PrEP e Giovani Adulti: Più Pillole, Meno Costanza? Un’Analisi Esclusiva (2016-2023)
Amici della scienza (e non solo!), oggi vi porto nel cuore di una questione cruciale per la salute pubblica, soprattutto per i nostri giovani adulti: la prevenzione dell’HIV. Parliamo di PrEP, la profilassi pre-esposizione. Per chi non lo sapesse, si tratta di un regime farmacologico che, se assunto correttamente, riduce il rischio di trasmissione dell’HIV attraverso rapporti sessuali fino al 99%. Mica male, eh? È raccomandata per persone HIV-negative sessualmente attive che presentano fattori di rischio. Eppure, nonostante la sua efficacia, solo una frazione di chi ne avrebbe bisogno la utilizza davvero. E i giovani? Beh, loro sono un capitolo a parte.
I giovani adulti, purtroppo, rappresentano una fetta sproporzionata delle nuove diagnosi di HIV negli Stati Uniti. Spesso si trovano ad affrontare ostacoli nell’accesso all’assistenza sanitaria: poca esperienza nel navigare il sistema, tassi più alti di mancata assicurazione… insomma, un bel pasticcio. Fino ad ora, però, mancava uno studio nazionale recente che ci dicesse chiaramente come stanno andando le cose con la PrEP per questa fascia d’età (18-25 anni). Ed è qui che entro in gioco io, o meglio, lo studio che vi racconto oggi, fresco fresco di analisi sui dati dal 2016 al 2023.
Cosa Abbiamo Scoperto? I Dati Chiave
Abbiamo analizzato un mare di dati, pensate: 1.450.296 prescrizioni di PrEP erogate a 239.780 giovani adulti unici tra il 1° gennaio 2016 e il 31 dicembre 2023. L’età media al momento della prima prescrizione era di circa 22 anni, con la maggioranza (67%) tra i 22 e i 25 anni. La stragrande maggioranza erano maschi (87,3%) e una buona parte (36,9%) risiedeva negli stati del Sud degli USA.
Le pillole più gettonate? Principalmente tenofovir disoproxil fumarato/emtricitabina (TDF/FTC) al 70,9%, seguito da tenofovir alafenamide/emtricitabina (TAF/FTC) al 29,1%. La maggior parte delle prescrizioni era coperta da assicurazione privata (82,5%), seguita da Medicaid (15,9%). E chi le prescriveva? Soprattutto infermieri specializzati (Nurse Practitioners, 38,6%) e medici di base/famiglia (22,1%). È interessante notare come le prescrizioni da parte dei medici di pronto soccorso siano aumentate del 1054% nel periodo! Un segnale, forse, di una maggiore consapevolezza in contesti di emergenza.
Un Boom Iniziale, Poi Una Crescita Più Lenta
Ora, veniamo al sodo. Il tasso di dispensazione trimestrale della PrEP (cioè quanti giovani ricevevano la PrEP ogni 100.000) è schizzato alle stelle tra il 2016 e il 2018: da 26,4 a 100,7 prescrizioni per 100.000 persone. Parliamo di un aumento trimestrale del 12,5%! Un vero e proprio boom. Dopo questo picco, la crescita è continuata, ma in modo più graduale, arrivando a 208,4 prescrizioni per 100.000 persone nel 2023 (con un aumento trimestrale del 3,5%). C’era anche un andamento stagionale, con tassi più bassi nel primo trimestre dell’anno e più alti nell’ultimo.
Le tendenze nel tasso di iniziazione trimestrale alla PrEP (quanti iniziavano la terapia per la prima volta) sono state molto simili: un rapido aumento iniziale seguito da una crescita più moderata. Questo ci dice che sempre più giovani si avvicinano alla PrEP, il che è una notizia fantastica!

Tuttavia, non è tutto oro quello che luccica.
Il Tallone d’Achille: La Persistenza in Calo
Ed eccoci al punto dolente: la persistenza trimestrale media alla PrEP. Cosa significa? In pratica, per quanti giorni i giovani continuavano ad avere una prescrizione attiva nei 180 giorni successivi alla fine della loro prima prescrizione. Ebbene, qui i numeri ci raccontano una storia diversa. Dal 2016 al 2023, la persistenza media è diminuita, passando da 111,6 giorni a 98,4 giorni. Un calo lento ma costante, con una riduzione trimestrale dello 0,4%.
Questo significa che, sebbene più giovani inizino la PrEP, tendono a rimanere in terapia per periodi più brevi. E questo è un problema, perché la PrEP funziona al meglio quando c’è aderenza. Perché questo calo? Le ipotesi sono diverse:
- Forse i giovani che iniziano la PrEP più di recente hanno periodi di attività sessuale a rischio più brevi e quindi non sentono il bisogno di una terapia prolungata. Alcuni dati suggeriscono che meno giovani riportano partner multipli.
- Potrebbero esserci crescenti barriere al follow-up dopo l’inizio della PrEP. La terapia richiede controlli di laboratorio e visite mediche ogni 3 mesi, spesso tramite cure primarie, il cui accesso è peggiorato.
- Infine, è possibile che i pazienti stiano usando sempre più la PrEP “on-demand” (al bisogno) invece che quotidianamente, anche se il nostro studio misurava la copertura continua.
Giovani e Meno Giovani (tra i Giovani): Differenze d’Età
Analizzando i dati per fasce d’età più ristrette, abbiamo notato cose interessanti. I più giovani (18-21 anni) avevano tassi di dispensazione e iniziazione della PrEP più bassi rispetto ai “più grandi” tra i giovani (22-25 anni) per tutto il periodo 2016-2023. Anzi, il divario si è pure allargato entro la fine del 2023. Per quanto riguarda la persistenza, era più bassa nei 18-21enni nel 2016, ma questa differenza si è attenuata nel tempo. Addirittura, mentre la persistenza calava costantemente nei 22-25enni, nei più giovani ha mostrato un aumento a partire dal terzo trimestre del 2020.
Perché queste differenze? Non ci sono molti dati specifici, ma possiamo fare due ipotesi:
- I ragazzi tra i 18 e i 21 anni potrebbero essere seguiti da pediatri o medici per adolescenti, forse meno avvezzi a prescrivere la PrEP rispetto ai medici per adulti.
- In questa fascia d’età è più probabile che l’assicurazione sanitaria sia quella dei genitori. E le preoccupazioni per la privacy possono essere un grosso ostacolo all’accesso ai servizi di salute sessuale, inclusa la PrEP.
Uno Sguardo alle Regioni: Il Sud Accelera
A livello regionale, abbiamo visto che l’aumento del tasso di dispensazione della PrEP è stato particolarmente rapido negli stati del Sud. Questa è una notizia incoraggiante, dato che il Sud ha un carico sproporzionato di HIV e il più basso rapporto PrEP-fabbisogno (cioè il rapporto tra utenti PrEP e persone con nuova diagnosi di HIV). È interessante notare che nel Sud il tasso di iniziazione alla PrEP è aumentato costantemente anche durante la pandemia di COVID-19, forse perché le misure di distanziamento sociale sono state generalmente meno diffuse lì rispetto al Nord-Est e al Midwest.

Nonostante questi progressi, è probabile che la PrEP sia ancora sottoutilizzata tra i giovani del Sud. Serviranno sforzi di salute pubblica, come aumentare la disponibilità della PrEP e campagne di marketing sociale, per mantenere e accelerare questi progressi. Anche le politiche possono giocare un ruolo: ad esempio, in Arkansas e Virginia i farmacisti possono prescrivere la PrEP. Chissà, magari si potrebbe estendere ad altri stati del Sud.
Limiti dello Studio e Prospettive Future
Come ogni studio, anche il nostro ha dei limiti. Non abbiamo potuto analizzare i dati per razza, etnia, identità di genere o orientamento sessuale, il che sarebbe stato molto importante. Inoltre, non abbiamo stratificato per tipo di assicurazione, data la difficoltà di avere dati precisi durante la pandemia. La nostra definizione di persistenza presumeva l’aderenza, ma sappiamo che alcuni usano i farmaci diversamente (es. on-demand). E, naturalmente, i nostri tassi sono calcolati sulla popolazione generale di giovani adulti, non solo su quelli che ne beneficerebbero, quindi potrebbero sottostimare l’uso nel gruppo target. Infine, la banca dati usata non cattura tutte le prescrizioni (es. quelle dispensate direttamente in ospedale o in sistemi chiusi come Kaiser Permanente).
Nonostante ciò, il quadro che emerge è chiaro: la dispensazione e l’iniziazione della PrEP tra i giovani adulti negli USA sono aumentate tra il 2016 e il 2023, ma la persistenza è diminuita. Abbiamo anche evidenziato tassi più bassi di dispensazione e iniziazione tra i giovanissimi (18-21 anni) rispetto alla fascia 22-25 anni.
Cosa ci portiamo a casa? Che c’è ancora tanto lavoro da fare. Studi futuri dovranno indagare quali interventi sono più efficaci per promuovere la permanenza in terapia PrEP tra i giovani che la iniziano e per incentivare la dispensazione ai ragazzi tra i 18 e i 21 anni. La battaglia contro l’HIV si vince anche (e soprattutto) con la prevenzione, e la PrEP è un’arma potentissima che dobbiamo imparare a usare al meglio, per tutti.
Fonte: Springer
