Immagine fotorealistica di un gesso correttivo applicato sul tronco di un bambino piccolo per il trattamento della scoliosi idiopatica ad esordio precoce, dettaglio macro del materiale del gesso e della sua forma avvolgente, illuminazione da studio controllata per enfatizzare la texture, focus sull'aspetto terapeutico e protettivo del gesso.

Scoliosi Infantile: “Guariti” con i Gessi? Occhio alle Ricadute!

Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di un argomento che mi sta particolarmente a cuore e che riguarda tanti piccoli pazienti e le loro famiglie: la scoliosi idiopatica ad esordio precoce (EOIS). Sapete, quella forma di scoliosi che colpisce i bimbi sotto i 10 anni. È una condizione che può avere conseguenze serie, come problemi nello sviluppo cardiopolmonare e crescita anomala del tronco.

Per anni, l’approccio principale è stato chirurgico, ma la fusione spinale nei più piccoli porta con sé rischi non indifferenti, primo tra tutti la sindrome da insufficienza toracica. Fortunatamente, la medicina fa passi da gigante e sono state sviluppate tecniche chirurgiche più moderne che cercano di preservare la crescita. Tuttavia, anche queste non sono esenti da complicazioni, anzi! Studi mostrano tassi di complicanze piuttosto alti, specialmente se si interviene molto presto. Sembra quasi esserci una “legge dei rendimenti decrescenti”: più si allunga il trattamento chirurgico, meno efficace diventa nel tempo. Insomma, se si può ritardare l’intervento, meglio è.

Ma allora, cosa fare con questi bimbi? Esiste un’alternativa?

Assolutamente sì! Ed è qui che entra in gioco una tecnica meno invasiva ma molto efficace: il trattamento con gessi correttivi seriali (serial casting). È una metodica descritta da tempo, che permette di limitare la progressione della curva scoliotica salvaguardando la crescita della colonna vertebrale. L’obiettivo? Ritardare il più possibile, o addirittura evitare del tutto, la necessità di un intervento chirurgico.

Pensate, in alcuni casi, i gessi possono portare a una vera e propria “guarigione”, definita come una riduzione della curva sotto i 15 gradi. Fantastico, no? Sembrerebbe la soluzione perfetta. Ma… c’è un “ma”. Mi sono imbattuto in uno studio recente che ha acceso un campanello d’allarme importante. La domanda che si sono posti i ricercatori è stata: questi bambini considerati “guariti” dopo i gessi, mantengono davvero la correzione nel tempo o rischiano che la scoliosi torni a peggiorare?

Lo Studio: Cosa Succede Dopo la “Guarigione”?

I ricercatori hanno analizzato i dati di 40 bambini con EOIS trattati con gessi seriali, che avevano raggiunto una curva inferiore ai 15° e che erano stati seguiti per almeno 2 anni dopo la fine del trattamento. L’età media all’inizio del trattamento con i gessi era bassissima, circa 1.3 anni. In media, questi piccoli hanno portato 5-6 gessi per poco più di un anno per raggiungere la “guarigione”.

E qui arriva la parte interessante, o forse dovrei dire preoccupante. Hanno definito come “fallimento” del trattamento un nuovo peggioramento della curva di oltre 6° (portandola quindi di nuovo sopra i 15°), oppure la necessità di riprendere un trattamento con gesso/busto o, nei casi peggiori, di sottoporsi a chirurgia.

Radiografia della colonna vertebrale di un bambino piccolo che mostra una curva scoliotica lieve dopo il trattamento con gessi, immagine medica ad alta definizione, stile documentaristico, obiettivo 50mm.

I Risultati: Una Doccia Fredda?

Beh, i risultati parlano chiaro. Su 40 bambini inizialmente “guariti”, ben 10 (il 25%) hanno avuto una recidiva secondo i criteri dello studio. Il tempo medio trascorso dalla “guarigione” all’ultimo controllo per l’intero gruppo era di 4.3 anni.

Ma cosa è successo a questi 10 bambini “falliti”?

  • 3 di loro (7.5% del totale) hanno dovuto rimettere il busto dopo aver completato il ciclo iniziale.
  • 2 (5.0% del totale) hanno avuto bisogno di un intervento chirurgico con strumentazione “growth-friendly” (che accompagna la crescita).
  • I restanti 5 (12.5% del totale) hanno mostrato un peggioramento radiografico significativo, ma (almeno fino all’ultimo controllo disponibile) non avevano ancora richiesto ulteriori trattamenti.

Nei bambini con recidiva, la curva media all’ultimo controllo era di 27.4°, con un peggioramento medio di ben 15.6° rispetto al momento della “guarigione”. E sapete qual è stato il tempo mediano per arrivare a questa recidiva? Solo 2.4 anni dopo essere stati dichiarati “guariti”.

Utilizzando un’analisi statistica specifica (Kaplan-Meier), lo studio ha stimato che, a 5.1 anni dalla fine del trattamento con gessi, la probabilità di mantenere il successo terapeutico (cioè di non avere recidive) scende al 64.2%. Questo significa che, a distanza di circa 5 anni, più di un terzo dei bambini “guariti” potrebbe aver già sperimentato un peggioramento.

Ci Sono Fattori di Rischio Prevedibili?

Questa è stata la domanda successiva: si può prevedere chi rischia di più una recidiva? I ricercatori hanno analizzato diversi fattori: sesso, età all’inizio del trattamento, numero di gessi, gravità della curva iniziale, durata del trattamento con i gessi, durata del successivo trattamento con busto (la maggior parte dei bambini, 37 su 40, ha indossato un busto dopo i gessi).

Sorprendentemente, nessuno di questi fattori è emerso come significativamente diverso tra il gruppo che ha mantenuto la correzione e quello che ha avuto una recidiva. Ad esempio, l’età media di inizio dei gessi era simile (1.2 anni per i “guariti” vs 1.5 per i “falliti”), così come la gravità iniziale della curva (32.4° vs 38.8°). Anche la durata del busto post-gesso non ha mostrato differenze statisticamente rilevanti (mediana di 1.4 anni per i “guariti” vs 1 anno per i “falliti”).

Medico specialista in ortopedia pediatrica che misura l'angolo della curva scoliotica su una radiografia spinale, utilizzando un goniometro, ambiente di studio medico, illuminazione precisa, obiettivo macro 100mm per dettaglio.

Cosa Ci Dice Questo Studio (e Confronto con Altri)?

Questo studio si inserisce in un filone di ricerca più recente che sembra ridimensionare un po’ l’ottimismo di alcuni studi passati. La famosa ricercatrice Mehta, ad esempio, aveva riportato tassi di successo molto alti e duraturi nel tempo per bambini trattati precocemente. Nel suo studio, solo 2 bambini su 94 (2.1%) avevano avuto recidive dopo molti anni.

Tuttavia, studi più recenti, come quelli di Fedorak et al. e Regan et al., mostrano risultati più simili a quelli che vi ho appena descritto. Fedorak ha trovato recidive nel 7.9% dei pazienti dopo almeno 5 anni dall’inizio dei gessi, prevedendo un aumento con il raggiungimento della maturità scheletrica. Regan ha notato che il 23.1% dei suoi pazienti “guariti” ha avuto un peggioramento significativo all’inizio della pubertà, spesso legato a una scarsa aderenza al protocollo del busto.

Il messaggio chiave che emerge è che, sebbene i gessi seriali possano effettivamente “curare” la scoliosi in molti bambini con EOIS, questa “guarigione” potrebbe non essere definitiva per tutti. Il rischio di recidiva è reale, si manifesta spesso entro pochi anni dalla fine del trattamento e probabilmente aumenta con la crescita, specialmente durante la pubertà.

Il Messaggio da Portare a Casa

Quindi, cosa significa tutto questo per i genitori e per noi che seguiamo questi piccoli pazienti? Significa che dobbiamo essere consapevoli che, anche dopo aver ottenuto un risultato eccellente con i gessi (curva < 15°), la battaglia potrebbe non essere finita.

È fondamentale continuare a monitorare attentamente questi bambini, con controlli regolari e radiografie, anche dopo la fine del trattamento con gessi ed eventuale busto. Bisogna tenere le antenne dritte, perché una recidiva può verificarsi e potrebbe richiedere nuovi trattamenti (busto o, nei casi più sfortunati, chirurgia).

I genitori devono essere informati di questa possibilità fin dall’inizio. La “guarigione” con i gessi è un traguardo importantissimo, ma non deve far abbassare la guardia. Lo studio sottolinea proprio questo: il follow-up a lungo termine, idealmente fino alla maturità scheletrica, è cruciale per intercettare precocemente eventuali peggioramenti.

Certo, lo studio ha i suoi limiti (campione piccolo, disegno retrospettivo, variabilità tra centri), ma offre uno sguardo realistico sull’efficacia a medio termine dei gessi seriali. È uno strumento prezioso, ma non una bacchetta magica che garantisce un successo definitivo al 100%.

La strada per gestire la scoliosi infantile è complessa, ma la conoscenza è la nostra arma migliore. Sapere che esiste un rischio di recidiva ci permette di essere più preparati e vigili, garantendo ai nostri piccoli pazienti le migliori cure possibili nel lungo periodo.

Genitore che abbraccia con affetto il proprio bambino che indossa un busto ortopedico per la scoliosi, scena domestica calda e intima, luce naturale dalla finestra, obiettivo 35mm, stile ritratto emotivo.

Fonte: Springer

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *