Moda Sostenibile: Scegliere i Fornitori Giusti è un’Arte (e Scienza!) con TBL, SWARA e TOPSIS
Introduzione: Il Filo Nascosto della Sostenibilità nel Tessile
Ammettiamolo, quando scegliamo un capo d’abbigliamento, raramente pensiamo a tutto il viaggio che ha fatto prima di arrivare nelle nostre mani. Eppure, dietro ogni maglietta, ogni paio di jeans, c’è una catena di approvvigionamento complessa, spesso con un impatto ambientale e sociale non indifferente. Ecco perché parlare di selezione sostenibile dei fornitori nel settore tessile è diventato cruciale. Non si tratta solo di scegliere il tessuto giusto al prezzo migliore, ma di considerare l’intero quadro: l’ambiente, le persone e, ovviamente, l’economia. È qui che entra in gioco il concetto affascinante della Triple Bottom Line (TBL), un approccio che cerca di bilanciare questi tre pilastri fondamentali.
Negli ultimi anni, la pressione su aziende e consumatori per adottare pratiche più sostenibili è cresciuta esponenzialmente. Non basta più dichiararsi “green”, bisogna dimostrarlo con fatti concreti, a partire proprio dalla scelta dei partner commerciali. Ma come si fa a scegliere un fornitore che sia davvero sostenibile sotto tutti i punti di vista? È un vero rompicapo, specialmente in un settore globale e frammentato come quello tessile, e ancor di più in economie emergenti come quella del Bangladesh, un gigante nella produzione tessile mondiale.
La Sfida: Oltre il Prezzo, Verso una Visione Olistica
Il settore tessile del Bangladesh è vitale per l’economia del paese, ma affronta sfide enormi: degrado ambientale, pratiche lavorative non sempre etiche, inefficienza nell’uso delle risorse. Storicamente, la scelta dei fornitori si basava quasi esclusivamente su fattori economici: costo, qualità base, tempi di consegna. Certo, questi aspetti restano importanti, chi non vuole un buon affare? Ma oggi non bastano più.
Studi precedenti hanno iniziato a integrare criteri ambientali e sociali, ma spesso in modo isolato. Mancava un approccio veramente olistico, capace di integrare i tre pilastri della TBL (economico, ambientale, sociale) in un unico quadro decisionale, specialmente considerando le piccole e medie imprese (PMI) che dominano la catena di fornitura in paesi come il Bangladesh. Immaginate di dover scegliere tra decine di potenziali fornitori, ognuno con i suoi pro e contro su tantissimi fronti: qualità chimica, prezzo, affidabilità, gestione ambientale, sicurezza dei lavoratori, impatto sulla comunità locale… Come si fa a non perdersi?
L’industria tessile, per sua natura, dipende da una rete intricata di materie prime, tessuti, componenti. Scegliere i fornitori giusti è fondamentale per garantire operazioni fluide, prodotti di alta qualità, competitività e, sempre più, sostenibilità. Si cerca di mitigare l’impatto ambientale scegliendo partner che usano meno acqua ed energia, riducono i rifiuti, magari con certificazioni come ISO 14001. Si valuta l’aspetto sociale: niente lavoro minorile o forzato, condizioni di lavoro dignitose, parità di genere, magari con certificazioni come SA8000. Ma integrare tutto questo, superando la mentalità tradizionale focalizzata solo su costi e velocità, richiede investimenti, tecnologia e un cambio di prospettiva.

Il Nostro Approccio: TBL, SWARA e TOPSIS al Servizio della Sostenibilità
Ecco dove entriamo in gioco noi, o meglio, lo studio che vi racconto. L’obiettivo era chiaro: sviluppare un modello decisionale multi-criterio (MCDM) che aiutasse le aziende tessili, in particolare quelle del Bangladesh, a selezionare i fornitori in modo davvero sostenibile, integrando la TBL e i principi dell’economia circolare.
Come abbiamo fatto? Abbiamo usato una combinazione potente di metodi:
- Triple Bottom Line (TBL): Come cornice generale per assicurarci di considerare tutti e tre gli aspetti: economico, ambientale e sociale.
- Revisione della Letteratura ed Esperti: Abbiamo iniziato identificando 20 potenziali criteri di sostenibilità basandoci su studi precedenti e consultando esperti del settore. Questi esperti hanno poi valutato la rilevanza di ciascun criterio su una scala Likert a 5 punti, permettendoci di scremare e arrivare ai 15 criteri chiave.
- SWARA (Stepwise Weight Assessment Ratio Analysis): Un metodo intelligente per “pesare” questi 15 criteri. In pratica, abbiamo chiesto agli esperti di ordinarli per importanza e di stabilire quanto un criterio fosse più rilevante del successivo. Questo ci ha permesso di assegnare un peso oggettivo a ciascun fattore, riflettendo le priorità reali del settore.
- TOPSIS (Technique for Order Preference by Similarity to Ideal Solution): Una volta stabiliti i criteri e i loro pesi, abbiamo usato TOPSIS per “mettere in fila” i fornitori reali. Questo metodo calcola quanto ogni fornitore sia vicino alla “soluzione ideale” (il fornitore perfetto, che eccelle in tutti i criteri pesati) e quanto sia lontano dalla “soluzione peggiore”. Il risultato è una classifica chiara e trasparente.
In parole povere, abbiamo creato una sorta di “pagella” super dettagliata e ponderata per valutare i fornitori non solo sul prezzo, ma sulla loro performance complessiva di sostenibilità.
I Risultati Parlano Chiaro: Chi Vince la Sfida della Sostenibilità?
Cosa abbiamo scoperto? Innanzitutto, quali sono i criteri che contano di più secondo gli esperti e il metodo SWARA. Al primo posto, la qualità chimica (peso 0.0929). Questo ha senso: prodotti chimici di alta qualità sono essenziali per la performance del prodotto finito, la sicurezza e la conformità ambientale. Subito dopo troviamo il prezzo (0.0830) – l’aspetto economico resta fondamentale – e l’affidabilità nelle consegne (0.0798). Ma attenzione, subito a ridosso emergono i criteri di sostenibilità pura: i sistemi di gestione ambientale (come ISO 14001, peso 0.0798) e la salute e sicurezza dei dipendenti (0.0775). Questo mix dimostra che l’industria sta davvero iniziando a bilanciare efficienza operativa e responsabilità socio-ambientale.
Altri criteri importanti emersi sono l’uso efficiente di energia e risorse, il controllo ambientale, il benessere economico dei dipendenti e la trasparenza informativa.
E i fornitori? Abbiamo applicato il metodo TOPSIS a cinque fornitori reali (anonimizzati nello studio come Fornitore A, B, C, D, E, ma rappresentanti aziende reali da Singapore, Bangladesh e Taiwan). I risultati sono stati netti:
- Fornitore A (da Singapore) è risultato il più sostenibile (punteggio TOPSIS 0.7555), eccellendo in particolare nei criteri di qualità chimica, gestione ambientale e responsabilità sociale. Era il più vicino all’ideale.
- Fornitore B (dal Bangladesh) si è classificato secondo (0.7337), mostrando comunque una buona performance.
- Gli altri fornitori (C, D, E) seguivano a distanza, con il Fornitore E (dal Bangladesh) all’ultimo posto (0.2573), indicando prestazioni di sostenibilità significativamente più deboli. Era il più lontano dall’ideale.
Questi risultati non solo validano l’efficacia del nostro approccio combinato SWARA-TOPSIS, ma sottolineano quanto le pratiche di sostenibilità, specialmente quelle ambientali e sociali, stiano diventando fattori critici nel processo decisionale di approvvigionamento.

Perché Questo Studio è Importante? Implicazioni Pratiche e Teoriche
Ma allora, a cosa serve tutto questo? Beh, le implicazioni sono sia teoriche che, soprattutto, pratiche.
Dal punto di vista teorico, questo studio rafforza l’applicazione del framework TBL alla selezione dei fornitori, dimostrando come integrare sistematicamente fattori economici, ambientali e sociali. L’uso combinato di SWARA e TOPSIS offre un approccio strutturato e trasparente per dare priorità alle metriche di sostenibilità, superando i limiti di metodi più soggettivi come l’AHP (Analytic Hierarchy Process) usato in altri studi. Contribuiamo anche alla teoria della resilienza della supply chain, mostrando come fornitori orientati alla sostenibilità possano ridurre i rischi a lungo termine.
Dal punto di vista pratico, offriamo uno strumento concreto ai responsabili degli acquisti, specialmente nel settore tessile e in economie emergenti come il Bangladesh. Questo framework SWARA-TOPSIS permette di:
- Prendere decisioni informate e oggettive nella scelta dei fornitori.
- Allineare le scelte di approvvigionamento con gli obiettivi di sostenibilità aziendali e globali.
- Valutare i fornitori in modo olistico, considerando non solo il costo ma anche l’impatto ambientale (es. certificazioni ISO 14001) e sociale (es. SA8000).
- Promuovere la trasparenza e incoraggiare i fornitori (anche le PMI) a migliorare le loro pratiche sostenibili.
- Aumentare la resilienza della supply chain, mitigando rischi legati a non conformità ambientali o problemi etici.
Questo modello non è utile solo per il tessile! Può essere adattato ad altri settori come l’automotive, l’elettronica, il farmaceutico, l’edilizia e l’alimentare, dove l’approvvigionamento sostenibile è sempre più una priorità. Pensate alla selezione di fornitori di materiali a basse emissioni per le auto elettriche, o di minerali “conflict-free” per l’elettronica.

Guardando Avanti: Limiti e Prossimi Passi
Come ogni ricerca, anche questa ha i suoi limiti. Ci siamo concentrati sull’industria tessile del Bangladesh, quindi l’applicabilità diretta ad altri contesti potrebbe richiedere adattamenti. I metodi SWARA e TOPSIS, pur essendo robusti, dipendono dal giudizio degli esperti, che può introdurre un certo grado di soggettività (anche se SWARA cerca di minimizzarlo). Inoltre, la trasparenza dei dati da parte dei fornitori, specialmente le PMI, rimane una sfida.
Cosa ci riserva il futuro? La ricerca potrebbe esplorare l’uso della logica fuzzy per gestire ulteriormente l’incertezza nei giudizi degli esperti. Sarebbe interessante applicare questo modello ad altri settori e aree geografiche. L’integrazione di tecnologie come l’Intelligenza Artificiale (AI), la blockchain e i big data potrebbe rivoluzionare la valutazione dei fornitori in tempo reale, aumentando trasparenza e affidabilità. Studi longitudinali potrebbero poi valutare l’impatto a lungo termine di queste scelte sulla redditività e sulla reputazione aziendale.
In conclusione, questo studio non è solo un esercizio accademico. È un passo avanti verso una supply chain tessile (e non solo) più responsabile. Fornisce un metodo chiaro, trasparente e oggettivo per scegliere partner che non solo aiutino il business a prosperare economicamente, ma contribuiscano anche a un futuro più equo e rispettoso del nostro pianeta. La strada è tracciata: scegliere la sostenibilità non è solo etico, è anche strategico.
Fonte: Springer
