Un gruppo diversificato di docenti di scienze della salute (medicina, infermieristica) partecipa attivamente a una sessione di formazione sul blended learning in un'aula universitaria tecnologicamente avanzata. Alcuni interagiscono con tablet, altri discutono davanti a uno schermo interattivo. Obiettivo zoom 24-70mm impostato a circa 30mm, luce naturale diffusa dalle finestre, atmosfera collaborativa e professionale, profondità di campo media.

Blended Learning nelle Scienze della Salute: Diamo Voce ai Docenti con un Nuovo Strumento!

Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di qualcosa che sta rivoluzionando (o almeno ci prova!) il modo in cui insegniamo e impariamo, specialmente nel campo affascinante e complesso delle scienze della salute: il blended learning. Se vi state chiedendo cosa sia, è presto detto: un mix, un ibrido tra la cara vecchia lezione frontale in aula e le infinite possibilità offerte dalle risorse online. Immaginate lezioni tradizionali arricchite da moduli interattivi, simulazioni virtuali, laboratori online… un bel cambiamento, vero?

Perché il Blended Learning è Così Importante (Soprattutto Qui)?

Nel mondo dell’educazione superiore, e in particolare nelle facoltà di scienze della salute (pensiamo a Medicina, Infermieristica, Scienze Motorie, Farmacia…), c’è una fame costante di metodi didattici innovativi. Dobbiamo preparare i futuri professionisti della salute ad affrontare ruoli complessi, che richiedono non solo conoscenze teoriche, ma anche pensiero critico, ragionamento clinico e abilità pratiche. Il blended learning sembra fatto apposta per questo: permette di personalizzare l’apprendimento, di usare simulazioni avanzate per fare pratica in sicurezza e di integrare teoria e pratica in modi nuovi e stimolanti.

Ma non sono solo gli studenti a beneficiarne! Anche per noi docenti, il blended learning apre un mondo di possibilità:

  • Innovazione didattica: Possiamo sperimentare nuovi approcci, combinando metodi tradizionali e tecnologie all’avanguardia per creare ambienti di apprendimento più dinamici e coinvolgenti.
  • Flessibilità: Le risorse online permettono di estendere l’apprendimento oltre i confini dell’aula e degli orari prestabiliti, facilitando lo studio autonomo.
  • Efficienza: Ottimizzando i tempi, possiamo dedicare più spazio in aula a discussioni approfondite, feedback personalizzati e progetti collaborativi, stimolando così un apprendimento più profondo.

Dopo la pandemia, poi, molte università, anche qui in Arabia Saudita dove è stato condotto lo studio di cui vi parlo, hanno abbracciato questo modello per la sua resilienza e flessibilità. Ma come ogni grande cambiamento, porta con sé delle sfide e solleva domande importanti. La più cruciale? Cosa ne pensano davvero i docenti?

La Sfida: Capire il Punto di Vista dei Docenti

Sentire il parere dei docenti è fondamentale. Le loro percezioni, le loro esperienze, le loro preoccupazioni influenzano direttamente l’efficacia con cui il blended learning viene implementato. Se un docente non si sente a suo agio con la tecnologia, non percepisce il supporto dell’istituzione o non vede i benefici per gli studenti, difficilmente adotterà questo approccio con entusiasmo e successo.

Studi precedenti hanno già messo in luce alcuni fattori chiave:

  • La preparazione tecnologica dei docenti (technological readiness).
  • Il supporto istituzionale (formazione, infrastrutture, assistenza tecnica).
  • Le strategie pedagogiche adottate.
  • La formazione specifica per il blended learning.

Tuttavia, spulciando la letteratura scientifica, ci siamo accorti di una lacuna: mancava uno strumento specifico, pensato apposta per sondare le opinioni dei docenti delle facoltà di scienze della salute, soprattutto nel contesto post-pandemico, quello che ormai chiamiamo “new normal”. Gli strumenti esistenti erano spesso generici o basati su modelli teorici che non catturavano appieno le specificità del nostro settore.

Fotografia di un docente di scienze mediche, di mezza età, in un'aula moderna e luminosa, che interagisce con uno schermo touch screen mostrando grafici anatomici. Obiettivo prime 35mm, profondità di campo ridotta per focalizzare sul docente, illuminazione controllata, stile realistico.

Nasce la Scala FBL: Uno Strumento su Misura

Ed è qui che entra in gioco il nostro lavoro. Ci siamo detti: “Perché non creare noi uno strumento ad hoc?”. Detto, fatto! Abbiamo sviluppato e validato la Faculty Blended Learning Survey (FBL), una nuova scala progettata specificamente per esplorare le prospettive dei docenti di scienze della salute sul blended learning.

Il nostro obiettivo era creare uno strumento affidabile e valido che potesse misurare come i docenti percepiscono diversi aspetti chiave di questo approccio didattico. Dopo un’attenta revisione della letteratura e considerando il contesto specifico delle università saudite (infrastrutture, supporto tecnico, modalità di erogazione dei corsi BL), abbiamo identificato quattro dimensioni fondamentali, quattro “pilastri” su cui si basa la percezione del blended learning da parte dei docenti:

1. Comodità (Convenience – CBL): Quanto è facile e pratico per i docenti usare il blended learning? Si sentono a loro agio con la tecnologia? Hanno le competenze necessarie? L’istituzione fornisce le infrastrutture adeguate? La flessibilità offerta è un vantaggio reale?
2. Coinvolgimento (Engagement – EBL): I docenti si sentono coinvolti attivamente nella progettazione e nell’erogazione dei corsi blended? Come percepiscono l’interesse e l’interazione degli studenti in questa modalità? Hanno preoccupazioni riguardo alla valutazione o all’integrità accademica? La frequenza degli studenti è un problema?
3. Soddisfazione (Satisfaction – SBL): I docenti sono soddisfatti della tecnologia a disposizione e del supporto tecnico ricevuto? L’usabilità e l’affidabilità degli strumenti sono adeguate? La formazione ricevuta è stata utile?
4. Progresso degli Studenti (Student Learning Progress – PBL): I docenti ritengono che il blended learning abbia un impatto positivo sul percorso di apprendimento degli studenti? Percepiscono un miglioramento nelle performance accademiche? Hanno modo di monitorare efficacemente i progressi e fornire feedback?

Abbiamo quindi costruito un questionario di 25 domande (item), basate su queste quattro dimensioni, usando una scala Likert a 5 punti (da “fortemente in disaccordo” a “fortemente d’accordo”).

Come Abbiamo Testato il Nostro Strumento (La Validazione)

Per essere sicuri che la nostra scala FBL funzionasse a dovere, dovevamo metterla alla prova. Abbiamo coinvolto 240 docenti (uomini e donne, con diverse qualifiche ed esperienze) provenienti da quattro college di scienze della salute (Medicina, Scienze Mediche Applicate, Infermieristica, Sanità Pubblica) dell’Università Imam Abdulrahman Bin Faisal in Arabia Saudita. Hanno compilato il nostro questionario online, ovviamente dopo aver dato il loro consenso informato e con la garanzia dell’anonimato.

Poi è arrivato il momento dell’analisi dei dati, la parte un po’ più tecnica ma fondamentale. Abbiamo usato software statistici potenti (SPSS e AMOS) per fare due cose principali:

  • Verificare l’affidabilità: Abbiamo calcolato l’indice Cronbach’s alpha. Questo indice ci dice quanto sono “coerenti” tra loro le domande che misurano la stessa dimensione (ad esempio, tutte le domande sulla “Comodità”). Un valore alto significa che le domande misurano effettivamente lo stesso concetto in modo consistente.
  • Verificare la validità: Abbiamo usato l’Analisi Fattoriale Confermativa (CFA) e la Modellizzazione ad Equazioni Strutturali (SEM). Questi metodi statistici avanzati ci permettono di confermare se le quattro dimensioni (fattori) che avevamo ipotizzato (CBL, EBL, SBL, PBL) emergono davvero dai dati raccolti e se il nostro modello generale (la scala FBL nel suo complesso) “si adatta” bene ai dati reali. In pratica, è come verificare se la mappa che abbiamo disegnato corrisponde effettivamente al territorio.

Primo piano di un questionario cartaceo (la scala FBL) appoggiato su una scrivania di legno scuro, accanto a una tazza di caffè fumante e a un tablet che mostra grafici colorati. Obiettivo macro 90mm, alta definizione dei dettagli del testo sul foglio, illuminazione laterale morbida per creare ombre delicate.

Cosa Abbiamo Scoperto? Funziona!

I risultati sono stati davvero incoraggianti!
Innanzitutto, i docenti intervistati hanno mostrato in generale una percezione positiva del blended learning, con punteggi medi piuttosto alti (tra 3.95 e 4.20 su 5) per tutte le dimensioni. Questo suggerisce che, nel contesto analizzato, i docenti vedono i benefici di questo approccio.

Poi, le analisi statistiche hanno confermato la bontà del nostro strumento:

  • Affidabilità Eccellente: Il Cronbach’s alpha generale per tutta la scala FBL è risultato di 0.867 (o 0.87 arrotondando), un valore considerato “Eccellente”. Anche le singole dimensioni hanno mostrato valori buoni o eccellenti (da 0.72 a 0.94). Questo significa che la nostra scala misura le percezioni in modo consistente e affidabile.
  • Validità Confermata: L’analisi fattoriale ha confermato che i dati si raggruppano proprio attorno alle quattro dimensioni che avevamo previsto (CBL, EBL, SBL, PBL), spiegando oltre il 70% della variabilità nelle risposte. La Modellizzazione ad Equazioni Strutturali (SEM) ha ulteriormente validato il modello. Anche se il test del chi-quadrato (un indicatore specifico) era significativo (cosa comune con campioni grandi), tutti gli altri indici di adattamento del modello (GFI, AGFI, CFI, NFI, IFI, TLI, RMSEA) rientravano nei valori raccomandati dalla letteratura scientifica. Tradotto: il nostro modello a 4 fattori della scala FBL è un buon modo per rappresentare e misurare le percezioni dei docenti sul blended learning.

Immagine astratta ma fotorealistica che rappresenta un modello di equazioni strutturali (SEM) con nodi luminosi interconnessi e linee di flusso di dati su uno sfondo digitale blu scuro. Stile high-tech, focus nitido sui nodi centrali, leggero effetto motion blur sulle linee di connessione.

Perché Questo Strumento è Utile? Implicazioni Pratiche

Avere uno strumento validato come la scala FBL è un passo avanti importante. Perché? Perché permette agli amministratori universitari, ai responsabili dei corsi e ai decisori politici di:

  • Misurare in modo preciso come i docenti delle scienze della salute percepiscono il blended learning nella loro specifica realtà.
  • Identificare punti di forza e di debolezza: ad esempio, si potrebbe scoprire che i docenti si sentono a loro agio con la tecnologia (alta CBL) ma sono insoddisfatti del supporto tecnico (bassa SBL).
  • Sviluppare strategie mirate per migliorare la qualità del blended learning: se emerge una bassa soddisfazione per il supporto, si può intervenire potenziando l’help desk o offrendo formazione specifica. Se c’è preoccupazione per l’engagement degli studenti (EBL), si possono esplorare nuove strategie pedagogiche interattive.
  • Monitorare l’impatto delle iniziative intraprese nel tempo.

In sostanza, la scala FBL fornisce una “fotografia” dettagliata delle percezioni dei docenti, basata su quattro dimensioni chiave (Comodità, Coinvolgimento, Soddisfazione, Progresso degli studenti), che sono cruciali per il successo del blended learning. Questo è particolarmente vero nel contesto saudita, ma riteniamo che lo strumento, con eventuali piccoli adattamenti culturali o contestuali, possa essere prezioso anche in altri paesi. La disponibilità di supporto tecnico, le politiche istituzionali, le risorse disponibili possono variare, ma le dimensioni fondamentali della percezione dei docenti rimangono centrali ovunque si voglia implementare efficacemente il blended learning.

Il nostro lavoro, quindi, non si ferma qui. La scala FBL è ora disponibile (è stata sviluppata in inglese, ma può essere tradotta) per essere utilizzata in ricerche future, magari per confrontare le percezioni tra diverse università o paesi, o per studiare come queste percezioni cambiano nel tempo.

Speriamo che questo strumento possa davvero aiutare a dare voce ai docenti e a costruire insieme un futuro dell’educazione sanitaria sempre più efficace, coinvolgente e al passo con i tempi, sfruttando al meglio le potenzialità offerte dalla tecnologia e dal blended learning.

Fonte: Springer

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