Cervello e Crescita: Come lo Stunting Infantile Modella le Nostre Capacità (E Cosa Possiamo Fare)
Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di qualcosa di veramente affascinante e, purtroppo, molto diffuso nel mondo: lo stunting infantile, ovvero l’arresto della crescita nei bambini. Pensate che colpisce circa 150 milioni di piccoli a livello globale! Ma non si tratta solo di essere “più bassi”. Questa condizione, legata spesso alla malnutrizione nei primi 1000 giorni di vita, può avere un impatto profondo sullo sviluppo del cervello, sulle capacità cognitive e, di conseguenza, sul futuro potenziale accademico ed economico di una persona.
Mi sono imbattuto in uno studio recente che ha cercato di capire meglio questo legame, concentrandosi su quelle che chiamiamo funzioni esecutive (EF). Cosa sono? Immaginatele come il “direttore d’orchestra” del nostro cervello: quelle abilità di ordine superiore che ci aiutano a pianificare, organizzarci, iniziare e monitorare le attività, controllare gli impulsi e adattarci ai cambiamenti. Includono la memoria di lavoro, la flessibilità cognitiva, il controllo inibitorio e la pianificazione. Sono fondamentali per imparare, risolvere problemi e navigare la vita di tutti i giorni.
Lo studio si è posto una domanda cruciale: i bambini che soffrono di stunting persistente hanno funzioni esecutive meno sviluppate rispetto a quelli che non ne hanno mai sofferto o che sono riusciti a “recuperare” la crescita? E questo si riflette anche nella struttura del loro cervello?
Un Viaggio a Vellore: Lo Studio da Vicino
Per rispondere a queste domande, i ricercatori hanno seguito una coorte di nascita (chiamata MAL-ED) a Vellore, nel sud dell’India. Hanno monitorato la crescita e lo sviluppo cognitivo di questi bambini a 2, 5 e 9 anni. In base al loro stato di stunting (cioè se la loro altezza per età era significativamente inferiore agli standard) in questi momenti chiave, i bambini sono stati divisi in quattro gruppi:
- NS (Never Stunted): Mai stati affetti da stunting.
- S2N5: Stunting a 2 anni, ma recupero della crescita entro i 5 anni.
- S5N9: Stunting a 2 e 5 anni, ma recupero entro i 9 anni.
- AS (Always Stunted): Stunting a 2, 5 e 9 anni.
A 9 anni, i bambini sono stati sottoposti a test specifici per valutare le loro funzioni esecutive (come il test di fluenza fonemica FAS, il test di cancellazione dei colori CCT e il test dei percorsi colorati CTT) e a una risonanza magnetica (MRI) a 3 Tesla per “fotografare” il loro cervello e misurarne i volumi in diverse aree. L’idea era vedere se ci fossero differenze sia nelle performance ai test sia nelle dimensioni di specifiche regioni cerebrali tra i vari gruppi.
Cosa Abbiamo Scoperto: Funzioni Esecutive Sotto la Lente
I risultati sono stati piuttosto chiari e, in un certo senso, preoccupanti. Prendiamo il test di fluenza verbale FAS, che misura la capacità di generare parole che iniziano con certe lettere (un indicatore di memoria di lavoro, flessibilità e inibizione). Ebbene, i bambini del gruppo NS (mai stunted) hanno ottenuto punteggi significativamente più alti rispetto a quelli del gruppo AS (sempre stunted). È emerso un effetto “dose-risposta”: più a lungo un bambino era stato stunted, peggiore tendeva ad essere la sua performance in questo test. Interessante notare che i gruppi che avevano recuperato la crescita (S2N5 e S5N9) si collocavano in una posizione intermedia, suggerendo che il recupero aiuta, ma forse non cancella completamente gli effetti precoci.
Un altro test, il CTT-1, ha valutato l’attenzione visuo-motoria e il controllo inibitorio (la capacità di non farsi distrarre o di non commettere errori impulsivi). Qui, i bambini del gruppo AS hanno commesso significativamente più “near-misses” (errori sfiorati, indice di minor controllo) rispetto al gruppo NS. Anche in questo caso, si è osservato un andamento dose-risposta, con i gruppi S2N5 e S5N9 che mostravano livelli intermedi di difficoltà.
Altri test, come il CCT (che valuta concentrazione e attenzione selettiva), non hanno mostrato differenze significative tra i gruppi in questo studio specifico.
Uno Sguardo Dentro il Cervello: Volumi a Confronto
La parte forse più affascinante è stata l’analisi dei volumi cerebrali tramite MRI. L’ipotesi era che le differenze nelle funzioni esecutive potessero avere una base strutturale. E infatti, qualcosa è emerso.
I ricercatori hanno esaminato diverse aree del cervello, dividendole in categorie:
- Aree associative unimodali: Quelle che processano informazioni da un singolo senso (es. vista). Qui, i bambini AS avevano volumi significativamente inferiori rispetto ai NS nel giro fusiforme occipitale destro e nella corteccia laterale occipitale sinistra. Queste aree sono importanti per l’elaborazione visiva. Anche qui, si notava un effetto dose-risposta.
- Aree associative di ordine superiore: Coinvolte in processi cognitivi più complessi. Tra queste, solo la pars triangularis sinistra (una parte del lobo frontale cruciale per l’elaborazione semantica e lessicale, quindi legata al linguaggio) è risultata significativamente più piccola nel gruppo AS rispetto al NS. Questo potrebbe collegarsi ai risultati più bassi nel test di fluenza verbale.
- Gangli della base: Strutture profonde coinvolte nel controllo motorio, nell’apprendimento e nelle funzioni esecutive. I bambini NS avevano volumi maggiori nel pallido destro, nel caudato (bilaterale) e nel talamo destro rispetto ai bambini AS.
- Cervelletto: Tradizionalmente associato al controllo motorio, ma oggi sappiamo che gioca un ruolo importante anche nelle funzioni esecutive, emotive e sociali, specialmente durante l’infanzia. Sia la corteccia cerebellare che la materia bianca cerebellare (bilateralmente) erano significativamente più piccole nei bambini AS rispetto ai NS, con un chiaro effetto dose-risposta.
È interessante notare che molte altre aree cerebrali tipicamente associate alle funzioni esecutive (come gran parte della corteccia prefrontale) non hanno mostrato differenze significative in questo studio su bambini di 9 anni. Questo potrebbe essere dovuto al fatto che la corteccia prefrontale matura molto più tardi, anche fino alla terza decade di vita, o forse a meccanismi di compensazione che il cervello mette in atto.
Perché Tutto Questo è Importante?
Questi risultati aggiungono un tassello importante alla nostra comprensione degli effetti a lungo termine dello stunting infantile. Non si tratta solo di altezza, ma di un potenziale impatto sullo sviluppo di abilità cognitive cruciali come la fluenza verbale e il controllo degli impulsi. E questo, a sua volta, può influenzare il percorso scolastico e le opportunità future.
La buona notizia è che il recupero della crescita sembra portare dei benefici, anche se forse non completi. Questo sottolinea l’importanza critica dei primi 1000 giorni di vita (dal concepimento ai 2 anni) per un intervento nutrizionale adeguato. Ma non basta solo il cibo. Lo studio suggerisce che anche un ambiente ricco di cure amorevoli e stimoli (nurturing care) è fondamentale per ottimizzare lo sviluppo cerebrale e cognitivo.
Iniziative come i servizi integrati per lo sviluppo infantile (ICDS) in India, con programmi come “Poshan bhi, Padhai bhi” (nutrizione insieme all’apprendimento), vanno proprio in questa direzione, riconoscendo l’importanza di un approccio olistico.
Limiti e Prospettive Future
Come ogni studio, anche questo ha i suoi limiti. È stato condotto in una specifica area dell’India, quindi i risultati potrebbero non essere generalizzabili ovunque. Inoltre, le funzioni esecutive sono complesse e in evoluzione durante l’infanzia, e la loro misurazione può essere difficile. Altri fattori (genetici, ambientali, prenatali) potrebbero aver giocato un ruolo e non sono stati analizzati qui.
Tuttavia, questa ricerca è preziosa perché è una delle prime a combinare dati sulla crescita a lungo termine, valutazione delle funzioni esecutive e neuroimaging dettagliato in bambini che hanno sperimentato stunting e recupero.
Ci mostra chiaramente che lo stunting persistente lascia un segno, non solo sul corpo ma anche sul cervello e sulle sue funzioni. Servono ulteriori studi per confermare questi risultati, esplorare i meccanismi sottostanti e capire come interventi precoci (nutrizione, micronutrienti, cure amorevoli e stimolanti) possano prevenire o mitigare questi effetti, aiutando ogni bambino a raggiungere il suo pieno potenziale.
Insomma, la battaglia contro lo stunting è una battaglia per il futuro, per il capitale umano di intere nazioni. E inizia prestissimo, nei primi giorni di vita.
Fonte: Springer