Fotografia grandangolare, skyline notturno diviso a metà: a sinistra Pechino moderna con luci intense e grattacieli iconici, a destra Hong Kong con il suo porto illuminato e le montagne sullo sfondo, simboleggiando le due città dello studio e i loro diversi percorsi post-pandemia, obiettivo 24mm, lunga esposizione per scie luminose e acqua liscia.

Sesso, HIV e Post-Pandemia: Cosa è Cambiato per i Ragazzi Gay tra Pechino e Hong Kong?

Ragazzi, parliamoci chiaro: la pandemia di COVID-19 ha stravolto le nostre vite in modi che non avremmo mai immaginato. Dai lockdown alle mascherine, dalle videochiamate infinite alla paura costante. Ma cosa è successo quando, finalmente, abbiamo iniziato a vedere la luce in fondo al tunnel e siamo entrati nell’era “post-pandemica”? Come sono cambiati i nostri comportamenti, specialmente quelli più intimi, e il nostro approccio alla salute sessuale?

Ecco, oggi voglio portarvi con me in un viaggio tra due metropoli affascinanti, Pechino e Hong Kong, per scoprire come i ragazzi gay, bisessuali e altri uomini che fanno sesso con uomini (che per comodità chiameremo GBMSM) hanno vissuto questa transizione. Uno studio recente ha cercato di far luce proprio su questo, confrontando le esperienze in queste due città, che hanno seguito percorsi diversi per “tornare alla normalità”. E i risultati, ve lo dico subito, sono piuttosto interessanti e fanno riflettere.

Il Mondo Prima e Durante la Tempesta COVID

Prima di tuffarci nei dati post-pandemia, facciamo un passo indietro. Ricordate i primi tempi del COVID? Le restrizioni, la distanza sociale… tutto questo ha avuto un impatto diretto anche sulla sfera sessuale. Molti studi, un po’ ovunque nel mondo, hanno mostrato che durante la pandemia i GBMSM hanno ridotto l’attività sessuale, il numero di partner e hanno cercato di limitare i rischi, magari evitando incontri occasionali o feste di gruppo.

Anche l’accesso ai servizi di prevenzione HIV ha subito un duro colpo. Test HIV, profilassi pre-esposizione (PrEP), consulenze… tutto è diventato più complicato. Sia in Cina continentale che a Hong Kong, molti centri hanno ridotto o sospeso le attività, le risorse sono state dirottate sull’emergenza COVID e raggiungere fisicamente i servizi è diventato difficile. Immaginate la frustrazione: meno sesso, forse, ma anche meno strumenti per farlo in sicurezza. Alcuni studi hanno riportato un calo significativo dei test HIV e difficoltà nell’accesso e nell’aderenza alla PrEP. Insomma, un quadro non proprio roseo.

La “Ripresa”: Un Ritorno alla Normalità… con Qualche Sorpresa

Poi, nel 2022, sia Pechino che Hong Kong hanno iniziato ad allentare le misure restrittive. Ci si aspettava un ritorno alla normalità, magari un aumento dei comportamenti a rischio dopo un periodo di “astinenza” forzata. Ma cosa è successo davvero?

Lo studio che vi racconto ha intervistato oltre 500 GBMSM a Pechino e più di 600 a Hong Kong tra novembre 2023 e marzo 2024, chiedendo loro di confrontare la situazione attuale con quella vissuta durante il periodo COVID (dicembre 2019 – dicembre 2022).

I risultati? Beh, confermano un aumento generale delle attività. Ma la cosa che salta all’occhio è la differenza tra le due città. A Pechino, un numero significativamente maggiore di ragazzi ha riferito un aumento della frequenza di:

  • Sesso anale senza preservativo (CAS): quasi il 24% a Pechino contro l’8% a Hong Kong.
  • Sesso anale con partner regolari: 30.5% vs 15.5%.
  • Sesso anale con partner non regolari: 27.5% vs 16.0%.
  • Ricerca di partner online: 28.8% vs 18.9%.
  • Uso di sostanze stupefacenti a scopo sessuale (Sexualized Drug Use – SDU): 9.4% vs 2.3%.

Insomma, a Pechino sembra esserci stata una “ripresa” molto più marcata, e spesso più rischiosa, rispetto a Hong Kong.

Fotografia di ritratto, due uomini asiatici sulla trentina in un bar moderno e poco illuminato a Pechino, discutono animatamente, luce al neon soffusa sullo sfondo, obiettivo 35mm, profondità di campo ridotta per isolare i soggetti, stile film noir.

Pechino vs. Hong Kong: Due Città, Due Ritmi di Ripresa

Perché queste differenze così nette? Gli autori dello studio avanzano alcune ipotesi affascinanti.
Innanzitutto, le misure di controllo COVID a Pechino sono state generalmente più severe e durature rispetto a Hong Kong. Questo potrebbe aver generato maggiore stress e solitudine, portando a un “rimbalzo” più forte nei comportamenti a rischio una volta cadute le restrizioni, quasi come un meccanismo per compensare.
In secondo luogo, la velocità del cambiamento. Pechino è passata da restrizioni ferree a una quasi totale normalità nel giro di un mese, mentre Hong Kong ha avuto una transizione più graduale, durata circa otto mesi. Un cambiamento così repentino potrebbe aver favorito un aumento più rapido e marcato dei contatti e, di conseguenza, dei comportamenti sessuali.
Infine, lo stile di implementazione. In Cina continentale, le misure erano spesso imposte con ordini esecutivi e monitoraggio stretto. A Hong Kong, si puntava di più sulla compliance dei cittadini. È plausibile che l’impatto delle misure (e quindi il cambiamento post-misure) sia stato più forte dove l’imposizione era maggiore.

Curiosamente, anche l’utilizzo dei servizi di prevenzione HIV ha seguito un andamento simile: a Pechino, molti più ragazzi hanno riportato un aumento nell’uso di test HIV (31.5% vs 11.7%), PrEP (18.9% vs 3.6%) e altri servizi (come ricevere condom o partecipare a seminari) rispetto a Hong Kong. Sembra quasi che, parallelamente all’aumento dei rischi, sia cresciuta anche la consapevolezza o la necessità di proteggersi, ma in modo più accentuato a Pechino.

Capire l’Aumento del Sesso Senza Preservativo (CAS)

Il sesso anale senza preservativo (CAS) è uno dei principali fattori di rischio per la trasmissione dell’HIV. Lo studio ha quindi cercato di capire quali fattori fossero associati a un auto-riferito aumento della frequenza di CAS in entrambe le città.

I risultati sono abbastanza coerenti tra Pechino e Hong Kong. Chi ha riportato un aumento del CAS era anche più propenso a riferire un aumento di:

  • Frequenza di sesso anale (sia con partner regolari che non).
  • Avere rapporti con uomini provenienti da altre città.
  • Cercare partner online tramite app.
  • Uso di sostanze (SDU).
  • Utilizzo di test HIV, PrEP e altri servizi di prevenzione.

Quest’ultimo punto è interessante: chi aumenta i comportamenti a rischio sembra anche cercare di più i servizi di prevenzione. Forse percepiscono un rischio maggiore e agiscono di conseguenza? È una dinamica complessa.

Anche le percezioni giocano un ruolo. Un aumento percepito del rischio generale di HIV e COVID legato al sesso, e una diminuzione percepita della propria capacità di usare il preservativo costantemente (self-efficacy), erano associati a un aumento del CAS in entrambe le città. A Pechino, però, anche una maggiore paura del COVID e una minore difficoltà percepita nel trovare partner erano legate all’aumento del CAS, cosa non osservata a Hong Kong. Questo potrebbe legarsi alla diversa esperienza della pandemia nelle due città, con l’ondata massiccia e improvvisa post-riapertura a Pechino che potrebbe aver lasciato strascichi di paura diversi.

Fotografia macro, primo piano di uno smartphone tenuto in mano da un uomo, schermo luminoso che mostra l'interfaccia di un'app di incontri gay come Grindr o BlueD, luce ambientale soffusa, messa a fuoco precisa sullo schermo, obiettivo macro 90mm, alta definizione.

Cosa Ci Insegna Tutto Questo per la Prevenzione HIV?

Questo studio ci lancia alcuni messaggi importanti per il futuro della prevenzione HIV nell’era post-pandemica.

Primo: i comportamenti a rischio (CAS, partner non regolari, SDU) tendono a presentarsi insieme. Non possiamo affrontarli isolatamente. Serve un approccio olistico, che guardi alla persona nel suo complesso e ai fattori comuni che influenzano queste scelte.

Secondo: le app di incontri sono sempre più centrali nella ricerca di partner, e sono associate a un aumento del CAS. Ma possono anche essere uno strumento potentissimo per raggiungere i ragazzi a rischio e offrire interventi mirati, come già si sta facendo con successo in alcuni casi.

Terzo: dobbiamo migliorare l’accesso ai servizi di prevenzione (test, PrEP, consulenze). Chi è a rischio maggiore sembra essere più motivato a usarli, quindi dobbiamo rendere questi servizi il più accessibili e integrati possibile. L’idea di “one-stop shop” per la salute sessuale, dove trovare tutto il necessario in un unico luogo, potrebbe essere vincente.

Quarto: lavorare sulla self-efficacy, cioè sulla fiducia nella propria capacità di usare il preservativo in modo consistente, è fondamentale, specialmente a Pechino dove è emersa una diminuzione percepita di questa capacità. Programmi che aiutino a sviluppare strategie di negoziazione con i partner potrebbero essere molto utili.

Limiti e Prossimi Passi

Come ogni ricerca, anche questa ha i suoi limiti. Il campionamento non era casuale, quindi i risultati potrebbero non essere generalizzabili a tutti i GBMSM di Pechino e Hong Kong. I dati sono auto-riferiti, quindi potrebbero esserci bias (magari sottostimando i rischi e sovrastimando la prevenzione). E poi, è uno studio “fotografico” (cross-sezionale), non un film (longitudinale), quindi non possiamo stabilire nessi di causa-effetto certi. Servirebbero studi che seguano le persone nel tempo per capire meglio queste dinamiche. Inoltre, lo studio ha coinvolto pochi ragazzi HIV-positivi, un gruppo che meriterebbe un’attenzione specifica per capire come la pandemia e la sua fine abbiano influenzato la loro salute e i loro comportamenti.

In Conclusione

La lezione che mi porto a casa da questo studio è che l’era post-pandemica non è un semplice ritorno al passato. Per i GBMSM di Pechino e Hong Kong, ha significato un cambiamento nei comportamenti sessuali e nell’uso dei servizi, con dinamiche complesse e differenze significative tra le due città. L’aumento dei comportamenti a rischio, soprattutto a Pechino, è un campanello d’allarme che ci ricorda l’importanza di non abbassare la guardia sulla prevenzione HIV. Dobbiamo adattare le nostre strategie, usare gli strumenti a disposizione (come le app) in modo intelligente e rendere i servizi sempre più accessibili e centrati sui bisogni reali delle persone. La sfida continua!

Fonte: Springer

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