Macro fotografia, lente da 70 mm, dettagli elevati, illuminazione controllata, un singolo moscerino morso (Culicoides) appoggiato su terreno umido, scuro e organicamente ricco vicino a una vibrante lama verde di erba della prateria, che suggerisce il suo habitat larvale naturale nella prateria Tallgrass.

Moscerini Pungenti: Svelati i Segreti Nascosti nel Suolo della Prateria

Ciao a tutti! Oggi vi porto con me in un viaggio affascinante nel cuore di un ecosistema tanto bello quanto complesso: la prateria naturale di erba alta. Ma non parleremo solo di fili d’erba mossi dal vento o di maestosi bisonti. No, scenderemo molto più in dettaglio, quasi a livello microscopico, per svelare i segreti di creature minuscole ma incredibilmente importanti (e a volte fastidiose): i moscerini pungenti del genere Culicoides.

Vi siete mai chiesti cosa determina dove questi piccoli insetti decidano di “mettere su famiglia”? Sono noti vettori di malattie che colpiscono animali domestici, selvatici e persino noi umani, come il virus della lingua blu (BTV) o quello della malattia emorragica epizootica (EHDV). Capire dove prosperano le loro larve è fondamentale per poter gestire la loro popolazione e limitare la diffusione di queste patologie.

Ecco perché mi sono tuffato (metaforicamente, eh!) nello studio di un’area protetta speciale, la Konza Prairie Biological Station in Kansas. Un vero laboratorio a cielo aperto dove la natura detta legge, ma con alcune aree gestite con mandrie di bisonti e bovini, e altre lasciate senza grandi mammiferi al pascolo (se non cervi e alci selvatici). L’obiettivo? Capire le intricate relazioni tra l’abbondanza e la presenza di questi moscerini, le comunità microbiche nascoste nel terreno (batteri e protisti) e le proprietà chimico-fisiche del suolo e dell’acqua.

Un’indagine nel cuore della prateria

Per un anno intero, da marzo 2021 a febbraio 2022, abbiamo raccolto campioni di suolo e acqua, mese dopo mese, da quattro siti diversi all’interno della Konza Prairie:

  • Un sito con pascolo bovino a bassa produzione (LPCG), tendenzialmente più secco.
  • Un sito con pascolo bovino ad alta produzione (HPCG), noto per essere un “hotspot” di moscerini.
  • Un sito pascolato da bisonti tutto l’anno.
  • Un sito formalmente non pascolato da grandi mammiferi gestiti.

Tutti questi siti erano vicini a sorgenti naturali, luoghi ideali dove le larve di Culicoides potrebbero svilupparsi. Abbiamo prelevato campioni di suolo, cercando di catturare la diversità dell’habitat larvale vicino all’interfaccia acqua-terra. Una parte di questo suolo è finita in laboratorio per i cosiddetti “test di emergenza”: in pratica, abbiamo ricreato condizioni ideali (27°C, umidità elevata) per vedere quanti e quali moscerini adulti sarebbero sfarfallati da quel terreno. Un’altra parte è stata usata per analisi chimico-fisiche (materia organica, nutrienti come azoto e fosforo, pH, tessitura, ecc.) e per estrarre il DNA. E quando c’era acqua, abbiamo analizzato anche quella.

Il DNA estratto dal suolo ci ha aperto le porte a un mondo invisibile: usando tecniche di sequenziamento avanzate (amplicon sequencing dei geni 16S e 18S rRNA), abbiamo potuto caratterizzare le comunità di batteri e protisti presenti. Immaginate di avere una lista dettagliata di tutti i microrganismi che convivono con le larve dei moscerini!

Cosa abbiamo scoperto? Il Fattore “Dove” e “Quando”

La prima cosa che è saltata all’occhio è stata la stagionalità. Come potevamo aspettarci, l’abbondanza maggiore di moscerini è stata registrata nei mesi più caldi, tra marzo e settembre (con un’eccezione a giugno, chissà perché!). Il freddo invernale, evidentemente, rallenta il loro ciclo vitale.

Ma la vera differenza l’ha fatta il sito. I luoghi dove abbiamo trovato più moscerini, sia in termini di numero totale (abbondanza) che di presenza costante (incidenza e prevalenza), sono stati quelli pascolati dai bovini ad alta produzione (HPCG) e dai bisonti. Cosa accomuna questi due siti? Una fonte d’acqua persistente e la presenza costante (o quasi) di grandi animali. Questo conferma studi precedenti: la vicinanza agli ospiti, fonte di sangue per le femmine adulte, sembra guidare la scelta di dove deporre le uova. E le larve? Trovano in questi ambienti umidi e arricchiti (anche dagli escrementi animali) un habitat ideale.

Macro fotografia, obiettivo da 85 mm, dettagli elevati, messa a fuoco precisa, illuminazione controllata, primo piano umido e terreno scuro ricco di materia organica ai margini di una molla naturale in una prateria Tallgrass, che mostra una complessa consistenza del suolo e minuscole radici, che rappresentano un tipico habitat larval di culicoidi.

Indizi dal Suolo e dall’Acqua: L’Importanza dell’Abiotico

Analizzando le proprietà chimico-fisiche, sono emerse correlazioni interessanti. Ad esempio, l’abbondanza totale di Culicoides era positivamente correlata con la quantità di Sodio (Na) e Ferro (Fe) nel suolo. Sorprendentemente, però, una correlazione negativa è stata osservata con la materia organica (OM) e la percentuale di sabbia nel terreno. Questo sembra contraddire l’idea che amino sempre terreni super ricchi di materia organica, suggerendo che forse le esigenze variano molto tra le diverse specie di Culicoides (ne abbiamo identificate ben sette, tra cui C. variipennis, C. crepuscularis e il vettore confermato C. sonorensis).

La tessitura del suolo è sembrata particolarmente importante. Ad esempio, C. variipennis era più abbondante in suoli più argillosi e meno sabbiosi. L’argilla trattiene meglio l’umidità e i nutrienti, creando forse un ambiente più stabile e ricco per le larve e i microbi di cui si nutrono. Al contrario, un suolo molto sabbioso drena rapidamente e trattiene meno nutrienti, risultando meno ospitale. Anche le proprietà dell’acqua, come i solidi totali dissolti (TDS) e la conducibilità elettrica (EC), hanno mostrato correlazioni positive con l’abbondanza totale dei moscerini.

Il Ruolo Cruciale dei Microbi: Un Banchetto Nascosto

E qui viene il bello! L’analisi delle comunità microbiche ha rivelato connessioni affascinanti. Abbiamo trovato che l’abbondanza di specifici gruppi batterici era associata alla presenza e al numero di larve di Culicoides.

  • Ad esempio, nei siti pascolati dai bisonti, i campioni con moscerini avevano meno Proteobacteria e Bacteroidota, ma più Desulfobacterota rispetto ai campioni senza moscerini.
  • Nel sito LPCG (quello più secco), i campioni con moscerini avevano più Actinobacteriota.
  • L’abbondanza totale di Culicoides era positivamente correlata con phyla come Chloroflexi, Verrucomicrobiota, Desulfobacterota e Bacteroidota, ma negativamente con Acidobacteriota.

Cosa significa tutto questo? I batteri non sono solo “coinquilini”. Alcuni, come i Verrucomicrobiota, potrebbero avere relazioni mutualistiche, magari degradando materia organica complessa e rendendo disponibili nutrienti. Altri potrebbero essere direttamente predati dalle larve. L’osservazione che alcuni gruppi batterici (come Acidobacteriota) sono meno abbondanti dove ci sono più larve suggerisce proprio che queste ultime se ne stiano cibando!

Macro fotografia concettuale, lente da 100 mm, alti dettagli, profondità di campo superficiale, illustrando minuscole larve di medili stilizzati (Culicoides) all'interno di una sezione trasversale del suolo che interagisce con diversi organismi microscopici stilizzati (batteri in varie forme, protisti simili a Amoeba), protisti controllati che evidenziano questo ecosistema messo a terra.

Ma la scoperta forse più intrigante riguarda i protisti (organismi unicellulari eucarioti come amebe, ciliati, ecc.). Abbiamo notato che nei campioni con tanti moscerini, specialmente nel sito dei bisonti, c’era una minore abbondanza relativa di Cercozoa e Bigyra. Allo stesso tempo, un altro gruppo, i Gyrista, era più abbondante nei campioni con moscerini. L’ipotesi? Le larve di Culicoides, note per essere onnivore, potrebbero nutrirsi attivamente di alcuni tipi di protisti come Cercozoa e Bigyra, riducendone la popolazione! È noto che le larve mangiano diatomee, alghe, funghi, batteri e persino nematodi. Questo studio aggiunge i protisti alla lista del loro potenziale menù. Incredibile, vero? Un intero ecosistema brulicante di vita che influenza direttamente questi piccoli insetti.

Un Puzzle Complesso: Fattori Biotici e Abiotici Intrecciati

Quindi, cosa abbiamo imparato? Che l’habitat ideale per le larve di Culicoides non è definito da un singolo fattore, ma da un complesso intreccio di condizioni.

  • Fattori abiotici: La stagione (preferenza per i mesi caldi), la presenza costante di acqua, le proprietà del suolo (tessitura argillosa/limosa preferita alla sabbiosa, specifici nutrienti come Na, Fe, Mg, Cu) e dell’acqua (TDS, EC) giocano un ruolo chiave.
  • Fattori biotici: La presenza di animali ospiti nelle vicinanze (che attirano le femmine per deporre le uova) e, soprattutto, la composizione delle comunità microbiche (batteri e protisti) nel suolo, che rappresentano sia una fonte di cibo diretta che indiretta, influenzando la disponibilità di nutrienti.

Questo studio, per quanto ne so, è il primo a mettere insieme tutti questi pezzi – comunità batteriche, comunità protistiche, proprietà del suolo e dell’acqua – campionando per un intero anno negli habitat larvali naturali dei Culicoides.

Fotografia del paesaggio grandangolare, lente da 18 mm, focus acuto, luce pomeridiana soleggiata, che mostra un paesaggio di prateria alterass in Kansas. Sono visibili aree distinte: una intensamente pascolata da un branco di bisonti vicino a una primavera/flusso visibile, un altro meno intensamente pascolato dai bovini e un'area non creata in lontananza, illustrando i diversi tipi di sito di studio.

Implicazioni Pratiche: Conoscere per Gestire

Certo, ci sono state delle limitazioni. Campionare un habitat così eterogeneo è difficile, e forse non abbiamo catturato tutta la variabilità. Inoltre, le analisi molecolari ci danno un quadro delle comunità microbiche, ma non ci dicono esattamente chi mangia chi. Serviranno studi futuri, magari con approcci metagenomici più completi e campionamenti ancora più estesi.

Tuttavia, i risultati sono preziosi. Capire quali fattori ambientali e biologici favoriscono lo sviluppo dei Culicoides ci aiuta a identificare i potenziali “focolai” larvali. Queste informazioni sono fondamentali per sviluppare strategie di sorveglianza e controllo più mirate ed efficaci, sia negli ambienti naturali che in quelli agricoli, riducendo l’impatto di questi insetti sulla salute animale ed eventualmente umana. È un piccolo passo avanti nella comprensione della complessa ecologia di questi moscerini, ma un passo importante per la gestione delle malattie che trasmettono. Un’altra dimostrazione di come, anche nel più piccolo granello di terra, si nascondano connessioni ecologiche fondamentali!

Fonte: Springer

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