Immagine concettuale che rappresenta un'infermiera cinese pensierosa di fronte a un grafico che mostra dati sulla produttività, con lo sfondo di un ospedale moderno. Prime lens, 35mm, film noir per un tocco di serietà e introspezione, profondità di campo.

Infermieri Eroi Silenziosi: Quando Lavorare Malati Diventa la Norma (e Come Misurarlo in Cina!)

Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di un argomento che mi sta particolarmente a cuore e che, ne sono certo, toccherà le corde di molti: il “presentismo” tra gli infermieri. No, non è un errore di battitura, parlo proprio di quella situazione, fin troppo comune, in cui i nostri angeli custodi delle corsie vanno al lavoro anche quando la salute fa i capricci. E credetemi, non è un fenomeno da sottovalutare, specialmente quando pensiamo all’impatto che può avere sulla qualità delle cure e sulla produttività.

Recentemente mi sono imbattuto in uno studio davvero interessante, pubblicato su BMC Nursing, che affronta la questione da una prospettiva internazionale, focalizzandosi sulla Cina. Il titolo originale è “Cross-cultural adaptation and psychometric evaluation of the Chinese version of the sickness presenteeism scale- nurse (C-SPS-N): a cross-sectional study”. Un po’ un boccone, lo so, ma la sostanza è succosa!

Ma cos’è esattamente il presentismo e perché è un problema tra gli infermieri?

Immaginate la scena: un’infermiera o un infermiere con febbre, mal di testa, o quel senso di spossatezza che ti fa desiderare solo il letto. Eppure, eccoli lì, al loro posto di lavoro. Questo è il presentismo: andare al lavoro nonostante si sia malati e si pensi che si dovrebbe prendere un congedo per malattia. Vi sorprenderà sapere che tra gli infermieri questo fenomeno è da tre a quattro volte più frequente rispetto ad altre professioni! Le cause? Turni massacranti, carichi di lavoro pesanti, insicurezza lavorativa, condizioni di lavoro non sempre ideali e stress a palate.

Le conseguenze sono un bel pasticcio:

  • Impatto negativo sulla salute fisica e mentale dei pazienti.
  • Diminuzione della qualità dell’assistenza infermieristica, con possibili ripercussioni sul trattamento e recupero dei pazienti.
  • Effetti negativi sulla performance lavorativa degli infermieri, sulla loro motivazione, soddisfazione e impegno.
  • Calo della produttività organizzativa, che si traduce in perdite economiche significative. Pensate che in una provincia cinese, le perdite annuali dovute al presentismo sono stimate in miliardi di yuan! E studi americani parlano di perdite per infermiere che vanno da circa 1.300 a 9.000 dollari all’anno. Mica spiccioli!

Capite bene, quindi, quanto sia cruciale avere strumenti adatti per valutare questo comportamento e cercare di mitigarne gli effetti negativi.

La sfida: misurare il presentismo e la perdita di produttività

Esistono già diversi strumenti per valutare il presentismo, come la Stanford Presenteeism Scale o l’Endicott Work Productivity Scale, ma spesso sono generici, non specifici per il settore infermieristico o non riescono a cogliere appieno la “trasformazione e misurazione della perdita di produttività”. Quest’ultimo è un concetto chiave: si tratta di convertire esperienze soggettive come stanchezza o calo di efficienza in indicatori quantificabili, come aumento delle ore di lavoro, riduzione della qualità dei compiti svolti, o un tasso più alto di errori medici.

Ci sono anche questionari specifici per infermieri, come il Nurses Work Functioning Questionnaire (NWFQ) o il Nurse Presenteeism Questionnaire (NPQ). Tuttavia, il primo si concentra sui disturbi mentali comuni e il secondo valuta se gli infermieri lavorano con vari problemi di salute, ma nessuno dei due misura efficacemente l’impatto del presentismo sulla produttività e sul rendimento lavorativo degli infermieri.

Il lavoro degli infermieri è altamente specializzato, richiede cura diretta del paziente, gestione della sicurezza sanitaria e un intenso “lavoro emotivo”. Gli strumenti esistenti faticavano a cogliere queste sfumature.

Un'infermiera dall'aspetto stanco ma professionale che assiste un paziente in una corsia d'ospedale, luce soffusa tipica di un turno di notte. Prime lens, 35mm, duotone blu e grigio, profondità di campo per mettere a fuoco l'infermiera.

Una nuova speranza: la Sickness Presenteeism Scale-Nurse (SPS-N)

Ed è qui che entra in gioco la Sickness Presenteeism Scale for Nurses (SPS-N), sviluppata nel 2023 dallo studioso turco Veysel Karani Barış. Questa scala è nata da una revisione sistematica della letteratura e dall’uso del metodo Delphi (un modo super figo per raccogliere opinioni da esperti). È stata pensata specificamente per gli infermieri, consultandoli sulle loro condizioni di lavoro e percezioni del presentismo. Il risultato? Uno strumento multidimensionale che copre:

  • Performance generale
  • Sicurezza del paziente
  • Relazioni all’interno del team
  • Emozioni

La SPS-N originale ha dimostrato grande affidabilità e validità. E così, un team di ricercatori cinesi ha pensato: “Perché non portarla da noi?”.

La “missione Cina”: adattare e validare la C-SPS-N

L’obiettivo dello studio che vi racconto era proprio questo: tradurre la SPS-N in cinese (creando la C-SPS-N) e valutarne le proprietà psicometriche tra gli infermieri clinici cinesi. Un lavoro meticoloso, che ha seguito il modello di traduzione di Brislin: traduzione, retro-traduzione da parte di madrelingua inglesi che non conoscevano la scala originale, confronto e adattamento culturale. Immaginatevelo come un gioco di “telefono senza fili” scientifico, ma con l’obiettivo di massima precisione!

Per la validazione, hanno coinvolto 503 infermieri clinici di ospedali universitari nella provincia di Liaoning. Un campione bello robusto! Hanno raccolto dati demografici e, ovviamente, le risposte alla C-SPS-N, composta da 21 item valutati su scala Likert a 5 punti (da “fortemente in disaccordo” a “fortemente d’accordo”). Più alto il punteggio, maggiore il presentismo.

I risultati: la C-SPS-N supera il test a pieni voti!

Ebbene, i risultati sono stati entusiasmanti! La C-SPS-N ha dimostrato eccellenti proprietà psicometriche. Vi do qualche numero, ma cercherò di non annoiarvi:

  • L’affidabilità interna (misurata con il Cronbach’s α) è stata di 0.924, un valore altissimo che indica grande coerenza tra gli item.
  • La validità di contenuto (I-CVI), valutata da esperti, ha mostrato valori tra 0.830 e 1.000 per i singoli item, tutti ottimi.
  • L’affidabilità split-half è stata di 0.750 e quella test-retest (ripetendo il test dopo due settimane) di 0.895, confermando la stabilità dello strumento.

L’analisi fattoriale esplorativa (EFA) ha identificato un modello a quattro fattori (gli stessi dell’originale: performance generale, sicurezza del paziente, relazioni nel team ed emozioni) che spiegava ben il 78.354% della varianza totale. Un risultato notevole, superiore a quello della scala originale, forse grazie agli adattamenti linguistici che hanno reso gli item più chiari nel contesto cinese.

Successivamente, l’analisi fattoriale confermativa (CFA) ha confermato la bontà del modello, con indici di adattamento che rientravano tutti nei range accettabili. Anche la validità convergente (gli item che misurano lo stesso costrutto sono raggruppati bene) e discriminante (gli item che misurano costrutti diversi sono ben distinti) sono state ampiamente supportate.

L’importanza del contesto culturale cinese

Un aspetto che ho trovato particolarmente affascinante è come lo studio sottolinei l’influenza dei valori collettivistici cinesi. In una cultura collettivista, gli interessi del gruppo prevalgono su quelli individuali. Questo porta gli infermieri a mostrare un forte senso di responsabilità e impegno professionale. Anche se malati, potrebbero scegliere di continuare a lavorare per non disturbare le operazioni del team o compromettere la cura del paziente a causa della loro assenza.

La C-SPS-N riesce a cogliere queste sfumature culturali meglio di altri strumenti. Ad esempio, item come “A causa del mio problema di salute, ho avuto un conflitto con i membri del team sanitario con cui lavoravo” o “Mi sono sentito infelice perché i miei colleghi, che dovevano fare il mio lavoro a causa del mio problema di salute, erano arrabbiati con me” evidenziano la pressione del team e il carico psicologico che gli infermieri possono affrontare. Questi aspetti non sono adeguatamente riflessi, per esempio, nel Nurse Presenteeism Questionnaire (NPQ), che si concentra di più sull’impatto diretto dei problemi di salute.

Inoltre, la C-SPS-N indaga specificamente l’impatto dei problemi di salute sulla qualità dell’assistenza e sulla sicurezza del paziente (es. “Ho commesso errori di medicazione a causa del mio problema di salute”) e sul benessere psicologico (“Poiché dovevo lavorare nonostante il mio problema di salute, non riuscivo a sentirmi realizzato nel mio lavoro”).

Un gruppo di ricercatori in camice bianco che esaminano attentamente dei documenti scientifici attorno a un tavolo in un laboratorio moderno e luminoso. Macro lens, 60mm, alta definizione, illuminazione controllata per evidenziare i dettagli dei documenti.

Cosa ci portiamo a casa da questo studio?

Beh, prima di tutto, la conferma che la C-SPS-N è uno strumento efficace e affidabile per valutare i comportamenti di presentismo degli infermieri nel contesto culturale cinese. Questo non è poco! Avere uno strumento validato significa poter misurare il fenomeno in modo standardizzato, confrontare i dati, identificare i fattori di rischio e, soprattutto, sviluppare interventi mirati.

Pensate alle implicazioni:

  • I responsabili infermieristici e i decisori politici hanno ora uno strumento in più per ottimizzare la gestione della salute occupazionale degli infermieri.
  • Si possono progettare strategie per mitigare il presentismo, migliorando le condizioni di lavoro, offrendo supporto psicologico, promuovendo una cultura che non penalizzi chi si prende cura della propria salute.
  • In ultima analisi, questo può tradursi in una migliore qualità dell’assistenza e una maggiore sicurezza per i pazienti.

Certo, come ogni studio, anche questo ha le sue limitazioni. Ad esempio, è stato utilizzato un campionamento di convenienza in un singolo ospedale, il che potrebbe limitare la generalizzabilità dei risultati. Gli autori stessi suggeriscono che studi futuri dovrebbero considerare campionamenti casuali o espandere il campione a più istituzioni sanitarie.

In conclusione

Questo studio è un passo avanti importantissimo. Adattare e validare la Sickness Presenteeism Scale-Nurse per il contesto cinese significa fornire una base solida per comprendere e affrontare un problema complesso come il presentismo infermieristico. È un esempio di come la ricerca scientifica possa avere un impatto concreto sulla vita lavorativa di professionisti cruciali come gli infermieri e, di riflesso, sulla salute di tutti noi.

Spero che questa “chiacchierata scientifica” vi sia piaciuta e vi abbia offerto qualche spunto di riflessione. Alla prossima!

Fonte: Springer

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