Un fisioterapista applica con cura elettrodi TENS e NMES sulla gamba di un paziente anziano durante una sessione di riabilitazione post-ictus in un ambiente clinico moderno e luminoso. Fotografia stile ritratto, obiettivo 35mm, profondità di campo per sfocare leggermente lo sfondo e mantenere il focus sull'interazione e la tecnologia applicata.

Riabilitazione Post-Ictus: TENS e NMES Insieme, la Combinazione Vincente?

Ragazzi, parliamoci chiaro: l’ictus è una bella botta. Non solo fisicamente, ma per tutto quello che ne consegue. Parliamo di una condizione che può lasciare segni permanenti, limitando l’indipendenza e la qualità della vita. Uno dei problemi più comuni che mi trovo ad affrontare con i pazienti cronici post-ictus è la difficoltà nel controllo dell’equilibrio e della postura, che ovviamente rende complicato camminare e svolgere le normali attività quotidiane. E poi c’è lei, la spasticità, quella contrazione muscolare involontaria e spesso dolorosa che può diventare un vero ostacolo. Pensate che dopo 6 mesi dall’ictus, quasi la metà dei pazienti ne soffre.

Per fortuna, nel campo della riabilitazione non stiamo con le mani in mano. Da tempo utilizziamo l’elettrostimolazione per dare una mano. Due tecniche molto diffuse sono la TENS (Stimolazione Elettrica Nervosa Transcutanea) e la NMES (Stimolazione Elettrica Neuromuscolare).

Cosa sono TENS e NMES?

In parole povere:

  • La NMES usa impulsi elettrici per far contrarre i muscoli, un po’ come se stessero facendo esercizio. Aiuta a rinforzare i muscoli, migliorare l’ampiezza dei movimenti e a “re-insegnare” al cervello come muoversi.
  • La TENS, invece, lavora più a livello sensoriale. Stimola le terminazioni nervose sulla pelle per ridurre il dolore, migliorare la forza e la funzione motoria, e diminuire la spasticità. Agisce un po’ come un “disturbatore” per i riflessi iperattivi tipici della spasticità.

Entrambe queste tecniche, usate singolarmente insieme a un programma di esercizi, hanno dimostrato di essere utili. Ma qui arriva la domanda che ci siamo posti in un recente studio: e se le usassimo insieme? L’unione fa la forza, no? Magari combinando TENS e NMES potremmo ottenere risultati ancora migliori, quella spinta in più che serve ai pazienti cronici.

Il Nostro Studio: Mettere alla Prova la Combinazione

Così, abbiamo messo in piedi uno studio prospettico, randomizzato e controllato (che detto così suona complicato, ma significa solo che abbiamo cercato di farlo nel modo più rigoroso possibile!). Abbiamo coinvolto 60 pazienti con emiparesi post-ictus da più di 6 mesi, con un’età media intorno ai 61 anni.

Li abbiamo divisi a caso in quattro gruppi:

  1. Gruppo TENS: TENS + programma di esercizi.
  2. Gruppo NMES: NMES + programma di esercizi.
  3. Gruppo TENS + NMES: TENS + NMES + programma di esercizi.
  4. Gruppo Controllo: Solo programma di esercizi.

Tutti i pazienti hanno seguito il loro programma per 5 giorni a settimana, per 4 settimane. Abbiamo valutato la loro postura (usando la scala PASS), l’indipendenza funzionale (con la scala FIM) e la spasticità dei muscoli flessori plantari della caviglia (con la scala di Ashworth Modificata – MAS) prima dell’inizio, subito dopo il mese di trattamento e poi di nuovo dopo 4 mesi. Volevamo vedere non solo l’effetto immediato, ma anche se i benefici duravano nel tempo.

Primo piano di elettrodi TENS e NMES posizionati sulla gamba di un paziente durante una sessione di fisioterapia post-ictus in una clinica luminosa. Luce controllata, focus preciso sugli elettrodi e sulla pelle. Obiettivo macro 100mm, alta definizione.

I Risultati: La Combinazione Fa la Differenza!

E qui viene il bello! Cosa abbiamo scoperto?

Postura e Indipendenza Funzionale:
Dopo un mese di trattamento, i gruppi TENS, NMES e TENS+NMES hanno mostrato miglioramenti significativi rispetto al gruppo che faceva solo esercizi. Ma attenzione: il gruppo TENS+NMES ha avuto risultati nettamente superiori rispetto ai gruppi TENS e NMES presi singolarmente. Tra TENS e NMES da sole, invece, non c’era una grande differenza.
La cosa interessante è successa al controllo dei 4 mesi. Mentre tutti i gruppi mostravano qualche miglioramento rispetto all’inizio, solo il gruppo TENS+NMES manteneva un vantaggio significativo sugli altri. I benefici ottenuti con TENS o NMES da sole, rispetto al solo esercizio, sembravano svanire nel tempo. Insomma, l’effetto “wow” iniziale c’era, ma non durava. La combinazione, invece, sembrava più robusta.

Spasticità della Caviglia:
Qui la storia è ancora più netta. Dopo un mese, TENS, NMES e la combinazione TENS+NMES hanno ridotto la spasticità rispetto al solo esercizio (che, da solo, non faceva quasi nulla per la spasticità). Ancora una volta, la combinazione TENS+NMES era la più efficace.
Ma la vera sorpresa è arrivata ai 4 mesi: solo il gruppo TENS+NMES ha mantenuto una riduzione significativa della spasticità rispetto ai valori iniziali! Nei gruppi TENS, NMES e solo esercizio, l’effetto anti-spasticità iniziale era praticamente scomparso. Questo è un punto cruciale: per un problema persistente come la spasticità cronica, serve un intervento che dia risultati duraturi, e la combinazione sembra essere la strada giusta.

Perché la Combinazione Funziona Meglio?

Ci siamo chiesti il perché di questi risultati. L’idea è che TENS e NMES, usate insieme, agiscano in modo sinergico, potenziando a vicenda i loro effetti.

  • Neuroplasticità Amplificata: Entrambe le tecniche stimolano il sistema nervoso e possono promuovere la neuroplasticità, cioè la capacità del cervello di riorganizzarsi. Usarle insieme potrebbe dare una “doppia dose” di stimoli benefici.
  • Approccio Completo (Sensoriale + Motorio): La NMES lavora direttamente sulla contrazione muscolare (output motorio), mentre la TENS agisce molto sull’input sensoriale. Combinarle significa lavorare su entrambi i fronti contemporaneamente, offrendo una riabilitazione più completa.
  • Miglior Controllo della Spasticità: La NMES può aiutare a rilassare i muscoli spastici stimolando i loro antagonisti (inibizione reciproca), mentre la TENS può ridurre il tono muscolare agendo a livello spinale. Insieme, potrebbero offrire un controllo più efficace sulla spasticità.
  • Facilitazione dell’Esercizio: Rendere gli esercizi più facili o meno dolorosi può aumentare la partecipazione e l’efficacia del programma riabilitativo complessivo.

Illustrazione medica stilizzata ma realistica che mostra i percorsi neurali nel cervello e nel midollo spinale attivati dalla stimolazione elettrica combinata TENS+NMES, evidenziando la neuroplasticità. Colori vivaci su sfondo scuro per enfatizzare i percorsi attivi.

Cosa Ci Portiamo a Casa?

Il messaggio principale del nostro studio è piuttosto chiaro: sebbene aggiungere TENS o NMES a un programma di esercizi dia benefici iniziali nella riabilitazione post-ictus cronico, questi tendono a svanire nel medio termine (4 mesi). Se vogliamo risultati più consistenti e duraturi, soprattutto per quanto riguarda la postura, l’indipendenza funzionale e, in modo particolare, la gestione della spasticità, l’applicazione concomitante di TENS e NMES sembra essere la strategia superiore.

Certo, come in ogni studio, ci sono dei limiti. Ad esempio, non abbiamo seguito i pazienti per anni, quindi non sappiamo se questi benefici si mantengano ancora più a lungo. Inoltre, c’è ancora dibattito sui parametri ottimali da usare per TENS e NMES (frequenza, durata, intensità). Nel nostro studio abbiamo usato parametri comuni in letteratura, ma ulteriori ricerche potrebbero definire protocolli ancora più efficaci. Abbiamo anche dato a tutti un programma di esercizi da fare a casa dopo il mese di trattamento in ospedale, il che è sicuramente positivo, ma non ci ha permesso di isolare l’effetto specifico della terapia TENS+NMES senza il mantenimento a domicilio.

Guardando al Futuro

Nonostante i limiti, i risultati sono davvero incoraggianti. Suggeriscono che, per i pazienti con ictus cronico, combinare TENS e NMES potrebbe rappresentare un passo avanti significativo nella riabilitazione. È un’opzione terapeutica che merita sicuramente di essere considerata e ulteriormente studiata. L’obiettivo è sempre lo stesso: aiutare le persone a recuperare il più possibile la loro funzione e la loro indipendenza. E a volte, come sembra dimostrare questo studio, l’unione fa davvero la forza.

Paziente anziano post-ictus che esegue esercizi di equilibrio con l'aiuto di un fisioterapista in una palestra di riabilitazione ben attrezzata. Il paziente mostra concentrazione e sforzo, il terapista offre supporto. Obiettivo prime 50mm, luce naturale dalla finestra, profondità di campo media.

Fonte: Springer

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