Un uomo vietnamita di mezza età che getta via una sigaretta elettronica in un cestino pubblico in una strada trafficata di Hanoi, espressione decisa e risoluta, luce del giorno intensa, obiettivo 50mm, profondità di campo media per mostrare sia l'azione che il contesto urbano.

Vietnam: La Sorprendente Voglia di Dire Addio alla Sigaretta Elettronica

Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di qualcosa che mi ha davvero colpito: le sigarette elettroniche, o e-cig, come le chiamiamo spesso. Sono ovunque, no? Presentate a volte come un’alternativa “più sana” al fumo tradizionale, altre volte come un aiuto per smettere. Ma cosa succede quando è proprio dalla sigaretta elettronica che si vuole scappare? Mi sono imbattuto in uno studio affascinante che arriva dal Vietnam e che getta una luce nuova su questo fenomeno, soprattutto in contesti diversi da quelli a cui siamo abituati qui in Occidente.

Un Fenomeno Globale, Uno Sguardo Locale

Il vaping è esploso a livello mondiale. Giovani, giovanissimi, ma anche fumatori adulti sono stati attratti da questi dispositivi. Molta ricerca si è concentrata sul capire se aiutino davvero a smettere di fumare le sigarette classiche. Ma si è parlato molto meno del desiderio di smettere di *svapare*. Eppure, studi recenti, soprattutto da paesi ad alto reddito come USA ed Europa, suggeriscono che molti vapers ci pensano eccome. Le percentuali di chi ha provato a smettere di svapare nell’ultimo anno variavano, ma non sembravano altissime (intorno al 15% negli USA, poco meno in Europa secondo alcuni studi).

Ma il Vietnam? Qui la situazione è interessante. È un paese dove il fumo tradizionale è ancora molto diffuso, ma dove l’uso di nuovi prodotti come le e-cig sta crescendo rapidamente, specialmente tra i giovani. Pensate che nel 2015 l’uso di e-cig era quasi nullo (0.1%), ma studi più recenti mostrano aumenti significativi, specie tra gli adolescenti nelle grandi città come Hanoi. E c’è anche la tendenza al “dual use”, cioè usare sia sigarette tradizionali che elettroniche.

La Sorpresa Vietnamita: Quasi la Metà Ci Prova!

Ed ecco il dato che mi ha fatto drizzare le antenne, emerso da un’ampia indagine chiamata GATS (Global Adult Tobacco Survey), condotta in 34 province del Vietnam nel 2020 su un campione enorme di oltre 80.000 persone. Tra gli utilizzatori attuali di sigarette elettroniche (circa 557 nel campione analizzato), ben il 46.1% aveva tentato di smettere di svapare negli ultimi 12 mesi! Un numero decisamente più alto rispetto a quanto visto in Occidente.

La percentuale era ancora più alta tra chi usava *solo* e-cig (50.0%) rispetto a chi le alternava alle sigarette tradizionali (i “dual users”, al 41.8%). Ma comunque, quasi una persona su due ci aveva provato. Impressionante, vero?

Primo piano di una persona vietnamita di mezza età che guarda pensierosa una sigaretta elettronica tenuta in mano, sfondo sfocato di una strada di Hanoi, luce naturale filtrata, obiettivo 35mm, profondità di campo accentuata.

Perché Si Tenta di Smettere? Le Motivazioni Principali

Ma cosa spinge così tanti vietnamiti a voler abbandonare il vaping? Lo studio ha indagato anche questo. Le ragioni più comuni emerse tra chi aveva tentato di smettere erano:

  • Il costo delle sigarette elettroniche (citato dal 52.0%). E ha senso: in Vietnam, le e-cig possono costare molto di più delle sigarette tradizionali (parliamo di 4-13 dollari contro circa 0.50 dollari a pacchetto!). La spesa mensile media per svapare era di circa 216.000 VND (quasi 9 dollari).
  • La percezione del danno (44.3%). Molti iniziavano a pensare che non fossero poi così innocue.
  • La disapprovazione di amici e familiari (24.2%). L’influenza sociale gioca sempre un ruolo importante.

I Fattori Chiave: Cosa Rende Più Probabile il Tentativo?

Andando più a fondo, i ricercatori hanno usato modelli statistici per capire quali fattori fossero associati a una *maggiore probabilità* di aver tentato di smettere. E qui emergono cose davvero interessanti:

1. La Percezione del Danno è Cruciale: Chi percepiva le sigarette elettroniche come dannose quanto o addirittura più dannose delle sigarette tradizionali aveva da 2 a 3 volte più probabilità di tentare di smettere. Questo vale sia per gli utilizzatori esclusivi che per i dual users. Al contrario, chi le vedeva come “meno dannose” era meno propenso a provarci. Questo fattore sembra pesare tantissimo.

2. Il Tentativo Fallito di Smettere di Fumare: Qui c’è una dinamica particolare. I fumatori (dual users) che avevano iniziato a svapare con l’idea di smettere di fumare le sigarette tradizionali, ma non ci erano riusciti, erano più propensi a tentare di smettere… di svapare! È come se dicessero: “Ok, questo non ha funzionato per smettere di fumare, quindi tanto vale smettere anche questo”. Una sorta di disillusione.

3. L’Uso Come Alternativa “Sociale”: Chi usava le e-cig principalmente come alternativa quando non poteva fumare le sigarette tradizionali (ad esempio in luoghi chiusi) era meno propenso a tentare di smettere di svapare. Sembra che questo uso “strategico” renda più difficile l’abbandono.

Macro fotografia dettagliata di una sigaretta elettronica smontata su un tavolo di legno scuro, accanto a delle monete vietnamite (Dong) sparse, illuminazione da studio controllata per enfatizzare i dettagli metallici e plastici, obiettivo macro 100mm, alta definizione, messa a fuoco precisa sui componenti interni.

Il Contesto Vietnamita e la Percezione del Rischio

Perché questa forte enfasi sulla percezione del danno in Vietnam? I ricercatori suggeriscono che la comunicazione istituzionale potrebbe avere un ruolo. Il Ministero della Salute vietnamita ha attivamente diffuso messaggi sui rischi delle e-cig, sottolineando che non sono prive di pericoli (dipendenza da nicotina, problemi respiratori, cardiovascolari, ecc.) e non le riconosce come prodotti a rischio ridotto. Anzi, ha proposto di vietarle del tutto. Questa comunicazione “forte” potrebbe aver influenzato la percezione degli utenti, spingendoli più che altrove a considerare di smettere.

Interessante anche notare che, tra gli ex-fumatori che usavano solo e-cig, chi aveva iniziato a svapare proprio per smettere di fumare (e c’era riuscito!) era più propenso a tentare di smettere anche di svapare. Forse perché, raggiunto l’obiettivo principale, non ne sentivano più il bisogno.

Cosa Ci Portiamo a Casa?

Questo studio vietnamita ci offre spunti preziosi, soprattutto perché proviene da un contesto diverso da quello occidentale, un paese a medio-basso reddito con dinamiche specifiche. Ci dice che:

  • Il desiderio di smettere di svapare può essere molto diffuso, forse più di quanto pensiamo.
  • La percezione del rischio è un motore potentissimo: comunicare chiaramente i potenziali danni delle e-cig sembra essere efficace nello spingere le persone a voler smettere.
  • Il costo è un fattore pragmatico ma fondamentale, specialmente dove c’è una grande differenza di prezzo con le sigarette tradizionali.
  • Le motivazioni iniziali per cui si inizia a svapare (es. smettere di fumare) e le esperienze successive (successo o fallimento) influenzano la decisione di continuare o smettere.
  • L’influenza sociale e le policy (come i divieti di fumo che dovrebbero includere anche il vaping) contano.

Certo, lo studio ha i suoi limiti (è una fotografia di un momento, non segue le persone nel tempo, si basa su auto-dichiarazioni), ma apre una finestra importante sulla necessità di capire meglio il fenomeno dello “smettere di svapare” e di sviluppare strategie mirate per aiutare chi desidera farlo, ovunque nel mondo.

Gruppo di tre giovani adulti vietnamiti seduti su una panchina in un parco cittadino, uno di loro tiene in mano una sigaretta elettronica ma sembra ascoltare attentamente gli altri due che parlano, luce calda del tardo pomeriggio, obiettivo zoom 50mm, stile reportage catturando un momento di interazione sociale.

Insomma, la prossima volta che pensiamo alle sigarette elettroniche, ricordiamoci che la storia non finisce con l’aiutare (o meno) a smettere di fumare. C’è tutto un capitolo, ancora in parte da scrivere, su chi vuole liberarsi anche del vapore. E il Vietnam ci ha appena dato qualche indizio importante su come leggerlo.

Fonte: Springer

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