Fotografia sportiva dinamica, teleobiettivo 200mm, un gruppo multietnico di atleti in cerchio su un campo da gioco erboso, discutono animatamente ma costruttivamente durante una pausa, espressioni concentrate e coinvolte, luce naturale del tardo pomeriggio che crea lunghe ombre, tracciamento del movimento leggero per catturare l'energia della conversazione.

Sport e Coscienza Critica: Abbiamo Creato la Scala per Misurare la Voglia di Cambiare il Mondo (Anche in Campo)!

Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di qualcosa che mi appassiona profondamente: come lo sport possa essere molto più che semplice attività fisica o competizione. Sapete, l’ambiente sportivo, se ben strutturato, è una palestra incredibile non solo per il corpo, ma anche per la mente e per le nostre capacità sociali. Le esperienze e le interazioni che viviamo in campo o in palestra possono davvero plasmarci.

Ultimamente, si parla tanto di giustizia sociale e del potenziale dello sport nell’aiutarci a sviluppare un pensiero critico. Pensiero critico verso cosa? Verso le forze che modellano la nostra società, verso quei sistemi di privilegi e privazioni che, ahimè, influenzano anche chi ha accesso allo sport e chi no. La giustizia sociale, in parole povere, significa una distribuzione equa di risorse, opportunità e privilegi. Significa che tutti dovremmo avere gli stessi diritti sociali, politici ed economici, essere aperti alla diversità, all’equità, all’inclusione e riconoscere i privilegi e le relazioni di potere che esistono (sì, anche nello sport!).

Purtroppo, le ingiustizie sociali non sono un’astrazione lontana. Le vediamo tutti i giorni, e lo sport non ne è immune. Razzismo, omofobia, sessismo, classismo… sono temi tristemente presenti. Ma la buona notizia è che molti atleti usano proprio lo sport come piattaforma per farsi sentire, per lottare contro queste ingiustizie. Pensate ai movimenti come Black Lives Matter o Me Too, dove atleti di tutto il mondo hanno preso posizione contro il razzismo strutturale, la brutalità della polizia, le molestie e le aggressioni sessuali.

Ma Come Nasce Questa Consapevolezza? Ecco la Coscienza Critica

Questo coinvolgimento degli atleti non avviene per caso. Dipende molto dal loro livello di consapevolezza dei privilegi e delle oppressioni che esistono dentro e fuori dal campo. Ed è qui che entra in gioco un concetto fondamentale: la coscienza critica.

Il termine è stato coniato dal grande filosofo ed educatore brasiliano Paulo Freire. La coscienza critica è la capacità di riconoscere e analizzare le forze oppressive nella società e, cosa fondamentale, di agire contro di esse. Freire parlava di “consapevolezza” come combinazione di riflessione e azione sul mondo per trasformarlo.

Nel contesto sportivo, questo significa che atleti e allenatori non dovrebbero focalizzarsi solo sulla tecnica, ma anche capire il ruolo dello sport nella società, promuovendo una pratica più etica e consapevole. Questo si lega strettamente allo sviluppo morale: imparare a distinguere il giusto dallo sbagliato considerando l’impatto delle nostre azioni sulla collettività. Valori come il fair play, il rispetto, la solidarietà sono cruciali. La coscienza critica ci aiuta ad approfondire questi valori, a capire che rispettare l’avversario e le regole non è solo una questione di gioco, ma un principio che vale anche nella vita.

Secondo Freire, la coscienza critica ha tre componenti chiave:

  • Riflessione Critica: La consapevolezza delle strutture di disuguaglianza sociale e di come processi storici, culturali e sociali le perpetuino. È la capacità di identificare e analizzare le forze sociali, politiche ed economiche che contribuiscono all’ingiustizia.
  • Efficacia Politica: La percezione della propria capacità di promuovere il cambiamento sociale. È la convinzione personale di poter fare la differenza. Questo fa da ponte tra il riconoscere l’ingiustizia (riflessione) e l’impegno ad agire (azione).
  • Azione Critica: Le azioni sociopolitiche, individuali o collettive, che mettiamo in campo per combattere la disuguaglianza e sfidare le strutture oppressive. È l’obiettivo finale della coscienza critica.

Fotografia macro di una goccia d'acqua che cade su una superficie calma, creando cerchi concentrici. Obiettivo macro 90mm, illuminazione controllata per evidenziare la trasparenza e i riflessi, alta definizione dei dettagli, simboleggia l'impatto della riflessione.

La ricerca sulla coscienza critica è vasta e tocca tanti campi: educazione, studi sociali, arte e, ovviamente, sport. È stato dimostrato che avere una coscienza critica sviluppata porta a risultati positivi nello sviluppo personale, civico, socio-emotivo e accademico, oltre a migliorare il benessere generale.

La Sfida: Misurare la Coscienza Critica nello Sport

Esistono già strumenti per misurare la coscienza critica in altri contesti, come la Critical Consciousness Scale (CCS) o il Critical Consciousness Inventory (CCI). Ma mancava qualcosa di specifico per il mondo dello sport. Avere uno strumento del genere sarebbe utilissimo per valutare il livello di coscienza critica di atleti, allenatori, dirigenti, genitori, psicologi dello sport e altri professionisti.

Ecco perché ci siamo messi al lavoro! Il nostro obiettivo è stato sviluppare la Critical Consciousness in Sport Scale (CCSS), fornendo le prime prove della sua validità (cioè, che misuri davvero quello che dice di misurare) e affidabilità (cioè, che lo faccia in modo consistente).

Le nostre ipotesi di partenza erano:

  1. Gli item (le domande/affermazioni) che avremmo creato avrebbero coperto adeguatamente le dimensioni della coscienza critica.
  2. Lo strumento avrebbe mostrato una struttura a tre dimensioni (Riflessione Critica, Efficacia Politica, Azione Critica), come da teoria di Freire.
  3. Ogni dimensione avrebbe avuto buoni indicatori di affidabilità.
  4. I punteggi della scala sarebbero stati correlati positivamente con misure di giustizia sociale e di efficacia anti-razzista, confermando la teoria.

Come Abbiamo Costruito e Testato la CCSS

Abbiamo iniziato creando un pool iniziale di 50 item, sotto forma di affermazioni, che riflettessero le tre dimensioni della coscienza critica applicate a quattro temi centrali nello sport: razzismo, disuguaglianza di genere, sessismo (includendo l’omofobia/transfobia) e disuguaglianza socioeconomica. Abbiamo cercato di formulare gli item in modo neutro e abbiamo incluso anche item “negativi” (es. “Non credo di poter contribuire…”) per controllare eventuali bias nelle risposte, come la tendenza a essere sempre d’accordo (acquiescenza).

Questi item sono stati poi valutati da esperti (ricercatori e dottori di ricerca in psicologia, pedagogia, sociologia dello sport con conoscenza della teoria di Freire) per verificarne chiarezza, rilevanza pratica e adeguatezza teorica. I risultati sono stati ottimi! Abbiamo anche organizzato due focus group con professionisti dello sport e studenti per assicurarci che gli item fossero comprensibili e pertinenti per loro.

Poi è arrivato il momento del test sul campo. Abbiamo raccolto dati da 263 studenti universitari brasiliani (età media 27 anni, 70% donne) di psicologia, educazione fisica e scienze motorie. Oltre alla nostra CCSS, hanno compilato questionari sulla giustizia sociale (Social Justice Scale – SJS) e sull’efficacia anti-razzista (Anti-Racism Efficacy Scale – A-RES).

Foto dinamica di una partita di basket universitario, teleobiettivo 150mm, velocità otturatore elevata per congelare l'azione di un giocatore che salta a canestro, il pubblico sfocato sullo sfondo, tracciamento del movimento, colori vividi.

Abbiamo usato analisi statistiche avanzate (come l’analisi parallela, l’analisi grafica esplorativa e l’analisi fattoriale esplorativa – EFA) per capire la struttura interna della scala. I risultati hanno confermato la nostra ipotesi: una struttura a tre dimensioni (Riflessione Critica, Efficacia Politica, Azione Critica) emergeva chiaramente dai dati. Dopo aver raffinato la scala eliminando alcuni item meno performanti o ridondanti, siamo arrivati a una versione con 36 item (12 per dimensione) che funzionava davvero bene. Gli indici di affidabilità (Omega di McDonald) erano eccellenti (superiori a 0.86) per tutte e tre le dimensioni.

Abbiamo anche verificato che includere item negativi fosse utile per controllare il bias di acquiescenza, usando modelli statistici specifici (modello con intercetta random). I risultati hanno confermato che questa scelta migliora l’accuratezza della misurazione.

Una Versione Breve, Ma Altrettanto Efficace

Sappiamo che nel mondo reale, specialmente nello sport, il tempo è prezioso. Questionari lunghi possono stancare e ridurre la qualità delle risposte. Perciò, abbiamo sviluppato anche una versione breve della CCSS, selezionando gli item più rappresentativi per ogni tema e dimensione (mantenendo anche item negativi). Abbiamo testato questa versione breve con un’analisi fattoriale confermativa (CFA) e i risultati sono stati ottimi: la struttura a tre fattori è stata confermata, l’affidabilità è rimasta alta e le proprietà psicometriche generali erano paragonabili a quelle della versione lunga. Le correlazioni tra i punteggi ottenuti con la versione lunga e quella breve erano altissime (superiori a 0.96!), dimostrando che la versione breve misura la stessa cosa in modo efficiente.

La CCSS e le Altre Misure: Le Conferme che Cercavamo

Un passaggio cruciale era verificare se la nostra scala si relazionasse come previsto con altri concetti importanti. Abbiamo quindi calcolato le correlazioni tra i punteggi della CCSS (sia lunga che breve) e quelli della SJS (Giustizia Sociale) e dell’A-RES (Efficacia Anti-razzista).

I risultati sono stati molto incoraggianti e in linea con le aspettative teoriche:

  • Le dimensioni della CCSS erano positivamente correlate con le componenti della giustizia sociale e con l’efficacia anti-razzista.
  • La Riflessione Critica era più legata agli atteggiamenti verso la giustizia sociale e all’intenzione di agire.
  • L’Efficacia Politica (sentirsi capaci di agire) era fortemente correlata con la percezione di poter avere un impatto (controllo comportamentale percepito nella SJS) e con l’efficacia anti-razzista. Questo ha senso: sentirsi capaci di sfidare le ingiustizie nello sport è legato al sentirsi capaci di sfidare il razzismo in generale.
  • L’Azione Critica mostrava correlazioni positive ma più basse con le altre misure. Questo conferma un’idea importante: riconoscere l’ingiustizia e sentirsi capaci di agire non si traduce automaticamente in azione concreta. C’è uno scarto tra intenzione e comportamento che è fondamentale considerare.

Questi risultati forniscono una forte evidenza della validità della CCSS basata sulle relazioni con altre variabili.

Un gruppo diversificato di giovani atleti che collaborano per costruire una piccola struttura con dei blocchi, simboleggiando l'azione critica collettiva. Obiettivo 50mm, luce naturale morbida, espressioni concentrate e collaborative, profondità di campo media.

Abbiamo anche confrontato i punteggi medi tra uomini e donne nel nostro campione e non abbiamo trovato differenze statisticamente significative, suggerendo che la scala funziona in modo simile per entrambi i generi in questo gruppo specifico. È interessante notare che, in media, i partecipanti mostravano punteggi più alti nella Riflessione Critica e nell’Efficacia Politica rispetto all’Azione Critica, confermando l’idea che passare all’azione è spesso il passo più difficile.

Cosa Significa Tutto Questo in Pratica?

Lo sviluppo della CCSS apre porte importanti. Ora abbiamo uno strumento specifico per il contesto sportivo che permette a ricercatori, psicologi dello sport, allenatori, dirigenti e altri professionisti di:

  • Valutare il livello di coscienza critica (nelle sue tre componenti) di chi opera nel mondo dello sport.
  • Studiare come la coscienza critica si sviluppa e quali fattori (individuali, sociali, contestuali) la influenzano.
  • Capire meglio la relazione tra coscienza critica e altri comportamenti legati alla giustizia sociale nello sport.
  • Progettare e valutare interventi mirati a promuovere la coscienza critica e, di conseguenza, ambienti sportivi più equi e inclusivi.

Questa scala aiuta a colmare un vuoto nella letteratura e, soprattutto, ci dà uno strumento pratico per affrontare temi cruciali come razzismo, sessismo e altre forme di discriminazione in modo più informato ed efficace. Promuovere la coscienza critica non migliora solo le dinamiche sportive, ma contribuisce a formare cittadini più responsabili e socialmente impegnati.

Guardando al Futuro: Prossimi Passi

Come ogni ricerca, anche la nostra ha dei limiti. Il campione era composto principalmente da studenti universitari brasiliani, quindi dobbiamo essere cauti nel generalizzare i risultati. Inoltre, il disegno era trasversale, il che non ci permette di stabilire relazioni di causa-effetto.

Per il futuro, sarebbe fantastico:

  • Testare la CCSS su campioni più diversificati: atleti di diversi livelli e discipline, allenatori, tifosi, dirigenti, includendo anche atleti paralimpici.
  • Condurre studi longitudinali per vedere come la coscienza critica cambia nel tempo.
  • Approfondire il processo di risposta agli item attraverso interviste qualitative (validità basata sul processo di risposta), specialmente con gruppi diversi per etnia, genere e background sociale.
  • Confrontare la somministrazione online con quella cartacea.
  • Potenzialmente sviluppare una versione “extra-breve” usando tecniche statistiche più avanzate (Item Response Theory).
  • Ampliare la scala per includere altri temi importanti, come l’abilismo nello sport paralimpico.

Insomma, questo è solo l’inizio! Siamo entusiasti dei risultati ottenuti finora. La CCSS, sia nella versione iniziale che in quella breve, si è dimostrata uno strumento promettente, psicometricamente solido, per misurare la coscienza critica nello sport. Speriamo che stimoli nuove ricerche e, soprattutto, che contribuisca a rendere lo sport un luogo sempre più consapevole, giusto e trasformativo per tutti.

Fonte: Springer

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