Immagine concettuale di tecnologia e salute per anziani: uno smartphone con un messaggio motivazionale sullo schermo ('Fai un passo in più oggi!') accanto a un contapassi digitale su un tavolo luminoso. Sfondo leggermente sfocato che suggerisce un ambiente domestico confortevole. Luce calda e accogliente. Obiettivo prime 35mm, profondità di campo ridotta per mettere a fuoco i dispositivi, stile fotografico pulito e moderno.

Pronto Soccorso e Poi? Un SMS e un Contapassi per Tornare in Forma!

Il Rischio Nascosto Dopo il Pronto Soccorso

Sapete, quando si esce dal Pronto Soccorso (PS), specialmente se non si è più giovanissimi, rimettersi in moto può essere una vera sfida. Ogni anno, milioni di visite al PS coinvolgono persone anziane, e purtroppo quasi un quarto di loro sperimenta un declino funzionale entro un mese dalle dimissioni. Cosa significa? Meno autonomia, più difficoltà nelle attività quotidiane. Spesso, questo declino è legato a doppio filo con la sedentarietà. La buona notizia? Anche piccoli aumenti nell’attività fisica quotidiana, come fare qualche passo in più, possono fare una grande differenza.

Gli esperti raccomandano da tempo interventi per promuovere l’attività fisica dopo un ricovero, ma diciamocelo, convincere le persone a partecipare a programmi di gruppo non è facile, l’adesione è spesso bassissima. E allora, come fare?

L’Idea: Messaggi e Contapassi per Muoversi di Più

Qui entra in gioco la tecnologia che ormai abbiamo quasi tutti in tasca. Abbiamo pensato: e se usassimo un semplice contapassi abbinato a messaggi di testo (SMS) per motivare le persone a camminare di più dopo essere state dimesse dal PS? È nato così “Safe Steps”, un intervento pilota che abbiamo voluto testare. L’idea è semplice: sfruttare tecniche di cambiamento comportamentale come l’auto-monitoraggio (vedere quanti passi si fanno) e la definizione di obiettivi (decidere quanti passi fare) per spingere dolcemente le persone a muoversi di più, mantenendo la loro autonomia.

L’obiettivo principale del nostro studio era capire se questo approccio fosse fattibile (cioè, se le persone lo usassero davvero) e sicuro. In secondo luogo, volevamo vedere se ci fossero segnali preliminari di efficacia, ovvero se aiutasse effettivamente ad aumentare il numero di passi. La nostra ipotesi? Che “Safe Steps” portasse a un incremento medio dei passi nel tempo.

Come Abbiamo Fatto: Lo Studio Pilota “Safe Steps”

Abbiamo condotto questo studio pilota in un unico centro, dopo aver ottenuto l’approvazione del comitato etico. Abbiamo reclutato 40 partecipanti, un numero considerato adeguato per studi pilota di questo tipo. Chi cercavamo? Pazienti del PS con età pari o superiore a 60 anni, che riferivano una bassa attività fisica (meno di 7.500 passi al giorno o meno di 75 minuti di camminata), in grado di camminare senza aiuto e di dare il consenso informato. Abbiamo escluso persone che vivevano in case di riposo, con limitata conoscenza dell’inglese (lo studio era in USA) o incapaci di fornire il consenso.

Una volta confermata l’idoneità e ottenuto il consenso, abbiamo fornito ai partecipanti un contapassi (modello 3DFitBud, scelto per la sua accuratezza e il display grande, adatto anche a chi ha problemi di vista) direttamente al PS, con istruzioni base sull’uso. Abbiamo raccolto informazioni su età, sesso, motivo della visita al PS, storia di cadute, mobilità, abitudini di attività fisica e potenziali barriere al movimento.

L’intervento è durato 4 settimane. Ogni giorno, i partecipanti ricevevano un SMS che chiedeva di riportare il numero di passi segnato dal contapassi. Ricevevano poi un feedback personalizzato. Settimanalmente, un altro SMS li invitava a impostare un obiettivo di passi per la settimana successiva. Abbiamo leggermente modificato questo approccio durante lo studio per migliorare l’autonomia e l’adesione.

Primo piano di uno smartphone moderno appoggiato su un tavolo di legno accanto a un semplice contapassi digitale. Lo schermo dello smartphone mostra una notifica di messaggio di testo 'Quanti passi oggi?'. Luce naturale morbida, messa a fuoco precisa sullo smartphone e sul contapassi. Obiettivo macro 85mm, alta definizione, still life.

Dopo 30 giorni, abbiamo ricontattato i partecipanti per valutare eventuali cadute durante lo studio (chiedendo specificamente se pensavano fossero legate all’intervento “Safe Steps”), se si fossero mai sentiti insicuri aumentando i passi e quanto motivante avessero trovato l’intervento (su una scala da 0 a 10).

Ha Funzionato? I Risultati sulla Fattibilità

I risultati sulla fattibilità sono stati molto incoraggianti! Abbiamo analizzato i dati di 40 partecipanti (età media 70 anni, equamente divisi tra uomini e donne). L’adesione al riportare i passi giornalieri è stata altissima: nel 95% delle settimane di studio, i partecipanti hanno inviato almeno due letture giornaliere dei passi. Fantastico! La maggior parte delle settimane (62,5%) non ha avuto giorni mancanti.

Perché mancavano alcuni dati? Principalmente per due motivi, quasi in egual misura:

  • Dimenticanza di indossare il contapassi (57,5% dei casi mancanti)
  • Mancata risposta al messaggio serale delle 20:00 (42,5% dei casi mancanti)

Questo suggerisce che sia l’uso del contapassi che l’interazione via SMS sono metodi fattibili per questa fascia d’età.

L’impostazione degli obiettivi settimanali ha avuto un’adesione più moderata, anche se è migliorata nel corso dello studio (dal 37,5% della prima settimana al 52,5% della terza). Circa il 37,5% dei partecipanti ha completato almeno due obiettivi settimanali. Qui forse c’è margine per migliorare il design dell’intervento.

È Sicuro Camminare di Più con “Safe Steps”?

La sicurezza era una nostra priorità assoluta, specialmente lavorando con persone anziane, potenzialmente più a rischio di cadute. I risultati sono stati rassicuranti: “Safe Steps” è stato ben tollerato. Ci sono state 3 cadute riportate durante il periodo di follow-up (7,5% dei partecipanti), ma, cosa fondamentale, nessuna di queste è stata attribuita all’aumento dell’attività fisica promosso dall’intervento.

Due partecipanti hanno espresso preoccupazioni sulla sicurezza: uno per uno stiramento al polpaccio e un altro per problemi di equilibrio. Questo ci ricorda l’importanza di un approccio personalizzato e dell’auto-monitoraggio quando si incoraggia il cambiamento comportamentale, specialmente nell’attività fisica.

I Risultati: Più Passi e Tanta Motivazione!

E veniamo all’efficacia preliminare. Abbiamo osservato un aumento medio del numero di passi settimanali! Partendo da una media di circa 3994 passi al giorno nella prima settimana, i partecipanti hanno aumentato i loro passi di una media di 359 passi a settimana. Questo aumento è risultato statisticamente significativo. Certo, c’era molta variabilità individuale nei passi iniziali, ma la tendenza generale è stata positiva.

È un aumento enorme? Forse no in termini assoluti, ma anche piccoli incrementi nell’attività quotidiana sono stati collegati a benefici per la salute negli anziani. E non è tutto: i partecipanti hanno valutato l’intervento come altamente motivante, con un punteggio medio di 7.4 su 10! Questo supporta la nostra idea che “Safe Steps” possa aiutare a superare le barriere motivazionali all’attività fisica.

Perché Questo Studio Pilota è Importante?

Questo studio dimostra che un intervento semplice, basato su SMS e contapassi, è fattibile, sicuro e potenzialmente efficace per aumentare l’attività fisica negli anziani dopo una visita al Pronto Soccorso. Si basa su ricerche precedenti che mostrano l’utilità delle tecnologie digitali e dei wearable per promuovere l’attività fisica negli anziani.

Il nostro lavoro suggerisce che un intervento remoto, che sfrutta tecnologie a basso costo e ampiamente disponibili, potrebbe essere un modo accessibile per supportare la mobilità durante il periodo post-acuto, un momento critico in cui il rischio di declino funzionale è alto. Colma un vuoto, perché attualmente mancano interventi basati sull’evidenza per questa specifica popolazione e contesto.

Cosa Manca e i Prossimi Passi

Come ogni studio pilota, anche il nostro ha dei limiti. È stato condotto in un solo centro e con un campionamento di convenienza, il che potrebbe limitare la generalizzabilità dei risultati. Richiedere il possesso di uno smartphone potrebbe aver introdotto una distorsione nella selezione dei partecipanti. Non abbiamo valutato il deterioramento cognitivo, che potrebbe influenzare l’adesione. I dati auto-riferiti e il limite delle 20:00 per riportare i passi potrebbero aver sottostimato il numero reale di passi. Infine, il breve periodo di follow-up non ci permette di valutare cambiamenti comportamentali a lungo termine.

Cosa fare ora? La ricerca futura dovrebbe testare interventi scalabili come “Safe Steps” confrontandoli con un gruppo di controllo adeguato, valutare molteplici esiti sulla salute e sulla qualità della vita, e determinare l’impatto a lungo termine di “Safe Steps” sugli anziani dopo le dimissioni dal PS. Potrebbe essere utile anche integrare strategie per affrontare altre barriere, come la paura di cadere.

Nonostante i limiti, siamo ottimisti. Data l’accessibilità degli SMS e dei contapassi, questo approccio ha un forte potenziale per colmare il divario negli interventi sulla mobilità post-acuta per gli anziani. Un piccolo passo tecnologico, per grandi passi verso il benessere!

Fonte: Springer

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *