Farmaci di Troppo in Austria: Quando la Cura Diventa un Problema. La Parola ai Medici!
Amici, parliamoci chiaro. Quante volte siamo usciti dallo studio medico con una ricetta in mano, magari per un disturbo che pensavamo si potesse risolvere diversamente, o forse per quel farmaco che “tutti prendono”? Ecco, non siamo soli a farci queste domande. E se vi dicessi che a volte, troppi farmaci possono fare più male che bene? Recentemente, mi sono imbattuto in uno studio illuminante condotto in Austria, pubblicato su Springer, che ha cercato di capire cosa ne pensano proprio loro, i medici, di questa tendenza a prescrivere, a volte, un po’ troppo. Preparatevi, perché quello che emerge è affascinante e, per certi versi, preoccupante.
Lo studio, intitolato “Physicians’ perspectives on overprescription in Austria: a cross-sectional survey”, ha coinvolto 228 medici austriaci, tra medici di base e specialisti, sia ospedalieri che ambulatoriali. L’obiettivo? Capire la loro percezione sulla sovraprescrizione a livello nazionale, nella loro specialità e, udite udite, nella loro pratica personale. E non solo: si è cercato di identificare i farmaci più “gettonati” in questo eccesso e le cause scatenanti.
Quanto è Grave il Problema? Le Stime dei Medici
Tenetevi forte: i medici austriaci stimano che a livello nazionale ben il 33% dei farmaci prescritti potrebbe non portare un valore aggiunto significativo ai pazienti. Un terzo! Quando si scende nel dettaglio della loro specializzazione, la percentuale si attesta comunque su un robusto 26,9%. E nella loro pratica quotidiana? Beh, qui la cifra cala al 16,6%. Interessante, vero? Sembra quasi che il problema sia “degli altri”. Questo fenomeno ha un nome: si chiama “illusory superiority” bias, una sorta di distorsione cognitiva per cui tendiamo a vederci migliori degli altri. Un po’ come quando pensiamo di guidare meglio della media, no? Comunque, anche quel 16,6% personale non è da sottovalutare, e si colloca tra le stime del Regno Unito (10%) e degli Stati Uniti (oltre il 20%).
Pensate che la sovraprescrizione non è solo una questione di salute del paziente (reazioni avverse, ricoveri evitabili), ma ha un impatto enorme sui costi sanitari e, non da ultimo, sull’ambiente. La produzione, il confezionamento e il trasporto dei farmaci contribuiscono significativamente alle emissioni di gas serra del settore sanitario, che in Austria rappresentano circa il 7% delle emissioni nazionali totali. Ridurre gli sprechi è quindi fondamentale anche per un futuro più green.
Chi Prescrive di Più (e Perché?)
Lo studio ha fatto emergere alcune dinamiche interessanti. Ad esempio, sembra che i medici di base (GPs) tendano a prescrivere di più rispetto agli specialisti. E c’è un dato che fa riflettere: i medici che hanno una farmacia interna al proprio studio (e quindi un potenziale ritorno economico dalla vendita dei farmaci) riportano tassi di sovraprescrizione personale più alti. Un piccolo campanello d’allarme su possibili incentivi, anche se non diretti, che potrebbero influenzare le scelte prescrittive.
Un altro fattore chiave è la conoscenza: i medici con una maggiore preparazione specifica sulla prescrizione tendono a riportare una minore sovraprescrizione personale. Questo sottolinea l’importanza della formazione continua e dell’aggiornamento.
In Austria, la questione della sovraprescrizione è discussa da anni, ma mancavano dati quantitativi chiari sull’effettiva portata del fenomeno. Questo studio cerca di colmare questa lacuna, fornendo una base per future azioni correttive. L’obiettivo finale è promuovere pratiche prescrittive più sostenibili ed basate sull’evidenza, a beneficio della salute pubblica e dell’ambiente.
I Farmaci “Incriminati”
Quali sono i farmaci che finiscono più spesso nel vortice della sovraprescrizione? Secondo i medici austriaci intervistati, sul podio troviamo:
- Inibitori di pompa protonica (PPI): i famosi “gastroprotettori”. Circa il 67% dei medici ritiene che siano prescritti “spesso” o “molto spesso” in modo eccessivo.
- Antibiotici: un grande classico. Il 60% dei medici li indica come frequentemente sovraprescritti. E sappiamo tutti i rischi legati all’antibiotico-resistenza.
Seguono a ruota gli analgesici non oppioidi, gli ansiolitici, gli antidepressivi e i farmaci per abbassare il colesterolo. Meno frequentemente sovraprescritti, invece, sembrano essere gli analgesici oppioidi e gli antiipertensivi.
Le Cause Scatenanti: Cosa Spinge a Prescrivere Troppo?
Ma perché si arriva a prescrivere più del necessario? Lo studio ha indagato anche questo aspetto, e le risposte sono piuttosto eloquenti:
- Le richieste dei pazienti: ebbene sì, spesso siamo noi pazienti a “spingere” per avere una prescrizione, magari perché un amico ce l’ha consigliato o perché pensiamo che un farmaco risolva tutto e subito. Questo è stato indicato come il fattore più influente.
- La pressione del tempo: visite brevi, sale d’attesa piene. Il tempo è tiranno e a volte una prescrizione rapida sembra la soluzione più semplice.
- Mancanza di informazioni complete sul paziente: non sempre il medico ha un quadro clinico dettagliato, specialmente se il paziente consulta diversi specialisti.
- Paura di errori terapeutici o di conseguenze legali.
- Incertezza diagnostica.
Curiosamente, fattori come le tradizioni terapeutiche della clinica, la pressione “dall’alto” o l’influenza delle aziende farmaceutiche sono stati percepiti come meno impattanti. Addirittura, gli incentivi finanziari diretti sono stati considerati “per nulla influenti” dalla stragrande maggioranza dei medici.
Poca Fiducia nel Cambiamento?
Un dato che fa un po’ riflettere è la percezione dei medici sul potenziale di miglioramento delle proprie abitudini prescrittive. Solo una piccolissima percentuale (il 2,87%) vede un “alto potenziale” di miglioramento. La maggioranza (56,94%) lo considera “basso”, e un 10,52% addirittura “nullo”. Questo suggerisce una certa rassegnazione o forse la percezione che il problema sia troppo complesso da affrontare individualmente.
Cosa Possiamo Fare? Proposte per un Futuro Migliore
Nonostante un certo pessimismo, lo studio non si limita a fotografare la situazione, ma suggerisce anche delle piste di intervento. Per esempio:
- Formazione medica continua: focalizzata su pratiche prescrittive appropriate, linee guida aggiornate e alternative non farmacologiche.
- Audit regolari: monitorare i pattern prescrittivi, specialmente per farmaci “a rischio” come antibiotici e PPI.
- Sistemi di cartelle cliniche elettroniche (EHR) potenziati: per aiutare i medici a monitorare meglio l’uso dei farmaci da parte dei pazienti.
- Educazione pubblica: informare i pazienti sui rischi della sovraprescrizione e sull’importanza di discutere le opzioni terapeutiche con il proprio medico. Incoraggiare un processo decisionale condiviso.
- Gestione delle risorse: fornire ai medici strumenti per gestire la pressione del tempo, come supporto amministrativo o flussi di lavoro migliorati.
- Team multidisciplinari: coinvolgere farmacisti e infermieri specializzati nella revisione e gestione delle terapie farmacologiche.
Certo, lo studio ha i suoi limiti, come la dimensione del campione che non può rappresentare tutti i medici austriaci, o il fatto che si basi su auto-dichiarazioni (con possibili bias). Tuttavia, rappresenta un primo, importante passo per affrontare un problema reale.
Insomma, la questione della sovraprescrizione in Austria, come emerso da questo studio, è un campanello d’allarme. Non si tratta di puntare il dito, ma di capire un sistema complesso dove medici, pazienti e organizzazione sanitaria giocano un ruolo. Ridurre gli sprechi, migliorare la salute dei pazienti e persino dare una mano all’ambiente: gli obiettivi sono ambiziosi, ma iniziare a parlarne e a raccogliere dati è il primo, fondamentale passo verso un uso più giudizioso e sostenibile dei farmaci. E chissà, magari la prossima volta che andremo dal medico, saremo più consapevoli e pronti a un dialogo costruttivo sulla nostra terapia.
Fonte: Springer