TikTok e Carie dei Bambini: Info Utile o Fuffa Digitale?
Ormai siamo onesti, chi di noi non passa ore sui social? E sempre più spesso, diciamocelo, li usiamo anche per cercare informazioni sulla salute. Tra un balletto e un video divertente, spuntano consigli medici, dritte per il benessere e, ahimè, anche un bel po’ di disinformazione. Recentemente mi sono imbattuto in uno studio davvero interessante che ha messo sotto la lente d’ingrandimento un tema cruciale: la carie della prima infanzia (ECC – Early Childhood Caries) e come viene raccontata su piattaforme popolarissime come TikTok e la sua versione cinese, Douyin.
Vi siete mai chiesti se quei brevi video che promettono soluzioni miracolose o spiegano malattie complesse in 60 secondi siano davvero affidabili? Beh, quando si parla della salute dei nostri bimbi, la domanda diventa ancora più pressante. E la carie nei più piccoli, credetemi, non è affatto uno scherzetto.
Ma cos’è esattamente questa ECC e perché dovrebbe preoccuparci?
La carie della prima infanzia è una delle malattie croniche più diffuse tra i bambini a livello mondiale. Non si tratta solo di un “buchetto” nel dente da latte. L’ECC può causare dolore intenso, infezioni (pulpiti, periodontiti periapicali) e, nei casi più gravi, portare addirittura all’estrazione dei dentini da latte. Questo, capite bene, ha ripercussioni non solo sulla salute orale, ma sul benessere generale del bambino e sulla sua qualità di vita. Pensate alle difficoltà nel mangiare, nel parlare, e persino nel dormire sonni tranquilli.
Le cause sono multifattoriali: igiene orale scarsa, abitudini alimentari scorrette (zuccheri a go-go!), ma anche fattori socio-economici e, udite udite, persino l’allattamento al seno, se protratto in certe modalità senza adeguate misure igieniche, può giocare un ruolo. La cosa frustrante è che molte di queste conseguenze potrebbero essere ridotte, se non evitate, con una prevenzione mirata e controlli dentistici precoci. Eppure, troppi genitori portano i figli dal dentista solo quando il danno è fatto.
E non finisce qui! A volte, persino i professionisti sanitari, come pediatri generalisti, potrebbero non avere tutte le conoscenze aggiornate sulla salute orale infantile e sulla gestione dell’ECC. C’è quindi un bisogno urgente di migliorare l’educazione sanitaria su questo tema a tutti i livelli della società.
TikTok e Douyin sotto la lente: lo studio nel dettaglio
Ed eccoci al punto: i social media. Con miliardi di utenti attivi mensilmente (TikTok da solo ne conta oltre un miliardo, Douyin supera i 740 milioni in Cina!), queste piattaforme hanno un potenziale enorme per la divulgazione sanitaria. I video brevi sono accattivanti, facili da fruire, e permettono un’interazione immediata. Ma la qualità? È qui che casca l’asino, o almeno, è quello che i ricercatori hanno voluto verificare.
Lo studio ha analizzato i primi 100 video per specifiche parole chiave (“Early childhood caries” in inglese e giapponese su TikTok, e l’equivalente cinese su Douyin) recuperati il 15 aprile 2024. L’obiettivo era valutare l’integrità, l’accuratezza e la qualità educativa di questi contenuti. Per farlo, hanno usato uno strumento chiamato DISCERN (16 domande per valutare l’affidabilità e la qualità delle informazioni sulle scelte terapeutiche) e una checklist personalizzata per misurare la completezza dei contenuti su epidemiologia, eziologia, sintomi, diagnosi, trattamento ed esiti della ECC.
Dopo una bella scrematura (video duplicati, senza audio, non pertinenti), sono rimasti 115 video utili all’analisi: 78 cinesi, 26 inglesi e 11 giapponesi. E i risultati? Beh, diciamo che c’è un po’ di tutto, ma con delle tendenze chiare.

I risultati: chi vince la sfida della qualità?
Una prima cosa che salta all’occhio è che i video cinesi su Douyin sembrano fare meglio. Hanno ottenuto punteggi DISCERN significativamente più alti (media 33.10) rispetto a quelli inglesi (29.54) e giapponesi (28.27) su TikTok. Questo suggerisce una maggiore affidabilità e qualità generale dell’informazione.
Analizzando chi pubblica questi video, si nota un’altra differenza interessante. In Cina, la stragrande maggioranza dei video (circa l’86%) proveniva da professionisti sanitari o organizzazioni, mentre su TikTok, per i video in inglese e giapponese, la percentuale di contenuti da utenti privati era molto più alta (40% e quasi 47% rispettivamente). E indovinate un po’? I video caricati da professionisti o enti sanitari su Douyin avevano punteggi DISCERN superiori, erano più completi e approfonditi.
C’è però un “ma” grande come una casa che riguarda tutti, indistintamente dalla lingua o dalla piattaforma. La maggior parte dei video, purtroppo, si concentra tantissimo su sintomi e trattamento della carie. Queste sezioni hanno ricevuto i punteggi più alti in termini di completezza del contenuto. E l’epidemiologia? Gli esiti a lungo termine? L’eziologia dettagliata? Praticamente il deserto. Sembra quasi che l’attenzione sia tutta sul “cosa fare quando il problema c’è già”, tralasciando aspetti fondamentali della prevenzione e della comprensione profonda del fenomeno.
Un altro dato curioso: nei video cinesi, c’era una correlazione positiva tra la durata del video e il punteggio DISCERN. Video più lunghi tendevano ad essere di qualità migliore. Per i video in inglese e giapponese su TikTok, questa correlazione non è emersa, forse anche perché erano mediamente molto più corti (media 29 secondi per l’inglese, 39 per il giapponese, contro i 72 secondi del cinese).
Perché queste differenze e cosa impariamo?
Viene da chiedersi come mai questa disparità. Una possibile spiegazione per la maggiore qualità dei video su Douyin potrebbe risiedere nelle policy della piattaforma stessa. Pare che TikTok (e quindi Douyin, essendo la sua versione cinese) abbia introdotto nel 2021 delle “Norme sulla gestione della pubblicazione di contenuti medici” che richiedono una revisione da parte di un team di professionisti per i contenuti medici pubblicati da istituzioni e medici certificati. Questo potrebbe fare una grossa differenza nel filtrare informazioni inaccurate o fuorvianti.
La lezione che porto a casa da questo studio è che, sebbene i social media abbiano un potenziale educativo enorme, dobbiamo navigare con cautela. Non tutta l’informazione è uguale, e quando si tratta della salute dei bambini, l’accuratezza è tutto. Affidarsi a video brevi, magari creati da utenti non qualificati, per questioni così delicate come la carie infantile, può essere rischioso. Si rischia di incappare in disinformazione che può interferire con la consapevolezza pubblica sulla malattia e persino scoraggiare i genitori dal cercare trattamenti appropriati.
È un peccato, perché la diagnosi della ECC è relativamente chiara e la prevenzione può fare miracoli. In Cina, ad esempio, c’è molta attenzione agli esami dentistici per i bambini, inclusi controlli di routine prima dell’iscrizione scolastica e sigillature gratuite dei solchi dei primi molari permanenti. Questo dimostra quanto sia sentita la necessità di educazione e prevenzione.

Il futuro dell’informazione sanitaria sui social: cosa possiamo fare?
Cosa ci dice tutto questo? Che c’è un bisogno disperato che più professionisti sanitari e istituzioni si mettano in gioco sulle piattaforme di video brevi. Devono farlo per migliorare la qualità dei contenuti e offrire risposte concrete ai problemi di salute delle persone. Dobbiamo incoraggiare i dentisti pediatrici, gli igienisti, le società scientifiche a creare video di alta qualità, affidabili, che bilancino la rilevanza del contenuto con la brevità richiesta dal formato, e che spingano i genitori verso screening e consulenze appropriate.
Certo, lo studio ha le sue limitazioni, come ammesso dagli stessi autori:
- Analisi limitata a tre lingue e alle prime 100 ricerche (potenziale bias di campionamento).
- Focus solo su TikTok/Douyin, altre piattaforme potrebbero dare risultati diversi.
- Valutazione basata su DISCERN e checklist, che hanno una componente di soggettività.
- I video sui social cambiano velocemente, quindi i risultati sono una fotografia di un momento specifico.
Nonostante ciò, il messaggio è forte e chiaro: quando cerchiamo informazioni sulla carie dei nostri figli (e sulla salute in generale) sui social, privilegiamo i contenuti creati da professionisti sanitari e istituzioni riconosciute. E per i professionisti, l’invito è a non lasciare campo libero alla disinformazione: create, condividete, educate!
Per migliorare davvero la situazione, servirebbe uno sforzo collaborativo: professionisti sanitari, istituzioni, decisori politici e le piattaforme social stesse dovrebbero lavorare insieme. L’obiettivo? Sfruttare al massimo il potenziale divulgativo dei video brevi, arginando al contempo la diffusione di contenuti fuorvianti o inefficaci. E per la ricerca futura, ampliare l’analisi ad altre piattaforme e lingue sarà fondamentale per avere un quadro sempre più preciso della qualità dell’educazione medica online.
Insomma, la prossima volta che scrollate su TikTok e vi imbattete in un video sulla salute dei dentini, fate un respiro profondo e chiedetevi: chi sta parlando? È una fonte autorevole? Le informazioni sono bilanciate? Perché la salute dei nostri piccoli merita solo il meglio, anche nell’era digitale!
Fonte: Springer
