forse grazie a politiche mirate e a un punto di partenza diverso.
La trasformazione economica (innovazione, finanza green, etc.), invece, vede la regione orientale nettamente in testa. Le regioni centrale e occidentale faticano di più a sganciarsi da modelli economici basati su risorse ed energia, dipendendo ancora molto dalle industrie tradizionali. Qui c’è ancora molta strada da fare per accelerare la transizione.

I Fattori Chiave: Cosa Spinge (o Frena) la Trasformazione?

Ma quali sono i motori e i freni di questa trasformazione? Abbiamo usato un modello statistico avanzato (il GTWR, Geographically and Temporally Weighted Regression) che ci permette di vedere come l’impatto dei diversi fattori cambi nello spazio e nel tempo. Ecco i risultati più succosi:

  • Densità di Popolazione (+): Generalmente positiva. Man mano che la qualità dello sviluppo migliora, la concentrazione di persone favorisce l’aggregazione di capitale fisico e umano, stimola l’innovazione e migliora l’efficienza nell’uso delle risorse. L’effetto è più marcato nelle aree già densamente popolate come Shandong, Jiangsu e Shanghai.
  • Investimenti Diretti Esteri (IDE) pro capite (+): Prevalentemente positivi e con un impatto crescente nel tempo. Sembra prevalere l'”effetto alone di tecnologia” (pollution halo): gli IDE portano tecnologie e management avanzati che migliorano l’efficienza e promuovono la trasformazione. Inizialmente l’effetto era più forte nelle aree meno sviluppate (effetto marginale decrescente), ma col tempo le aree costiere orientali ne hanno beneficiato di più, superando il rischio iniziale dell'”effetto paradiso dell’inquinamento” (pollution haven).
  • Politica Pilota Low-Carbon (+): Decisamente positiva e con effetto crescente. Queste politiche (iniziate nel 2010) accelerano la transizione energetica, ottimizzano la struttura industriale e aumentano l’innovazione. Funzionano!
  • Investimenti in Capitale Fisso pro capite (+/-): Impatto inizialmente positivo (effetto scala, miglioramento efficienza), ma tende a indebolirsi o diventare negativo nel tempo. Superata una certa soglia, ulteriori investimenti, specie se in industrie pesanti e inquinanti (come successo nel Nord-Est e Shandong nel 2019), possono frenare la trasformazione.
  • Essere una Città Basata sulle Risorse (-): Impatto costantemente negativo. Queste città, con industrie pesanti e dipendenza dai combustibili fossili, faticano enormemente a cambiare modello di sviluppo. La loro trasformazione è una sfida enorme.
  • Stato delle Infrastrutture (strade) (-): Impatto quasi sempre negativo e crescente. La costruzione di strade genera emissioni dirette e indirette (più trasporti, più consumo energetico). Un eccesso di infrastrutture stradali sembra ostacolare la trasformazione low-carbon.
  • Obiettivi di Crescita del PIL (-): Impatto quasi sempre negativo e in forte aumento. La pressione per raggiungere target di crescita elevati spinge i governi locali a rilassare le normative ambientali, supportare industrie inquinanti e rimandare la trasformazione industriale. Un chiaro conflitto tra crescita quantitativa e qualitativa/sostenibile.

Fotografia macro, 90mm lens, di una mano che cura una piccola piantina verde che cresce da un letto di monete cinesi scintillanti, precise focusing sulla piantina, controlled lighting per evidenziare i dettagli, high detail, sfondo leggermente sfocato, simboleggiando l'investimento diretto estero (FDI) e il finanziamento green come motori della trasformazione low-carbon.

Chi Comanda il Gioco? I Fattori Dominanti nel Tempo

Analizzando quale fattore avesse l’impatto (positivo o negativo) più forte in termini assoluti, abbiamo visto un’evoluzione interessante:

  • 2011: Il fattore dominante quasi ovunque era l’investimento in capitale fisso pro capite. L’economia cinese era ancora fortemente trainata dagli investimenti.
  • 2015: L’IDE pro capite diventa il fattore dominante nella maggior parte delle regioni, segno della crescente apertura e integrazione internazionale. Nelle regioni orientali e centrali, anche la densità di popolazione emerge come fattore chiave, sottolineando l’importanza crescente del capitale umano e dell’agglomerazione qualificata. L’investimento fisso rimane però cruciale nell’Ovest.
  • 2019: L’IDE pro capite si conferma fattore dominante stabile. Ma emerge con forza anche l’obiettivo di crescita del PIL (con il suo impatto negativo), indicando che la tensione tra crescita economica e sostenibilità si è acuita.

Fotografia in stile film noir, 35mm prime lens, di una vecchia ciminiera industriale in mattoni scuri che emette un filo di fumo, giustapposta a un moderno pannello solare lucido in primo piano, black and white film look, high contrast, depth of field che mette a fuoco entrambi gli elementi, simboleggiando il conflitto tra l'eredità industriale e la necessaria transizione energetica low-carbon.

Lezioni Cinesi per il Mondo (e per la Cina stessa)

Questa analisi dettagliata non è solo un esercizio accademico. Offre spunti preziosi. La Cina, con le sue enormi differenze regionali, è quasi un microcosmo dei paesi in via di sviluppo a diversi stadi di industrializzazione.

Le lezioni apprese possono essere utili altrove:

  • Non esiste una ricetta unica: Le politiche devono essere adattate alle condizioni locali. Ciò che funziona nell’Est della Cina (focus su innovazione, finanza green) potrebbe non essere la priorità nell’Ovest (dove serve ancora ottimizzare l’industria e l’efficienza energetica). Similmente, paesi in fasi diverse di sviluppo avranno esigenze diverse.
  • Gestire gli investimenti con saggezza: Gli investimenti fissi non sono sempre la soluzione. Paesi nelle prime fasi di industrializzazione dovrebbero controllare la scala degli investimenti, puntare sull’efficienza e usare incentivi fiscali per le industrie emergenti, come fatto nell’Ovest cinese. Paesi più avanzati possono sfruttare meglio l’effetto scala, magari creando zone di sviluppo high-tech.
  • Attenzione agli obiettivi di crescita: Fissare target di PIL irrealistici può sabotare la transizione verde. È cruciale puntare sulla qualità della crescita e sulla sostenibilità ambientale.
  • Il ruolo degli IDE: Attrarre IDE di qualità, proteggendo la proprietà intellettuale e favorendo lo spillover tecnologico, è fondamentale.
  • Trasformare le città basate sulle risorse: È una sfida dura ma necessaria. Richiede diversificazione economica, ottimizzazione energetica e integrazione di energie pulite.
  • Le politiche pilota funzionano: Implementare riforme in aree selezionate e poi estendere le pratiche di successo è una strategia valida.

In Conclusione: Una Trasformazione Complessa ma Necessaria

Il viaggio nella trasformazione low-carbon delle città cinesi ci mostra un quadro complesso, fatto di progressi notevoli ma anche di sfide persistenti e grandi disparità regionali. La buona notizia è che la trasformazione è in atto e sta accelerando. La sfida è renderla più equilibrata, profonda e veloce.

Le politiche devono essere sempre più mirate, tenendo conto delle specificità locali e dell’impatto eterogeneo dei diversi fattori. Ottimizzare l’ambiente di business per attrarre IDE di qualità, gestire con attenzione gli investimenti infrastrutturali, fissare obiettivi di crescita realistici e sostenibili, e continuare a investire in innovazione e capitale umano sembrano essere le chiavi per il futuro.

E queste lezioni, nate dall’esperienza cinese, possono davvero offrire una bussola preziosa per tanti altri paesi che stanno intraprendendo lo stesso, difficile ma fondamentale, cammino verso un futuro più sostenibile.

Fonte: Springer

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