Fotografia macro di un collirio al desametasone che viene delicatamente instillato nell'occhio di un neonato prematuro in un'incubatrice, illuminazione controllata, messa a fuoco precisa sulla goccia, obiettivo macro 100mm, alta definizione.

Gocce Oculari al Desametasone: Una Nuova Speranza Contro la Cecità nei Neonati Prematuri? Lo Studio DROPROP

Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di qualcosa che mi sta molto a cuore e che potrebbe davvero cambiare la vita di tanti piccolissimi guerrieri: i neonati prematuri. Come sapete, grazie ai progressi incredibili della medicina neonatale, sempre più bambini nati molto prima del termine riescono a sopravvivere. È una notizia meravigliosa, ma porta con sé nuove sfide. Una di queste, particolarmente insidiosa, è la Retinopatia del Prematuro (ROP), una delle principali cause di cecità infantile nel mondo.

Cos’è la Retinopatia del Prematuro (ROP) e Perché è un Problema?

Immaginate i delicatissimi vasi sanguigni della retina di un neonato. In un bimbo prematuro, il loro sviluppo si interrompe bruscamente dopo la nascita. Nelle settimane e nei mesi successivi, la parte periferica della retina, ancora priva di vasi (avascolare), soffre per la mancanza di ossigeno (ischemia) e si infiamma. Questa situazione può scatenare la crescita di nuovi vasi sanguigni anomali, un processo chiamato neovascolarizzazione patologica, guidato principalmente da una molecola chiamata VEGF (fattore di crescita vascolare endoteliale). Nei casi peggiori, questi nuovi vasi sono fragili, sanguinano e possono portare al distacco della retina e, purtroppo, alla cecità.

Circa il 5-10% dei casi di ROP diventa così grave da richiedere un trattamento. Attualmente, le opzioni principali sono due:

  • Fotocoagulazione laser retinica: Si “brucia” la parte periferica della retina avascolare per ridurre la richiesta di ossigeno e fermare la crescita dei vasi anomali. Spesso richiede anestesia generale, non priva di rischi per questi bimbi fragili, e può causare effetti collaterali come perdita del campo visivo o miopia.
  • Iniezioni intravitreali di farmaci anti-VEGF: Bloccano direttamente il VEGF. Si possono fare con una sedazione più leggera, ma c’è il timore che il farmaco entri nel circolo sanguigno e possa avere effetti sistemici a lungo termine, ancora non del tutto conosciuti.

Insomma, le terapie attuali, pur salvando la vista in molti casi, non sono prive di inconvenienti e potenziali rischi. Ecco perché la ricerca di alternative più sicure ed efficaci è fondamentale.

Una Speranza dalle Gocce Oculari: Il Desametasone

Ed è qui che entra in gioco il desametasone. Si tratta di un corticosteroide sintetico con potenti effetti anti-infiammatori, già ampiamente usato negli adulti per trattare infiammazioni oculari. La ricerca, sia su modelli animali (la cosiddetta retinopatia indotta da ossigeno, OIR) sia su neonati, ha mostrato che l’infiammazione gioca un ruolo chiave nello sviluppo della ROP.

Alcuni studi preliminari, anche se non controllati, hanno suggerito che l’uso “off-label” (cioè al di fuori delle indicazioni ufficiali) di colliri al desametasone (1 mg/ml) potrebbe fermare la progressione della ROP verso le forme più gravi (definite “Tipo 1”), quelle che appunto richiedono il laser o le iniezioni. Uno studio retrospettivo ha riportato una regressione della ROP grave in bimbi trattati con queste gocce prima del laser pianificato, e un piccolo studio pilota ha osservato risultati simili.

La cosa interessante emersa dai modelli animali è che il tempismo sembra cruciale: somministrare il desametasone prima del picco della crescita dei vasi anomali sembra essere più efficace. Questo potrebbe spiegare perché studi passati sull’uso di corticosteroidi per via endovenosa o orale per la ROP abbiano dato risultati contrastanti.

Se riuscissimo a dimostrare che un semplice collirio, somministrato al momento giusto, può prevenire le forme gravi di ROP, potremmo evitare a molti bambini l’anestesia generale, i trattamenti invasivi e le loro possibili conseguenze. Ma, ovviamente, servono prove solide. Nessuno studio clinico controllato ha finora valutato l’efficacia e la sicurezza di questo approccio.

Macro fotografia di un occhio di neonato prematuro con segni iniziali di ROP, illuminazione controllata, messa a fuoco precisa sui vasi sanguigni retinici, obiettivo macro 90mm, alta definizione.

Lo Studio DROPROP: Come Funziona?

È per colmare questa lacuna che è nato lo studio DROPROP (questo è il nome del protocollo che stiamo seguendo), uno studio clinico randomizzato, multicentrico, in doppio cieco e controllato con placebo. Cosa significa tutto ciò?

  • Randomizzato: I bambini che partecipano vengono assegnati casualmente (come lanciando una moneta) a ricevere il collirio al desametasone oppure un collirio placebo (soluzione salina, senza principio attivo).
  • Multicentrico: Lo studio si svolge in diversi ospedali in Svezia, per coinvolgere un numero sufficiente di piccoli pazienti.
  • Doppio cieco: Né i medici, né gli infermieri, né i genitori sanno se il bambino sta ricevendo il farmaco vero o il placebo. Questo evita che le aspettative influenzino i risultati. Solo un farmacista esterno conosce l’assegnazione, e la lista è custodita al sicuro per emergenze.
  • Controllato con placebo: Il gruppo che riceve il desametasone viene confrontato con un gruppo che riceve gocce identiche ma inattive, per capire se l’effetto osservato è dovuto proprio al farmaco.

Abbiamo in programma di includere 100 neonati nati prima delle 30 settimane di età gestazionale, che abbiano sviluppato una ROP considerata “grave” (Tipo 2 o stadio 2 in zona II posteriore) ma che non soddisfi ancora i criteri per il trattamento laser o anti-VEGF. L’obiettivo è vedere se riusciamo a fermare la malattia prima che arrivi a quel punto critico.

Metà dei bambini (50) riceverà il collirio al desametasone (Dexafree® 1 mg/ml), l’altra metà (50) il placebo (Drop-it®, soluzione salina). La somministrazione sarà di una goccia al giorno o a giorni alterni, a seconda della gravità della ROP, per un massimo di 12 settimane. Il trattamento continuerà finché la ROP non si risolve o finché, purtroppo, non progredisce a ROP di Tipo 1, richiedendo la terapia standard.

L’obiettivo primario è chiarissimo: vogliamo vedere se il desametasone riduce la percentuale di bambini che sviluppano ROP di Tipo 1 rispetto al placebo. Ci aspettiamo, basandoci sui dati preliminari, di poter ridurre questa percentuale del 60%!

Cosa Stiamo Misurando Esattamente? (Obiettivi Secondari e Sicurezza)

Oltre all’obiettivo principale, valuteremo molte altre cose (obiettivi secondari):

  • Il tempo che intercorre tra la diagnosi di ROP grave e l’eventuale progressione a Tipo 1.
  • La frequenza con cui la ROP ritorna dopo un eventuale trattamento laser/anti-VEGF.
  • L’aspetto della retina (morfologia) a 40 settimane di età post-mestruale e durante follow-up a 2 e 5.5 anni.
  • Eventuali cambiamenti della pressione intraoculare.
  • Lo sviluppo visivo: acuità visiva, difetti refrattivi (miopia, ipermetropia, astigmatismo), strabismo, ecc., sempre a 2 e 5.5 anni.
  • Analizzeremo anche campioni di sangue residui per cercare biomarcatori legati all’angiogenesi, alla neurogenesi e all’infiammazione, per capire meglio come funziona il trattamento.

Ovviamente, la sicurezza è la nostra priorità assoluta. Sappiamo che i corticosteroidi, anche in gocce, possono avere effetti collaterali. Anche se la dose di desametasone che usiamo è molto bassa (circa 0.1-0.15 mg al giorno, molto meno delle dosi sistemiche usate a volte per problemi polmonari nei prematuri), monitoreremo attentamente ogni possibile segnale.

Registreremo qualsiasi evento avverso (AE). In particolare, terremo d’occhio:

  • Aumento della pressione intraoculare (misurata prima, durante e dopo il trattamento).
  • Alterazioni della crescita (peso, lunghezza, circonferenza cranica).
  • Livelli di glucosio nel sangue e nelle urine.
  • Livelli di cortisolo nella saliva (per verificare che la produzione naturale di cortisolo del bambino non venga soppressa).
  • Tutti gli altri problemi comuni nei prematuri (problemi polmonari, circolatori, intestinali, infezioni, emorragie cerebrali, ecc.).

Un comitato indipendente di monitoraggio dei dati (DMC), composto da esperti non coinvolti nello studio, analizzerà periodicamente i dati di sicurezza ed efficacia per decidere se lo studio debba continuare o essere interrotto (per beneficio dimostrato o per danno eccessivo).

Primo piano di un flaconcino monodose di collirio Dexafree® accanto a un flaconcino placebo simile, su un vassoio sterile in un'unità di terapia intensiva neonatale, obiettivo macro 60mm, alta definizione.

Perché Questo Studio è Così Importante?

Fare ricerca sui neonati prematuri è complesso e pieno di sfide etiche. Sono pazienti estremamente vulnerabili. Tuttavia, è fondamentale farlo, specialmente se possiamo migliorare la loro salute e qualità di vita. La storia della medicina è purtroppo costellata di problemi nati dall’uso di farmaci “off-label” senza adeguate ricerche pediatriche.

Noi crediamo fermamente che i potenziali benefici di questo studio superino i rischi. L’uso di un collirio a basso dosaggio per un periodo limitato ci sembra comportare meno rischi rispetto all’anestesia generale, a un trattamento laser che distrugge parte della retina, o all’esposizione a farmaci anti-VEGF con effetti sistemici a lungo termine ancora incerti.

Se lo studio DROPROP avrà successo, potremmo avere a disposizione uno strumento semplice, poco costoso e, speriamo, sicuro per ridurre drasticamente il numero di bambini che necessitano di trattamenti invasivi per la ROP. Questo significherebbe:

  • Meno rischi legati all’anestesia e ai trattamenti stessi.
  • Migliori risultati visivi a lungo termine (i bambini trattati per ROP hanno spesso esiti peggiori).
  • Potenzialmente, un impatto positivo anche sullo sviluppo neurologico.
  • Un’opzione terapeutica accessibile anche in contesti con risorse limitate o carenza di oftalmologi specializzati.

Stiamo conducendo questo studio per ottenere risposte chiare sull’efficacia e la sicurezza del desametasone in collirio come terapia preventiva per la ROP grave. I risultati potrebbero influenzare le linee guida cliniche e migliorare la cura di questi piccoli pazienti in tutto il mondo. È una ricerca che, speriamo, possa davvero fare la differenza, riducendo il rischio di disabilità visive e migliorando la qualità della vita di tanti bambini.

Vi terrò aggiornati sugli sviluppi!

Ritratto di un bambino di 5 anni sorridente durante un controllo oculistico, luce naturale morbida, profondità di campo ridotta, obiettivo prime 35mm, duotono blu e grigio.

Fonte: Springer

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