Fotografia naturalistica di un mosco dell'Anhui adulto, timido e sfuggente, nel sottobosco denso delle montagne Dabie, Cina. Scatto con teleobiettivo 400mm, alta velocità otturatore per catturare il movimento, luce filtrata dagli alberi, messa a fuoco precisa sull'animale.

Mosco dell’Anhui: Corsa Contro il Tempo nelle Montagne Dabie per Salvarlo dal Cambiamento Climatico

Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di una creatura affascinante ma terribilmente minacciata: il mosco dell’Anhui (Moschus anhuiensis). Magari non ne avete mai sentito parlare, ed è comprensibile. Vive nascosto nelle fitte foreste delle montagne Dabie, nell’est della Cina, una zona incredibilmente popolata. È un animale elusivo, piccolo, e purtroppo, sempre più raro. Pensate che le stime del 2009 parlavano di soli 500-600 individui rimasti!

Per secoli, questo piccolo cervide è stato vittima del bracconaggio (principalmente per il muschio prodotto dai maschi, usato in profumeria e medicina tradizionale) e della perdita del suo habitat naturale. Ma negli ultimi anni, si sono aggiunte due minacce ancora più subdole e pervasive: il cambiamento climatico e il disturbo umano crescente. Come ricercatore, mi sono sentito chiamato in causa: dovevamo capire meglio cosa stesse succedendo e cosa potessimo fare.

La Sfida: Capire per Proteggere

Il problema principale è che, nonostante la sua classificazione come specie “Endangered” (in pericolo) dall’IUCN, sappiamo ancora troppo poco sul mosco dell’Anhui. La sua natura schiva, la bassa densità di popolazione e la distribuzione limitata esclusivamente alle montagne Dabie (DBM) hanno reso difficile raccogliere dati sul campo. Senza informazioni precise sulla distribuzione attuale e futura del suo habitat, come possiamo sviluppare strategie di conservazione efficaci?

Ecco perché, insieme al mio team, abbiamo deciso di intraprendere uno studio approfondito. L’obiettivo? Valutare come sta cambiando l’habitat del mosco oggi e come potrebbe cambiare in futuro a causa del riscaldamento globale. Volevamo identificare le aree più vulnerabili, ma anche quelle che potrebbero fungere da “rifugi climatici”, zone dove il mosco potrebbe resistere ai cambiamenti. E, non meno importante, capire come collegare queste aree per permettere agli animali di spostarsi.

Il Nostro Lavoro sul Campo (e al Computer)

Per dieci lunghi anni, dal 2013 al 2023, abbiamo disseminato ben 712 fototrappole in 10 aree protette (e zone limitrofe) all’interno delle montagne Dabie, coprendo l’intero areale storico conosciuto del mosco. Queste “spie” silenziose ci hanno permesso di registrare 101 avvistamenti confermati.

Con questi preziosi dati di presenza, abbiamo utilizzato un modello predittivo molto potente chiamato MaxEnt. Questo strumento ci ha aiutato a capire quali fattori ambientali sono più importanti per il mosco (spoiler: temperatura e disturbo umano sono in cima alla lista!) e a mappare le aree idonee al suo insediamento, sia oggi che in futuro (abbiamo considerato scenari climatici fino al 2090, basandoci sul modello SSP2-4.5, uno scenario di emissioni medie considerato realistico).

Abbiamo analizzato tantissime variabili:

  • Dati bioclimatici (temperature, precipitazioni…)
  • Caratteristiche della vegetazione (tipo di foresta, indice NDVI…)
  • Fattori topografici (altitudine, pendenza…)
  • Fattori antropici (vicinanza a strade, ferrovie, aree agricole, impronta umana…)

Fotografia naturalistica di un mosco dell'Anhui nel suo habitat forestale nelle montagne Dabie, catturato con teleobiettivo 300mm, luce soffusa del mattino, messa a fuoco nitida sull'animale sfuggente, sfondo leggermente sfocato.

Cosa Abbiamo Scoperto: Un Quadro Preoccupante

I risultati, purtroppo, confermano le nostre preoccupazioni. Il mosco dell’Anhui è estremamente sensibile alla temperatura, in particolare alla temperatura media del trimestre più secco, e al disturbo umano, come la presenza di pascoli.

Attualmente, l’habitat idoneo per questa specie copre circa 1188.90 km². Sembra tanto? In realtà, è frammentato in piccole “isole”. Solo 11 di queste aree superano i 5 km² (la dimensione minima considerata vitale per una popolazione). La maggior parte dell’habitat si concentra in quattro contee principali, a cavallo tra le province di Anhui e Hubei.

E il futuro? Le proiezioni sono allarmanti:

  • Entro il 2050, l’habitat idoneo si ridurrà a 1052.45 km² (-11.48%).
  • Entro il 2070, scenderà a 841.82 km² (-29.19%).
  • Entro il 2090, si contrarrà ulteriormente fino a 798.35 km² (-32.85% rispetto ad oggi).

Quasi un terzo del suo “mondo” potrebbe sparire entro la fine del secolo! La situazione è particolarmente critica nella provincia di Henan, dove l’habitat rischia di scomparire del tutto.

Un altro dato interessante è che l’habitat idoneo tenderà a spostarsi verso altitudini maggiori. Se oggi l’altitudine media è di 966 metri, nel 2090 salirà a 992 metri. Questo significa che il mosco cercherà rifugio più in alto, ma questo potrebbe creare problemi se la vegetazione da cui dipende per nutrirsi non si adatta abbastanza velocemente al cambiamento climatico.

Le Riserve Attuali Bastano? Purtroppo No

Abbiamo poi fatto un’analisi chiamata “gap analysis”, confrontando l’habitat idoneo con i confini delle 13 riserve naturali esistenti nelle montagne Dabie. Il risultato è sconfortante: attualmente, solo il 38.52% dell’habitat idoneo si trova all’interno di aree protette. Il resto è fuori, esposto a maggiori rischi.

Anche guardando al futuro, la situazione non migliora drasticamente. Sebbene la percentuale di habitat protetto aumenti leggermente nei prossimi decenni (arrivando al 49% nel 2090), questo è dovuto più alla contrazione generale dell’habitat che a un’efficace copertura delle aree cruciali.

Abbiamo identificato circa 586 km² di “rifugi climatici”, aree che dovrebbero rimanere idonee anche in futuro. Ma attenzione: quasi la metà (il 44.38%) di questi preziosissimi rifugi si trova al di fuori delle riserve attuali! C’è un’urgente necessità di proteggere meglio queste zone, concentrate soprattutto attorno alle riserve di Tianma, Yaoloping e Gujingyuan.

Paesaggio montano delle montagne Dabie ripreso con obiettivo grandangolare 15mm, che mostra la frammentazione delle foreste e aree potenzialmente adatte come rifugi climatici per il mosco dell'Anhui, con focus nitido sull'intera scena.

Una Speranza: Costruire Ponti per il Futuro

Se l’habitat si frammenta, come possono le piccole popolazioni isolate sopravvivere e mantenere una diversità genetica sana? La risposta sta nei corridoi ecologici. Immaginateli come “autostrade verdi” che collegano le diverse aree di habitat, permettendo agli animali di spostarsi, trovare nuovi partner e colonizzare nuove zone.

Utilizzando un altro strumento chiamato Linkage Mapper, abbiamo identificato i percorsi a minor costo (cioè più facili da percorrere per un mosco) tra le 11 principali “isole” di habitat attuali. Abbiamo trovato 14 potenziali corridoi, di lunghezza variabile (da 4 a quasi 108 km).

Guardando al futuro, con la riduzione e frammentazione dell’habitat, il numero di corridoi necessari diminuisce leggermente (9 nel 2090), ma la loro importanza diventa ancora più critica. Alcuni corridoi sono fondamentali per collegare popolazioni isolate (come quella in Henan, a rischio estinzione locale) alle aree centrali più stabili in Anhui. Altri, come quelli tra le riserve di Tianma, Yaoloping e Gujingyuan, sono essenziali per mantenere la coesione della popolazione principale.

Mappa concettuale che illustra i corridoi ecologici identificati (linee verdi) che collegano diverse macchie di habitat (aree verdi scure) del mosco dell'Anhui sulle montagne Dabie, sovrapposta a un'immagine satellitare o topografica.

Cosa Fare Ora? Le Nostre Raccomandazioni

Il nostro studio lancia un messaggio chiaro: le attuali misure di conservazione per il mosco dell’Anhui non sono sufficienti per garantirne la sopravvivenza a lungo termine di fronte al cambiamento climatico e alla pressione umana. Ma non tutto è perduto. Ecco cosa proponiamo:

  • Proteggere i Rifugi Climatici: È imperativo estendere la protezione legale alle aree identificate come rifugi climatici che attualmente sono fuori dalle riserve, specialmente nelle zone di Foziling, Yaoloping e Tianma.
  • Pensare in Grande: Valutare la creazione di un Parco Nazionale più ampio nelle montagne Dabie, che integri le riserve esistenti e copra sia gli habitat attuali che quelli futuri, superando le frammentazioni amministrative.
  • Costruire i Corridoi: Dare priorità alla realizzazione dei corridoi ecologici identificati, soprattutto quelli che collegano le popolazioni isolate ai nuclei centrali e quelli che rafforzano la connettività tra le aree principali. Questo può avvenire tramite ripristino ambientale e una gestione del territorio mirata.
  • Gestione Regionale: Trattare le diverse popolazioni di mosco nelle DBM come sottopopolazioni regionali distinte, sviluppando strategie mirate per ciascuna.
  • Monitoraggio Continuo: Proseguire il monitoraggio del mosco e delle attività umane per valutare l’efficacia delle azioni intraprese e adattare le strategie future.
  • Affrontare le Pressioni Umane: Gestire attentamente attività come l’allevamento estensivo e il turismo nelle aree sensibili per ridurre la competizione per le risorse e il disturbo diretto.

Il governo cinese e quello provinciale dell’Anhui hanno già riconosciuto l’importanza delle montagne Dabie e del mosco dell’Anhui nei loro piani di conservazione della biodiversità. Questo è un segnale positivo. Il nostro lavoro fornisce dati scientifici concreti per trasformare questi piani in azioni efficaci sul campo.

Salvare il mosco dell’Anhui è una corsa contro il tempo, una sfida complessa che richiede impegno scientifico, supporto politico e finanziario, e la consapevolezza che proteggere questa specie significa proteggere un ecosistema unico e prezioso. Speriamo che i nostri sforzi contribuiscano a dare un futuro a questo piccolo, meraviglioso abitante delle foreste cinesi.

Fonte: Springer

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