Photorealistic image: Una tazza di tisana fumante alle erbe posta accanto a una piccola pila di erbe essiccate su un tavolo di legno rustico. Obiettivo macro, 70mm, messa a fuoco precisa sulle foglie di tè e sul vapore. Illuminazione calda e controllata che crea un'atmosfera invitante ma leggermente misteriosa, suggerendo i potenziali elementi nascosti discussi.

Tisane Dimagranti: Il Lato Oscuro Nascosto nella Tazza? Metalli Pesanti Sotto la Lente!

Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di un argomento che tocca molti di noi: le tisane dimagranti. Chi non ha mai pensato di dare una spintarella al metabolismo con un infuso “naturale”? Sembra l’idea perfetta: qualcosa di buono, caldo, che profuma di erbe e promette di aiutarci a perdere peso. Ma siamo sicuri che sia tutto oro quello che luccica? O meglio, tutto *verde* quello che bolle? Recentemente mi sono imbattuto in uno studio che mi ha fatto riflettere parecchio, e voglio condividerlo con voi. Parliamo di elementi potenzialmente tossici, i cosiddetti metalli pesanti, che potrebbero nascondersi proprio in quelle bustine che ci sembrano così innocue.

Il Problema: Quando la Natura Nasconde Insidie

Partiamo da un presupposto: l’obesità e il sovrappeso sono un problema serio, a livello globale e anche qui da noi. Si stima che causino milioni di morti ogni anno e siano collegati a malattie croniche come diabete, problemi cardiovascolari e persino alcuni tipi di cancro. È normale quindi cercare soluzioni, e le erbe medicinali, sotto forma di tisane, sono diventate popolarissime. Molti studi confermano che alcune piante possono effettivamente aiutare a ridurre l’appetito o migliorare il metabolismo dei grassi grazie ai loro composti bioattivi (flavonoidi, fenoli, ecc.).

Tutto bello, vero? Però, c’è un “ma”. La sicurezza di questi prodotti è una questione importante. Le piante assorbono sostanze dal terreno e dall’ambiente in cui crescono. E se l’ambiente è inquinato? Ecco che entrano in gioco loro: gli elementi potenzialmente tossici (EPT), come piombo (Pb), cadmio (Cd), arsenico (As) e mercurio (Hg). Questi metalli, anche a basse concentrazioni, non sono affatto amici della nostra salute. Possono causare un bel po’ di guai:

  • Problemi neurologici
  • Disfunzioni cardiache e renali
  • Danni al sistema immunitario
  • Malformazioni fetali
  • Aumento del rischio di cancro

Insomma, non proprio quello che cerchiamo in una bevanda “salutare”. L’inquinamento industriale, l’uso di fertilizzanti e altre attività umane hanno aumentato la presenza di questi metalli nell’ambiente, e le piante, purtroppo, li assorbono facilmente dalle radici accumulandoli poi nelle foglie e nei fiori che finiscono nelle nostre tazze.

Lo Studio Sotto la Lente: Cosa Hanno Scoperto?

Dei ricercatori hanno deciso di andare a fondo, analizzando cinque marche molto popolari di tisane dimagranti vendute in Iran (chiamiamole BR1, BR2, BR3, BR4, BR5). Ognuna di queste tisane era una miscela di diverse erbe medicinali. L’obiettivo era misurare la concentrazione di tre metalli specifici: Piombo (Pb), Cadmio (Cd) e Arsenico (As). Hanno usato una tecnica molto precisa chiamata spettrometria di assorbimento atomico con fornetto di grafite (GF-AAS, per gli amici).

Ma non si sono fermati qui. Hanno anche calcolato due indici di rischio importanti:

  1. Il Quoziente di Rischio (HQ – Hazard Quotient): per valutare il rischio di effetti negativi sulla salute non cancerogeni. Se HQ è minore di 1, il rischio è considerato trascurabile.
  2. Il Rischio Cancerogeno a Lungo Termine (LTCR – Lifetime Cancer Risk): per stimare la probabilità aggiuntiva di sviluppare un cancro a causa dell’esposizione a quella sostanza nel corso della vita. Valori sotto 1 su un milione (10⁻⁶) sono considerati trascurabili, tra 1 su un milione e 1 su diecimila (10⁻⁶ – 10⁻⁴) sono accettabili, sopra 1 su diecimila (10⁻⁴) sono inaccettabili.

Macro Shot, obiettivo da 85 mm, di foglie di tisane secche che si riversano da un piccolo sacco di tela su una superficie di legno rustica. L'illuminazione controllata evidenzia la consistenza e la varietà delle foglie, alcune che appaiono più scure che suggeriscono potenziali impurità. Dettagli elevati, concentrazione precisa.

I Risultati: Sorprese (e Preoccupazioni?) nella Tazza

E allora, cosa è venuto fuori da queste analisi? I risultati sono stati piuttosto interessanti e, per certi versi, un po’ preoccupanti. Vediamoli metallo per metallo:

Piombo (Pb): Qui arriva la prima nota dolente. Le concentrazioni più alte sono state trovate nelle marche BR4 (media 2.23 µg/g) e BR2 (media 2.11 µg/g). Sapete qual è il limite massimo raccomandato dall’OMS per il piombo nelle tisane secche? 1 µg/g. Questo significa che, in media, queste due marche (e anche BR1 e BR5, seppur in misura minore) superavano il limite. Solo BR3 si manteneva sotto la soglia. Il piombo non è un elemento essenziale e l’esposizione prolungata può creare problemi a vari organi e sistemi.

Cadmio (Cd): Il cadmio si è accumulato maggiormente nella marca BR1 (media 0.177 µg/g). Tuttavia, la buona notizia è che il limite OMS per il cadmio è 0.3 µg/g. Quindi, tutte le marche analizzate erano al di sotto di questo limite per quanto riguarda il cadmio. Il cadmio è tossico e può causare problemi ai reni, alle ossa e aumentare la pressione.

Arsenico (As): Anche per l’arsenico, i livelli erano generalmente bassi nella maggior parte dei campioni. La marca BR3 ha mostrato le concentrazioni medie più alte (0.092 µg/g), con un picco significativo in un campione specifico (circa 0.3 µg/g). Il limite OMS per l’arsenico è 0.1 µg/g. Quindi, in media, i livelli erano sotto lo standard, ma quel picco in BR3 fa pensare. L’arsenico è un noto cancerogeno (polmoni, pelle, reni…) e può causare anche altri problemi di salute.

È interessante notare come marche diverse accumulino metalli diversi: BR2 e BR4 sembrano “preferire” il piombo, BR1 il cadmio e BR3 l’arsenico. Questo dipende probabilmente dalla specifica miscela di erbe utilizzata in ciascuna marca e da dove queste erbe sono state coltivate.

Ma Allora, C’è Davvero un Rischio per la Salute?

Ok, abbiamo visto che alcuni livelli, soprattutto di piombo, possono superare i limiti raccomandati. Ma questo si traduce in un rischio concreto per noi consumatori? Qui entrano in gioco i calcoli di HQ e LTCR.

Rischio Non Cancerogeno (HQ): I risultati sono stati rassicuranti. Per tutti e tre i metalli (Pb, Cd, As), i valori di HQ calcolati erano molto inferiori a 1. Il valore più alto era per il piombo (circa 3 x 10⁻⁴), seguito da cadmio e arsenico (sotto 1 x 10⁻⁴). Questo suggerisce che, sulla base del consumo stimato in questo studio, il rischio di effetti avversi non cancerogeni immediati legati a questi metalli, bevendo queste tisane, è trascurabile. Un sospiro di sollievo!

Close-up, lenti macro 100mm, di una teiera in vetro trasparente da tosone a base di erbe. L'attenzione è acuta sulle foglie di tè vorticoso all'interno. La luce morbida e naturale illumina la scena. Alti dettagli catturano minuscole particelle sospese nel liquido di colore caldo, accennando agli elementi disciolti in discussione.

Rischio Cancerogeno (LTCR): E per il rischio a lungo termine, quello legato al cancro? Anche qui, le notizie sono tendenzialmente buone. Il cadmio ha mostrato il rischio potenziale più alto (circa 0.28 x 10⁻⁵, ovvero meno di 3 casi aggiuntivi su un milione di persone), mentre piombo e arsenico avevano rischi ancora più bassi (intorno a 10⁻⁸, praticamente zero). Tutti questi valori sono al di sotto della soglia di rischio trascurabile (10⁻⁶) definita dalle linee guida internazionali (come quelle dell’USEPA). Quindi, secondo questo studio, il consumo di queste specifiche tisane dimagranti non sembra comportare un rischio cancerogeno significativo.

Per essere ancora più sicuri, i ricercatori hanno usato anche una tecnica chiamata Simulazione Monte Carlo. È un modo per tenere conto delle incertezze (quanto tè beviamo esattamente? quanto pesiamo? quanto metallo c’è davvero in ogni singola bustina?). Anche con questa analisi più complessa, i risultati hanno confermato che i rischi (sia HQ che LTCR) rimangono molto bassi, ben al di sotto delle soglie di preoccupazione.

Tiriamo le Somme: Cosa Portarci a Casa?

Allora, che conclusione possiamo trarre da tutto questo? Da un lato, è confortante sapere che, almeno per le tisane analizzate in questo specifico studio, il rischio calcolato per la salute (sia cancerogeno che non) sembra essere minimo o trascurabile, nonostante la presenza, a volte superiore ai limiti, di metalli come il piombo.

Dall’altro lato, però, questo studio ci ricorda una cosa fondamentale: “naturale” non significa automaticamente “sicuro” o “privo di contaminanti”. Le piante assorbono ciò che trovano nell’ambiente, e se l’ambiente è inquinato, le sostanze tossiche possono finire nei prodotti che consumiamo. Il fatto che i livelli di piombo superassero i limiti in alcune marche è un campanello d’allarme.

Cosa fare, quindi? Non dobbiamo farci prendere dal panico, ma essere consumatori consapevoli. Questo studio sottolinea l’importanza cruciale di:

  • Controlli di qualità rigorosi: Le aziende produttrici devono monitorare attentamente le materie prime e i prodotti finiti per garantire che i livelli di contaminanti siano i più bassi possibile e conformi alle normative.
  • Monitoraggio costante: Le autorità sanitarie devono vigilare sul mercato e assicurarsi che i prodotti in vendita siano sicuri.
  • Trasparenza: Sarebbe utile avere più informazioni sull’origine delle erbe e sui controlli effettuati.

Noi, come consumatori, possiamo scegliere marche affidabili (anche se questo studio mostra che anche quelle popolari possono avere problemi) e magari variare i tipi di tisane che beviamo, per non esporci sempre alle stesse potenziali fonti di contaminazione.

Insomma, la prossima volta che preparate la vostra tisana dimagrante, pensateci un attimo. Godetevela pure, perché i rischi gravi sembrano bassi, ma ricordate che la vigilanza sulla sicurezza alimentare, anche per i prodotti “naturali”, è fondamentale. La ricerca e i controlli continui sono la nostra migliore garanzia per una tazza di benessere… davvero sicura!

Ambiente di laboratorio, natura morta, lente macro da 60 mm. Tubi di prova contenenti liquidi colorati diversi che rappresentano campioni di tè analizzati si fermano ordinatamente in una griglia di metallo su uno sfondo di laboratorio pulito e leggermente sfocato. Focus preciso sulle etichette (testo sfocato/generico). L'illuminazione controllata e dai toni freddi enfatizza l'aspetto dell'analisi scientifica e dei test di sicurezza.

Fonte: Springer

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