Fotografia subacquea di una struttura ARMS (Autonomous Reef Monitoring Structure) colonizzata da piccoli organismi marini su una barriera corallina messicana. Obiettivo macro 60mm, messa a fuoco selettiva su una piccola stella serpentina (Ophiuroidea) che emerge da una fessura, sfondo con altre placche della struttura e organismi incrostanti (spugne, briozoi), illuminazione subacquea laterale per creare profondità.

Condomini Sottomarini per Star Nascoste: Alla Scoperta degli Echinodermi Criptici tra Messico e Caraibi!

Ciao a tutti, appassionati del mare e dei suoi misteri! Oggi voglio portarvi con me in un’avventura sottomarina un po’ particolare. Quando pensiamo alle barriere coralline, magari ci vengono in mente pesci coloratissimi, coralli maestosi, forse qualche stella marina o riccio di mare ben visibile. Ma c’è tutto un mondo brulicante di vita che sfugge ai nostri occhi, un universo di creature minuscole e maestre del mimetismo: la cosiddetta criptofauna. E tra questi abitanti segreti, gli echinodermi – il gruppo che include stelle marine, ricci, cetrioli di mare e stelle serpentine – giocano un ruolo fondamentale, anche se spesso sottovalutato.

Gli Inquilini Segreti del Reef

Molti echinodermi, specialmente da giovani o le specie di piccole dimensioni, amano nascondersi. Anfratti nelle rocce, spazi tra i coralli, fitte alghe… ogni nascondiglio è buono per sfuggire ai predatori. Questo loro comportamento, detto criptico, è una strategia di sopravvivenza efficace, ma rende tremendamente difficile per noi scienziati contarli, identificarli e capire davvero quanti sono e cosa fanno lì sotto. Immaginate di cercare un ago (vivente e mimetizzato!) in un pagliaio sottomarino. Il risultato? Spesso sottostimiamo la loro abbondanza e il loro ruolo ecologico.

L’Idea Geniale: Gli ARMS

Come fare, allora, a studiare questi abitanti sfuggenti senza distruggere il loro habitat naturale? Qui entrano in gioco gli ARMS, acronimo che sta per Autonomous Reef Monitoring Structures, ovvero Strutture Autonome per il Monitoraggio della Barriera. Pensateli come dei “condomini” artificiali sottomarini: pile di placche sovrapposte che creano un sacco di piccoli spazi e fessure, imitando gli anfratti naturali del reef. Questi “condomini” offrono un ambiente protetto e standardizzato che attira la criptofauna, inclusi i nostri amici echinodermi. Il bello è che, essendo strutture identiche, ci permettono di confrontare la biodiversità tra luoghi e tempi diversi in modo rigoroso. Un’idea sviluppata dalla NOAA (l’Amministrazione Nazionale Oceanica ed Atmosferica degli Stati Uniti) che sta rivoluzionando il modo in cui spiamo la vita nascosta dei reef.

La Nostra Missione tra Golfo e Caraibi

Tra il 2018 e il 2020, armati di questi ARMS, ci siamo tuffati in una missione esplorativa in due reef della Penisola dello Yucatan, in Messico: uno nel Golfo del Messico (il Bajo de Diez, o B10) e uno nel Mar dei Caraibi messicano (vicino a Puerto Morelos, PM). Due zone simili per certi versi, ma sottoposte a condizioni ambientali diverse. Abbiamo calato in acqua ben 50 di queste strutture e le abbiamo lasciate lì per periodi variabili, da 3 a 18 mesi, prima di recuperarle con cautela (usando una rete per non far scappare nessuno!) e portarle in laboratorio.

Fotografia subacquea di una struttura ARMS posizionata sul fondale roccioso di una barriera corallina. Obiettivo grandangolare 20mm, luce naturale subacquea che illumina la struttura composta da placche sovrapposte, messa a fuoco nitida sulla struttura e sul fondale circostante con alghe e piccole spugne, acqua limpida.

Un Tesoro di Biodiversità Nascosta

E cosa abbiamo trovato smontando placca per placca questi “condomini”? Un vero tesoro! Ben 976 piccoli echinodermi appartenenti a 36 specie diverse (più 5 forme giovanili non identificabili a livello di specie). La stragrande maggioranza (il 92,4%!) erano Ophiuroidea, le stelle serpentine, vere regine della vita criptica. Sono piccole, agili e si infilano ovunque!
La scoperta più sorprendente? L’enorme differenza tra i due siti. Il reef B10, nel Golfo del Messico, era un vero hotspot: ospitava circa il 92% di tutti gli individui raccolti! Puerto Morelos, nei Caraibi, ne aveva molti meno. Non solo: nonostante la vicinanza geografica, i due reef condividevano solo il 37% circa delle specie trovate. Era come se stessimo esplorando due mondi diversi, nascosti nello stesso angolo di mare.

Perché Tanta Differenza? Un Giallo Ecologico

Ma come si spiega questa disparità? B10 e PM sono entrambi reef poco profondi, ma hanno caratteristiche diverse. B10 è più esposto, con un substrato misto di roccia, sabbia, alghe calcaree, coralli molli e qualche corallo duro poco sviluppato. È anche soggetto a maggior pressione di pesca e all’influenza delle tempeste stagionali e della risospensione dei sedimenti. PM, invece, si trova in una laguna protetta, con più coralli costruttori (come Acropora e Orbicella) e praterie di fanerogame.
La nostra ipotesi? Forse B10, con la sua eterogeneità di organismi bentonici (spugne, briozoi, alghe), offre una maggiore varietà di cibo (detrito, microrganismi) per gli echinodermi detritivori e filtratori, che sono la maggioranza tra quelli trovati negli ARMS. Allo stesso tempo, la minor copertura di coralli duri potrebbe significare meno rifugi naturali. In questo scenario, gli ARMS diventerebbero dei “residence” di lusso super ambiti, specialmente per i piccoli e i giovani che possono trovare cibo e riparo senza doversi esporre ai predatori (pesci, polpi, crostacei) che comunque popolano questi reef. La risospensione dei sedimenti a B10, se da un lato può essere stressante, dall’altro porta nutrienti e materia organica di cui cibarsi.
A PM, con più rifugi naturali offerti dai coralli e forse meno cibo “facile” in sospensione, gli ARMS potrebbero essere meno attrattivi, spingendo gli echinodermi a cercare cibo altrove. È affascinante pensare a come la struttura stessa del reef influenzi queste comunità nascoste!

Fotografia macro di diverse piccole stelle serpentine (Ophiuroidea) dai colori variabili (marrone, beige, striato) tra le fessure di una piastra ARMS recuperata. Obiettivo macro 100mm, illuminazione da laboratorio laterale per evidenziare le texture, altissimo dettaglio delle braccia spinose e dei dischi centrali, sfondo scuro e sfocato.

Un Crollo Misterioso e Indizi Ambientali

Analizzando i dati nel tempo, non abbiamo trovato un chiaro schema di successione ecologica, cioè specie “pioniere” che arrivano prima e specie “tardive” che arrivano dopo. La composizione cambiava, ma in modo piuttosto imprevedibile, forse perché questi animaletti sono opportunisti e si spostano spesso tra gli ARMS e i rifugi naturali vicini.
Tuttavia, un dato ci ha colpito: ottobre 2019. In quel periodo, abbiamo registrato un crollo nel numero di echinodermi reclutati in entrambi i reef. A B10, la ricchezza è diminuita di oltre il 50% rispetto ad altri periodi. A PM, addirittura, non abbiamo trovato nemmeno un echinoderma negli ARMS recuperati in quel mese! Cosa poteva essere successo?
Per PM, un forte sospettato è l’invasione massiccia di alghe pelagiche Sargassum spp. che ha colpito i Caraibi messicani proprio nel 2019. Migliaia di tonnellate di alghe si sono spiaggiate e decomposte, peggiorando drasticamente la qualità dell’acqua (meno ossigeno, più ammonio e solfuri, acqua torbida). Condizioni terribili che possono aver ucciso larve e giovani echinodermi o inibito la riproduzione degli adulti.
Ma B10 non è stato interessato dal Sargassum. Allora perché il crollo anche lì? Un’altra ipotesi riguarda gli effetti della fase positiva dell’ENSO (El Niño Southern Oscillation) che ha prevalso tra fine 2018 e metà 2019, portando più piogge e tempeste nel Golfo del Messico e nei Caraibi. Questo potrebbe aver causato abbassamenti di salinità e maggiore risospensione di sedimenti, stressando gli echinodermi, che sono generalmente poco tolleranti a variazioni di salinità (stenohalini).
Questo “giallo” ci dimostra come eventi ambientali su larga scala possano avere impatti profondi anche su queste comunità criptiche, impatti che potremmo non notare con i metodi di monitoraggio tradizionali focalizzati su organismi più grandi e visibili.

Perché gli ARMS Sono Preziosi Detective

Questa ricerca conferma che gli ARMS sono strumenti potentissimi. Ci permettono non solo di scoprire specie che sfuggono ai censimenti visivi o alla raccolta manuale (nel nostro studio, abbiamo aggiunto ben 14 specie all’inventario conosciuto per B10!), ma anche di ottenere dati quantitativi sull’abbondanza di queste creature nascoste. Capire le dinamiche di queste popolazioni criptiche è fondamentale per avere un quadro completo della salute e del funzionamento della barriera corallina. Pensateci: sono parte della rete alimentare, riciclano nutrienti, modificano il substrato… ignorarli significa perdere un pezzo importante del puzzle ecologico.

Fotografia subacquea che mostra una vasta chiazza di alghe Sargassum marroni galleggianti sulla superficie dell'acqua sopra una barriera corallina poco profonda nel Mar dei Caraibi. Obiettivo grandangolare 18mm puntato verso l'alto dalla prospettiva subacquea, luce solare filtrata dalle alghe, alcuni raggi di sole penetrano nell'acqua blu sottostante, visibilità moderata.

Guardando al Futuro della Ricerca Criptica

Certo, gli ARMS non sono la soluzione a tutto. Richiedono un investimento iniziale e un lavoro meticoloso in laboratorio. Inoltre, come abbiamo visto, l’efficienza nel reclutare diversi gruppi può variare. Ma in un’epoca di cambiamenti climatici e crescenti pressioni antropiche sui reef, avere metodi di monitoraggio standardizzati, a basso impatto e capaci di svelare la biodiversità nascosta è cruciale.
Il futuro? Probabilmente integrare gli ARMS con altre tecnologie, come il metabarcoding (l’analisi del DNA ambientale per identificare le specie presenti), sensori per monitorare i parametri ambientali locali in continuo, e magari combinarli con i metodi tradizionali. Solo così potremo continuare a svelare i segreti custoditi negli anfratti dei reef e capire come proteggere al meglio questi ecosistemi incredibilmente ricchi e fragili. La nostra avventura nel mondo criptico è appena iniziata!

Fonte: Springer

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