Immagine fotorealistica del fiore della nuova specie Blakea graciliflora nel suo habitat naturale della foresta nebulosa andina. Obiettivo macro, 90mm, vista dettagliata della struttura del fiore inclusi petali bianco-rosati, stami color crema ad anello e bratteole, con foglie obovate caratteristiche visibili. Alta definizione, messa a fuoco precisa, luce naturale soffusa filtrata dalla chioma degli alberi.

Blakea graciliflora: Un Nuovo Fiore Sboccia (e Rischia Già) nella Foresta Colombiana!

Ragazzi, che emozione indescrivibile! Ogni volta che noi ricercatori ci imbattiamo in qualcosa di nuovo, in una forma di vita che nessuno aveva mai descritto prima, è come aprire una finestra su un mondo segreto. E oggi voglio raccontarvi proprio di una di queste scoperte mozzafiato, direttamente dalle lussureggianti e misteriose foreste della Colombia: abbiamo dato il benvenuto a una nuova specie di pianta del genere Blakea, che abbiamo battezzato Blakea graciliflora.

Immaginatevi le pendici occidentali della Cordigliera Orientale colombiana. Un tripudio di verde, umidità, nuvole basse che avvolgono alberi carichi di epifite… un vero paradiso di biodiversità. È proprio qui, in questo scrigno di vita, che abbiamo incontrato la nostra nuova protagonista. Il genere Blakea, appartenente alla famiglia delle Melastomataceae (lo so, nomi un po’ ostici, ma affascinanti!), conta circa 200 specie sparse tra Messico, Indie Occidentali, Bolivia e Brasile. Sono piante legnose che amano le foreste umide tropicali, specialmente quelle nebulose, e la Colombia è il loro vero cuore pulsante, con ben 87 specie descritte, di cui oltre la metà si trovano solo lì!

Ma cosa rende unica questa Blakea graciliflora?

Beh, guardiamola più da vicino. Si presenta come un arbusto o un piccolo albero, alto dai 5 agli 8 metri quando cresce a terra, ma a volte è anche un’emiepifita, cioè inizia la sua vita su un altro albero per poi mettere radici nel terreno. Le sue foglie sono la prima cosa che colpisce: opposte, a forma più o meno obovata (immaginate un uovo rovesciato, più largo verso l’apice) con una punta acuminata. La pagina superiore è liscia, ma se le girate… sorpresa! La pagina inferiore è fittamente ricoperta da una sorta di “ragnatela” di peli minuscoli e squamosi, chiamati tricomi lepidoti. Una caratteristica davvero particolare.

E i fiori? Ah, i fiori sono la ragione del suo nome, “graciliflora”, che significa “fiore gracile”. Sono delicati, portati su peduncoli sottili. Ogni fiore è protetto da due coppie di bratteole (piccole foglioline modificate alla base del fiore): quelle esterne sono fuse alla base, mentre quelle interne sono libere. Entrambe sono uguali o più corte dei lobi del calice. I petali sono bianco-rosati, e gli stami (le parti maschili del fiore) sono 12, tutti uguali (isomorfi), e formano un anello completo attorno allo stilo (la parte femminile). Un altro dettaglio distintivo è il connettivo dell’antera (la parte che collega il filamento all’antera vera e propria), che si prolunga alla base in uno sperone triangolare. Sono questi piccoli dettagli, messi insieme, che ci hanno fatto capire di avere davanti una specie nuova di zecca!

Fotografia macro di un fiore di Blakea graciliflora, obiettivo macro 100mm, che mostra i petali bianchi con punte rosa, l'anello di stami color crema e le piccole bratteole alla base. Alta definizione, messa a fuoco precisa, illuminazione controllata, su sfondo sfocato di fogliame della foresta nebulosa andina.

Distinguersi nella folla: le differenze con le parenti strette

Ora, potreste pensare: “Ma non assomiglia ad altre Blakea?”. Certo! La natura ama le variazioni sul tema. La nostra graciliflora è morfologicamente simile a Blakea brachyura, un’altra specie nota. Ma ci sono differenze chiave:

  • Le nervature trasversali sulle foglie di B. graciliflora sono più distanziate (0.9–2.5 mm contro 0.3–0.5 mm).
  • I peduncoli dei fiori sono più corti (6.5–12 mm contro 20–25 mm).
  • L’ipanzio (la base del fiore) è più piccolo (3.3–3.4 mm contro 6 mm).
  • Le antere hanno una forma diversa (largamente oblunghe con sperone triangolare contro strettamente oblunghe con sperone subulato, cioè appuntito).

È simile anche ad altre specie come B. parvifolia (del Panamá) e B. rostrata (del Perù), ma si distingue per la forma e fusione delle bratteole, la lunghezza dei peduncoli, la forma delle foglie e altri dettagli floreali che solo un occhio esperto (e un po’ pignolo, lo ammetto!) riesce a cogliere dopo attente analisi al microscopio e confronti con gli esemplari d’erbario.

Un’esistenza delicata: preoccupazioni per la conservazione

Qui arriva la nota un po’ dolente, quella che ci ricorda quanto sia fragile la bellezza che scopriamo. La Blakea graciliflora è stata trovata solo in una zona relativamente piccola, tra i dipartimenti di Boyacá, Cundinamarca e Santander, ad altitudini comprese tra 1.600 e 1.900 metri. Purtroppo, quest’area è soggetta a una forte pressione antropica. Abbiamo calcolato la sua “Area di Occupazione” (AOO), che è di soli 24 km², e il suo “Extent of Occurrence” (EOO), di 1.721 km². Sono numeri piccoli, che ci preoccupano.

Le popolazioni che abbiamo trovato vivono in frammenti di foresta, spesso circondati da pascoli o coltivazioni, e in alcune aree c’è persino l’impatto di attività industriali legate al petrolio. La frammentazione dell’habitat e il suo degrado sono minacce serie. Per questo motivo, abbiamo proposto una valutazione preliminare dello stato di conservazione secondo i criteri della Lista Rossa IUCN: Endangered (EN), cioè In Pericolo. È un grido d’allarme: questa specie, appena scoperta, rischia già di scomparire se non agiamo per proteggere il suo ambiente.

Foto paesaggistica grandangolare, obiettivo 15mm, che mostra un paesaggio frammentato della foresta nebulosa andina nella Cordigliera Orientale della Colombia. Si vedono macchie di foresta intervallate da pascoli e segni di attività umana. Messa a fuoco nitida, luce drammatica che trasmette bellezza e vulnerabilità.

Perché questa scoperta è importante?

Ogni nuova specie è un tassello in più nel mosaico della vita, una testimonianza della incredibile biodiversità del nostro pianeta. La scoperta di Blakea graciliflora non è solo l’aggiunta di un nome a una lista; è un promemoria potente di quanto ancora poco conosciamo delle foreste andine, veri e propri hotspot di biodiversità, e di quanto sia urgente esplorarle e proteggerle. Ci ricorda che là fuori, nascosti tra le foglie e le nuvole, ci sono ancora tesori naturali che aspettano di essere scoperti, ma che potrebbero svanire prima ancora che possiamo conoscerli.

Insomma, Blakea graciliflora è un piccolo, gracile gioiello della natura colombiana. Una scoperta che ci riempie di gioia e, allo stesso tempo, di responsabilità. Speriamo che questa nuova conoscenza possa contribuire a rafforzare gli sforzi di conservazione in questa regione così preziosa e minacciata. Continuiamo a esplorare, a studiare e, soprattutto, a proteggere!

Fonte: Springer

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *