Incontro Ravvicinato con il Fossile Vivente: Celacanto Avvistato per la Prima Volta nelle Molucche del Nord!
Ragazzi, preparatevi a sentire una storia che ha dell’incredibile, un racconto che ci porta nelle profondità misteriose degli oceani indonesiani, faccia a faccia con una creatura leggendaria: il celacanto! Parliamo di un vero e proprio “fossile vivente”, un pesce che si pensava estinto insieme ai dinosauri fino alla sua riscoperta nel secolo scorso. Ebbene, abbiamo appena aggiunto un nuovo, emozionante capitolo alla sua storia.
Un Tuffo nell’Ignoto
Immaginatevi la scena: siamo nelle acque cristalline ma profonde della provincia delle Molucche del Nord, in Indonesia. Un’area di una bellezza mozzafiato, ma anche un luogo dove le profondità marine celano ancora molti segreti. È qui che, armati di rebreather a circuito chiuso e miscele trimix (roba da subacquei tecnici, per intenderci!), ci siamo avventurati oltre i 150 metri di profondità. Non era una passeggiata: immersioni complesse, che richiedono preparazione, tecnologia e un pizzico di follia.
Il nostro obiettivo? Esplorare sospetti habitat del celacanto. Sapevamo dalla letteratura scientifica cosa cercare: pendii ripidi, temperature sotto i 21°C, anfratti, grotte. Durante una prima immersione, scendendo lungo un ripido versante vulcanico fino a 125 metri, abbiamo notato una topografia ancora più complessa sotto di noi. Bingo! Quello sembrava proprio il posto giusto. Le condizioni erano perfette, quasi da manuale.
L’Incontro Inaspettato
Due giorni dopo, ci siamo rituffati. Abbiamo raggiunto i 152 metri. L’acqua era fresca, tra i 19 e i 20°C, un bel contrasto con i 29-30°C della superficie. La visibilità era ottima, oltre 30 metri, con poca corrente e torbidità. Il fondale era un labirinto di rocce vulcaniche, pareti quasi verticali, crepacci enormi (abbastanza grandi da ospitare pesci di taglia considerevole), e strapiombi. Un vero paradiso bentonico, ricoperto da un tappeto di spugne, coralli molli e antipatari. La vita ittica a quella profondità sembrava scarsa, ma l’ambiente era vibrante.
Dopo qualche minuto a quella quota estrema, abbiamo iniziato la lenta risalita, pianificando di documentare l’ecosistema mesofotico lungo il percorso, prima della lunghissima decompressione. Ed è stato allora, a -144 metri, intorno alle 9 del mattino, che è successo. Lì, sospeso con grazia sopra una grande roccia coperta di vita bentonica, c’era lui: un magnifico esemplare di Latimeria menadoensis, il celacanto di Sulawesi!
Lungo circa 1,1 metri, se ne stava tranquillamente all’aperto, non nascosto in una grotta come spesso si pensava facessero di giorno. Questo dettaglio conferma osservazioni precedenti fatte in Indonesia con ROV: i celacanti non sempre si rintanano. Aveva la prima pinna dorsale completamente eretta, forse un segno di attività o una reazione difensiva alla nostra presenza, chissà. Muoveva lentamente la seconda pinna dorsale, quella anale e le pettorali per mantenere la posizione e spostarsi dolcemente. Anche le pinne pelviche venivano usate, ma meno. Ha nuotato con calma attorno alla roccia, senza movimenti bruschi. Siamo riusciti a scattare alcune foto ad alta risoluzione prima di dover iniziare la risalita, combattendo anche con le forti correnti superficiali. Che emozione!
Non Solo un Avvistamento Casuale
Ma non è finita qui! La mattina dopo, siamo tornati nello stesso punto. E indovinate un po’? Verso le 9:45, a -140 metri, eccolo di nuovo! Era lui, lo stesso individuo, a pochi metri dalla roccia del giorno prima. Come lo sappiamo? Grazie alle foto e al pattern unico di macchie bianche che ogni celacanto possiede, una sorta di impronta digitale. Anche stavolta, la pinna dorsale era eretta. Questo secondo incontro è durato circa otto minuti, un tempo prezioso prima di dover risalire. Un terzo tuffo il giorno seguente non ha dato frutti, ma ormai avevamo la prova.
Questo avvistamento è rivoluzionario per diversi motivi:
- È la prima volta in assoluto che un celacanto vivo viene osservato e fotografato da subacquei in Indonesia. Finora, solo sommergibili e ROV avevano avuto questo privilegio.
- È la prima segnalazione di un celacanto nelle Molucche, un arcipelago situato strategicamente tra Sulawesi e la Nuova Guinea Occidentale, dove la specie era già stata documentata.
- Conferma l’esistenza di habitat idonei per il celacanto anche in questa regione, suggerendo una distribuzione potenzialmente più ampia di quanto pensassimo.
Un Tesoro da Proteggere
Il celacanto di Sulawesi (Latimeria menadoensis) è stato scoperto ufficialmente solo nel 1997, da un esemplare trovato in un mercato del pesce a Manado, Sulawesi. È distinto dal suo cugino africano, Latimeria chalumnae. Da allora, le ricerche si sono concentrate principalmente su Sulawesi e Papua (Nuova Guinea Occidentale). Il nostro ritrovamento nelle Molucche apre scenari completamente nuovi.
Certo, è presto per parlare di una nuova popolazione stabile nelle Molucche. Potrebbe essere un individuo isolato, ma è improbabile data la vastità dell’area e la presenza di habitat perfetti. Questa scoperta non è solo una buona notizia per la conservazione di questo vertebrato così vulnerabile, ma sottolinea anche l’incredibile biodiversità delle acque indonesiane orientali e l’urgenza di proteggere questi ecosistemi profondi dalle attività umane.
Pensateci: i celacanti sono animali longevi, con un metabolismo lento, maturità sessuale tardiva e lunghi periodi di gestazione. Sono estremamente sensibili a qualsiasi disturbo. Nuove minacce, come il turismo subacqueo non regolamentato focalizzato su di loro, potrebbero essere dietro l’angolo. Per questo motivo, abbiamo deciso di non rivelare la località esatta dell’avvistamento, almeno finché non saranno condotti ulteriori studi e messe in atto misure di protezione adeguate.
Il Futuro della Ricerca e della Conservazione
Questa esperienza dimostra anche il potenziale delle immersioni tecniche per la ricerca non invasiva sui celacanti. In futuro, potremmo riuscire a raccogliere campioni di DNA ambientale (eDNA) o persino piccoli campioni di tessuto senza catturare o danneggiare questi animali magnifici. Questo ci darebbe informazioni cruciali sulla genetica, la distribuzione e la struttura delle popolazioni in Indonesia.
Valutare il numero di individui presenti nelle Molucche del Nord e i loro spostamenti sarà fondamentale per capire lo stato di questa potenziale nuova popolazione e per proporre misure di conservazione efficaci e coraggiose.
Speriamo davvero che questa scoperta spinga le autorità locali e nazionali a intensificare gli sforzi di conservazione in questa regione vibrante e biodiversa, ora confermata come casa di una delle specie marine più elusive ed emblematiche del pianeta. L’oceano profondo ha ancora tanto da raccontarci, e incontri come questo ci ricordano quanto sia prezioso e fragile questo mondo nascosto.
Fonte: Springer