CORDELIA: Sveliamo i Segreti del Cuore nel Sud Europa! La Mega-Ricerca che Cambierà Tutto
Ciao a tutti, appassionati di scienza e curiosi! Oggi voglio parlarvi di un progetto che mi sta particolarmente a cuore, e non solo in senso figurato: lo studio CORDELIA. Immaginate un enorme puzzle, dove ogni pezzetto rappresenta una persona, le sue abitudini, il suo DNA, e l’obiettivo è capire come tutti questi pezzi si incastrano per formare il quadro complesso delle malattie croniche, in particolare quelle cardiovascolari. Beh, CORDELIA (acronimo che sta per Collaborative cOhorts Reassembled Data to study mEchanisms and Longterm Incidence of chronic diseAses) è proprio questo, ma su una scala gigantesca e con un focus specifico sulla nostra meravigliosa popolazione del Sud Europa, in particolare quella spagnola.
Ma cos’è esattamente CORDELIA e perché dovrebbe entusiasmarci?
Pensateci un attimo: le malattie cardiovascolari, come infarti e ictus, sono ancora tra le principali cause di problemi di salute e mortalità, anche se stiamo facendo progressi. Spesso, però, gli strumenti che abbiamo per prevedere chi è più a rischio non sono perfetti. E se potessimo fare di meglio? Se potessimo identificare con più precisione chi ha bisogno di un aiutino in più, magari con interventi mirati sullo stile di vita o con farmaci specifici? Ecco, CORDELIA nasce proprio con questa ambizione.
Stiamo parlando di unire le forze, mettendo insieme i dati di ben 35 coorti di popolazione spagnole. Avete capito bene, 35! Questo significa avere informazioni su circa 196.632 persone, con un’età che va dai 18 agli 84 anni. Un tesoro di dati raccolti tra il 1989 e il 2020, con periodi di osservazione che arrivano fino a 30 anni. E la cosa ancora più incredibile è che per circa 117.342 di questi partecipanti (il 60%!) abbiamo a disposizione campioni di DNA. Immaginate le potenzialità!
L’obiettivo principale? Condurre il più grande studio di associazione sull’intero genoma (quello che gli addetti ai lavori chiamano GWAS) mai realizzato sulle malattie cardiovascolari nella popolazione del Sud Europa. Vogliamo scovare quelle varianti genetiche che ci rendono più o meno suscettibili a queste patologie. Ma non solo: vogliamo anche capire se queste informazioni genetiche, unite ai dati clinici che già conosciamo (pressione sanguigna, colesterolo, abitudini di vita), possono aiutarci a prevedere meglio chi si ammalerà. E, cosa fondamentale, identificare quei sottogruppi di persone che potrebbero trarre il massimo beneficio da interventi preventivi personalizzati. Parliamo di vera e propria medicina di precisione!
Un’istantanea dei partecipanti: chi sono le persone dietro i numeri?
Per darvi un’idea, il 54% dei partecipanti sono donne. La stragrande maggioranza (96%) è nata in Spagna, e circa il 20% ha un’istruzione universitaria. Dal punto di vista delle abitudini e della salute, al momento del reclutamento, il 24% erano fumatori, il 43% ipertesi, l’11% diabetici. Un 15% assumeva farmaci per abbassare il colesterolo. E per quanto riguarda il peso? Beh, il 44% era in sovrappeso e il 27% obeso. Dati che ci fanno riflettere, vero? Ma sono proprio questi dati, così dettagliati e su così tante persone, che ci permetteranno di fare la differenza.
Oltre al DNA, per circa il 50% dei partecipanti (quasi 100.000 persone!) abbiamo anche campioni di plasma, un’altra miniera d’oro per la ricerca.

La sfida della genetica e i “punteggi di rischio poligenico”
Una delle cose più affascinanti che CORDELIA si propone di fare è creare dei “punteggi di rischio poligenico” (PRS) specifici per la popolazione spagnola. Cosa sono? Immaginate di poter calcolare un punteggio che riassume la predisposizione genetica di una persona a sviluppare una certa malattia, basandosi su tante piccole varianti nel suo DNA. Questi PRS potrebbero rivoluzionare il modo in cui valutiamo il rischio cardiovascolare. Attualmente, circa due terzi degli eventi cardiovascolari colpiscono persone classificate a rischio basso o moderato dai modelli attuali, che quindi non ricevono strategie preventive intensive. Forse, aggiungendo l’informazione genetica, potremmo intercettare molte più persone “a rischio nascosto”.
E non dimentichiamo le differenze di genere! CORDELIA presterà particolare attenzione a stratificare i risultati per sesso, perché sappiamo che le malattie cardiovascolari possono manifestarsi e progredire diversamente negli uomini e nelle donne. Strategie di prevenzione più precise ed efficaci passano anche da qui.
Come si raccolgono e si analizzano tutti questi dati? Un lavoro da certosini!
Ve lo potete immaginare: mettere insieme dati provenienti da 35 studi diversi, partiti in momenti diversi e magari con metodologie leggermente differenti, è una sfida enorme. Per questo, un team dedicato si è occupato di “armonizzare” tutte le informazioni. Ad esempio, per la diagnosi di ipertensione o diabete, che è cambiata negli anni, abbiamo sviluppato algoritmi specifici per assicurarci di parlare tutti la stessa lingua.
Per la parte genetica, se non erano già disponibili, i campioni di DNA vengono analizzati utilizzando un chip super avanzato, l’Axiom™ Spain Biobank array, che contiene circa 750.000 varianti genetiche, incluse molte specifiche e rare della popolazione spagnola. Un lavoro immenso di genotipizzazione, seguito da controlli di qualità rigorosissimi e da un processo chiamato “imputazione”, che ci permette di “inferire” milioni di altre varianti genetiche.
Le informazioni raccolte sono tantissime:
- Dati anagrafici e socioeconomici: età, sesso, livello di istruzione, luogo di residenza.
- Eventi clinici: infarti, ictus, insufficienza cardiaca, malattia arteriosa periferica, ma anche nuovi casi di ipertensione e diabete. E, purtroppo, anche la data e la causa di morte, verificate tramite registri ufficiali.
- Fattori di rischio classici: indice di massa corporea, circonferenza vita, profilo lipidico (colesterolo totale, HDL, LDL, trigliceridi), pressione sanguigna, glicemia, creatinina.
- Stile di vita: abitudine al fumo, attività fisica, tipo di alimentazione (con un punteggio di aderenza alla dieta mediterranea!), consumo di alcol.
Tutto questo ben di Dio è conservato in un unico database super sicuro presso l’Hospital del Mar Research Institute di Barcellona.

Punti di forza e qualche inevitabile limitazione
CORDELIA ha dei punti di forza pazzeschi. È la più grande meta-coorte sul rischio cardiovascolare nel Sud Europa, con una potenza statistica enorme. Abbiamo una marea di dati clinici, socioeconomici, di stile di vita, campioni di DNA e di plasma. Questo ci permetterà di studiare anche varianti genetiche rare, specifiche della nostra popolazione, e di capire se un punteggio di rischio poligenico “locale” funziona meglio. Pensate anche alle interazioni tra geni e stile di vita: magari l’effetto protettivo della dieta mediterranea è ancora più forte in chi ha un certo background genetico!
Certo, come in ogni grande impresa, ci sono delle limitazioni. L’eterogeneità dei dati tra le coorti è una, ma la stiamo affrontando con un’armonizzazione meticolosa e con modelli statistici adatti. L’imputazione genetica è potente, ma non è come avere tutte le varianti genotipizzate direttamente. La rappresentatività totale della popolazione spagnola potrebbe non essere perfetta, dati i diversi disegni degli studi originali. I tempi di follow-up diversi e l’età variabile dei partecipanti sono altre sfide, che mitigheremo con aggiornamenti sui dati degli eventi. E sì, alcune informazioni sono auto-riferite, il che può introdurre qualche imprecisione. Infine, anche se il campione è enorme, per le varianti genetiche rarissime la potenza statistica potrebbe essere comunque limitata. Ma siamo consapevoli di queste sfide e stiamo lavorando per superarle al meglio.
Verso una medicina più precisa e personalizzata
Nonostante le sfide, CORDELIA segna un passo avanti gigantesco. Stiamo gettando le basi per la più vasta analisi GWAS sulle malattie cardiovascolari aterosclerotiche nel Sud Europa, usando una popolazione ben caratterizzata e seguita per lungo tempo. Questa infrastruttura incredibile potrà anche supportare progetti futuri su altre malattie.
L’obiettivo finale? Migliorare la rappresentanza delle popolazioni del Sud Europa negli studi genomici, sviluppare punteggi di rischio poligenico su misura che affinino la predizione delle malattie cardiovascolari e, speriamo, migliorino le strategie di prevenzione mirate. Integrando dati clinici, ambientali, genetici e socioeconomici, CORDELIA è un esempio lampante di come la ricerca collaborativa su larga scala possa far progredire la medicina di precisione. E io, da parte mia, non vedo l’ora di vedere i frutti di questo straordinario lavoro!
Fonte: Springer
