Kineomicine: Scoperta un’Incredibile Nuova Arma Batterica contro i Superbatteri!
Ciao a tutti, appassionati di scienza e curiosi! Oggi voglio portarvi con me in un viaggio affascinante nel mondo microscopico, un luogo pieno di battaglie chimiche invisibili ai nostri occhi, ma fondamentali per la nostra salute. Parleremo di batteri, di antibiotici e di una scoperta che mi ha davvero entusiasmato: le kineomicine.
Viviamo in un’epoca in cui la resistenza batterica agli antibiotici è una delle minacce più serie alla salute globale. Avete presente i cosiddetti “superbatteri”? Sono quei microrganismi che hanno imparato a difendersi dalle nostre medicine più potenti, rendendo difficili da curare infezioni che un tempo erano banali. Ecco perché la ricerca di nuovi antibiotici è una corsa contro il tempo, una caccia al tesoro fondamentale per il nostro futuro.
Gli Antibiotici Glicopeptidici: Un’Arma Speciale
Tra le armi più preziose nel nostro arsenale contro i batteri Gram-positivi (un gruppo specifico di batteri) ci sono gli antibiotici glicopeptidici, o GPA. Nomi come vancomicina e teicoplanina potrebbero suonarvi familiari: sono GPA naturali usati negli ospedali come ultima risorsa contro infezioni resistenti. Questi composti straordinari sono prodotti da batteri che vivono nel suolo, principalmente appartenenti a un gruppo chiamato attinobatteri.
I GPA funzionano in modo molto specifico: si legano a un componente essenziale (il D-alanil-D-alanina) della parete cellulare batterica mentre questa è in costruzione, impedendone la formazione. Immaginate un muratore che non riesce più a mettere i mattoni uno sull’altro: il muro non cresce e la struttura crolla. Senza una parete cellulare integra, il batterio muore.
Finora, i GPA conosciuti sono stati classificati in cinque tipi principali (dal Tipo I al Tipo V) in base alla struttura del loro “scheletro” peptidico, una catena di sette amminoacidi con particolari legami incrociati. Ma la natura, si sa, è piena di sorprese!
La Caccia a Nuovi GPA: L’Indizio nel Genoma
La mia avventura, o meglio, la nostra avventura come comunità scientifica, inizia con la “genomica”. Grazie alle moderne tecnologie di sequenziamento del DNA, possiamo leggere l’intero libretto di istruzioni genetiche di un batterio, il suo genoma. All’interno di questi genomi, cerchiamo specifiche sequenze di geni, chiamate cluster genici biosintetici (BGC), che contengono le ricette per produrre molecole complesse come gli antibiotici.
Ci siamo concentrati su un ordine di attinobatteri chiamato Pseudonocardiales, già noto per essere una buona fonte di GPA. Analizzando centinaia di genomi disponibili, abbiamo setacciato alla ricerca di BGC che assomigliassero a quelli noti per la produzione di GPA, ma con qualche… anomalia. E l’abbiamo trovata!
Nel genoma di un batterio chiamato Actinokineospora auranticolor DSM 44650, abbiamo identificato un BGC molto promettente. La cosa intrigante era che gli strumenti bioinformatici non riuscivano a predire con certezza quale amminoacido venisse incorporato in una specifica posizione (la posizione 3) dello scheletro peptidico. Di solito, nei GPA di Tipo I (come la vancomicina), questa posizione è occupata da un amminoacido alifatico (più “lineare”), mentre nei Tipi II-IV è occupato da un amminoacido aromatico (con una struttura ad anello). Qui, i segnali erano contrastanti: la posizione 1 sembrava aromatica, ma la 3… un mistero! Questo suggeriva che potessimo trovarci di fronte a qualcosa di completamente nuovo, una struttura che non rientrava perfettamente nelle caselle esistenti.
Incontro con il Produttore: Una Sorpresa Inaspettata
La curiosità era alle stelle! Abbiamo deciso di coltivare A. auranticolor in laboratorio per vedere se davvero producesse questo ipotetico nuovo antibiotico. Abbiamo provato diversi terreni di coltura e usato un ceppo batterico “spia” (Bacillus subtilis HB0950) che, in presenza di antibiotici come i GPA, sviluppa un alone di inibizione della crescita con un caratteristico bordo colorato (grazie a una sostanza chiamata X-Gal).
Bingo! In alcuni terreni, specialmente uno chiamato R5 (già usato per produrre altri GPA), A. auranticolor mostrava una forte attività antibiotica con l’alone colorato che cercavamo. Ma la vera sorpresa è stata un’altra: la quantità di antibiotico prodotta era incredibilmente alta! Parliamo di livelli che potevano superare 1 grammo per litro di coltura in un fermentatore da banco. Per darvi un’idea, molti produttori naturali di GPA arrivano a stento a poche centinaia di milligrammi per litro, e solo ceppi “ingegnerizzati” o selezionati raggiungono livelli simili. A. auranticolor sembrava essere un “superproduttore” naturale!

Questo batterio non solo nascondeva un potenziale nuovo antibiotico, ma lo produceva anche in quantità industriali. Una scoperta nella scoperta!
Svelando le Kineomicine: Identità e Struttura
A questo punto, dovevamo dare un nome e un volto a questo complesso di molecole bioattive. Lo abbiamo chiamato kineomicine (Kmc), in onore del batterio produttore, Actinokineospora.
Utilizzando tecniche avanzate come la cromatografia liquida accoppiata alla spettrometria di massa ad alta risoluzione (LC-MS e MS/MS), abbiamo visto che A. auranticolor non produceva una sola molecola, ma un complesso di almeno 17 composti simili tra loro, con quattro (KmcA, KmcB, KmcC, KmcD) presenti in quantità maggiori. Questo è comune per i GPA, spesso prodotti come miscele di varianti leggermente diverse.
Il nostro obiettivo principale è diventato KmcB, il componente più abbondante. Lo abbiamo purificato e poi sottoposto a un’analisi potentissima: la spettroscopia di Risonanza Magnetica Nucleare (NMR). Pensatela come una specie di “risonanza magnetica” super dettagliata per le molecole, che ci permette di capire come sono fatti gli atomi al loro interno e come sono collegati tra loro.
Una Struttura Unica: Nasce il Tipo IIa
I risultati dell’NMR sono stati elettrizzanti e hanno confermato i nostri sospetti. La struttura di KmcB era davvero unica:
- Aveva uno scheletro di sette amminoacidi, come i GPA classici (dal Tipo I al IV).
- L’amminoacido in posizione 1 (AA1) era aromatico (4-idrossifenilglicina, Hpg), come nei GPA di Tipo II, III e IV.
- Ma l’amminoacido in posizione 3 (AA3) era alifatico (isoleucina, Ile), come nei GPA di Tipo I!
- Presentava specifici legami incrociati tra gli anelli aromatici degli amminoacidi e un atomo di cloro (un’aggiunta comune nei GPA).
- Era “decorato” con quattro molecole di zucchero (mannosio, ristosamina e un disaccaride glucosio-ristosamina) attaccate in punti specifici dello scheletro.
Questa combinazione – AA1 aromatico e AA3 alifatico – non era mai stata vista prima in natura per questa classe di antibiotici! KmcB rappresentava una sorta di anello di congiunzione tra il Tipo I e il Tipo II. Per questo, abbiamo proposto di aggiornare la classificazione esistente, introducendo un nuovo sottotipo:
- Tipo IIa: GPA con AA1 aromatico e AA3 alifatico (come le kineomicine).
- Tipo IIb: GPA con AA1 e AA3 entrambi aromatici (la vecchia definizione di Tipo II).

Abbiamo anche determinato che l’isoleucina in posizione 3 era nella sua forma “L” (L-isoleucina), confermando che il codice genetico “misterioso” che avevamo trovato nel BGC era specifico per questo amminoacido.
Analizzando i dati di massa degli altri componenti principali, abbiamo ipotizzato che KmcA potesse differire da KmcB per avere un altro amminoacido alifatico (valina) in posizione 3, e KmcC per avere uno zucchero diverso (ramnosio) in una delle posizioni di glicosilazione. Questo suggerisce una notevole flessibilità da parte della “fabbrica” molecolare del batterio.
Dietro le Quinte: I Geni della Kineomicina (knm)
Ovviamente, non ci siamo fermati alla molecola. Abbiamo analizzato in dettaglio il cluster genico biosintetico responsabile della produzione di kineomicine, che abbiamo chiamato knm. Questo BGC contiene 41 geni, organizzati in modo complesso in 8 gruppi co-trascritti (operoni) e 6 geni singoli.
Dentro knm abbiamo trovato tutto il necessario:
- Geni per la resistenza (van): Per proteggere il batterio stesso dall’antibiotico che produce (una sorta di scudo).
- Geni regolatori: Che controllano l’accensione e lo spegnimento della produzione.
- Geni per l’assemblaggio dello scheletro (NRPS): Le “macchine” molecolari (Non-Ribosomal Peptide Synthetases) che mettono insieme gli amminoacidi uno dopo l’altro, inclusa quella con il modulo “speciale” per l’isoleucina in posizione 3.
- Geni per gli amminoacidi non comuni: Le istruzioni per produrre gli Hpg, Bht (β-idrossitirosina) e Dpg (3,5-diidrossifenilglicina) necessari.
- Geni per le modifiche (“tailoring”): Enzimi che creano i legami incrociati (ossigenasi), aggiungono il cloro (alogenasi) e attaccano gli zuccheri (glicosiltransferasi).
- Geni per l’esportazione: Per trasportare l’antibiotico finito fuori dalla cellula.
Un aspetto interessante emerso dall’analisi del genoma completo di A. auranticolor è che possiede un repertorio più ampio del normale di geni per la sintesi dei precursori aromatici (in particolare, più geni per l’enzima DAHP sintasi). Questo potrebbe essere uno dei segreti della sua straordinaria capacità produttiva: avere più “mattoni” di base a disposizione per costruire l’antibiotico.
Testando la sua Potenza: Kmc contro i Batteri
Ma quanto è efficace la kineomicina? Abbiamo testato il complesso Kmc (ancora come miscela parzialmente purificata) contro una serie di batteri clinicamente rilevanti, confrontandolo con vancomicina e teicoplanina.
I risultati sono stati molto incoraggianti:
- Kmc ha mostrato lo spettro d’azione tipico dei GPA, colpendo i batteri Gram-positivi ma non i Gram-negativi (come E. coli).
- È risultato particolarmente potente contro gli stafilococchi, inclusi ceppi di Staphylococcus aureus resistenti alla meticillina (MRSA) e altri stafilococchi resistenti isolati da pazienti. In alcuni casi, è sembrato persino più attivo dei farmaci di riferimento.
- Contro gli enterococchi, l’attività era generalmente inferiore, ma comunque comparabile o migliore della vancomicina su alcuni ceppi sensibili. Come previsto, non era attivo sui ceppi con resistenza acquisita alla vancomicina (fenotipi VanA e VanB).
Perché Questa Scoperta è Importante?
La scoperta delle kineomicine è entusiasmante per diversi motivi:
- Nuova Chimica: Rappresenta un nuovo tipo strutturale di GPA (Tipo IIa), ampliando la nostra conoscenza sulla diversità chimica che la natura può generare.
- Potenziale Terapeutico: Mostra un’attività promettente contro batteri resistenti come MRSA, aprendo la strada allo sviluppo futuro di nuovi farmaci derivati.
- Superproduttore Naturale: A. auranticolor è un produttore eccezionale. Questo non solo facilita lo studio delle kineomicine, ma rende questo batterio un candidato interessante come “ospite” per produrre altri GPA (magari più difficili da ottenere) tramite ingegneria genetica.
- Flessibilità Biosintetica: La produzione di un complesso di molecole simili (come KmcA con valina invece di isoleucina) suggerisce che la macchina biosintetica potrebbe essere “manipolata” per creare varianti con proprietà diverse.
Il nostro viaggio nel mondo delle kineomicine è appena iniziato. Ora l’obiettivo è purificare e caratterizzare anche gli altri componenti del complesso, testare la loro attività biologica specifica e capire ancora meglio i segreti della loro produzione.
Questa scoperta ci ricorda ancora una volta quanto sia incredibile la biodiversità microbica e quante soluzioni ai nostri problemi possano nascondersi proprio sotto i nostri piedi, nel suolo. La caccia ai nuovi antibiotici continua, e ogni nuova scoperta come quella delle kineomicine ci dà una speranza in più nella lotta contro la resistenza batterica. Rimanete sintonizzati per futuri aggiornamenti!
Fonte: Springer
