Occhi Secchi e Sindrome di Sjögren: Non Solo un Fastidio Locale, ma un Campanello d’Allarme per Tutto il Corpo!
Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di una questione che tocca da vicino molti, specialmente chi soffre di quella fastidiosa sensazione di sabbia negli occhi o di bocca perennemente asciutta. Sto parlando della sindrome di Sjögren primaria (pSS), una malattia autoimmune un po’ subdola che colpisce principalmente le ghiandole esocrine, come quelle lacrimali e salivari. Ma, come spesso accade con le malattie autoimmuni, non si ferma lì e può coinvolgere l’intero organismo.
Recentemente, mi sono imbattuto in uno studio scientifico davvero interessante, pubblicato su *BMC Ophthalmology*, che ha cercato di capire se ci fosse un legame stretto tra i problemi agli occhi, alcuni valori del sangue e l’attività generale della malattia nei pazienti con sindrome di Sjögren primaria. E indovinate un po’? Le scoperte sono affascinanti e aprono nuove prospettive!
Di cosa parla esattamente lo studio?
Allora, mettiamoci comodi. I ricercatori hanno coinvolto 33 pazienti con diagnosi di sindrome di Sjögren primaria e 36 persone sane come gruppo di controllo. L’obiettivo era ambizioso: esplorare in modo approfondito la relazione tra le alterazioni della superficie oculare, gli indici ematologici sistemici (cioè i valori del sangue che ci dicono come sta il nostro sistema immunitario e infiammatorio) e l’attività della malattia.
Per farlo, hanno sottoposto tutti i partecipanti a una serie completa di test oculistici. Pensate a tutto quello che un oculista può controllare:
- Sintomi di secchezza oculare (attraverso questionari specifici come l’OSDI).
- Segni clinici di occhio secco, come il tempo di rottura del film lacrimale (TBUT), il test di Schirmer per misurare la quantità di lacrime, la colorazione della cornea con fluoresceina (CFS) per vedere se ci sono danni, la valutazione delle ghiandole di Meibomio (MGS) e la presenza di pieghe congiuntivali (LIPCOF).
- Analisi di molteplici citochine nelle lacrime (le citochine sono piccole proteine che agiscono come messaggeri nel sistema immunitario, spesso legate all’infiammazione).
- Citologia a impressione congiuntivale (CIC), una tecnica che permette di “stampare” le cellule superficiali della congiuntiva per studiarne la morfologia e la densità delle cellule caliciformi (quelle che producono la parte mucosa delle lacrime).
Ma non è finita qui! Hanno anche valutato diversi parametri sistemici: autoanticorpi (quei birbantelli che attaccano il proprio corpo), varie popolazioni di cellule immunitarie e due indici importanti per misurare l’attività della malattia: l’ESSPRI (che valuta i sintomi riferiti dal paziente) e l’ESSDAI (che misura l’attività sistemica della malattia valutata dal medico). Un lavorone, insomma!
Cosa hanno scoperto negli occhi dei pazienti con Sjögren?
I risultati parlano chiaro: i pazienti con sindrome di Sjögren primaria mostravano una significativa secchezza oculare, una condizione chiamata congiuntivocalasi (un eccesso di congiuntiva che forma delle pieghe) più severa rispetto ai controlli, una ridotta densità delle cellule caliciformi mucipare (fondamentali per la stabilità del film lacrimale) e una grave metaplasia squamosa sulla superficie oculare. Quest’ultima è una trasformazione anomala delle cellule epiteliali, che diventano simili a quelle della pelle, perdendo la loro funzione originale. Immaginate la superficie dell’occhio che cerca di “difendersi” diventando più “dura”, ma a scapito della sua delicatezza e funzionalità.
E le lacrime? Beh, anche lì c’erano cambiamenti importanti. Diverse citochine, come l’I-TAC, GM-CSF, interleuchina (IL)-1β, IL-5, IL-8, IL-10, IL-13, IL-21, la chemochina CCL4, l’interferone-gamma (IFN-γ), CCL20 e il fattore di necrosi tumorale-alfa (TNF-α) erano significativamente alterate nei pazienti con pSS. Alcune aumentate, altre diminuite, a testimonianza di uno sbilanciamento immunologico e infiammatorio proprio lì, sulla prima linea di difesa dell’occhio.

E nel resto del corpo? Il legame nascosto
Qui viene il bello, la parte che mi ha più affascinato. L’analisi delle correlazioni ha svelato dei legami davvero interessanti. Per esempio:
- L’autoanticorpo anti-SSA (uno dei “marchi di fabbrica” della Sjögren) era correlato con il punteggio OSDI (gravità dei sintomi oculari), il TBUT (stabilità del film lacrimale) e la secrezione delle ghiandole di Meibomio (MGS).
- La percentuale di linfociti T CD8+ (un tipo di cellula immunitaria) era collegata al TBUT e al punteggio di colorazione corneale (CFS).
- Diverse citochine presenti nelle lacrime, come IL-8, IL-13, CCL4 e TNF-α, erano correlate con i livelli di RF-IgA (un tipo di fattore reumatoide).
- Altre citochine lacrimali (IL-1β, CCL4, TNF-α) erano correlate con il numero di linfociti T CD8+.
- Ancora, IL-5 e CCL20 nelle lacrime erano legate al rapporto tra linfociti T helper e T suppressor.
Ma la cosa forse più importante è che alcune citochine lacrimali (I-TAC, IL-8, CCL20 e TNF-α) erano significativamente correlate con l’indice ESSDAI, che misura l’attività sistemica della malattia in diversi domini (come quello polmonare, renale, articolare, ecc.).
Le citochine nelle lacrime: messaggeri chiave
Soffermiamoci un attimo sulle citochine, queste molecole messaggere. Nello studio, si è visto che nei pazienti con pSS, le lacrime erano un vero e proprio “cocktail” alterato di queste sostanze. Ad esempio, citochine pro-infiammatorie come I-TAC, IL-1β, IL-5, IL-8, IFN-γ e TNF-α erano significativamente aumentate. Curiosamente, anche alcune citochine con ruoli potenzialmente anti-infiammatori o regolatori come IL-10 e IL-13 erano aumentate, suggerendo forse un tentativo del corpo di controbilanciare l’infiammazione, o una complessità del processo infiammatorio che non è solo “bianco o nero”. Al contrario, GM-CSF e CCL20 risultavano diminuite.
Queste alterazioni non erano fini a se stesse. Lo studio ha mostrato che:
- Citochine come GM-CSF, IL-8, IL-10 e IL-13 erano legate alla cheratocongiuntivite secca da deficit acquoso (cioè quando si producono poche lacrime).
- GM-CSF e IL-1β erano associate all’occhio secco evaporativo (quando le lacrime evaporano troppo in fretta, spesso per problemi alle ghiandole di Meibomio).
- La densità delle cellule caliciformi (e quindi il rischio di occhio secco da deficit mucinico) era associata all’anti-SSA e al TBUT.
- Molte citochine (GM-CSF, IL-1β, IL-5, IL-10, IL-13, CCL4, TNF-α) erano correlate al danno corneale (punteggio CFS).
E, come accennato, il legame con gli indicatori sistemici era forte: IL-1β, IL-5, IL-8, IL-13, IL-21, CCL4, CCL20, IFN-γ, TNF-α erano correlate a diverse caratteristiche ematologiche. In particolare, IL-8, IL-13, CCL4 e TNF-α con RF-IgA, e IL-1β, CCL4, TNF-α con i linfociti T CD8+. Questo suggerisce che l’infiammazione che vediamo nell’occhio è un riflesso, o comunque una parte integrante, di ciò che accade a livello sistemico.

Implicazioni e prospettive future: perché questo studio è importante?
Beh, i risultati di questa ricerca sono una bomba! Ci dicono chiaramente che i cambiamenti sulla superficie dell’occhio nei pazienti con sindrome di Sjögren primaria non sono un problema isolato, ma sono strettamente legati agli indici ematologici sistemici e all’attività generale della malattia. È come se l’occhio fosse una finestra su quello che sta succedendo in tutto il corpo.
Questo è fondamentale perché la sindrome di Sjögren è una malattia cronica e spesso non viene diagnosticata fino a quando non si sono già verificati danni irreversibili agli organi. Avere degli indicatori oculari che possono riflettere l’attività sistemica della malattia potrebbe aiutare i medici a monitorare meglio i pazienti e, chissà, forse anche a personalizzare le terapie.
Certo, come ogni studio, anche questo ha delle limitazioni, come il numero relativamente piccolo di partecipanti e il fatto che sia uno studio “cross-sectional” (cioè fotografa la situazione in un singolo momento, senza seguire i pazienti nel tempo per vedere come evolvono le cose). Inoltre, non sono stati raccolti dati sugli aspetti neurosensoriali dell’occhio secco, un campo di ricerca in grande espansione.
Tuttavia, la conclusione è potente: nei pazienti con pSS esiste una coesistenza di risposte pro-infiammatorie e anti-infiammatorie sulla superficie oculare, e questi stati immunitari locali sono intimamente connessi con le caratteristiche sistemiche, in particolare con RF-IgA, il conteggio dei linfociti T CD8+ e il rapporto tra linfociti T helper e suppressor. Inoltre, citochine lacrimali come I-TAC, IL-8, CCL20, TNF-α e la presenza di congiuntivocalasi sono risultate correlate significativamente con l’ESSDAI, suggerendo che questi indicatori oculari potrebbero aiutare a comprendere la gravità clinica della sindrome di Sjögren.
Insomma, questo studio aggiunge un tassello importante alla comprensione di questa complessa malattia, sottolineando ancora una volta quanto sia cruciale un approccio olistico al paziente. L’occhio non è solo lo specchio dell’anima, ma a quanto pare, anche un valido indicatore della salute sistemica in condizioni come la sindrome di Sjögren!
Fonte: Springer
