Un moderno impianto di acquacoltura messicano al tramonto, con vasche ordinate e tecnologia visibile, fotografia wide-angle 18mm, lunga esposizione per acqua liscia e cielo vibrante, focus nitido sull'intero impianto, che simboleggia il potenziale del settore e la necessità di investimenti sostenibili.

Sussidi all’Acquacoltura: Soldi Buttati o Investimento Astuto? Il Caso Messicano Sotto la Lente!

Ciao a tutti! Oggi voglio portarvi con me in un’indagine affascinante che tocca un tema caldissimo: i sussidi governativi. Sappiamo tutti che sono uno strumento chiave che i governi usano per dare una spintarella a vari settori, con l’idea di migliorare la produzione, la competitività e, si spera, la sostenibilità. Ma funzionano davvero come dovrebbero? È una domanda da un milione di dollari, soprattutto quando parliamo di acquacoltura.

Mi sono imbattuto in uno studio super interessante sul caso del Messico, che analizza proprio l’efficacia dei sussidi nel settore dell’acquacoltura tra il 2010 e il 2021. E tenetevi forte, perché i risultati potrebbero sorprendervi!

Un Mare di Soldi (che si Restringe) e Pesci che Aumentano: Il Paradosso Messicano

Immaginate la scena: nel periodo analizzato, i fondi totali per i sussidi all’acquacoltura in Messico sono passati da circa 3,8 miliardi di pesos messicani a circa 2 miliardi. Un bel taglio, no? Eppure, nello stesso periodo, la produzione è aumentata del 127%! Sembra un controsenso, vero? Questo dato, da solo, mi ha fatto drizzare le antenne. Suggerisce che forse ci sono altri motori a spingere la crescita, come l’adozione di nuove tecnologie o l’espansione dei mercati. Non solo, lo studio solleva un dubbio inquietante: alcuni di questi sussidi potrebbero aver addirittura, involontariamente, incentivato pratiche poco sostenibili. Un bel pasticcio!

Questi risultati ci urlano in faccia che c’è un bisogno disperato di ridisegnare le politiche. Invece di sussidi a pioggia, forse servirebbero interventi mirati. Pensate a supporti per modernizzare gli allevamenti, per formare meglio gli operatori, o per integrare servizi finanziari. Insomma, qualcosa che guardi davvero allo sviluppo a lungo termine.

Perché i Governi Amano i Sussidi? Un Po’ di Contesto

Storicamente, i sussidi sono stati usati per un sacco di obiettivi: garantire posti di lavoro, spingere la crescita economica, proteggere l’ambiente e raggiungere la sovranità alimentare. L’idea di base è influenzare il comportamento di industrie e persone, indirizzandoli verso risultati considerati positivi dallo Stato. Nel settore agricolo e alimentare, i sussidi sono stati una colonna portante per ridurre i costi di produzione e aumentare la resa. La logica? Evitare che i prezzi del cibo schizzino alle stelle, rendendo i beni di prima necessità inaccessibili, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, e massimizzare la produzione agricola incentivando miglioramenti (tipo fertilizzanti scontati o sementi potenziate).

Inoltre, i paesi ricchi usano spesso i sussidi per essere più competitivi sui mercati internazionali. Abbassando i costi di produzione con aiuti finanziari, possono competere con paesi dove la manodopera e i materiali costano meno. Questo, a volte, va a discapito dei paesi a basso reddito. Un esempio lampante? La crisi finanziaria globale del 2008: i prezzi del cibo impennarono e molti paesi risposero con una valanga di sussidi per stabilizzare la situazione.

Il Rovescio della Medaglia: Quando i Sussidi Fanno Danni

Nonostante le buone intenzioni, i sussidi possono creare distorsioni dannose per la società, l’ambiente e l’economia – i tre pilastri della sostenibilità. E questi pilastri, nell’acquacoltura, sono interconnessi: se ne danneggi uno, gli altri ne risentono. Per esempio, sussidi per ridurre i costi energetici, utili nel breve termine, possono portare a un degrado ambientale e a ingiustizie sociali. Allo stesso modo, sussidi per incoraggiare tecnologie specifiche possono distorcere l’economia, portando a inefficienze o all’emarginazione di alcuni gruppi. Alcuni sussidi sono stati definiti “perversi”: raggiungono l’obiettivo immediato, ma a un costo sociale più ampio.

I sussidi agricoli sono un tema di dibattito infinito. Da un lato, hanno stabilizzato i prezzi, salvato posti di lavoro e migliorato la competitività. Dall’altro, hanno causato impatti ambientali negativi (degrado del suolo, aumento dei gas serra) e conseguenze sociali (aumento delle disuguaglianze, emarginazione dei piccoli agricoltori). Spesso, la maggior parte degli aiuti finisce nelle tasche dei grandi produttori, anziché sostenere tutti gli agricoltori. Quello che doveva essere un aiuto per tutti, a volte diventa uno strumento per ridurre i costi industriali e favorire i più potenti. Pensate che nel periodo 2007-2008, oltre un miliardo di dollari all’anno è stato destinato ai settori agricoli di USA e UE!

Fotografia macro di gamberetti vivi in un vivaio di acquacoltura messicano, illuminazione controllata per evidenziare i dettagli, obiettivo macro 90mm, focus preciso sulle texture traslucide dei gamberetti e sulle bollicine d'aria nell'acqua, colori vividi.

Anche nel settore della pesca la storia è simile. I sussidi per il carburante, ad esempio, hanno avuto un impatto devastante sugli stock ittici naturali. A differenza dell’agricoltura, dove i sussidi possono migliorare la produttività con input migliori, nella pesca aumentano principalmente la capacità di pesca o abbassano i costi di estrazione. Questo spesso incentiva uno sfruttamento eccessivo, specialmente in pescherie mal gestite, mettendo a rischio la sostenibilità a lungo termine dell’industria e delle comunità che da essa dipendono. E, ancora una volta, la distribuzione è iniqua: la fetta più grossa va alle operazioni industriali, non alla piccola pesca artigianale.

L’Acquacoltura: Un Gigante Giovane con Vecchi Problemi di Sussidi

L’acquacoltura è un’industria relativamente giovane, emersa come fonte significativa di cibo negli ultimi 50 anni. Ma è il segmento dell’industria alimentare che cresce più velocemente, circa il 4% all’anno! Nonostante la sua gioventù, il sistema di sussidi per l’acquacoltura ricalca spesso quello dell’agricoltura, concentrandosi sulla riduzione dei costi di produzione (sementi, energia, attrezzature, infrastrutture). Questo solleva interrogativi sull’adeguatezza di applicare modelli di sussidio agricoli tradizionali a un’industria ancora in fase di sviluppo.

Rispetto alla pesca o all’agricoltura, i sussidi all’acquacoltura hanno ricevuto molta meno attenzione. Eppure, ogni tipo di sussidio può avere impatti distinti su economia, società e ambiente. Ad esempio, l’Unione Europea ha investito oltre 2,8 miliardi di euro nell’acquacoltura tra il 2000 e il 2020 per aumentare la produzione, migliorare qualità e sicurezza, e la performance ambientale. Risultato? Un modesto aumento del volume di produzione, ma un significativo aumento del valore complessivo. Questo perché è aumentata la coltivazione di specie carnivore di alto valore, a scapito di cozze e ostriche (specie di minor valore). Ciò suggerisce che i sussidi possono creare valore, ma il loro impatto sul volume di produzione potrebbe essere limitato.

Sussidi in Messico: Un Decennio di Montagne Russe

Torniamo al nostro caso studio, il Messico. Tra il 2010 e il 2020, l’allocazione dei sussidi nel settore dell’acquacoltura messicana ha subito cambiamenti significativi.

  • 2010-2013: Supporto robusto, con una media di 10 programmi di sussidio all’anno e un budget annuale di circa 3,86 miliardi di MXN. L’obiettivo era aumentare capacità produttiva e infrastrutture, specialmente per i piccoli produttori.
  • 2014-2017: Il numero di programmi è quasi raddoppiato (24 all’anno), ma il budget medio annuo è sceso a circa 2,2 miliardi di MXN (-43%). Meno soldi per più iniziative, con un impatto potenzialmente ridotto per ciascuna. Programmi come PROPESCA e PRODEAC miravano a supportare produttività, ReS e pratiche sostenibili.
  • Dal 2018 in poi: Forte calo sia nel numero di programmi (solo 4 all’anno) sia nella trasparenza dell’allocazione dei fondi, con un budget medio annuo vicino ai 2 miliardi di MXN. I fondi per agricoltura, allevamento, pesca e acquacoltura hanno iniziato a essere aggregati in categorie più ampie, rendendo difficile capire le allocazioni specifiche. Il programma Bienpesca ha sostituito PROPESCA, spostandosi verso un supporto finanziario diretto più generalizzato.

Nel 2017, il budget combinato per Propesca, Diesel Marino e Formazione era di 1,81 miliardi di MXN per pesca e acquacoltura. Nel 2020, il budget per Bienpesca (che copre entrambi i settori) è sceso a 1,4 miliardi di MXN. Nonostante questa riduzione del 40% dei sussidi spesi nel 2020 rispetto al 2010, la produzione totale è aumentata del 127% nello stesso periodo! Questo, amici miei, è il cuore del paradosso.

Cosa Ci Dice il Modello Matematico?

Lo studio ha utilizzato una funzione di produzione Cobb-Douglas modificata. I risultati? Un po’ controintuitivi. Il modello ha mostrato una relazione negativa tra l’uso dei sussidi e la produzione. In pratica, livelli più alti di sussidi erano associati a risultati di produzione inferiori. Questo potrebbe indicare inefficienze, una cattiva mira dei sussidi o risposte comportamentali non volute. Forse, invece di stimolare la produzione, alcuni sussidi hanno distorto gli incentivi o rafforzato pratiche improduttive. Pensiamo al passaggio dal programma Diesel Marino (dannoso per l’ambiente) al programma Bienpesca (un trasferimento diretto annuale di 7500 MXN per beneficiario, ma in gran parte non monitorato). Anche se l’eliminazione dei sussidi basati sul carburante è un progresso, i fondi di Bienpesca potrebbero ancora essere usati in modi che perpetuano comportamenti inefficienti.

L’analisi della Produttività Totale dei Fattori (TFP) dal 2010 al 2020 ha rivelato un calo generale nel settore, nonostante aumenti costanti negli indici dei prezzi. Un calo della TFP indica che servono più input per produrre la stessa quantità di output, o anche meno. Tra il 2018, però, si osserva un’inversione di tendenza: la TFP inizia a riprendersi nonostante un calo delle Unità di Produzione Acquicola (APU). Questo suggerisce che i miglioramenti dell’efficienza, piuttosto che l’espansione delle unità produttive, hanno iniziato a giocare un ruolo maggiore nella crescita della produzione. Forse un passaggio da modelli estensivi a più intensivi, dove progressi tecnologici o migliori pratiche gestionali hanno contribuito.

Ritratto di un gruppo di piccoli acquacoltori messicani che sorridono e discutono animatamente con un consulente finanziario in un ambiente rurale, luce naturale calda del tardo pomeriggio, profondità di campo media per includere il contesto, obiettivo 35mm, atmosfera di collaborazione e ottimismo, duotone seppia e verde oliva.

Il modello Cobb-Douglas ha stimato che la TFP e le APU sono predittori significativi della produzione, mentre l’elasticità dei sussidi (St-1) è risultata marginalmente insignificante e, cosa notevole, negativa. Questo suggerisce che aumenti nei sussidi potrebbero essere associati a una diminuzione della produzione. Le ragioni? Possibile errata specificazione della variabile, dati poco accurati sui sussidi, sussidi mal progettati che supportano segmenti meno produttivi, o rendimenti decrescenti dei sussidi stessi. Al contrario, l’elasticità delle APU superiore all’unità suggerisce che questo input potrebbe mostrare rendimenti di scala crescenti.

Allora, i Sussidi Funzionano o No?

L’aspettativa che i sussidi aumentino significativamente la produzione è una logica comune. In Messico, i sussidi energetici miravano a ridurre i costi operativi. Tuttavia, i risultati indicano che non hanno avuto un impatto significativo sulla produzione. Nonostante i sussidi, la crescita è stata modesta e, in alcuni casi, la produzione è rimasta stagnante o è diminuita. Questo rispecchia tendenze globali: i sussidi non si traducono sempre in aumenti sostanziali della produzione in acquacoltura, specialmente dove vincoli strutturali o ambientali ne ostacolano l’efficacia.

I nostri risultati indicano che il principale motore della crescita della produzione in Messico è in gran parte spiegato dall’espansione delle unità produttive. Piuttosto che ottenere guadagni attraverso miglioramenti della produttività, il settore è cresciuto aumentando il numero di allevamenti o la capacità produttiva. Questo è tipico delle fasi iniziali di crescita nelle industrie dell’acquacoltura. Il contributo della TFP è più limitato, suggerendo che i miglioramenti dell’efficienza hanno giocato un ruolo secondario. La tendenza al ribasso della TFP, nonostante l’aumento degli indici dei prezzi, suggerisce che il settore potrebbe fare eccessivo affidamento sull’aumento degli input (energia, mangimi, attrezzature) piuttosto che concentrarsi sul miglioramento dell’efficienza o sull’adozione di tecnologie innovative.

Dipendenza e Distorsioni: I Rischi Nascosti

Una spiegazione plausibile del calo dell’efficacia dei sussidi è l’emergere di una dipendenza tra i produttori. Sussidi come quello per il diesel (in vigore fino al 2019) hanno abbassato i costi operativi ma potrebbero aver incoraggiato pratiche ad alta intensità energetica e inefficienti, difficili da sostenere senza un continuo supporto finanziario. Questo è coerente con il concetto di moral hazard, dove l’assistenza finanziaria esterna potrebbe ridurre gli incentivi a migliorare l’efficienza.

Inoltre, i sussidi potrebbero aver interagito con le dinamiche ambientali e di mercato in modi complessi. Alcuni studi hanno notato che i sussidi legati all’energia possono contribuire all’aumento delle emissioni di CO2 e al degrado ambientale, con conseguenze per la produttività dell’acquacoltura. Le distorsioni di mercato derivanti dai sussidi potrebbero aver influenzato l’allocazione delle risorse.

Tra il 2010 e il 2017, gli indici dei prezzi sono aumentati significativamente, mentre la TFP è diminuita, indicando che un maggiore utilizzo di input non ha portato a una migliore produttività. Questo solleva preoccupazioni sull’efficacia dei sussidi basati sugli input. Tuttavia, dal 2018 al 2020, si osserva un cambiamento: la TFP inizia ad aumentare nonostante una stabilizzazione delle APU. Un fattore potrebbe essere la graduale riduzione ed eliminazione del sussidio per il diesel marino. La riduzione dei sussidi potrebbe aver spinto gli allevamenti ad adattarsi, ottimizzando le pratiche gestionali per compensare l’aumento dei costi energetici.

Verso un Futuro Diverso: Dai Sussidi ai Servizi Finanziari

Se i sussidi non sono la panacea, cosa possiamo fare? Una possibile via d’uscita è passare da sussidi ampi e indiscriminati a servizi finanziari. Questo potrebbe aumentare l’efficienza e ridurre l’onere fiscale per lo Stato. Servizi come accesso al credito, assicurazioni e investimenti in innovazioni tecnologiche possono fornire un supporto più mirato e flessibile. A differenza dei sussidi generalizzati, che spesso non incentivano l’efficienza, i servizi finanziari possono essere progettati per allinearsi meglio alle esigenze specifiche dei produttori.

Il governo potrebbe promuovere la creazione di questi meccanismi, assicurando che anche i piccoli e medi produttori abbiano accesso a opportunità finanziarie oggi limitate. Fornire credito potrebbe supportare investimenti in tecnologie e pratiche che migliorano produttività e sostenibilità (sistemi di gestione avanzati, automazione, aeratori efficienti, mangimi sostenibili). L’assicurazione potrebbe mitigare i rischi legati a malattie, maltempo o fluttuazioni di mercato, incoraggiando investimenti e innovazione.

L’investimento pubblico e privato in Ricerca e Sviluppo (ReS) è un’altra carta vincente. Spostare risorse dai sussidi agli input verso la ReS potrebbe supportare l’adozione di tecnologie avanzate, come sistemi di alimentazione automatizzati e strumenti di acquacoltura di precisione. Innovazioni come l’uso di probiotici nell’allevamento di gamberetti hanno dimostrato di poter ridurre significativamente gli impatti ambientali e aumentare l’efficienza produttiva. Tuttavia, l’adozione è lenta, principalmente a causa degli alti costi iniziali e della mancanza di quadri politici solidi che incoraggino l’innovazione.

Le Sfide della Ricerca (e i Prossimi Passi)

Devo essere onesto: questo studio, come ogni ricerca, ha le sue limitazioni. La dimensione del set di dati è limitata (solo 10 anni) e manca di report completi per molti di quegli anni. Questo riduce la potenza statistica. Inoltre, la mancanza di granularità dei dati rende difficile valutare l’impatto dei programmi per tipo di allevamento e specie. I dati sono specifici per il Messico e potrebbero non essere generalizzabili ad altri paesi.

Una sfida critica è la mancanza di specificità nei dati sui sussidi. In Messico, i sussidi per l’acquacoltura non sono dettagliati nel bilancio federale. Questa mancanza di trasparenza rende difficile valutare l’impatto preciso dei diversi tipi di sussidi. A livello globale, i dati sui sussidi all’acquacoltura sono scarsi e spesso incompleti, a differenza dell’agricoltura o della pesca.

Cosa fare allora? La ricerca futura dovrebbe mirare a raccogliere set di dati più estesi, ottenere dati più granulari sui tipi specifici di sussidi, compilare e analizzare dati a livello globale, condurre studi longitudinali e ricerche comparative. E, naturalmente, esplorare il ruolo delle innovazioni tecnologiche.

Una strategia potrebbe essere quella di favorire una migliore integrazione dei servizi finanziari con l’innovazione tecnologica. I politici potrebbero facilitare l’accesso a credito e assicurazioni specifici per l’industria dell’acquacoltura. L’investimento pubblico in ReS tecnologica potrebbe promuovere tecnologie più efficienti. Un approccio graduale alla riforma dei sussidi, riducendo quelli indiscriminati e ampliando l’accesso ai servizi finanziari, potrebbe dare ai produttori il tempo di adattarsi.

Come Hanno Fatto? Un Occhio alla Metodologia

Per chi fosse curioso, per valutare l’impatto dei sussidi, è stato costruito un set di dati identificando i programmi di sussidio tramite la CONAPESCA e quantificando i fondi allocati tramite i report ufficiali. I dati sulla produzione acquicola sono stati ottenuti dal database FAO. È stata poi applicata una funzione di produzione Cobb-Douglas modificata, analizzando l’effetto dei sussidi con un ritardo di un anno (t-1). Poiché i dati sul lavoro specifici per l’acquacoltura non erano disponibili, sono state utilizzate le Unità di Produzione Acquicola (APU) come proxy. Per esplorare ulteriormente l’impatto, è stato sviluppato un modello basato su indici sulla Produttività Totale dei Fattori (TFP), utilizzando gli indici di Laspeyres, Paasche e Fisher.

Insomma, la storia dei sussidi all’acquacoltura in Messico è un vero e proprio giallo economico! Ci insegna che non basta “buttare soldi” su un settore per farlo crescere in modo sano e sostenibile. Servono strategie più intelligenti, mirate e, soprattutto, basate su dati solidi e trasparenti. E voi, cosa ne pensate?

Fonte: Springer

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