Il Segreto Rosso Svelato: La Sorprendente Tecnica di Pittura Neolitica di Nanzuo!
Ciao a tutti! Oggi voglio portarvi con me in un viaggio affascinante indietro nel tempo, precisamente nel Neolitico cinese. Avete mai pensato a come i nostri antenati decorassero i loro oggetti quotidiani, come le ceramiche? Non si trattava solo di funzionalità, ma anche di arte, comunicazione e, forse, di status sociale. Recentemente, ho avuto modo di approfondire uno studio incredibile sulla tecnica di pittura utilizzata su delle ceramiche molto particolari, provenienti dal sito neolitico di Nanzuo, nella provincia di Gansu, in Cina. Parliamo di reperti che risalgono a circa 5100-4700 anni fa! Preparatevi a scoprire dei segreti davvero sorprendenti.
Un Tuffo nel Passato: Il Sito Neolitico di Nanzuo
Prima di addentrarci nei dettagli tecnici, lasciate che vi dia un’idea di cosa sia il sito di Nanzuo. Immaginate un’area vastissima, oltre 6 milioni di metri quadrati, che sembra essere stata un centro nevralgico, quasi una sorta di “capitale” sull’altopiano del Loess, già 5000 anni fa. Gli archeologi hanno identificato diverse zone: un'”Area del Palazzo” con imponenti edifici in terra battuta (probabilmente per cerimonie e amministrazione), un'”Area Centrale” con residenze aristocratiche circondate da fossati, e “Aree Residenziali” con numerose abitazioni rupestri. È proprio nell'”Area del Palazzo” che sono stati rinvenuti circa cento frammenti di una ceramica speciale, dipinta *dopo* la cottura: la ceramica POFP (Post-Firing Painted).
Pre-cottura vs Post-cottura: Una Differenza Cruciale
Forse vi starete chiedendo: “Che differenza fa se la ceramica è stata dipinta prima o dopo la cottura?”. Beh, la differenza è enorme! Esistono due tipi principali di ceramica dipinta:
- PRFP (Pre-Firing Painted Pottery – 彩陶): La pittura viene applicata prima della cottura. Il calore del forno fissa i colori, rendendoli molto resistenti e ben aderenti al corpo ceramico. Queste ceramiche, quando vengono scoperte, sono solitamente ben conservate.
- POFP (Post-Firing Painted Pottery – 彩绘陶): La pittura viene applicata *dopo* che il vaso è già stato cotto. Questo permette di ottenere colori più vivaci e brillanti (come il rosso acceso che vedremo tra poco), ma ha un grosso svantaggio: la pittura è molto più delicata e tende a sfaldarsi o staccarsi completamente.
Nel Neolitico tardo cinese, la tecnica POFP iniziò a diffondersi, soprattutto tra le classi più elevate. Sembra che fosse una scelta deliberata, forse per ottenere colori particolari o per oggetti destinati a usi specifici, magari rituali o di rappresentanza, che non richiedevano la stessa durabilità di un vaso da cucina. La ceramica POFP diventò un mezzo di comunicazione e distinzione sociale tra le élite di diverse regioni.
Sotto la Lente: Le Analisi Scientifiche
Ma come hanno fatto gli scienziati a capire esattamente come venivano dipinte queste ceramiche di Nanzuo? Qui entra in gioco la tecnologia! Hanno utilizzato un arsenale di strumenti avanzati:
- Microscopia Ottica (OM) e Microscopia Elettronica a Scansione (SEM-EDS): per osservare la superficie e la sezione dei frammenti a ingrandimenti pazzeschi e analizzare la composizione chimica dei materiali.
- Spettrometria di Fluorescenza a Raggi X (XRF): per identificare gli elementi chimici presenti.
- Spettroscopia Infrarossa a Trasformata di Fourier (FT-IR) e Spettroscopia Raman: per capire la natura molecolare dei pigmenti e di eventuali leganti.
Analizzando cinque frammenti rappresentativi (chiamati NZ1, NZ2, NZ3, NZ4, NZ5), tutti con resti di pittura rossa, i ricercatori hanno potuto ricostruire l’intero processo. E qui arriva la parte più affascinante!
La Sorprendente Tecnica di Nanzuo: Tre Passi Rivoluzionari
Pensavamo che dipingere dopo la cottura fosse semplice? Sbagliato! Gli artigiani di Nanzuo avevano sviluppato un processo molto più complesso e sofisticato di quanto immaginassimo, composto da tre fasi ben distinte:
1. Irruvidimento Preliminare: Questa è la vera sorpresa! Prima di applicare qualsiasi colore, la superficie della ceramica già cotta veniva deliberatamente graffiata e resa ruvida. Osservando al microscopio, si vedono chiaramente questi graffi, disordinati, di varie profondità e direzioni. Perché farlo? Semplice: per creare una superficie più porosa e irregolare che permettesse alla pittura di aderire meglio! Questa tecnica sembra essere una caratteristica unica del sito di Nanzuo e spiega perché, nonostante la fragilità intrinseca della pittura post-cottura, alcuni frammenti siano arrivati fino a noi relativamente ben conservati.
2. Applicazione del Legante Nero: Sopra la superficie irruvidita, veniva steso uno strato di un materiale nero. Le analisi (SEM-EDS) hanno rivelato che è composto principalmente da composti di carbonio e ossigeno, molto probabilmente nerofumo (carbon black). Questo strato nero non era il colore finale, ma fungeva da legante, una sorta di “colla” primordiale per far aderire meglio lo strato di colore successivo. Questo strato nero penetrava nei graffi della ceramica, creando un legame più forte. Curiosamente, la superficie di questo strato nero appare relativamente piatta, il che suggerisce che potrebbe essere stato anche leggermente lucidato dopo l’applicazione. L’uso di un legante è una scoperta importantissima, una delle prime testimonianze del suo genere in Cina!
3. Applicazione del Cinabro Rosso: Infine, sopra lo strato di legante nero, veniva applicato il pigmento rosso vero e proprio. Le analisi (SEM-EDS e Raman) hanno confermato senza dubbi che si tratta di cinabro (solfuro di mercurio, HgS). Questo minerale dà un colore rosso molto intenso e brillante, decisamente più d’impatto rispetto ai rossi a base di ossidi di ferro usati nella pittura pre-cottura. Lo strato di cinabro è incredibilmente sottile (meno di 10 micrometri!), a testimonianza della grande abilità degli artigiani neolitici.
Il Mistero del Legante Nero e il Rosso del Cinabro
La scoperta del legante nero a base di carbonio è fondamentale. Mentre in altri siti coevi o poco successivi, come Taosi, si ipotizza l’uso di calce spenta come legante, a Nanzuo la scelta è caduta sul nerofumo. È interessante notare che le analisi FT-IR e l’estrazione di proteine non hanno rilevato materia organica (come colle animali) nel legante, suggerendo una base puramente minerale o carboniosa.
E il cinabro? Questo pigmento rosso vivo ha sempre avuto una forte connotazione simbolica in molte culture antiche, spesso associato a rituali, pratiche funerarie, religione e prestigio. Lo troviamo in Turchia (Çatalhöyük), in Grecia (Cicladi), in Mesoamerica (Olmechi, Maya). Anche in Cina è stato ampiamente utilizzato per decorare edifici cerimoniali, in contesti funerari e su oggetti di lusso come le lacche. Tuttavia, a Nanzuo, la maggior parte dei frammenti di ceramica POFP dipinti con cinabro sembrano appartenere a tamburi di ceramica. Questi erano strumenti musicali di alto livello nel Neolitico cinese. Questa scoperta è intrigante perché suggerisce che l’uso del prezioso cinabro e della complessa tecnica POFP a Nanzuo potrebbe non essere stato limitato a contesti puramente rituali o funerari, ma esteso anche a oggetti legati alla musica o ad altre funzioni sociali, forse sempre nell’ambito delle élite.
Cosa Ci Racconta Questa Scoperta?
Quindi, cosa abbiamo imparato da questo studio? Tantissimo!
- La tecnica di pittura post-cottura a Nanzuo era sorprendentemente complessa e sofisticata, non una semplice passata di colore.
- L’irruvidimento preliminare è una tecnica unica e ingegnosa per migliorare l’adesione della pittura.
- L’uso di un legante nero (probabilmente nerofumo) è una delle prime testimonianze documentate di questa pratica in Cina, che potrebbe aver influenzato le tecniche successive.
- L’uso del cinabro su quelli che sembrano essere tamburi di ceramica suggerisce una gamma di funzioni più ampia per la ceramica POFP, oltre a quelle strettamente rituali, pur rimanendo probabilmente legata a contesti di élite.
Questa ricerca non solo ci svela i segreti tecnici degli antichi artigiani, ma apre anche nuove finestre sulla complessità sociale, sulle pratiche culturali e sulle reti di scambio nel Neolitico cinese. È incredibile come un piccolo frammento di ceramica possa raccontarci così tanto del passato! L’archeologia, supportata dalla scienza, continua a sorprenderci e a mostrarci quanto fossero avanzati e creativi i nostri antenati. Chissà quali altri segreti si nascondono ancora sotto terra!
Fonte: Springer