Testosterone Dopo i 60: Elisir di Giovinezza o Rischio Nascosto? Parliamone Chiaramente
Ciao a tutti! Oggi voglio affrontare un argomento che tocca molti uomini, specialmente quando le candeline sulla torta iniziano ad accumularsi: il testosterone. Sentiamo spesso parlare di cali di energia, meno desiderio, forse qualche chilo in più… e subito si pensa a lui, l’ormone maschile per eccellenza. Ma la terapia con testosterone, quella che a volte sembra la soluzione magica, è davvero la risposta giusta per tutti? E soprattutto, è sicura? Cerchiamo di capirci qualcosa insieme, basandoci su quello che la scienza ci dice oggi e su cosa potremmo aspettarci domani.
Testosterone: Cos’è e Perché è Così Importante?
Partiamo dalle basi. Il testosterone è il nostro principale ormone anabolico, fondamentale fin dallo sviluppo sessuale. Da adulti, regola un sacco di cose: il desiderio (la famosa libido), i caratteri maschili (come la barba o la voce profonda), ma anche la composizione corporea, aiutandoci a mantenere i muscoli e a tenere a bada il grasso. Insomma, è un protagonista della nostra salute e del nostro benessere.
Due Mondi Diversi: Ipogonadismo Vero vs. Calo Legato all’Età
Qui le cose si complicano un po’, ed è fondamentale fare chiarezza. C’è una bella differenza tra avere una malattia organica che colpisce ipotalamo, ipofisi o testicoli (il cosiddetto “asse HPT”) e che quindi blocca la produzione di testosterone (questo è l’ipogonadismo organico o classico), e avere livelli di testosterone più bassi semplicemente perché si invecchia, si è in sovrappeso o si hanno altre patologie.
Nel primo caso, quello della malattia vera e propria, se ci sono sintomi chiari di carenza di androgeni (stanchezza cronica, calo del desiderio, perdita di massa muscolare, osteopenia, ecc.) e non ci sono controindicazioni, la terapia con testosterone è spesso la strada giusta. È come dare al corpo quello che non riesce più a produrre da solo. I benefici sono solitamente evidenti.
Nel secondo caso, invece, la situazione è diversa. Molti uomini, invecchiando (soprattutto dopo i 70 anni, come suggeriscono studi recenti, e non i 30 come si pensava prima!) o a causa di fattori come l’obesità, vedono i loro livelli di testosterone scendere. Ma qui non c’è una “rottura” nell’asse HPT. In questi uomini, dare testosterone non è una “sostituzione”, ma un vero e proprio trattamento farmacologico. E come per ogni farmaco, dobbiamo essere sicurissimi che i benefici superino i rischi, basandoci su prove solide da studi clinici randomizzati e controllati (i famosi RCT).
La Sfida della Diagnosi: Quando è Davvero “Basso”?
Definire un livello “basso” di testosterone non è semplice come sembra. I valori di riferimento cambiano a seconda del campione di uomini sani studiato, dell’età, del metodo di misurazione (la spettrometria di massa è la più accurata). Inoltre, fattori come l’obesità o altre malattie influenzano i livelli. Applicare un unico valore soglia per tutti è difficile e potenzialmente fuorviante.
Bisogna anche considerare la SHBG, la proteina che trasporta gran parte del testosterone nel sangue. A volte si parla di “testosterone libero”, ma calcolarlo è complicato e la sua utilità clinica è ancora dibattuta. Insomma, la diagnosi richiede un quadro completo: sintomi, esami del sangue (testosterone totale, LH, SHBG, fatti al mattino a digiuno), valutazione dello stato di salute generale e dell’asse HPT. Non basta un singolo numero “basso” per etichettare un uomo come ipogonadico e prescrivere testosterone.

Cosa Dicono i Grandi Studi Recenti? Luci e Ombre
Negli ultimi anni, per fortuna, sono arrivati i risultati di studi molto grandi e importanti che ci aiutano a capire meglio i pro e i contro del testosterone negli uomini più avanti con l’età e senza ipogonadismo organico. Parliamo principalmente di tre nomi: T Trials, T4DM e TRAVERSE.
I T Trials, condotti su uomini over 65 con bassi livelli di testosterone e sintomi specifici, hanno mostrato che 12 mesi di terapia (con gel di testosterone) migliorano:
- La funzione sessuale
- L’anemia
- La densità minerale ossea
- In parte, l’umore e la distanza percorsa camminando
Nessun effetto significativo, invece, su vitalità generale o funzioni cognitive globali. Quindi, qualche beneficio c’è, ma non una rivoluzione.
Lo studio T4DM è stato molto interessante. Ha coinvolto uomini tra i 50 e i 74 anni, in sovrappeso e ad alto rischio di diabete di tipo 2 (con intolleranza al glucosio o diabete appena diagnosticato). Tutti seguivano un programma di miglioramento dello stile di vita. A metà di loro è stato dato testosterone (iniezioni intramuscolari a lunga durata). Risultato? Dopo 2 anni, il rischio di sviluppare diabete di tipo 2 si è ridotto del 40% nel gruppo testosterone, rispetto al gruppo placebo + stile di vita! Questi uomini hanno anche guadagnato un po’ di muscoli e perso molto più grasso rispetto al gruppo placebo. Miglioramenti anche per la funzione sessuale e la salute delle ossa. Un risultato notevole, ma ottenuto in un contesto specifico (alto rischio, stile di vita controllato, tipo specifico di testosterone).
Infine, TRAVERSE. Questo studio è stato richiesto specificamente per valutare la sicurezza cardiovascolare. Ha arruolato oltre 5000 uomini tra i 45 e gli 80 anni, con malattie cardiovascolari preesistenti o alti fattori di rischio, sintomi compatibili con carenza di androgeni e testosterone basso. Dopo circa 2 anni di trattamento (gel transdermico) e 3 di follow-up, la notizia principale è stata rassicurante: nessuna differenza significativa negli eventi cardiovascolari maggiori (infarti, ictus…) né nel cancro alla prostata tra chi prendeva testosterone e chi prendeva placebo. Questo è un punto fondamentale per la sicurezza!
Tuttavia, TRAVERSE ha anche evidenziato un aumento di alcuni eventi nel gruppo testosterone:
- Fibrillazione atriale
- Tromboembolismo venoso
- Danno renale acuto
- Fratture ossee (anche se per lo più piccole e periferiche, non quelle maggiori da osteoporosi)
Va detto che le differenze per i primi tre eventi si attenuavano escludendo chi aveva avuto il COVID-19 durante lo studio. Anche in TRAVERSE, come negli altri studi, si è visto un miglioramento della funzione sessuale e dell’anemia, e qualche beneficio sull’umore. Curiosamente, non c’è stato un effetto sulla progressione da pre-diabete a diabete (ma i metodi di valutazione erano diversi da T4DM).

Stile di Vita e Testosterone: Un Confronto Cruciale
Un punto da non sottovalutare mai è il ruolo dello stile di vita. Nello studio T4DM, il testosterone ha dato benefici *in aggiunta* a un intervento sullo stile di vita. Sappiamo che perdere peso, per chi è obeso, fa aumentare naturalmente i livelli di testosterone. E l’esercizio fisico? Uno studio chiamato TEX ha confrontato testosterone, esercizio, entrambi o nessuno dei due in uomini simili a quelli di T4DM. Risultato? L’esercizio fisico, specialmente quello ben strutturato, ha superato il testosterone nel migliorare la forma cardiorespiratoria, ridurre il grasso, migliorare la funzione endoteliale e la pressione sanguigna. Entrambi aumentavano la massa muscolare, ma l’esercizio rimane una scelta potentissima e con meno incognite. Prima di pensare al testosterone farmacologico, ottimizzare dieta, peso e attività fisica è fondamentale!
Nuove Frontiere: Testosterone e Farmaci Dimagranti
Oggi sentiamo parlare tantissimo dei nuovi farmaci per l’obesità, come gli agonisti del recettore GLP-1 (tipo semaglutide) o i doppi/tripli agonisti (tirzepatide, retatrutide). Fanno perdere un sacco di peso, soprattutto grasso, e questo porta benefici cardiovascolari. Però, fanno perdere anche massa magra, muscoli. A lungo termine, specialmente negli anziani, questo potrebbe essere un problema, predisponendo a sarcopenia e fragilità.
Visto che il testosterone è anabolico e aumenta la massa muscolare, viene spontaneo chiedersi: potrebbe essere usato insieme a questi farmaci dimagranti per preservare i muscoli? Al momento, non abbiamo studi che lo dimostrino. È un’ipotesi interessante, ma tutta da verificare con RCT specifici. Nel frattempo, la raccomandazione più sicura per chi usa questi farmaci è fare esercizio di resistenza e curare l’apporto proteico.
Il Futuro è Adesso? Prevenire la Fragilità e Altri Mali dell’Età
Sappiamo che livelli più bassi di testosterone negli uomini anziani (soprattutto dopo i 70) sono associati a un rischio maggiore di mortalità, ictus, demenza e fratture (specialmente quelle gravi come quella dell’anca). Questi eventi sono tra i principali responsabili della perdita di autonomia e della disabilità.
Se il testosterone basso è associato a questi problemi, darlo potrebbe prevenirli? Bella domanda! I dati attuali sono contrastanti o insufficienti. T Trials non ha mostrato effetti sulla cognizione. TRAVERSE ha mostrato più fratture (anche se piccole) e un aumento della fibrillazione atriale, sollevando dubbi.
Per rispondere a questa domanda cruciale servirebbe un nuovo studio clinico, ancora più grande e di durata più lunga degli precedenti, focalizzato su uomini nella fascia 65-80 anni, senza gravi malattie preesistenti. L’obiettivo potrebbe essere valutare se il testosterone migliora la “sopravvivenza libera da disabilità“, un parametro che integra benefici (meno demenza, meno fratture invalidanti?) e rischi (eventi cardiaci come la FA, mortalità?). Sarebbe un’impresa enorme, ma necessaria per capire se il testosterone possa davvero aiutarci a invecchiare meglio, rimanendo indipendenti più a lungo.

Tirando le Somme: Cosa Portarci a Casa Oggi?
Allora, cosa possiamo concludere?
- Se c’è una diagnosi chiara di ipogonadismo organico, con sintomi e cause definite, la terapia con testosterone è generalmente indicata e benefica, sotto controllo medico.
- Per gli uomini senza questa malattia, ma con livelli di testosterone più bassi legati all’età, all’obesità o ad altre condizioni, la prima linea d’azione è sempre lo stile di vita: dieta, esercizio, gestione del peso e delle altre patologie.
- I grandi studi recenti (T Trials, T4DM, TRAVERSE) ci dicono che il testosterone farmacologico in questi uomini può migliorare la funzione sessuale, l’anemia e la densità ossea. T4DM ha mostrato un effetto preventivo sul diabete di tipo 2 in uomini ad alto rischio che seguono anche un programma di lifestyle.
- TRAVERSE ci ha dato importanti rassicurazioni sulla sicurezza cardiovascolare maggiore e sulla prostata, ma ha anche sollevato bandierine rosse su altri rischi come fibrillazione atriale, eventi tromboembolici e fratture (anche se il significato di queste ultime è da chiarire).
- L’uso del testosterone come “aiuto” ai nuovi farmaci dimagranti per preservare i muscoli è un’ipotesi ancora da dimostrare.
- Rimane aperta la grande domanda: il testosterone può prevenire la disabilità, la demenza, le fratture gravi negli anziani? Servirà un nuovo, grande studio per rispondere.
In conclusione, la terapia con testosterone non è una pozione magica universale per l’invecchiamento maschile. È uno strumento utile in casi specifici (ipogonadismo organico), mentre per gli altri uomini la decisione va presa caso per caso, discutendo apertamente con il proprio medico i potenziali benefici (che ci sono, soprattutto sulla sfera sessuale e ossea) e i rischi (che non vanno ignorati), alla luce delle evidenze più recenti. E non dimentichiamo mai il potere enorme di uno stile di vita sano!
Fonte: Springer
