Scatto grandangolare, obiettivo 24mm, che mostra diverse strutture sandwich in schiuma di PLA stampate in 3D con diverse densità e pattern interni, disposte esteticamente. Alcune mostrano danni da impatto. Ambiente di laboratorio luminoso e pulito, che enfatizza innovazione e sostenibilità.

Strutture Sandwich Monomateriale: La Rivoluzione della Stampa 3D a Schiuma Sotto Esame!

Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di qualcosa di veramente affascinante che sta cambiando il modo in cui pensiamo e produciamo materiali leggeri e resistenti: le strutture sandwich monomateriale realizzate con una tecnologia pazzesca chiamata Foam Additive Manufacturing (FAM). Immaginate di poter stampare in 3D oggetti non solo con forme complesse, ma anche con un’anima interna “schiumosa”, proprio come un osso o il legno, per renderli super leggeri ma incredibilmente performanti, specialmente quando si tratta di assorbire urti!

Perché Proprio la Schiuma? E Perché il PLA?

Da sempre, in natura, vediamo strutture cellulari – pensate ai favi delle api o ai gusci dei ricci di mare – che offrono prestazioni eccezionali con il minimo materiale. Noi ingegneri cerchiamo costantemente di imitare questa genialità! I materiali polimerici, specialmente in forma cellulare (cioè come schiume), sono sempre più usati in settori come il biomedicale, l’ingegneria, l’aerospaziale e persino nello sport. Perché? Sono leggeri, robusti e assorbono energia come campioni.

In questo scenario, entra in gioco un materiale che mi sta particolarmente a cuore: l’acido polilattico (PLA). È un po’ la superstar delle bioplastiche. Deriva da fonti rinnovabili come mais o canna da zucchero, quindi addio dipendenza dal petrolio, e riduce le emissioni di gas serra. Ma la cosa più bella è che, in condizioni di compostaggio industriale, si decompone in acqua, CO2 e biomassa senza lasciare schifezze tossiche. È biodegradabile e supporta l’economia circolare. Non è fantastico? E grazie ai progressi, le sue proprietà meccaniche e termiche sono sempre migliori, rendendolo un’alternativa validissima alle plastiche tradizionali.

Arriva la Stampa 3D… Schiumosa! (FAM)

La stampa 3D, o Additive Manufacturing (AM), ha già rivoluzionato il design e la produzione. Ma la Foam Additive Manufacturing (FAM) è un passo avanti incredibile. In pratica, integriamo il processo di “schiumatura” direttamente nella stampa 3D. Come funziona?

È un processo in due fasi principali:

  • Solubilizzazione: Prendiamo un filamento del nostro polimero (nel nostro caso, il PLA) e lo mettiamo in un recipiente a pressione con un agente espandente fisico (PBA), come l’anidride carbonica (CO2). Controllando pressione, temperatura e tempo, facciamo “sciogliere” il gas nel polimero.
  • Estrusione: Dopo un breve periodo di “riposo” (desorbimento), il filamento “carico” di gas viene estruso dalla stampante 3D. Il rapido calo di pressione e l’aumento di temperatura all’uscita dall’ugello fanno espandere il gas, creando la schiuma direttamente mentre stampiamo lo strato!

Il bello della FAM è che ci permette un controllo pazzesco sulla morfologia della schiuma (dimensioni delle celle, densità) semplicemente giocando con i parametri di stampa. E c’è un altro vantaggio enorme: usando un agente espandente fisico come la CO2, non alteriamo chimicamente il polimero, il che rende il riciclo molto più semplice e pulito. È una tecnologia intrinsecamente più sostenibile: meno spreco di materiale (stampiamo solo dove serve), niente stampi, e riciclabilità migliorata.

Macro fotografia, 85mm lens, di un ugello di stampante 3D che estrude un filamento polimerico schiumato su una struttura cellulare parzialmente stampata. Illuminazione controllata che evidenzia la texture porosa della schiuma. Alta definizione, messa a fuoco precisa.

La Nostra Ricerca: Mettere alla Prova le Strutture Sandwich

Nonostante le promesse, l’uso della stampa 3D per creare strutture sandwich (immaginatele come un panino: due strati esterni rigidi, detti “pelli”, e un’anima interna leggera, il “core”) con un core polimerico omogeneo era ancora poco esplorato, specialmente con la FAM e usando un solo materiale (monomateriale) come il PLA.

Quindi, cosa abbiamo fatto nel nostro studio? Abbiamo deciso di indagare la resistenza agli urti di strutture sandwich fatte interamente in PLA. Abbiamo usato un processo di stampa 3D completamente automatizzato in un unico passaggio: le pelli esterne rigide stampate normalmente, e il core interno realizzato o con la FAM (quindi schiumato) o, per confronto, con un riempimento tradizionale a nido d’ape (honeycomb).

Abbiamo creato diversi tipi di campioni (dimensioni 60x60x20 mm):

  • Serie F (Foam): Core in PLA schiumato con diverse densità (F1 bassa densità, F2 media densità, F3 alta densità).
  • GRAD: Un campione speciale con un core a densità variabile (un gradiente di schiuma).
  • Serie B (Bulk): Core in PLA non schiumato con riempimento a nido d’ape a diverse percentuali (B10, B40, B60) per avere densità simili ai campioni F.
  • B100: Un campione di riferimento completamente solido (100% infill).

Tutti i campioni avevano pelli esterne rigide spesse 1 mm fatte di PLA normale. L’obiettivo era capire come la diversa morfologia del core (schiuma vs nido d’ape) influenzasse l’assorbimento e la dissipazione dell’energia durante un impatto.

Il Momento della Verità: I Test di Impatto a Bassa Velocità

Abbiamo preso i nostri campioni e li abbiamo sottoposti a test di impatto a bassa velocità usando una macchina chiamata “torre di caduta” (CEAST FRACTOVIS), seguendo lo standard ISO 6603-2. In pratica, abbiamo fatto cadere un peso (un impattatore emisferico di 20 mm di diametro, massa costante di 6.5 kg) sui campioni da diverse altezze per simulare diversi livelli di energia d’impatto, misurando forza, spostamento e velocità nel tempo. Volevamo vedere quanta energia potevano assorbire prima di rompersi (o essere perforati) e come si rompevano.

Scatto d'azione, teleobiettivo zoom 200mm, che cattura il momento dell'impatto di un puntale emisferico su una struttura sandwich in PLA stampata in 3D montata in una macchina per test di caduta. Otturatore veloce che congela il movimento, mostrando una leggera deformazione. Ambiente di laboratorio industriale.

Risultati Sorprendenti: La Schiuma Vince (Spesso)!

I risultati sono stati davvero illuminanti! Analizzando le curve forza-spostamento e i dati di assorbimento energetico, abbiamo notato differenze significative.

Comportamento sotto impatto:

  • Le strutture schiumate (Serie F e GRAD) hanno mostrato una risposta più “morbida” inizialmente, ma con una capacità di assorbire energia notevole.
  • Le strutture a nido d’ape (Serie B) tendevano ad essere più rigide ma anche più fragili, rompendosi in modo più netto.

Assorbimento Specifico di Energia (SEA): Questo è un parametro chiave che ci dice quanta energia un materiale assorbe per unità di massa o densità. È fondamentale per le applicazioni leggere.

  • Confrontando campioni di densità simile, il campione schiumato a bassa densità (F1) ha richiesto un’energia di perforazione totale superiore del 127% rispetto al suo corrispettivo a nido d’ape (B10)! Un risultato pazzesco!
  • A densità medie (F2/GRAD vs B40), il campione a nido d’ape (B40) ha resistito a un’energia di perforazione maggiore, ma i campioni schiumati hanno mostrato spostamenti maggiori prima della rottura, indicando una maggiore duttilità.
  • Ad alte densità (F3 vs B60), l’energia di perforazione era simile, ma il comportamento alla rottura era diverso.

Modalità di Rottura: Qui la differenza era lampante!

  • I campioni schiumati (specialmente F1 e F2) tendevano a fallire per schiacciamento e densificazione del core sotto l’impatto, assorbendo energia progressivamente. Si vedeva proprio l’indentazione della pelle superiore e il collasso delle celle della schiuma.
  • I campioni a nido d’ape, invece, mostravano una rottura più fragile, con frattura delle pareti delle celle a nido d’ape e, a basse densità (B10), delaminazione degli strati.

Abbiamo creato anche una “mappa delle modalità di rottura” (Fig. 16 nello studio originale) che mostra visivamente come i diversi tipi di campioni si comportano (non perforati, perforazione solo superiore, perforazione totale) a seconda della loro densità e dell’energia dell’impatto. Questa mappa è uno strumento utilissimo in fase di progettazione!

Primo piano, obiettivo macro 100mm, che mostra la sezione trasversale di una struttura sandwich in schiuma stampata in 3D dopo l'impatto. Vista chiara delle celle di schiuma schiacciate sotto il punto d'impatto rispetto alle celle intatte più lontane. Alta definizione, messa a fuoco precisa, illuminazione controllata.

Perché Tutto Questo è Importante? Le Applicazioni Future

Questa ricerca dimostra il potenziale enorme della FAM per creare strutture monomateriale leggere, su misura e sostenibili. La capacità di controllare con precisione la morfologia della schiuma apre scenari incredibili:

  • Automotive: Immaginate paraurti, pannelli interni o sistemi di assorbimento d’urto più leggeri (quindi minor consumo di carburante) e più sicuri grazie a queste schiume intelligenti, magari con densità variabile nelle zone critiche.
  • Aerospaziale: Componenti interni non strutturali, isolamento termico, strati per assorbire energia. Il rapporto resistenza/peso è cruciale qui, e il fatto che siano monomateriale semplifica il riciclo a fine vita.
  • Edilizia: Soluzioni innovative per l’isolamento termico e acustico, più performanti ed ecologiche dei materiali tradizionali.
  • Filtrazione e Packaging Alimentare: La porosità controllata è perfetta per filtri avanzati. E nel packaging, possiamo creare imballaggi in PLA biodegradabili, riciclabili e sicuri, magari potenziati con nanotecnologie per migliorare le proprietà barriera.

La FAM si sposa perfettamente con i principi dell’economia circolare: usa polimeri riciclabili (o biobased come il PLA), minimizza gli scarti, usa agenti espandenti innocui come la CO2.

Conclusioni e Prossimi Passi

In sintesi, abbiamo visto che le strutture sandwich monomateriale in PLA realizzate con Foam Additive Manufacturing mostrano proprietà di assorbimento d’urto notevoli, spesso superiori a quelle delle strutture tradizionali a nido d’ape di pari densità, soprattutto a basse densità. Il loro meccanismo di rottura più duttile (schiacciamento del core) è un vantaggio in molte applicazioni dove si vuole evitare un collasso fragile.

La FAM non è solo una tecnologia per migliorare le prestazioni meccaniche, ma è anche un passo avanti verso una produzione più sostenibile. Certo, c’è ancora da esplorare, ad esempio confrontando i consumi energetici rispetto ai metodi tradizionali. Ma il potenziale per progettare materiali innovativi, compostabili, riciclabili e a basso costo, specialmente per applicazioni come il packaging alimentare o componenti che richiedono alta resistenza agli urti, è enorme.

Stiamo assistendo a una vera e propria evoluzione nella progettazione dei materiali, e la stampa 3D a schiuma è sicuramente una delle protagoniste!

Fonte: Springer

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