Bifosfonati e Denti: Quanto Aspettare Davvero per Evitare l’Osteonecrosi della Mascella?
Amici, parliamoci chiaro. Se come me siete nel club degli “anta” e magari l’osteoporosi ha iniziato a bussare alla porta, probabilmente avrete sentito parlare dei bifosfonati. Farmaci super efficaci, per carità, nel rinforzare le nostre ossa. Ma c’è un “ma”, un effetto collaterale raro ma antipatico che può spaventare non poco: l’osteonecrosi della mascella (MRONJ), specialmente se dobbiamo affrontare un intervento dal dentista, tipo un’estrazione.
La domanda che tutti ci poniamo, e che fino a poco tempo fa non aveva una risposta chiarissima, è: “Ok, devo togliere un dente e prendo bifosfonati per via endovenosa. Devo sospenderli? E se sì, per quanto tempo?”. Ecco, finalmente sembra che la scienza ci stia dando qualche indicazione più precisa, e devo dire che la cosa mi rincuora parecchio!
La “Pausa di Riflessione” per i Bifosfonati: Cosa Dice la Ricerca?
Mi sono imbattuto in uno studio davvero interessante, pubblicato su una rivista scientifica di tutto rispetto, che ha analizzato una marea di dati – pensate, oltre 152.000 persone anziane con osteoporosi. L’obiettivo? Capire se e come il tempo trascorso dall’ultima dose di bifosfonato endovenoso (chiamiamolo TSL, “Time Since Last dose”) prima di un’estrazione dentale influenzi il rischio di sviluppare questa benedetta osteonecrosi.
Ebbene, i risultati sono illuminanti! Sembra proprio che più tempo passa dall’ultima flebo di bifosfonato, minore è il rischio di incappare in questo problema. Nello specifico, lo studio suggerisce che una pausa superiore ai 90 giorni riduce significativamente il rischio, e se si riesce ad aspettare più di un anno, il rischio si abbassa ulteriormente, toccando il suo minimo.
Questa è una notizia bomba, perché per anni si è navigato un po’ a vista. Le vecchie raccomandazioni parlavano di sospendere i bifosfonati orali 2-3 mesi prima, ma per quelli endovenosi c’era molta più incertezza. Addirittura, le linee guida più recenti (quelle del 2022 dell’American Association of Oral and Maxillofacial Surgery) ammettevano candidamente che non c’era un consenso chiaro sulla durata di questa “vacanza dal farmaco”.
Non Tutti i Bifosfonati Sono Uguali: Ibandronato vs Zoledronato
Ma c’è di più. Lo studio ha fatto anche una distinzione importante tra due tipi di bifosfonati endovenosi molto usati: l’ibandronato e lo zoledronato.
- Per chi assume ibandronato, la buona notizia è che una riduzione consistente del rischio di osteonecrosi si osserva già con una pausa superiore ai 90 giorni.
- Per chi invece usa zoledronato, sembra che ci voglia un po’ più di pazienza: una riduzione significativa del rischio si è vista principalmente quando la pausa superava l’anno.
Questa differenza non è da poco e potrebbe essere legata alla diversa potenza e durata d’azione dei due farmaci. Lo zoledronato, infatti, è generalmente più potente e ha un’emivita più lunga dell’ibandronato. Quindi, ha senso che richieda una “pausa di riflessione” più estesa prima che la mascella sia meno vulnerabile.
Questi dati sono preziosissimi perché aprono la strada a strategie di prevenzione più personalizzate. Non un’unica regola per tutti, ma un approccio che tenga conto del tipo specifico di bifosfonato che stiamo assumendo. Immaginate la scena: il medico che, dati alla mano, può dirci: “Con questo farmaco, aspettiamo X mesi; con quest’altro, meglio Y”. Sarebbe un bel passo avanti, no?

Il Rovescio della Medaglia: Occhio alle Fratture!
Ora, prima di esultare troppo e pensare di sospendere i bifosfonati a cuor leggero per periodi lunghissimi, c’è un altro aspetto fondamentale da considerare. Lo stesso studio ha evidenziato che, purtroppo, allungare troppo la pausa dai bifosfonati aumenta il rischio di fratture da fragilità. E non di poco! Più si allunga il TSL, più salgono le probabilità di fratture vertebrali, dell’anca, del radio distale e dell’omero.
Ecco che la faccenda si complica un po’. Dobbiamo trovare un equilibrio delicato: ridurre il rischio di osteonecrosi della mascella senza però esporci troppo al pericolo di romperci un osso, che è poi il motivo principale per cui assumiamo questi farmaci. È un po’ come camminare su una fune: bisogna bilanciare bene i pro e i contro.
Questo studio è il primo su larga scala a confermare che interrompere i bifosfonati endovenosi può mitigare il rischio di MRONJ in pazienti con osteoporosi, ma anche il primo a sottolineare con forza questo aumento del rischio di fratture. Insomma, non è una decisione da prendere alla leggera o in autonomia, ma sempre e solo dopo un’attenta valutazione con il proprio medico e dentista.
Cosa Ci Dice Questo Studio in Pratica?
Allora, cosa ci portiamo a casa da questa ricerca? Innanzitutto, la conferma che una “vacanza dal farmaco” prima di un intervento dentistico invasivo può essere una strategia valida per ridurre il rischio di MRONJ. E questo, credetemi, è già tantissimo, considerando la controversia che c’è stata finora.
Poi, l’importanza di personalizzare la durata di questa pausa. Non esiste una tempistica universale, ma bisogna considerare il tipo di bifosfonato (ibandronato o zoledronato, nel caso di questo studio) e, aggiungerei io, la situazione clinica generale del paziente.
Lo studio ha analizzato un numero enorme di pazienti (152.299!), il che dà un peso notevole ai risultati. Certo, come ogni ricerca, ha i suoi limiti. Ad esempio, si basa su dati da database assicurativi, quindi non c’è stata una visita diretta per ogni caso di MRONJ, ma si sono usati codici diagnostici e procedurali. Però, i ricercatori hanno usato definizioni molto stringenti per identificare i casi di MRONJ, cercando di essere il più accurati possibile.
Un altro punto interessante è che l’incidenza generale di MRONJ osservata nello studio (circa 0.21% tra tutti gli utilizzatori di bifosfonati IV, e 0.6% in quelli che hanno subito estrazioni) è un po’ più alta di quanto riportato in passato (circa 0.1%). Questo potrebbe dipendere da criteri di inclusione più ampi o dal fatto che si tratta di dati “real-world” su una popolazione anziana con spesso altre patologie. L’età avanzata, infatti, è un fattore di rischio noto per l’ONJ.

Verso Linee Guida Più Chiare? Speriamo!
Io spero davvero che scoperte come queste aiutino a definire linee guida più chiare e basate sull’evidenza. Sapere che c’è una base scientifica solida per decidere quando e come sospendere temporaneamente i bifosfonati endovenosi è fondamentale per noi pazienti, ma anche per i medici e i dentisti che devono consigliarci al meglio.
La sfida, come sempre in medicina, è trovare il giusto compromesso. In questo caso, tra la prevenzione dell’osteonecrosi della mascella e la prevenzione delle fratture. Non è una scelta facile, ma avere più dati a disposizione ci permette di affrontarla con maggiore consapevolezza.
In conclusione, se siete in terapia con bifosfonati endovenosi per l’osteoporosi e dovete affrontare un’estrazione dentale o un altro intervento invasivo in bocca, parlatene approfonditamente con il vostro medico curante e con il vostro dentista. Discutete insieme la possibilità di una sospensione temporanea del farmaco, valutando il tipo di bifosfonato, da quanto tempo lo assumete, il vostro rischio individuale di frattura e di MRONJ. Questo studio ci dice che il tempo conta, e conta in modo diverso a seconda del farmaco. Una bella dritta per decisioni più informate e, speriamo, per una migliore qualità di vita!
Fonte: Springer
