Sangue Occulto nelle Feci e Lesioni Midollari: Un Test di Screening da Ripensare?
Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di un argomento un po’ delicato ma super importante, che tocca la salute di una parte specifica della popolazione: lo screening del cancro colon-rettale (CRC) nelle persone con lesione midollare (SCI, Spinal Cord Injury). Magari vi state chiedendo: “E perché mai dovrebbe essere diverso per loro?”. Beh, tenetevi forte, perché la faccenda è più complessa di quanto sembri e uno studio recente ha gettato nuova luce su questa tematica.
Il Contesto: Screening del Cancro Colon-Rettale e il Test FOBT
Partiamo dalle basi. Il cancro colon-rettale è una brutta bestia, uno dei tumori più diagnosticati, e purtroppo con una mortalità non trascurabile. Per questo, esistono programmi di screening, come quello australiano (il National Bowel Cancer Screening Program, NBCSP), che invitano le persone tra i 50 e i 74 anni a fare un test biennale chiamato FOBT, ovvero il test del sangue occulto nelle feci. Se il test è positivo, si passa alla colonscopia per indagare meglio. Questo approccio ha dimostrato di ridurre la mortalità, quindi, in generale, è un’ottima cosa.
Ma, come dicevo, c’è un “ma”. Questo test, il FOBT, è davvero affidabile per tutti? In particolare, cosa succede quando parliamo di persone con una lesione midollare pregressa? Chi vive con una SCI spesso affronta una serie di sfide sanitarie uniche, e la gestione intestinale è una di queste. Molti devono ricorrere a clisteri, stimolazione digitale o evacuazione manuale per la loro routine intestinale. Aggiungiamoci la stipsi cronica e altri disturbi anorettali, e capirete che la zona, diciamo così, è piuttosto “trafficata” e potenzialmente soggetta a microtraumi.
L’Ipotesi e lo Studio: C’è Qualcosa che Non Torna?
Ecco, alcuni ricercatori si sono chiesti: tutte queste manovre e complicazioni non potrebbero portare a un maggior numero di falsi positivi al test FOBT? Un falso positivo significa che il test rileva sangue, ma non necessariamente a causa di un tumore o di polipi avanzati, bensì per altre ragioni, come appunto piccoli traumi locali. E se così fosse, sottoporre queste persone a colonscopie invasive e non prive di rischi (specialmente per chi ha una SCI, pensiamo alla disreflessia autonomica) potrebbe non essere la strategia migliore.
Così, è stato condotto uno studio prospettico in un ospedale di Sydney, in Australia, specializzato in lesioni midollari. Hanno coinvolto 20 persone tra i 50 e i 74 anni con una lesione midollare stabilizzata da più di 12 mesi. A tutti sono stati prelevati due campioni di feci per il test FOBT. Sono stati esclusi casi con sanguinamenti attivi noti, emorroidi sintomatiche, o chi aveva già fatto il test o una colonscopia di recente.
I Risultati: Una Sorpresa (Forse Non Troppo)
E qui arriva il bello, o meglio, il dato che fa riflettere. Pronti? Ben il 50% dei partecipanti ha avuto almeno un test FOBT positivo! Avete capito bene, la metà! Per darvi un termine di paragone, nella popolazione generale australiana che partecipa allo screening, la percentuale di positività è del 6.2%. Una differenza enorme, statisticamente super significativa (P < 0.001, per i più tecnici tra voi).
Scavando un po' più a fondo, è emerso che il 90% delle persone risultate positive al FOBT utilizzava regolarmente tecniche rettali come clisteri, evacuazione manuale o stimolazione digitale come parte della propria gestione intestinale. Questo sembra proprio supportare l’ipotesi iniziale: queste pratiche, seppur necessarie, possono causare piccoli sanguinamenti che il test rileva.
Interessante notare che non è stata trovata una correlazione forte tra l’anemia (molto comune in questo gruppo, l’85% dei partecipanti era anemico) e la positività al FOBT. Anzi, tutti quelli con FOBT negativo erano anemici, contro il 70% di quelli con FOBT positivo. Anche l’uso di farmaci antiaggreganti o anticoagulanti non sembrava essere il fattore determinante, visto che solo due su sette partecipanti che li assumevano sono risultati positivi.
Il Dilemma della Colonscopia
Ora, cosa succede dopo un FOBT positivo? Si dovrebbe fare una colonscopia. Ma qui sorge un altro problema. Delle 10 persone risultate positive, solo 3 hanno accettato di sottoporsi all’esame. Le motivazioni principali del rifiuto? La percepita difficoltà nella preparazione intestinale e i rischi procedurali. E non hanno tutti i torti. Per una persona con SCI, la preparazione alla colonscopia può essere un vero incubo: è tecnicamente difficile, richiede molto tempo, assistenza continua, e c’è il rischio di macerazione della pelle o di lesioni da pressione. Inoltre, la motilità colonica ridotta spesso porta a una preparazione inadeguata, rendendo l’esame incompleto o richiedendo di ripeterlo.
Dei tre che hanno fatto la colonscopia, una è risultata normale, mentre due non sono state completate a causa di una preparazione intestinale insufficiente. Questo sottolinea ulteriormente le difficoltà.
Cosa Ci Dice Tutto Questo? Implicazioni e Prospettive Future
Beh, i risultati di questo studio, seppur su un campione piccolo, sono piuttosto eloquenti. Suggeriscono che il test FOBT potrebbe non essere uno strumento di screening accurato per il cancro colon-rettale nelle persone con lesione midollare. L’alta incidenza di risultati positivi, probabilmente dovuta alle complicazioni della stipsi cronica e ai traumi anorettali legati alla gestione intestinale, rischia di portare a un eccesso di colonscopie, con tutti i disagi e i rischi che comportano per questa popolazione.
Allora che si fa? Gli autori dello studio suggeriscono che forse bisognerebbe esplorare altre strade. Ad esempio, una colonscopia di screening primaria a intervalli stabiliti potrebbe essere una strategia più sicura ed efficace, bypassando del tutto il FOBT. Certo, questo richiederebbe di affrontare seriamente il problema della preparazione intestinale, sviluppando protocolli specifici e più gestibili per le persone con SCI, magari con ricoveri programmati per una preparazione assistita.
Si parla anche di alternative meno invasive per chi ha una colonscopia incompleta, come la colonografia TC. È chiaro che c’è bisogno di più ricerca per definire le strategie ottimali e per migliorare l’aderenza agli screening in questo gruppo di pazienti, che già affronta tante barriere nell’accesso alle cure.
Pensateci: se lo screening non è adeguato, si rischia di diagnosticare il cancro colon-rettale in stadi più avanzati, con costi sanitari e umani ben maggiori.
In Conclusione
Questo studio è un primo, importante passo per mettere in discussione l’approccio standard allo screening del CRC nelle persone con lesione midollare. Quel 50% di positività al FOBT è un campanello d’allarme che non possiamo ignorare. È fondamentale che il sistema sanitario sviluppi percorsi più snelli, efficaci e soprattutto sicuri per questa popolazione, per incoraggiare una migliore aderenza e garantire una diagnosi precoce. La ricerca deve continuare, per trovare il modo migliore per proteggere la salute di tutti, tenendo conto delle specificità di ognuno. E voi, cosa ne pensate? Avevate mai considerato questo aspetto?
Fonte: Springer