Stimolazione Ovarica Ripetuta: Un Rischio o un’Opportunità per la Gravidanza?
Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di un argomento che tocca da vicino molte donne e coppie che intraprendono il percorso della procreazione medicalmente assistita (PMA): la stimolazione ovarica controllata (COS). Nello specifico, ci si chiede spesso: ripetere più volte questo trattamento può avere effetti negativi sulla nostra riserva ovarica o sugli esiti di una futura gravidanza? È una domanda lecita, considerando che si utilizzano dosi ormonali sovrafisiologiche e che spesso non basta un solo tentativo per realizzare il sogno di avere un bambino.
La Grande Domanda: Ripetere la Stimolazione Fa Male?
Ammettiamolo, quando si inizia un percorso di fecondazione in vitro (FIVET) o ICSI, la speranza è tanta, ma anche le preoccupazioni non mancano. Una delle più comuni è proprio legata alla stimolazione ovarica. Questi ormoni, necessari per produrre più ovociti, potrebbero “esaurire” le nostre ovaie più velocemente? E soprattutto, tentativi ripetuti compromettono le chance di successo nei cicli successivi? Le informazioni in giro sono spesso contrastanti e la scienza stessa ha dibattuto a lungo su questo. Alcuni studi suggerivano un possibile impatto negativo, altri sembravano più rassicuranti, ma mancava forse uno sguardo d’insieme su larga scala. Ecco perché uno studio retrospettivo recente, pubblicato su Springer, ha cercato di fare chiarezza, e i risultati sono davvero interessanti e, per certi versi, confortanti.
Cosa Dice la Scienza? Uno Studio Approfondito
Immaginate un’analisi enorme: i ricercatori hanno preso in esame ben 45.555 cicli freschi di FIVET/ICSI effettuati tra il 2015 e il 2021 su quasi 40.000 pazienti. Un campione vastissimo! Hanno suddiviso queste donne in gruppi, a seconda di quanti cicli di stimolazione avessero fatto (da uno solo fino a cinque). L’obiettivo era duplice:
- Capire se ripetere la stimolazione influenzasse la riserva ovarica (guardando l’ormone anti-Mülleriano – AMH – e la conta dei follicoli antrali – AFC).
- Valutare l’impatto sugli esiti della gravidanza (tasso di gravidanza clinica – CPR, tasso di nati vivi – LBR, e tasso di aborto precoce – EMR).
Hanno considerato donne tra i 20 e i 39 anni, escludendo casi con problematiche specifiche come PCOS, endometriosi o anomalie uterine, per cercare di isolare il più possibile l’effetto della sola stimolazione ripetuta.
Risultati: Confronto tra Gruppi Diversi
La prima cosa che hanno fatto è stata confrontare donne che avevano fatto un solo ciclo con quelle che ne avevano fatti due, tre, quattro o cinque. A prima vista, sembrava che all’aumentare dei cicli, i tassi di gravidanza e di nati vivi tendessero a diminuire leggermente, mentre il rischio di aborto precoce aumentasse un po’. Ma attenzione! Qui entra in gioco la statistica e l’importanza di considerare i fattori confondenti. Sappiamo bene che l’età, il peso (BMI), la qualità degli embrioni trasferiti e lo spessore dell’endometrio giocano un ruolo cruciale. E infatti, una volta che i ricercatori hanno “aggiustato” i dati tenendo conto di tutti questi fattori (e altri ancora, come i livelli ormonali basali, il protocollo usato, ecc.), il risultato è cambiato: il numero di cicli di stimolazione, di per sé, non aveva un impatto negativo significativo sugli esiti della gravidanza (p > 0.05). In altre parole, non è il fatto di aver fatto 3 o 4 stimolazioni precedenti a ridurre *direttamente* le chance nel ciclo attuale, quanto piuttosto altri fattori, primo fra tutti l’età. Ogni anno in più riduceva le probabilità di gravidanza clinica e di parto vivo rispettivamente del 5% e 6%, aumentando quelle di aborto del 7%. Anche il BMI e lo spessore endometriale si sono confermati fattori importanti.
Risultati: Guardando la Stessa Persona nel Tempo (Auto-confronto)
Ma la parte forse più affascinante dello studio è quando hanno analizzato cosa succedeva all’interno dello stesso gruppo di donne che avevano ripetuto i cicli. Qui si confronta la donna “al ciclo 1” con se stessa “al ciclo 2”, “al ciclo 3” e così via. Questo tipo di analisi (chiamata “self-control” o auto-confronto) è molto potente perché elimina tante variabili individuali (genetiche, ambientali). Ebbene, cosa hanno scoperto?
- Riserva Ovarica Stabile: Gli indicatori chiave della riserva ovarica (AMH, AFC, FSH basale, LH basale) non mostravano differenze significative tra un ciclo e l’altro, fino a 5 cicli. Questo è un dato estremamente rassicurante: sembra che ripetere la stimolazione (almeno fino a 5 volte nello studio) non danneggi o esaurisca la riserva ovarica in modo clinicamente rilevante.
- Effetto Cumulativo Positivo? Sorprendentemente, analizzando gli esiti della gravidanza all’interno dei gruppi, è emerso un trend interessante. Fino al quarto ciclo, sembrava esserci un effetto positivo! Ad esempio, nel gruppo che ha fatto 2 cicli, il secondo ciclo aveva tassi di gravidanza clinica (CPR) e nati vivi (LBR) significativamente più alti del primo, e un tasso di aborto (EMR) più basso. Lo stesso si è visto nel gruppo che ha fatto 3 cicli (il terzo ciclo era il migliore) e in quello che ne ha fatti 4 (il quarto ciclo aveva il CPR più alto). Anche dopo aver aggiustato per i fattori confondenti, questa tendenza positiva si confermava per i tassi di gravidanza fino al quarto ciclo e per i tassi di nati vivi e aborti fino al terzo ciclo. Per il gruppo che ha fatto 5 cicli, i risultati erano meno netti, forse anche per il numero più piccolo di pazienti.
Perché i Cicli Successivi Potrebbero Andare Meglio?
Come si spiega questo apparente “miglioramento” con i cicli ripetuti (fino a 4)? Gli autori suggeriscono diverse ipotesi plausibili:
- Ottimizzazione del Protocollo: I medici imparano dalla risposta della paziente nei cicli precedenti e possono aggiustare il dosaggio dei farmaci, il tipo di protocollo (agonista o antagonista), migliorando la risposta ovarica e la qualità degli ovociti.
- Supporto Luteale Migliorato: Anche il supporto post-transfer può essere ottimizzato per migliorare la ricettività endometriale.
- Selezione Embrionaria: Strategie di selezione degli embrioni potrebbero affinarsi.
- Adattamento Psicofisico: La paziente stessa potrebbe gradualmente adattarsi meglio al processo, riducendo lo stress e avendo risposte fisiologiche più stabili ai farmaci.
- Effetto Cumulativo: Potrebbe esserci un vero e proprio effetto cumulativo che aumenta le chance totali di successo nel corso di più tentativi, come suggerito anche dalle linee guida NICE che considerano 3 cicli completi come l’opzione più costo-efficace.
Questo studio sembra suggerire che, almeno fino al quarto ciclo, ripetere la stimolazione non solo non è dannoso, ma potrebbe addirittura associarsi a un miglioramento degli esiti all’interno del percorso della stessa paziente.
Cosa Portiamo a Casa? Un Messaggio di Speranza
Quindi, cosa ci dice in soldoni questo studio? Secondo me, il messaggio principale è di rassicurazione e speranza.
- Ripetere la stimolazione ovarica controllata (fino a 5 cicli nello studio) non sembra compromettere la riserva ovarica.
- Il numero di cicli precedenti, di per sé, non sembra essere un fattore negativo per gli esiti della gravidanza nel ciclo attuale, una volta considerati età, BMI e altri fattori chiave.
- Anzi, percorsi con più cicli (fino a 4) potrebbero beneficiare di un effetto cumulativo positivo sugli esiti clinici, forse grazie all’ottimizzazione del trattamento e all’adattamento della paziente.
- Questo supporta l’idea di incoraggiare le pazienti a considerare più tentativi (come 3-4 cicli), perché le chance cumulative aumentano significativamente.
- Per quanto riguarda il quinto ciclo (o oltre), i dati sono meno conclusivi e la decisione va ponderata attentamente caso per caso con il proprio medico, ma non significa che il successo sia impossibile.
Limiti e Prospettive Future
Ovviamente, ogni studio ha i suoi limiti. Essendo retrospettivo, c’è sempre un potenziale bias di selezione (chi continua i trattamenti potrebbe essere diverso da chi smette prima). Inoltre, non si possono controllare tutti i possibili fattori confondenti (stile di vita, genetica, ecc.). Tuttavia, l’ampiezza del campione e l’uso dell’analisi “self-control” rendono i risultati piuttosto robusti. Serviranno sicuramente studi futuri, magari prospettici e multicentrici, per confermare ulteriormente questi dati e fornire linee guida ancora più precise.
In conclusione, se state affrontando un percorso di PMA e vi preoccupa dover ripetere la stimolazione, spero che questi risultati possano darvi un po’ di serenità. Parlatene sempre apertamente con il vostro medico, ma sappiate che la scienza sembra indicare che più tentativi non significano necessariamente meno chance, anzi!
Fonte: Springer