Sanguisughe Sotto Lente: Vi Svelo i Segreti di Temperatura e Shock Termici per Allevarle al Meglio!
Amici appassionati di natura e creature un po’ particolari, oggi voglio portarvi con me in un viaggio affascinante nel mondo delle sanguisughe medicinali, in particolare della specie Hirudo verbana. So cosa state pensando, “sanguisughe?!”, ma credetemi, questi anellidi sono molto più di semplici “succhia-sangue”. Hanno un ruolo ecologico importante e, come ben sapete, un valore terapeutico che l’uomo sfrutta da secoli. Pensate che le loro secrezioni sono usate in medicina, veterinaria e persino nell’industria cosmetica!
Il problema? La crescente domanda, unita alla perdita dei loro habitat naturali e a una raccolta un po’ troppo “allegra”, ha messo sotto pressione le popolazioni selvatiche. Alcune specie sono addirittura considerate a rischio! Ecco perché l’acquacoltura di sanguisughe sta diventando sempre più cruciale. Ma allevare sanguisughe non è come allevare pesciolini rossi; ci sono un sacco di parametri da considerare, e uno dei più misteriosi, fino ad ora, era l’effetto della temperatura e degli shock termici.
Immaginate di essere una piccola sanguisuga, bella tranquilla nel vostro barattolo, e all’improvviso l’acqua cambia temperatura bruscamente. Un bello stress, no? Ecco, capire come questi fattori influenzano la loro crescita e la loro salute è fondamentale non solo per standardizzare i protocolli di allevamento, ma anche per prevedere l’impatto del riscaldamento globale su queste creature. E così, mi sono immerso (metaforicamente, eh!) in uno studio scientifico che ha cercato di fare luce proprio su questo.
L’Esperimento sulla Temperatura Costante: Caldo Non Fa Bene!
I ricercatori hanno preso un gruppo di giovani sanguisughe Hirudo verbana e le hanno allevate a quattro temperature costanti diverse: 15°C, 20°C, 25°C e 30°C. L’obiettivo era semplice: scoprire qual è la “temperatura della felicità” per queste piccole creature. E i risultati sono stati piuttosto chiari!
Si è osservato che, aumentando la temperatura, il peso corporeo finale delle sanguisughe tendeva a diminuire, seguendo un andamento che in gergo tecnico si chiama “quadratico lineare”. In parole povere, le temperature più alte non sono amiche delle sanguisughe. Infatti, a 25°C e soprattutto a 30°C, le nostre amiche mostravano più spesso fenomeni preoccupanti come il rigurgito del sangue ingerito e persino il cannibalismo! Di conseguenza, la percentuale di sanguisughe sane era decisamente inferiore in questi gruppi.
Dopo calcoli e analisi, lo studio ha individuato che la temperatura ottimale per la crescita si attesta intorno ai 18.7°C, mentre per la salute generale, il valore ideale è leggermente più alto, sui 19.7°C. Quindi, se state pensando di aprire un allevamento di sanguisughe, tenete il termostato tra questi due valori!
Un dato interessante riguarda il rigurgito. Questo comportamento è un campanello d’allarme molto sensibile: indica che la sanguisuga è stressata o che c’è qualcosa che non va nell’ambiente. Può verificarsi anche due mesi dopo il pasto! E, come abbiamo visto, le alte temperature lo scatenano più facilmente. Il cannibalismo, poi, è un altro segnale di stress che può portare a perdite significative negli allevamenti.
Le deformità morfologiche sono un altro grosso problema, perché riducono il valore commerciale delle sanguisughe e possono comprometterne la capacità riproduttiva. Pensate che ben il 73% delle deformazioni e tutti i decessi osservati nel primo esperimento si sono verificati nel gruppo allevato a 30°C. Questo la dice lunga sull’impatto negativo del caldo eccessivo.
Anche la qualità dell’acqua risente delle alte temperature. Nei gruppi a temperatura più elevata, si sono registrate concentrazioni di ossigeno disciolto più basse e livelli di nitrati più alti. Queste condizioni creano stress fisiologico, rendendo gli organismi acquatici più vulnerabili a malattie e, nei casi peggiori, portandoli alla morte.
Shock Termici: Freddo Amico, Caldo Nemico?
Ma non è finita qui! I ricercatori hanno voluto indagare anche l’effetto degli shock termici. Immaginate la scena: le sanguisughe vengono tenute alla loro temperatura ideale di 18.7°C, ma durante i cambi d’acqua (che avvengono tre volte a settimana), vengono esposte brevemente a temperature diverse, sia più fredde (3.7°C, 8.7°C, 13.7°C) sia più calde (23.7°C, 28.7°C, 33.7°C), oltre a un gruppo di controllo che riceveva acqua alla stessa temperatura.
Qui arriva la sorpresa: gli shock termici freddi sembrano avere effetti benefici! Non ci sono state differenze significative nel peso corporeo finale tra i vari gruppi, ma le sanguisughe esposte a shock freddi hanno mostrato una riduzione del rigurgito e del cannibalismo, e una percentuale maggiore di individui sani. In particolare, il gruppo esposto a 3.7°C durante il cambio d’acqua ha avuto la più alta percentuale di sanguisughe in salute.
Al contrario, l’aumento dei valori di shock termico (quindi, acqua più calda rispetto a quella di partenza) ha causato un aumento lineare dell’incidenza del rigurgito. Questo conferma che il caldo, anche se somministrato come shock breve, non è gradito.
Come si spiega questo effetto benefico del freddo? Una delle ipotesi è che lo shock termico freddo possa innescare una sorta di risposta immunitaria nelle sanguisughe. In altri organismi acquatici, come pesci rossi e tilapie, si è visto che il freddo può modificare la distribuzione dei leucociti e aumentare la capacità fagocitaria (cioè la capacità delle cellule di “mangiare” agenti patogeni). Le sanguisughe hanno cellule chiamate amebociti che svolgono funzioni immunitarie simili, quindi è possibile che lo shock freddo le “attivi”.
Cosa Significa Tutto Questo per l’Acquacoltura (e non solo)?
Questi risultati sono oro colato per chi si occupa di acquacoltura di sanguisughe. Innanzitutto, ci dicono che mantenere una temperatura costante tra i 18.7°C e i 19.7°C è la strategia migliore. Poi, ci suggeriscono di fare molta attenzione durante i cambi d’acqua: evitare assolutamente shock termici caldi è imperativo. Anzi, uno shock freddo controllato potrebbe addirittura migliorare la salute generale dell’allevamento.
Un aspetto curioso riguarda l’alimentazione e la crescita. Le sanguisughe medicinali, di solito, vengono nutrite una volta al mese. Dopo il pasto, le loro ghiandole salivari si svuotano e impiegano circa una settimana per riempirsi di nuovo. Tuttavia, per garantire che siano “affamate” al punto giusto per la terapia (e per inibire potenziali patogeni derivanti dal sangue), devono essere tenute a digiuno per 4-6 mesi dopo l’ultimo pasto. Quindi, nell’acquacoltura, non conta tanto il peso raggiunto subito dopo mangiato, quanto quello mantenuto dopo il periodo di digiuno. Nello studio, le sanguisughe a 15°C e 20°C hanno raggiunto un peso finale maggiore dopo un mese di digiuno rispetto agli altri gruppi, mentre quelle a 30°C avevano un peso quasi dimezzato, probabilmente a causa del metabolismo accelerato e del maggior rigurgito.
Il tasso di crescita specifico (SGR) nel gruppo a 30°C era addirittura negativo (-0.03%), il che significa che, nonostante l’aumento di peso dopo il pasto, le sanguisughe regredivano quasi al peso pre-pasto a causa della digestione rapida. Questo dimostra che le alte temperature, anche se possono far sembrare che le sanguisughe mangino di più, alla lunga non portano a una crescita effettiva.
Sanguisughe, Cannibalismo e Riscaldamento Globale: Un Legame Inaspettato?
Lo studio ha anche evidenziato che le alte temperature non solo causano morte, rigurgito e deformità, ma portano anche a un aumento del cannibalismo. Il legame tra temperatura ambientale e cannibalismo è complesso, ma è stato osservato anche in altri invertebrati. Considerando che le sanguisughe affamate possono diventare cannibali verso quelle ben nutrite, mantenere un livello di sazietà equilibrato è cruciale in condizioni di alta temperatura, dove il metabolismo è più veloce.
E qui entriamo nel campo delle implicazioni più ampie. Il riscaldamento globale sta causando una riduzione delle dimensioni e dei livelli d’acqua degli habitat delle sanguisughe, dove le fluttuazioni di temperatura stanno diventando sempre più pronunciate. Questi cambiamenti possono avere un impatto significativo sulla gestione sostenibile e sull’acquacoltura delle popolazioni di sanguisughe medicinali. I risultati di questo studio, che mostrano come lo shock termico indotto dal calore influenzi negativamente la salute delle sanguisughe, ci forniscono informazioni critiche sulle sfide che l’acquacoltura di sanguisughe deve affrontare in un clima che si riscalda.
Inoltre, questa ricerca evidenzia le potenziali conseguenze ecologiche degli scarichi improvvisi di acqua calda in ambienti acquatici, come laghi e zone umide, che possono fungere da habitat per le sanguisughe medicinali. Queste fluttuazioni di temperatura potrebbero influenzare sia le popolazioni naturali sia quelle allevate in sistemi di acquacoltura, rendendo indispensabile integrare strategie di gestione della temperatura per la sostenibilità di entrambe.
In conclusione, se state allevando sanguisughe medicinali, il consiglio è di mantenere una temperatura tra 18.7 e 19.7°C ed evitare pratiche che potrebbero portare a shock termici caldi. È fondamentale gestire attentamente i cambi d’acqua per prevenire lo stress da shock termico, magari pre-condizionando la temperatura dell’acqua nuova. Spero che questo piccolo approfondimento vi abbia incuriosito e vi abbia fatto apprezzare un po’ di più queste straordinarie creature e la scienza che cerca di proteggerle e valorizzarle!
Fonte: Springer